domenica 9 dicembre 2012

IPERSENSIBILITA'


L‟ipersensibilità è la tendenza a reagire in modo esagerato alle situazioni stressanti comuni della vita. È un tratto che i procrastinatori condividono con chi ha una dipendenza e con altri che hanno problemi a gestire situazioni stressanti.
Nota che sto parlando di “ipersensibilità” non di “sensibilità”. La sensibilità è un grande tratto della personalità: significa che siamo profondamente e significativamente consapevoli di noi stessi, del nostro ambiente e degli esseri viventi intorno a noi. Il mondo ha bisogno di quante più persone sensibili sia possibile, perché queste sono quelle che si accorgono dei problemi e si sforzano di risolverli.
L‟ipersensibilità, tuttavia, va oltre il limite. Se una cosa irritante, una delusione o un rifiuto di minime dimensioni rovinano la tua giornata (o la settimana, il mese o l‟anno), allora sei ipersensibile. Al contrario, se una buona notizia di scarso valore ti riempie di gioia o ti esalta al punto da non essere più funzionale, anche quella è ipersensibilità.
L‟ipersensibilità è, essenzialmente, una mancanza di autocontrollo emotivo. È un problema particolarmente serio per i sognatori ambiziosi, perché la vita quotidiana di un sognatore ambizioso è spesso piena di eventi che possono buttarci fuori dal sentiero, se reagiamo eccessivamente.

L‟ipersensibilità non ti ruba solo il tempo e le energie, ma anche l‟obiettività. Come abbiamo detto prima, il requisito principale per eseguire ogni tipo di opera ambiziosa è una visione del mondo obiettiva. L‟ipersensibilità annebbia la tua obiettività, rendendoti meno efficiente. Inoltre, questo annebbiamento è spesso negativo, tanto che vedi una situazione peggiore di quello che è realmente. Ciò genera quel tipo di negatività e di disperazione che porta così tante persone a bruciare o abbandonare i loro sogni.

L‟ipersensibilità porta anche alla tendenza a verso l‟isolamento, un grosso problema. Molte persone ipersensibili hanno problemi a tollerare gli stress ordinari della vita, e reagiscono oltre misura a piccole seccature come un treno in ritardo, una fila lenta al supermercato o persino al cattivo tempo. Sul luogo di lavoro, non riescono semplicemente ad attenersi ai cubicoli, al dress code, alle luci fluorescenti e ai colleghi ficcanaso. Una “soluzione” che applicano molte persone ipersensibili, sia consciamente che inconsciamente, è quella di ritirarsi dal mondo e dai suoi stress. Trascorrono sempre più tempo da soli nel loro ambiente, che è il più possibile sotto il loro controllo.

Professionalmente, possono provare a lavorare da casa o, se questo non è possibile, compiono altre azioni che possono isolarli dai loro colleghi – per esempio, tengono chiusa la porta dell‟ufficio o evitano di frequentare posti popolari per la pausa pranzo. A casa possono rintanarsi in uno stile di vita che prevede vegetare sul divano o essere “internet-dipendenti”.
Il problema con l‟isolamento è che, mentre può far stare bene a breve termine, è quasi sempre nemico della produttività, del successo e della felicità. Prima di tutto, molte persone diventano infelici se stanno per troppo tempo da sole, e la maggior parte di noi ha problemi ad essere produttivo quando è infelice. In secondo luogo, a parte miti sullo stile di Batman, il successo nelle imprese più ambiziose richiede invariabilmente uno sforzo di squadra (e anche Batman aveva Alfred e Robin ...).
Non voglio dire che non puoi o non dovresti goderti un periodo di solitudine. Ma dovrai sapere dov‟è il confine tra il godersi un po‟ di sana solitudine e una tendenza malsana verso l‟isolamento. Più generalmente, se sei ipersensibile, una delle tue sfide principali sarà quella di imparare a fare esperienza delle emozioni negative come il rifiuto, la frustrazione e la delusione, così come di quelle positive, come orgoglio e felicità, senza esserne deviato. Potrebbe non essere facile, ma sarà una parte importante della tua crescita e successo.

Nota per favore che l‟ipersensibilità può avere le sua radice in un trauma o in altre condizioni psicologiche, cognitive o persino fisiche. Se credi che tali problemi possano essere presenti nella tua situazione, dovresti cercare l‟aiuto professionale immediatamente. Prendi in considerazione anche la Compassion Fatigue1, un “disturbo da stress post traumatico secondario”, i cui sintomi possono comprendere ipersensibilità, paura, dissociazione, (disconnessione dall‟ambiente immediato), sogni ad occhi aperti invadenti e sonno disturbato. La compassion fatigue colpisce anche gli attivisti e coloro che lavorano regolarmente con testimoni, persone o animali che hanno subito traumi per violenza o per altre circostanze spaventose, come i disastri naturali. La compassion fatigue può anche colpire i familiari e gli amici di coloro che hanno subito il trauma. Se pensi di soffrire di compassion fatigue, dovresti cercare subito l‟aiuto di uno psicologo specializzato nel trattamento.
Infine, l‟ipersensibilità è spesso collegata anche alla dipendenza. Se sei schiavo di alti e bassi emotivi estremi che non sei in grado o non vuoi moderare o che magari stai provando a moderare attraverso
1 La compassion fatigue è uno stato di profondo esaurimento fisico, emotivo e spirituale che colpisce principalmente coloro che vivono accanto o si occupano di persone che stanno soffrendo sia fisicamente che mentalmente.


l‟abuso di alcool e stupefacenti, l‟abuso di cibo, dormendo troppo o guardando la TV e giocando con i videogame in modo compulsivo affrontarli dovrebbe diventare una priorità per te. Incontra un terapeuta, unisciti a un programma in Dodici Passi o leggi un buon libro di auto aiuto, come Addictive Thinking: Understanding Self- Deception di Abraham J. Twerski. 
La soluzione
Come per il perfezionismo e la negatività, la cura per l‟ipersensibilità consiste nel consiste nel rimpiazzare i pensieri disfunzionali con altri pensieri funzionali (obiettivi). L‟ipersensibilità è un problema in qualche modo più semplice da gestire rispetto agli altri due, tuttavia, perché il pensiero funzionale è sempre una variante di “Mi calmerò e farò quello dovrei fare”. Per esempio:

Rimpiazza questo pensiero ipersensibile: “Odio questo progetto! Sono stato stupido ad accettarlo, odio lavorarci su, e ora è tardi e il capo ha aggiunto tutta una nuova parte! Non è possibile che riesca a fare tutto! Dirò al mio capo che non posso farlo. Il tempo sta scadendo, andrà su tutte le furie, ma troverà qualcun altro”.

con questo pensiero obiettivo: “Mi calmerò e farò quello che ho acconsentito a fare. Chiamerò Stella e Jim per vedere se mi possono aiutare, ma mi sono impegnata a farlo e così, se anche non possono, farò del mio meglio e vedrò che accade”.

Rimpiazza questo pensiero ipersensibile: “Fuori sta nevicando. Voglio davvero lasciare il mio appartamento caldo per andare alla riunione? Neanche per sogno! So che ho acconsentito a partecipare, ma non ne ho davvero voglia. Rimango a casa”.

con questo pensiero obiettivo: “Mi calmerò, mi vestirò pesante, mi berrò una tazza di caffè bollente e andrò alla riunione”.
Rimpiazza questo pensiero ipersensibile: “Non riesco a credere che quell‟idiota mi abbia parlato così! Che coraggio! Sono così arrabbiata che non posso più sopportarlo. Mi ha rovinato tutto il pomeriggio!”.
con questo pensiero obiettivo: “Mi calmerò – magari con un po‟ di yoga e poi proverò a tornare a lavoro. Se lo yoga non funziona, proverò a gestire la rabbia scrivendo per un po‟ sul mio diario”.

Rimpiazza questo pensiero ipersensibile: “Wow! Non posso credere che abbiamo ottenuto un incontro con la Fondazione XYZ. Che notizia fantastica! Se facciamo una presentazione eccezionale potrebbero darci 300.000 €. Con quel denaro potremmo trasferirci in uffici migliori, assumere altre cinque persone, iniziare la nuova campagna e sostituire tutti i computer. Poi, se la Fondazione XYZ ci dà il denaro, lo farà anche la Fondazione ABC. Forse possiamo ricevere 150.000 € da loro e usare QUEL denaro per... wow, che roba! Dovrei scrivere tutto... e poi devo chiamare un po‟ di persone per condividere la buona notizia... e, oh, devo chiedere consiglio a Bill su come gestire la situazione, così farei bene a chiamare anche lui...”.

con questo pensiero obiettivo: “Quella con XYZ è stata una telefonata GRANDIOSA. Sono così felice per aver ottenuto questo incontro! Non sarà fino al mese prossimo, però, così mi limiterò a buttare giù qualche nota e poi proverò a calmarmi e tornare al lavoro di oggi. Posso iniziare a prepararmi per l‟incontro con XYZ la prossima settimana”.
Il processo che attraverserai è lo stesso per la risoluzione di problemi di perfezionismo e negatività: pratica, pratica, pratica. All‟inizio, potrebbe sembrarti difficile sostituire un pensiero ipersensibile con uno funzionale, ma dopo un po‟ di pratica ti apparirà più naturale, e dopo ancora più pratica avverrà automaticamente. Alla fine smetterai di reagire in modo così ipersensibile.
Come sempre, non biasimarti mai quando fai uno scivolone. 

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2 commenti:

  1. E' proprio per post come questi, sempre utilissimi a chi vuole darsi da fare per risalire la china, che ho pensato al tuo blog nell'assegnazione del premio "I love your blog".
    Ovviamente sentiti libero di venirlo o no a ritirare.
    Saluti cari.

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