venerdì 18 maggio 2012

ESTRATTO DAL LIBRO TRANSURFING VIVO


La realtà in cui viviamo non è la stessa che c’era solo qualche decennio fa. I cambiamenti avvengono molto velocemente e raggiungono proporzioni massicce a velocità accelerata.
A tutti è noto il termine biosfera, inteso come ambiente, habitat degli esseri viventi. Pochi però sanno e riflettono sul fatto che esiste il concetto di tecnosfera. Per tecnosfera si in- tende l’insieme dei prodotti della civiltà tecnogena, a comin- ciare dagli elettrodomestici per finire ai prodotti alimentari. Tutto quello che entra in contatto con la tecnosfera subisce una trasformazione radicale, anche se non sempre evidente, compreso l’uomo.
A partire dal momento in cui la nostra civiltà ha cominciato ad evolversi seguendo il cammino dello sviluppo tecnologico, sono entrate in azione delle leggi che prima non si erano mai manifestate. Ora l’azione di queste leggi sta facendo si che la tecnosfera si stia immancabilmente trasformando in “matrix”. La “matrix” è una sorta di conglomerato, di sistema in cui l’indivi- duo viene relegato al ruolo di pila di alimentazione. Film come


“Matrix” o “The surrogates”1 non sono una fantasia ma il nostro prossimo futuro. E il problema non è nemmeno la tecnologia, da cui l’uomo è circondato. Il fatto è che l’uomo, vivendo nel campo d’informazioni di proporzioni universali che si è venuto a creare per effetto della massiccia presenza di mass media, si ritro- va giocoforza in balia del sistema. Ciò significa che non è più lui come individuo a gestire il sistema, ma, viceversa, è quest’ultimo ad esercitare sull’uomo il pieno controllo e a ottenere la sua com- pleta sottomissione. Nella rete di informazione universale è una cosa semplice da fare.
Ma chi può trarre profitto da questa situazione? Nessuno. L’uomo tende a pensare che tutto quanto accade intorno a lui sia il risultato di un atto di volontà da parte di qualcuno. In realtà non è così. Di fatto il sistema si sviluppa autonomamente, così come fa la giungla. Chi gestisce la giungla? Nessuno. La vegeta- zione della giungla cresce e si sviluppa così come deve svilupparsi e lo fa dall’alba dei tempi, da quando le piante si sono trovate unite e hanno cominciato in qualche modo a coesistere. Capite?
Al sistema invece fa comodo un’altra cosa: esso ha bisogno di arrivare a un punto limite di equilibrio stabile e di conformarsi in una struttura ottimale, all’interno della quale le persone, come cyborg, supportano la sua esistenza. Cosa serve al sistema per raggiungere questo fine? Serve che le cellule della “matrix” siano riempite da elementi ubbidienti, dotati innanzitutto di salute ca- gionevole e di scarsa energia libera e in secondo luogo sufficien- 



temente rimbambiti da non capire dove si trovino. Tali elementi dovranno possedere un livello di energia e di volontà cosciente appena sufficienti per permettere di espletare adeguatamente le funzioni assegnate, né più, né meno.
Non avete mai pensato al motivo per cui molti, tornati a casa dal lavoro, non vogliono fare nient’altro che sdraiarsi sul divano davanti alla televisione? Questo tipo di stanchezza oggi è consi- derato una normalità, ci siamo abituati. Ma una cosa del genere è normale? Certo che no. Il fatto che sia una cosa abituale non significa che sia normale. E non avete mai pensato al fatto che la vita dell’uomo contemporaneo rientri in una forbice che va dai 20 ai 40 anni? Come giovane specialista di vent’anni non si è utili a nessuno, poiché si manca di esperienza, e passati i quaranta non si è già più utili perché tutto quanto si poteva dare è già stato spre- muto. Per lo stesso motivo dopo i quaranta si diventa poco inte- ressanti per l’altro sesso. Di nuovo vien da chiedersi: ma è normale tutto ciò? Ovviamente no. A questo stato di cose ci siamo abituati, questo si, però non si può certo dire che sia questa la norma, anzi, è evidente che qualcosa proprio non va. Non dovrebbe essere così!
Al sistema fa comodo anche un altro aspetto, il calo demogra- fico. Teoricamente la diminuzione numerica degli elementi di alimentazione dovrebbe essere controproducente per il sistema, comportando essa la riduzione dell’introito energetico che questi stessi elementi apportano al sistema. Ma qui sta l’inganno: il fat- to è che, quando il sistema sarà giunto al massimo della sua evo- luzione e si sarà trasformato in “matrix”, i consumatori superstiti saranno già stati a loro volta tramutati in fornitori assolutamente gestibili, in grado di produrre una portata energetica totalmente controllabile e quindi di maggior qualità e più organizzata di quella attuale, che per il momento si giova ancora della libertà di scelta (finchè c’è ancora di che scegliere) e di movimento (se non si è ancora sufficientemente zombizzati). Proprio qui sta il fine e il senso della trasformazione in “matrix”.
Di nuovo ci si potrà chiedere: ma se c’è un progetto del ge- nere, chi sta dietro alle quinte? È da un pò di tempo che girano 



voci intorno a un certo governo mondiale occulto, noto anche come Club di Bildelberg2, di cui farebbero parte le personalità più influenti e ricche del nostro pianeta. Anche questo è un trucco messo a punto dal sistema per deviare l’attenzione della massa. Molti pensano ingenuamente che, per risolvere il proble- ma, basti eliminare questo pugno di “parvenus”, teoricamente indaffarati, nei loro incontri occulti, a pensare ai modi per sot- tomettere l’intera popolazione mondiale. Ma non è affatto così. Se si strappano solo le cime delle erbacce che infestano l’orto, le erbacce non spariranno di certo! Anzi, gli uomini al potere sono di fatto marionette del sistema in misura ancor maggio- re rispetto ai semplici membri. Questi ultimi, infatti, vengono manovrati dal sistema indirettamente, attraverso la pubblicità, i falsi fini, la disinformazione e le altre fandonie propinate dagli stessi uomini di potere.
Nella società contemporanea non è possibile che qualcuno pensi a qualcosa di globale, come ad esempio scatenare una guer- ra, e poi finisca per realizzarlo secondo un piano personale. Un banchiere non potrebbe finanziarsi un “divertimento” costoso di questo genere se al potere non arrivasse un certo tipo di lobby, che a sua volta, non arriverebbe al potere se le condizioni non fossero mature per questo stato di cose. Nel nostro sistema at- tuale tutti i fenomeni sono intrecciati e interconnessi e le loro cause vanno ricercate non nelle condizioni ma a una profondità ulteriore: nel sostrato che genera tali condizioni.


In che modo si realizzano i piani del sistema? In modo molto semplice: innanzitutto attraverso la manipolazione dell’attenzio- ne della massa generale, e in secondo luogo, ancora più banal- mente, attraverso l’alimentazione di cui questa massa si nutre.
La manipolazione dell’attenzione è in generale il metodo più efficace di gestione. Non occorre nemmeno intraprendere par- ticolari campagne di propaganda ideologica: basta costringere l’asino a pensare alla carota appendendogliela davanti al naso. L’animale la seguirà ubbidientemente ovunque serva. Il princi- pio è semplice: l’attenzione viene fissata sull’informazione che fa comodo al sistema, cioè deviata da questioni esistenzialmente importanti a favore di cose poco fondamentali. Posso riportare una massa di esempi sui metodi usati: da una parte si scatenano campagne per la vaccinazione urgente contro epidemie presunte o inventate, dall’altra parte viene ostacolata la ricerca di una so- luzione radicale per il problema del cancro, che si acuisce di anno in anno. Ogni volta che si sente parlare di nuovi preparati per la cura del cancro, non si sa se ridere o piangere. Quante “scoper- te miracolose” vengono fatte, intanto, però, la gente continua a morire. Il paradosso sta nel fatto che la causa prima e fonda- mentale del cancro è stata scoperta ancora all’inizio del secolo scorso da Otto Warburg3. Di questo, però, ci si è stranamente dimenticati.


Del fatto che la biosfera si sia già realmente trasformata in tec- nosfera con tutte le relative conseguenze non si parla apertamente da nessuna parte. L’attenzione viene depistata verso problemi che ancora non sono sorti e non è detto che sorgeranno: il raffredda- mento o il surriscaldamento del pianeta, le inondazioni, il 2012...
Curiosamente, le discussioni sollevate dal film “Avatar” hanno avuto come oggetto i suoi effetti visivi, mentre è passato prati- camente inosservato l’aspetto della divisione della società in due campi, quello dei sostenitori della tecnosfera e quello dei sosteni- tori della biosfera, problema che dovremo affrontare in un futuro assai prossimo. Proprio per questo l’Oscar, nel 2010, non è stato assegnato a “Avatar” ma a un film che induceva a pensare nel- la “giusta” direzione, ovvero: non bisogna temere il sistema ma “l’aggressività degli arabi”. Loro sono la vera minaccia mondiale.
Osservo nuovamente che ciò non significa che i mass media siano diretti occultamente da qualcuno e siano interessati a focaliz- zare l’attenzione del pubblico verso una precisa direzione. Questo processo avviene spontaneamente, esattamente come succede nella giungla. Tra l’altro, attirare l’attenzione dell’uomo contemporaneo, farcito di ogni tipo di informazione, non è una cosa semplicissima. Come lo si può fare nel modo più facile possibile? Sfruttando temi che spaventano, creano panico o angoscia. Per questo i mass media offrono l’informazione che offrono: non operano consapevolmen- te ma a livello degli istinti del giornalista.
La manipolazione viene effettuata a livello talmente sottile, invisibile e “naturale” da non destare i sospetti di nessuno. Gli elementi del sistema non avranno il tempo di svegliarsi che si ritroveranno dotati di chip elettronici e totalmente sottomessi, come conigli in gabbia. Solo che i chip non verranno impiantati in testa, sarebbe troppo scontato. La storia dei chip impiantati è l’ennesimo espediente dato in pasto al pubblico per distogliere l’attenzione, per incanalare gli sfoghi liberi della plebe contro un sistema così disumano, che priva l’individuo dei suoi diritti. In realtà tutto verrà fatto a livello più sottile, più civile, per esempio attraverso la patente di guida o la carta di credito, senza le quali
i conigli non potrebbero sopravvivere. Qualcuno spiegherà pa- zientemente che tutto è stato predisposto per il bene, la comodi- tà e la sicurezza dell’umanità, e la maggiorparte della gente, come sempre, crederà a tutte le fandonie sapientemente propinate dal sistema e acconsentirà ubbidientemente ad accettare i “benefici” che esso offre. Gli oppositori, invece, verranno messi alla berlina ed emarginati come reietti e depravati.
Per quanto riguarda il discorso dell’informazione, quindi, è già tutto più o meno chiaro. Ma cosa c’entra l’alimentazione, direte voi. Possibile che sia un mezzo di gestione? Si, lo è ed è uno dei mezzi più facili da usare. Tutto ciò che entra direttamente all’interno di una persona è un gancio per mezzo del quale, in seguito, la si potrà appendere in qualsiasi posto, come se fosse un fantoccio di pezza. Si tratta di un metodo di controllo comodis- simo, al contempo “naturale” e occulto, tanto che il “fantoccio” non si accorge di niente e pensa che sia tutto a posto, che le cose vadano così come devono andare.
Tanto tempo fa Bertrand Russell, filosofo e pacifista britanni- co, scriveva che con l’aiuto di alimenti speciali e di “trattamenti” con sostanze particolari è assolutamente possibile creare un tipo di persone, docili come pecore di un gregge. Ed ecco un esem- pio concreto: nel 1974 il governo degli Stati Uniti dichiarò che l’obiettivo di ridurre la popolazione nei paesi del Terzo Mondo si poneva come una questione di sicurezza nazionale. In che modo si prevedeva di attuare questa linea politica? Il segretario di Stato Henry Kissinger, in un memorandum per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, consigliò senza mezzi termini, oltre alla provoca- zione sistematica di conflitti, l’uso di determinati prodotti alimen- tari come strumento per ridurre la popolazione. Kissinger era un uomo molto intelligente, il primo dell’elenco dei cento intellet- tuali di punta del mondo, anche se sbaglio a dire “era”: con i suoi 86 anni è ancora vivo e vegeto, giacchè non si nutre dei cibi che consigliava agli altri, quelli che considerava persone superflue del nostro pianeta. Non dimentichiamoci che Kissinger, nel 1973, è stato insignito del premio Nobel per la Pace, come anche l’attuale



presidente americano (perché il sistema sa a chi deve assegnare tali riconoscimenti) e che è uno dei membri del club Bildelberg.
Ebbene, Kissinger sapeva perfettamente che una società di batterie zombizzate può essere facilmente attratta dalla pubbli- cità di mangimi per la “matrix”, e che quei pochi che si fossero svegliati e si fossero resi conto della trappola in cui rischiavano di essere attirati, sarebbero stati derisi e in tutti i modi schiacciati da questa stessa società.
Molto prima di questo memorandum, il sistema aveva generato in modo naturale una corrente, l’eugenetica (contenente l’idea di “igiene razziale” e di ridimensionamento del numero della popo- lazione). I primi esperimenti dei sostenitori dell’eugenetica erano primitivi, disumani, “antidemocratici”, come si usa dire adesso, e trovarono un concreto riscontro nell’ideologia del nazismo e dello stalinismo. Oggi questi metodi non sono spariti, ma vengono at- tuati in modo molto più raffinato (quasi con eleganza), e occulto, attraverso la chimica e gli organismi transgenici (OGM).
La tecnologia transgenica è una geniale invenzione del siste- ma. Prende subito due piccioni con una fava: è infatti sia un mezzo per ridurre la popolazione, sia un mezzo per indebolire la sicurezza alimentare di singoli paesi, perché i semi delle piante modificate non germogliano più e di conseguenza la banca dei semi è sempre nelle mani delle corporazioni. È un metodo ideale di manipolazione: non serve neanche scatenare una guerra.
Il sistema migliora costantemente i suoi metodi. Oggigiorno, la sterilizzazione forzata, linea politica primitiva dei sostenitori dell’eugenetica, solleverebbe ovviamente un’ondata di pubblica protesta. Ma anche questa proposta è da vedere come uno stra- tagemma per distogliere l’attenzione, una sorta di osso lanciato in pasto alla folla.
I metodi veri, reali, sono altri, e funzionano impercettibilmen- te e gradualmente, adeguandosi e aderendo all’opinione pubbli- ca e mascherandosi dietro obiettivi apparentemente umani. Un mimetismo di questo tipo ha sempre un’apparenza di pubblica utilità. Si veda ad esempio la modificazione genetica delle piante:


teoricamente essa è necessaria e conveniente, in quanto aumenta la produttività ed elimina la necessità di ricorrere ai pesticidi. Beh, giudicate da soli, detto così è forse un male? Nella realtà dei fatti, tuttavia, si tratta di un mito creato artificialmente dalle corporazioni. I fatti dimostrano che la produttività delle piante transgeniche è molto più bassa, e al posto dei parassiti e delle erbacce di prima ne appaiono degli altri, che non temono nulla e pertanto richiedono nuovi tipi di pesticidi. Nei campi di soia transgenica regna un silenzio di morte: nessun canto di uccelli, nessun ronzio di insetti, nessun movimento di vita, come se que- ste piante fossero di plastica. Ma per chi non vede questi spetta- coli, mangiar salsicce non fa affatto paura. Non pensa nemmeno che gli ingredienti ottenuti dalla soia transgenica vengano ag- giunti praticamente in ogni tipo di alimento: cibi precotti, salu- mi, prodotti dolciari, latticini, cereali in fiocchi, cioccolato, ma- ionese, salse, bevande, in tutto il cibo della “matrix” che si può comprare nei supermercati. Non ci si fa scrupoli ad aggiungerlo persino negli omogeneizzati. Ma sono in pochi a saperlo, perché le informazioni sono tenute accuratamente sotto riserbo.
La cosa vi stupisce? Oggi come oggi non ci si dovrebbe più stu- pire di nulla. La realtà delle cose è cinica e brutale, ed è completa- mente diversa dalla melassa che cola dagli schermi televisivi. Ma se le cose stanno così, direte voi, perché non si conducono studi e ricerche? Gli studi si fanno, ma su ordinazione delle corporazioni che producono gli OGM. I risultati di queste ricerche, come è ov- vio, suonano allegri e promettenti: “i transgeni sono assolutamen- te innocui.” È probabile che in questo momento degli scienziati mercenari stiano lavorando sodo per dimostrare che sono anche utili. L’unica ricerca indipendente di cui sono al corrente è stata condotta dalla biologa russa Irina Ermakova, ma è stata chiusa in fretta a causa delle conclusioni sconvolgenti a cui stava portando.
Negli Stati Uniti sono state addirittura approvate delle leggi in materia. Una di esse vieta alla popolazione di coltivare frut- ta e verdura negli orti di casa; un’altra, invece, vieta l’acquisto di prodotti contenenti OGM di una certa marca, così la gente


viene praticamente privata della possibilità di scelta: si mangia quello che passa il convento e zitti! Sembra una follia, non è vero? Da questo punto di vista i paesi dell’Unione europea sono rimasti molto indietro. La Russia invece sorpasserà presto l’Ame- rica. Quello che non si mangia in Europa, lo scaricano in Rus- sia, come se la Russia fosse una pattumiera. Tra l’altro in Russia, quando si va a fare la spesa nei supermercati, non c’è modo di capire se un prodotto contiene o meno OGM perché i deputati (elementi molto obbedienti e fedeli al sistema), non solo si sono rifiutati di prendere in esame la questione, ma hanno addirittura abolito la certificazione delle merci.
Ritornando agli Stati Uniti, il paradosso è che la politica del governo americano (o del “governo mondiale”, chiamatelo come volete), diretta contro il terzo mondo, si è evoluta con conse- guenze impreviste per gli stessi Stati Uniti: un terzo degli ameri- cani soffre di infertilità (capite perché gli americani si sono pre- occupati tanto quando la procedura di adozione di bambini russi da parte di famiglie americane è stata sospesa?); un altro terzo d’America ha problemi di obesità (e pensare che solo una trenti- na di anni fa l’America era una nazione in corsa, fissata coi pro- dotti biologici naturali); infine, un terzo del paese è dipendente da farmaci anti-depressivi. È una statistica semplice e chiara, e la gente pensa ingenuamente e gaiamente che questo sia la norma- lità. Nessuno si stupisce del fatto che la sindrome da stanchezza cronica e da stress siano diventati una norma della vita moderna. Anche questo è normale. Non sta succedendo nulla, giusto?
Qual è l’origine di questi drammatici cambiamenti? Il cibo biologico non interessa più a nessuno? Il motivo è molto sempli- ce: il cibo sintetico morto, soprattutto quello del fast food che in America ha avuto una capillare diffusione, causa una dipendenza non diversa da quella causata dalla droga. La popolazione terre- stre è composta già da cibo-dipendenti.
Ricordate la storia di Sinbad il marinaio? Un giorno Sinbad e i suoi marinai arrivarono in un paese sconosciuto. Gli abitanti del posto li accolsero con gioia e gli offrirono dei cibi prelibati.



I marinai si nutrirono per molti giorni di queste delizie ma col passar del tempo notarono dei cambiamenti: i loro corpi si erano trasformati in carcasse di grasso. Anche la loro coscienza si era progressivamente onnubilata e per questo motivo i disgraziati non riuscivano più a valutare obiettivamente la realtà. Come si venne a sapere in seguito, gli abitanti locali li avevano rimpin- guati per farne carne da macello.
Non smetto mai di ripetere che le fiabe e la fiction non esistono senza un fine, ma mostrano tanti aspetti della nostra realtà che o hanno già avuto luogo in un tempo passato o sono di là da venire.
Ecco un altro semplice dato: in questi ultimi anni, negli Stati Uniti, un terzo delle api è morto. Perché succeda questo, nessuno lo sa con precisione. Cause probabili sono lo smog elettroma- gnetico derivante dalla telefonia mobile, le piante transgeniche, altri processi chimici in atto o forse tutto questo insieme. Cosa significa tutto ciò... che in futuro non avremo più miele? No, ancora peggio: non avremo le piante che vengono impollinate dalle api. E sapete quante sono? Sono come minimo tre quarti di quelle esistenti. In alcune province della Cina le api sono sta- te direttamente distrutte dai pesticidi e ora le piante da coltura vengono impollinate a mano dai contadini. Ma questo problema non interessa a nessuno. La gente è preoccupata per il mito del 2012, che i Maya hanno inventato tanto tempo fa.
La situazione è davvero sconfortante. L’uomo, credendosi il re della natura, ha scatenato con arroganza uno scompiglio che sta portando alla distruzione di una biosfera unica nel suo genere, for- matasi nel corso di milioni di anni. Capite che cosa sta succeden- do? È come far entrare una scimmia in un laboratorio di chimica: qualsiasi cosa intraprenda questa scimmia, sia pure da posizioni scientifiche o superscientifiche, finirà comunque in un disastro.
L’idea principale che vorrei trasmettere è che noi non siamo controllati da persone concrete, ma stiamo marciando tutti insie- me allegramente e inconsciamente in direzione di una “matrix”, dove ci sarà un controllo totale del sistema. È un processo che avviene sotto l’egida di riforme democratiche e umanitarie, nel 




quadro di progetti di cooperazione, pace e salvezza dell’umanità, ecc. ecc. Un uomo schiavo del sistema non solo perde la libertà di scelta, ma comincia a volere esattamente ciò che fa comodo al sistema. Quest’evoluzione, però, prende inizio e si muove in mo- do autonomo, non intenzionale, in conformità alle leggi di au- toorganizzazione di un sistema parassitario, cioè sinergicamente. Pochissime persone vedono e capiscono questo stato di cose.
I signori del club di Bildelberg possono anche pensare di essere in grado di controllare qualcosa, ma in realtà si sbagliano. Il siste- ma inghiottirà anche loro, e anzi, loro ne saranno le prime vittime. La situazione è da tempo fuori controllo e probabilmente questi signori lo sanno già, dato che sono persone molto intelligenti.
Dunque, la nuova realtà non è più quella di prima e le regole di sopravvivenza non sono più le stesse. La civiltà ha compiuto una svolta radicale, allontanandosi dal suo stato di natura e avvicinan- dosi a una società di stampo tecnogeno. Questo si coglie molto nelle persone, che non sono tanto individui liberi quanto elementi del sistema, padrone della loro energia e della loro coscienza.
Il Transurfing, come tecnica di gestione della realtà, non fun- ziona pienamente se non si tiene conto di questi cambiamenti. I lettori mi scrivono: “c’è qualcosa che non funziona. Facciamo tutto correttamente ma la realtà non cede, sembra che manchi qualcosa. Cosa manca?” Il Transurfing Vivo parla proprio di questo: la soluzione si trova in una dimensione insolita, lì do- ve la metafisica s’interseca con il quotidiano. Per vedere e capire quello che normalmente sfugge alle spiegazioni logiche, occorre prima depurare fisicamente, in senso letterale, la coscienza e la percezione, nonche liberarsi di tutti gli stereotipi mentali che ci impone la società. I maghi di un tempo, per spostare il “punto di assemblaggio”, facevano ricorso a mezzi psichedelici. Questo libro, invece, propone di diventare lucidi definitivamente, una volta per tutte. Per quanto ne so nel campo dell’esoterismo nes- suno ha mai preso in esame la questione della percezione della realtà circostante da questo inatteso punto di vista. Lo stesso fine dei maghi si persegue con un metodo semplice e naturale e non 





 




sembra che si possa trattare della stessa chiave, quella che apre la porta dell’illuminazione. Comunque sia questa chiave è già stata sperimentata e messa in pratica. Nella coscienza avvengono vera- mente dei cambiamenti notevoli. Si tratta di sensazioni insolite, difficili da trasmettere anche se le definirei dei “rischiaramenti”: si rivela la sostanza intima delle cose, la realtà si presenta in una forma sconosciuta, comincia a mostrarsi così com’essa è realmen- te, tutto diventa chiaro, limpido, come se un velo fosse caduto dagli occhi. Per quanto riguarda l’energia ci si sente leggeri, re- sistenti, pronti all’azione. Molti dei miei lettori hanno già speri- mentato personalmente alcune delle tecniche proposte e anche a loro succede la stessa cosa.

Questo stato si raggiunge in modo semplice e naturale, senza un particolare esercizio fisico, senza pratiche di meditazione o altri tipi di manipolazione del corpo e dell’anima.
Anch’io fino a poco tempo fa non riuscivo a comprendere il motivo per cui, nonostante siano stati scritti tanti libri e il Sapere sia facilmente accessibile, sembra che la ragione capisca ma in realtà non si rende conto di nulla. Il fatto è che c’è un’enorme differenza tra “capire” e “rendersi conto, essere consapevoli”. Alla fine però si scopre che tutto è piuttosto banale: per uscire dal torpore, basta smettere di ingoiare “le pillole” che ti vengono rifi- late. E quando smetti, succede una cosa davvero straordinaria: ti riscuoti dall’allucinazione, ti risvegli in un sogno ad occhi aperti e incominci a comprendere chi sei, dove sei, e cosa ti sta succe- dendo intorno. Di quali “pillole” sto parlando lo saprete presto. Ora però proviamo a guardare alle questioni già note da un altro punto di vista, non triviale.

estratto dal libro transurfing vivo



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