mercoledì 28 novembre 2012


APPROFONDIMENTI VIDEO


AUTORI



Bruce Lipton è un’autorità mondiale per quanto concerne i legami tra scienza e comportamento. Biologo cellulare per formazione, ha insegnato Biologia Cellulare presso la facoltà di Medicina dell’Università del Wisconsin e si è dedicato in seguito a ricerche pionieristiche alla School of Medicine della Stanford University. È stato ospite di decine di programmi radiotelevisivi ed è un conferenziere di primo piano. Le sue rivoluzionarie ricerche sulla membrana cellulare hanno precorso la nuova scienza dell’epigenetica e hanno fatto di Lipton una delle voci più note della nuova biologia.
Joe Vitale ha scritto diverse opere di successo sulla Legge di Attrazione, ricevendo negli ultimi tempi molta attenzione grazie alla sua predominante presenza nel libro e nel film di Rhonda Byrne, The Secret. Uno dei maestri accreditati di The Secret, Joe Vitale è presidente di due società con sede ad Austin, Texas. Per la sua combinazione di spiritualità e di abilità nel marketing è stato soprannominato "il Buddha di Internet". Dalla condizione di senza tetto e di totale povertà, Joe è passato a quella di pioniere del marketing in Internet. Ha aiutato molte persone a diventare milionarie e a creare imperi on line. Grazie a The Secret e al successo delle sue opere, oggi è considerato un guru dell'auto-aiuto.

"...Scopri una tecnica che ti puo' aiutare ad eliminare problemi fisici, emotivi, comportamentali e guarire da traumi!"
Milioni di persone accettano uno stile di vita carico di traumi emotivi, fobie, dolori fisici cronici e dipendenze o semplicemente caratterizzato da una sensazione di vuoto interiore. Se ti senti intrappolato, stanco di sentirti triste, ansioso e scontento, ma vuoi comunque controllare la tua salute e la tua felicita' senza lasciarla in mano a psicologi e dottori... ci sono metodi che possono fare al tuo caso. Se vuoi crescere, migliorare, lasciare il passato, essere al massimo, vivere una vita piena di gioia e benessere, di giorno in giorno... puoi provare la tecnica che si chiama EFT Emotional Freedom Techniques (Tecniche di Liberazione Emozionale). Un video DVD molto ben fatto, professionale e pieno di contenuti.

"Questa e' la piu' grande scoperta della medicina e della psicologia nell'ultimo secolo." Dr Dawson Church
"Un film meravigliosamente toccante che e' entrato direttamente nella mia lista dei film preferiti". Karl Moore, Inghilterra
"Il DVD e' stupefacente, fonte d'ispirazione, emozionante, semplicemente fantastico". Cecilia Winston, Saint Louis

"Questo film e questa tecnica sono profondi e ciononostante incredibilmente semplici". Ariane de Bonvoisin
La cosa meravigliosa di EFT e' che puo' essere utilizzata per qualsiasi cosa ...e può aiutarti a vivere la vita dei tuoi sogni!

EFT - Emotional Freedom Techniques (Tecniche di Liberazione Emozionale) e' una moderna tecnica terapeutica che coniuga la secolare sapienza della medicina tradizionale cinese con gli studi piu' recenti della psicologia contemporanea. Agisce sulle parti piu' "fluide" dell'essere umano ovvero i pensieri e l'energia che scorre lungo i meridiani. EFT puo' essere utilizzata su se stessi in perfetta autonomia. Stimolando con le dita le aree chiamate agopunti e' possibile "istruire" il sistema energetico a reagire in modo diverso e piu' sano, riequilibrando le reazioni psico-fisiche. In questo modo, gradualmente, la qualita' della vita cambia, la frequenza energetica si eleva, i limiti lasciano il posto alle possibilita', le malattie cedono il passo alla salute.
Questo film e' potente! Non solo perche' esplora cio' che è EFT e quello che si ottiene sbloccando le nostre abitudini e le emozioni... E non solo perché ci mette a disposizione la competenza di autori noti come Jack Canfield, Bob Proctor, Joe Vitale, Cheryl Richardson, psicologi clinici e biologi cellulari... Ma perche' ci porta esempi reali di persone! Non si ascolta solo la teoria, ma vediamo 10 persone coraggiose imbarcarsi in un viaggio alla scoperta di se', di auto-guarigione, verso la liberta' emotiva. Si ha la possibilita' di vedere EFT in azione e di imparare dagli operatori che guidano i partecipanti attraverso i loro processi.

martedì 27 novembre 2012

AIUTA TE STESSO CON DYNAMIND

La Tecnica Dynamind, è una delle tecniche di psicologia energetica più semplici e si basa su una miscela di parole, tocco e respiro.
L’applicazione della tecnica è veloce e l’effetto può essere immediato. 
Ed ecco la tecnica:

1) Individuate un problema fisico, emotivo o mentale su cui volete lavorare. È importante che il problema sia specifico: più il problema è ben identificato e maggiori saranno le probabilità di successo.

2) date una valore tra uno e dieci al problema: più alto sarà il valore e maggiore è l’impatto che il problema ha su di voi. Un valore basso significa che il problema è per voi poco rilevante.

3) Avvicinate le mani unendo i polpastrelli tra loro, come a formare una sfera.

4) Dichiarate mentalmente o ad alta voce: “Io ho un problema, ma questo stato può cambiare; io voglio che questo problema se ne vada”.

5) staccate le mani e con i polpastrelli di due o tre dita picchiettate delicatamente per sette volte ciascuno i seguenti punti: il centro del petto, all’altezza del cuore; il dorso della mano, nel punto di congiunzione tra pollice ed indice (fatelo con entrambe le mani); la clavicola, la vertebra sporgente che sta alla base del collo.

6) Riportate le mani nella posizione 2, quindi inspirate profondamente portando l’attenzione in un punto sopra la vostra testa e successivamente espirate svuotando i polmoni e portando l’attenzione al di sotto dei piedi.

7) analizzate il problema attribuendogli un nuovo valore tra zero e dieci. Molto probabilmente il nuovo valore sarà inferiore al precedente, se è uguale a zero significa che il problema è sparito.

Ripetete il ciclo dal punto 2 al punto 6 per tutte le volte che lo ritenete necessario, per avere benefici importanti e duraturi.
La posizione iniziale delle mani, a forma di sfera con i polpastrelli uniti, è una posizione che nasce nell’antica India e ha significati sia psicologici che religiosi. Tale posizione fa parte di un insieme di posizioni denominate Mudra, che sono parte integrante dei percorsi filosofici e religiosi indù. La posizione delle mani utilizzata in Dynamind rappresenta la totalità, l’insieme della creazione all’interno della quale tutto è possibile, anche la guarigione.
Anche il riconoscimento verbale o mentale “Io ho un problema,” aiuta il processo di trasformazione. La verbalizzazione funziona meglio se il problema è chiaramente definito, in termini di sintomo, intensità e dislocazione, infatti la semplice presa di coscienza del problema facilita il rilassamento e l’accettazione da parte della mente razionale dell’intento di trasformazione. Prendete perciò un po' di tempo per pensare al vostro problema che può essere anche un dolore, un timore, una fobia, un ansia o qualcosa che vi deprime. Scegliete una frase che rispecchi la condizione, con le parole che per voi hanno il massimo dei significati. Più diretti e sinceri riuscite ad essere, e più profondo sarà il cambiamento che sperimenterete.
Anche la forma della dichiarazione può essere cambiata se ritenete che una nuova frase possa essere di maggiore effetto per voi. Ad esempio potreste sostituire il termine “problema” con la descrizione del problema reale. È importante però che la dichiarazione non sia troppo lunga per evitare che perda di efficacia. La cosa importante comunque è la precisione con cui descrivere il problema; evitate di dire: “mi sento oppresso”; cercate invece di specificare e identificare chiaramente il disturbo. Potrebbe essere “sento un peso sulle spalle”, oppure “sento un nodo alla gola”. Anche nel caso di emozioni cercate di specificarle il più possibile, trovate in quale parte del corpo si manifestano e con che tipo di sensazione.
A sostegno della tecnica si possono anche usare delle immagini mentali. Abbiamo già visto con l’immaginazione creativa che le immagini ed i simboli rappresentano uno degli strumenti più efficaci per comunicare con l’Inconscio in quanto la mente razionale non li filtra criticamente. Le mente non distingue tra un fatto reale ed un’immagine mentale; se poi l’immagine mentale è carica di emozione allora viene memorizzata nell’Inconscio come realtà. Più è forte l’emozione associata e più radicato sarà il ricordo di quell’evento immaginario.
Ora immaginate di sentirvi stressati dopo una giornata di duro lavoro; magari le cose non sono andate così bene e vi sentite addosso la responsabilità per non avere completato un certo compito. Quello che percepite è un peso, come se portaste un masso sulle spalle. Se decidete di lavorare con Dynamind per liberarvi di quella sensazione, potreste associare le immagini alla tecnica sopra esposta. Si fa in questo modo: dopo la dichiarazione verbale del punto 3 e prima di iniziare a picchiettare con i polpastrelli, immaginate di vedervi con un grande masso sopra le spalle. Visualizzatevi proprio in un punto al centro della fronte e fate in modo di creare un’immagine mentale il più possibile somigliante a voi. Immaginate un vestito che effettivamente indossate, cercate di percepire il maggior numero di sensazioni sensoriali: peso sulle spalle, luminosità dell’ambiente, colori dei vestiti e attorno a voi, rumori se ce ne sono, e così via. Se vi viene difficile visualizzare usate il canale che più vi è consono: per esempio se vedete tutto nero, potreste percepire solo il peso o qualche altra sensazione; l’importante è che sappiate che lì, nella vostra fronte ci siete voi con un enorme masso sulle spalle. E ora liberatevene. Immaginate di prenderlo e buttarlo lontano da voi. Sentite l’emozione associata a questo gesto, sentitevi liberati da quel peso ed esprimete una sorta di ringraziamento per il beneficio ricevuto.
Terminata questa fase passate al punto 4 (picchiettate i vari punti indicati) e proseguite con la tecnica.
La tecnica Dynamind, così come tutte le altre tecniche di Psicologia Energetica, può essere usata sia per liberarvi di sensazioni, disturbi ed emozioni negative e sia per procurarvi uno stato migliore. Si tratta sempre di operare sul piano Inconscio per cambiare una credenza limitante con un nuova credenza positiva. Supponiamo ad esempio che vi riesca difficile esprimervi e dire il vostro parere quando siete con gli altri. In questo caso potreste usare una dichiarazione del tipo: “Io ho la capacità di dire ciò che penso con facilità. Voglio che così avvenga!”.
Nello stesso modo potete utilizzare la tecnica per affrontare e superare qualsiasi tipo difficoltà.
Quando operate per migliorare voi stessi vi trovate però di fronte ad una difficoltà: infatti se volete liberarvi da un peso sulle spalle, quel peso lo percepite davvero e sapete quindi dare un valore, un voto preciso al vostro problema. Inoltre, nel praticare la tecnica potete valutare facilmente il grado di miglioramento dopo ciascun ciclo dal punto 2 al punto 6 e sapete quindi attribuire facilmente il nuovo valore al termine del ciclo. Se state invece praticando la tecnica per migliorare voi stessi, ad esempio per superare il problema di dire ciò che pensate agli altri, nel momento presente non sentite alcuna emozione o difficoltà in quanto siete tranquillamente a casa vostra e non dovete dire proprio niente a nessuno. In una tale situazione la tecnica sarebbe inefficace perché il problema Inconscio non è focalizzato.
In questo caso si può sempre usare l’immaginazione. Immaginate una volta in cui vi è capitato di essere con delle persone e sentivate il desiderio di dire una certa cosa. Invece non ci siete riusciti, siete rimasti bloccati con quella frase appesa in gola o nella bocca dello stomaco. Se avete trovato nella memoria quella situazione, immediatamente percepirete le stesse sensazioni fisiche ed emotive di allora. A questo punto potete facilmente dare un valore, un voto a quelle sensazioni. Ora potete applicare la tecnica perché il problema è sotto il vostro tiro, è di fronte a voi, lo guardate e potete affrontarlo e risolverlo.

fonte http://www.inconscioperamico.it/dynamind.html

vedi anche http://www.mutaforme.it/91015.php

The Aloha Project

lunedì 26 novembre 2012

ESPERIMENTO CON LE SUBMODALITA'


..Adesso vorrei che provaste a fare alcuni semplicissimi esperimenti, per insegnarvi qualcosa su come potete imparare a far funzionare il vo- stro cervello. Questa esperienza vi servirà a capire il resto di questo libro, e di conseguenza vi consiglio di effettuare veramente i brevi esperimenti che seguono.

Pensate a un'esperienza passata molto gradevole... magari un'esperienza alla quale non avete pensato da molto tempo. Concedetevi un momento di pausa per tornare a quel ricordo e fate in modo di vedere ciò che avete visto nel momento in cui quell'episodio piacevole è avve- nuto. Potete chiudere gli occhi, se ciò vi facilita il compito...
Guardando quel ricordo piacevole, voglio che adesso cambiate la luminosità dell'immagine, e osserviate come in risposta cambiano anche le vostre sensazioni. Prima rendetela sempre più luminosa... Ora rendetela sempre meno luminosa, finché non riuscite a malapena a vederIa... Adesso rendetela nuovamente più luminosa.
In che modo questo cambia il modo in cui vi sentite? Ci sono sempre delle eccezioni, ma nella maggior parte dei casi quando rendete l'immagine più luminosa ciò intensifica le vostre sensazioni. Aumentare la luminosità di solito accresce l'intensità delle sensa zioni, e dim inuire la luminosità di solito diminuisce l'intensità delle sensazioni.
Quanti di 'voi hanno mai pensato alla possibilità di cambiare intenzionalmente la luminosità di un'immagine interna al fine di provare sensazioni diverse? La maggior parte di voi non fa altro che lasciare che il cervello mostri loro delle immagini a casaccio, quelle che vuole lui, e in risposta a quelle immagini sta bene o sta male.

Adesso pensate a un ricordo sgradevole, a qualcosa che a ripensarci
vi fa star male. Adesso rendete l'immagine sempre meno luminosa...
Se abbassate la luminosità a sufficienza, non vi darà più noia. In que-
sto modo potete risparmiare migliaia di dollari in parcelle dello psico- terapeuta

Richard Bandler-Usare Il Cervello Per Cambiare

PNL: LE SUBMODALITA'


Il cervello interagisce con il mondo esterno e il resto del corpo tramite i sensi, che funziona- no tramite ricettori specializzati e organi di senso distribuiti nel corpo e nella testa. I sensi forniscono le informazioni su cui ci basiamo per costruire i modelli cognitivi di noi stessi e del mondo che ci circonda.
Nel trattato sull’Anima, Aristotele ha categorizzato i sensi nelle cinque classi fondamentali di vista, udito, tatto, olfatto e gusto. I cinque sensi aristotelici corrispondono direttamente ai cinque “sistemi rappresentazionali” impiegati in tutte le generazioni di PNL – visivo, auditi- vo, cinestesico, olfattivo e gustativo.

Secondo Aristotele, i cinque sensi forniscono alla mente informazioni riguardo a specifiche caratteristiche del mondo esterno, come ad esempio “chiaro e scuro, per la vista; acuto e grave, per l’udito; amaro e dolce, per il gusto [...] freddo e caldo, secco e umido, duro e molle, ecc. per il tatto”.
Queste caratteristiche corrispondono a quelle che la PNL chiama “submodalità”, dato che sono subcomponenti di ciascuno dei sistemi rappresentazionali. Le submodalità sono le particolari qualità percettive che possono essere registrate da ciascuna delle cinque mo- dalità sensoriali primarie. La nostra modalità visiva, ad esempio, può percepire qualità quali il colore, la luminosità, le forme, la profondità; la nostra modalità auditiva è capace di registrare volume, tonalità, ritmo; il nostro sistema cinestesico percepisce qualità quali pressione, temperatura, grana e così via. Tanto Aristotele quanto la PNL considerano que- ste distinzioni come le componenti fondamentali della mente cognitiva: in un certo senso esse possono essere considerate come il “linguaggio macchina” su cui si fonda la nostra programmazione mentale.

Per quanto riguarda le funzioni cognitive della mente cognitiva umana, la PNL considera primario il gruppo dei sensi visivo, auditivo e cinestesico nella formazione delle rappresen- tazioni a partire dalle quali costruiamo i nostri modelli mentali del mondo. Anche se il senso dell’olfatto e quello del gusto giocano un ruolo molto più significativo in altri animali, essi sono un aspetto tutto sommato secondario dell’attività cognitiva umana, in particolare per quanto riguarda compiti cognitivi di elevata complessità.
Come implica il termine stesso, un “sistema rappresentazionale” è più di un semplice ca- nale per le informazioni. Comprende l’intero sistema di processi relativi a una determinata modalità sensoriale, inclusi quelli di ingresso, elaborazione, immagazzinamento, recupero e uscita. Sottolinea Charles Scott Sherrington, il grande fisiologo inglese, premio Nobel per i suoi studi in ambito neurologico: “È sempre il cervello la parte del sistema nervoso costruita e sviluppata a partire dagli organi di ‘percezione della distanza’”.
L’organo di senso dell’udito è l’orecchio, ma le vibrazioni percepite dall’orecchio devono essere trasmesse al lobo temporale della corteccia cerebrale (un’area sul lato del cervello, subito sopra alle orecchie) per poter essere elaborate, immagazzinate e “comprese” (ossia rappresentate). Perché le parole siano comprese e perché sia loro attribuito un significato, devono anche essere connesse ad altre rappresentazioni sensoriali. Il canale di uscita del sistema rappresentazionale auditivo comprende la laringe e la bocca.
Similmente, l’organo di senso della vista è l’occhio, ma i segnali visivi ricevuti dall’occhio sono elaborati e immagazzinati (o “rappresentati”) nel lobo occipitale sul retro della cor- teccia cerebrale. Allo stesso modo, la pelle e i recettori propriocettivi nei muscoli sono gli organi di senso del tatto e delle sensazioni viscerali. Perché i messaggi raccolti dal corpo prendano il significato, ad esempio, di “emozioni” e stati interiori, devono essere trasmes- si all’area somestetica primaria, localizzata nel lobo parietale, vicino alla parte superiore del cervello. Il canale di uscita del sistema rappresentazionale cinestesico sono i gesti e i movimenti del corpo e le risposte degli organi interni come il cuore, lo stomaco e così via.


fonte Evoluzione PNL

domenica 25 novembre 2012

I MUDRA , GESTI SACRI DI ENERGIA

Gesti sacri di energia. Il concetto di Mudra trae origine dal sanscrito e signfica 'sigillo'. Sillabando 'mud' sta per gioia e 'ra' suscitare. In parole povere un Mudra è UN SIGILLO CHE APPORTA GIOIA. Sono semplici gesti o atteggiamenti delle mani, che chiunque è in grado di compiere, ma hanno il valore di complicati esercizi di Yoga. Tenere le dita in una certa posizione per alcuni minuti è un Mudra che agisce sul corpo, sullo spirito e sull'anima.






I Nuovi Mudra
I Nuovi Mudra
Gesti sacri di energia
Gertrud Hirschi


mercoledì 21 novembre 2012

ENERGY BOOST



Energy Boost brainwave meditation is excellent to energize yourself and relieve the symptoms of chronic fatigue.

Energy Boost helps clear out the brain fog and improve your focus and concentration.

The main ingredients in this brainwave synchronization audio are different variations of beta brainwaves.

domenica 18 novembre 2012

QUICK EMOTIONAL BALANCE



Arrabbiato? Triste? Frustrato? Riporta l'equilibrio emotivo in soli 10 minuti e godi dei benefici di mente chiara e abbondante energia. Se si ascolta questa meditazione onde cerebrali  regolarmente,
è incredibile per la guarigione emotiva e vi aiuterà ad amplificare i vostri talenti interiori e prosperare
a tutti i livelli.

venerdì 16 novembre 2012

La Presenza mentale e Consapevolezza del Respiro



Abitudine, soltanto per abitudine, sempre e solo per abitudine ci muoviamo, ci pettiniamo in un determinato modo, ci dipingiamo di sicurezza o di genialità. Provate a ragionare sui motivi che ci portano a fare queste e molte altre cose in un certo modo piuttosto che in un altro: troverete molto difficile riuscire a risalire a motivi veri, fondati e coscienti.
Quante volte stando vicino alla persona che amate siete davvero lì con lei, pronti e consapevoli della sua presenza? Vi è mai capitato di passarvi una mano fra i capelli volutamente, voglio dire coscienti di farlo?
Molte volte, mangiando, vi sarà capitato di pensare ai vari problemi che avete sul lavoro oppure a mille altre cose. Quando ciò accade, state in realtà mangiando non il cibo che avete nel piatto ma ciò a cui state pensando. È anche per questo che quando si mangia innervositi da qualunque causa esterna si ha la tendenza a non digerire con tutti i problemi che ne conseguono, perchè nella realtà mangiamo il nostro nervosismo.

Nella religione buddista si dà molta importanza alla presenza mentale, alla consapevolezza dell’essere, perché solo attraverso questa disciplina si riesce a modificare il nostro atteggiamento.
Cosa s’intende per presenza mentale?

La presenza mentale è l’unione fra mente e corpo, ossia la piena coscienza del momento presente, d’ogni gesto, d’ogni pensiero che la nostra mente insegue. Sono cose che, dette così, potrebbero apparire quasi soprannaturali: nella realtà, possono diventare consuetudine.
Noi esseri umani abbiamo la tendenza a fare tutto metodicamente. Quindi, se ci abituiamo a vivere intensamente e coscientemente ogni momento, sulle prime troveremo delle difficoltà dovute al cambiamento, poi il nostro comportamento diverrà una nuova abitudine, che chiameremo cosciente. 



Un atteggiamento negativo, così come un comportamento errato, dopo essersi insinuato in noi piano piano tende ad allargarsi, scatenando un’infinità d’altri comportamenti: alla fine, quell’atteggiamento negativo diventa “Noi”
Tutto è pura energia e in quanto tale non può essere annientata, ma solo modificata.

Sfruttando la nostra stessa natura, riusciremo a raggiungere lo scopo.
Quante cose di voi avete cambiato da quando siete al mondo? Probabilmente tante. Si tratta di farlo ancora, questa volta per un motivo sicuramente differente dai precedenti e probabilmente, più profondamente personale. Le rivoluzioni iniziano rivoluzionando prima noi stessi. Non vi aspettate che tutto avvenga nel giro di una settimana o di un mese: se persisterete, noterete cambiamenti favorevoli non solo in voi stessi ma anche nella vita di tutti i giorni.

L’abitudine è paragonabile ad un vortice che ci risucchia e c’impedisce di vedere nella giusta ottica. Quando le cose vanno storte ricordatevi questo: il sole continua a splendere nel cielo di giorno e di notte risplendono le stelle. Osservando il sole di giorno e le stelle di notte, molto attentamente, identificandovi con queste meraviglie distoglierete l’attenzione dai problemi interrompendo l’energia che li alimenta. A questo punto tutto si porrà su un piano cosciente e lì la vostra vera natura troverà la soluzione per risolverli. Immaginate la vostra vita come un grande giardino in cui a volte le erbacce sembrano crescere più rigogliose delle piante da frutto. Soffermandoci a pensare o a notare esclusivamente quelle cattive, finiamo per non vedere quelle buone, il nostro atteggiamento non fa altro che innaffiare le erbacce dentro di noi, inconsciamente rendendole rigogliose e apparentemente uniche.
Il sole e le stelle sono paragonabili alle piante da frutto. Secondo la legge di causa ed effetto le azioni di oggi sono gli effetti di domani.
Se mangiassimo un etto di cioccolata tutti i giorni e dopo una settimana o dieci giorni ci venisse il mal di denti, ciò rappresenterebbe l’effetto della cioccolata, mentre il fatto di mangiarla la causa.

Cercando di modificare prima i piccoli gesti poi quelli più grandi, arriverete a riprendere pieno possesso della vostra vita. Vivrete finalmente da uomini liberi. La presenza mentale ci aiuta a centrare la nostra attenzione verso noi stessi, portandoci ad essere più spontanei perché meno coinvolti dalle cause esterne.
Il primo risultato che si ottiene è uno strano senso di tranquillità, che ci porta a vedere le cose sotto un’ottica diversa da quella solita.
La presenza mentale può essere paragonata all’obiettivo di una macchina fotografica o di una telecamera: quando non è regolato nel modo giusto, fa apparire l’immagine sfocata. La consapevolezza mentale ci porta a mettere a fuoco la nostra vita e tutto quello che ci accade, facendo apparire gli esatti contorni di tutto ciò che ci circonda. La loro vera natura.

Anche i problemi, visti sotto quest’ottica assumono una grandezza diversa, reale. Normalmente, purtroppo, è come se vivessimo in sella ad un cavallo che corre al galoppo: non sappiamo quale sia la direzione ma corriamo ugualmente. Viviamo come quel padrone che porta a spasso il cane convinto di essere lui a condurre, mentre è il cane a guidarlo.
Tutto è reso più difficile da questo atteggiamento, che siamo convinti essere il nostro invece c’è imposto dalla vita che conduciamo.

HOKKEKYO SHU – SCUOLA DEL SUTRA DEL LOTO

“la presenza mentale e consapevolezza del respiro” Rev. nisshin m. claus

Ma come si può parlare di spontaneità cosciente?
La spontaneità diventa cosciente dal momento in cui non sono le cause esterne a condurre il gioco, ma la nostra vera natura. Dimorando nell’attimo presente, ci appare davanti agli occhi un’universo nuovo, che ci assomiglia più di quello che la nostra mente, come nel gioco della nuvoletta, crea.
Essere coscienti di ogni gesto che facciamo significa essere concentrati su quello che si fa. Il primo passo che vi consiglio di fare è quello dire a voi stessi ciò che state per fare prima ancora di farlo. Per iniziare questa “rivoluzione”, può aiutare molto anche il solo fatto di dirsi mentalmente “mi sto mettendo i pantaloni” mentre lo si sta facendo. Questo è un esempio che vale per tutti quei gesti quotidiani che solitamente facciamo inconsciamente.
Paolo Coelho, nel suo libro
“Il manuale del guerriero di luce”, descrive così la presenza mentale:
“Un guerriero della luce compie un possente esercizio di crescita interiore presta attenzione alle cose che fa automaticamente, come respirare, strizzare gli occhi, o notare gli oggetti intorno a sé. Si comporta così quando si sente confuso. In questo modo si sbarazza delle tensioni e permette alla sua intuizione di agire più liberamente, senza l'interferenza delle paure o dei desideri. Alcuni problemi che sembravano insolubili finiscono per essere risolti, certi dolori che riteneva insuperabili svaniscono senza nessuno sforzo. Quando deve affrontare una situazione difficile, adotta questa tattica”
Esistono vari metodi di allenamento per raggiungere la piena consapevolezza mentale, ma il migliore è quello dedicato al respiro. Per quanto riguarda questo punto c’è da dire che si è fatta, e si continua a fare, molta confusione. Quando solitamente si descrive questo metodo di consapevolezza mentale si dà sempre per scontato che l’allievo sappia che cosa s’intende per respiro consapevole.
Per consapevolezza del respiro s’intende l’osservare coscientemente l’andamento dell’aria all’interno del nostro corpo senza fare nulla che possa modificarlo: il primo risultato che si otterrà da questo tipo di allenamento sarà proprio la regolazione spontanea del respiro. L’esercizio, portandoci ad osservare il nostro addome, ci conduce a vivere coscientemente sia la fase di inspirazione che quella di espirazione. Contare i respiri ci aiuta a vivere questo fenomeno in maniera totalmente differente.
La respirazione è la base della nostra vita, quindi incominciare da lì significa partire direttamente dalla nostra natura.
Sono stati scritti molti libri sulla presenza mentale, ma quelli che considero migliori sono senz’altro quelli del monaco Zen vietnamita Thich Nhat Hanh. Egli esorta a essere realmente consapevoli in tutti i momenti della giornata, sia che si lavori sia che si cucini, sia che si lavino i piatti sia che si vada in bagno; esorta a fare attenzione ai piccoli richiami che aiutano a fare tornare la mente, sempre distratta, al “qui e ora”.
Ho letto che anche il semaforo rosso può diventare un amico, che ci ricorda di fermarci e ritornare a noi stessi.

HOKKEKYO SHU – SCUOLA DEL SUTRA DEL LOTO

“la presenza mentale e consapevolezza del respiro” Rev. nisshin m. claus

Respirare in consapevolezza significa essere sempre padroni di noi stessi, essere il conducente della nostra vita, sapere come prendersi cura di sé in modo meraviglioso. Il Sutra Anapanasati, o Sutra della Piena Consapevolezza del Respiro, tratta dei sedici esercizi per la pratica della respirazione cosciente. Nel primo esercizio del Sutra siamo invitati a riconoscere la nostra respirazione così facendo: "Inspirando, so che sto inspirando. Espirando, so che sto espirando".
Riportate la vostra mente al corpo e al respiro e all'improvviso a voi stessi, nella vostra reale casa. Riconoscete semplicemente il vostro respiro, senza forzare alcun movimento. Dire "so che sto..." significa che state portando tutta la vostra attenzione, tutta la vostra mente, sull'inspirazione e sull'espirazione. L'attenzione della vostra mente è interamente concentrata sul respiro, quindi senza alcuno sforzo potete lasciare andare le preoccupazioni, la rabbia, la paura, la gelosia e tutti quei sentimenti che solitamente coinvolgono in maniera negativa la nostra sfera emotiva.
Con queste parole il monaco Thich Nhat Hanh descrive la presenza mentale:

“La presenza mentale è come una guardia che controlla i cancelli di una fortezza e che, quando vede una persona che entra o esce, sa se si tratta di una persona del posto o di uno straniero. La presenza mentale è la guardia che sa che state inspirando e sa che state espirando”
La nostra mente riconosce se una certa energia è positiva o negativa. Sviluppando sempre di più la pratica, saprete riconoscere i vari sentimenti; all'inizio, esercitate semplicemente la mente a riconoscere il respiro. Alcuni mettono una mano sull'addome e vi portano tutta l'attenzione: "Il mio addome si solleva (inspirando), il mio addome si abbassa (espirando)". Concentrando la vostra attenzione sul sollevarsi e l'abbassarsi dell'addome: tutti gli altri pensieri svaniranno.
Quando nella vita di tutti i giorni ricevete delle notizie sgradevoli o vedete qualche cosa che vi agita e vi impedisce di prendere sonno, portate tutta la vostra attenzione al movimento dell'addome: così facendo consentirete al cervello di riposare, all'agitazione e all'irritazione di calmarsi. Continuando quest’esercizio ristabilirete i vostri valori emotivi e raggiungerete ben presto la calma necessaria per prendere sonno.
Ci sono molti altri esercizi che possono aiutarci a raggiungere la piena consapevolezza del respiro: alcuni sono una rivisitazione di quest’ultimo, altri ne rappresentano un approfondimento.
Quello che maggiormente importa è persistere nella pratica senza stancarsi. A volte è proprio la lotta per superare le avversità che ci fa sviluppare e maturare come esseri umani. Mentalmente possiamo elevarci fino al cielo, possiamo andare in paradiso; fisicamente siamo legati a limitazioni che invecchiando diventano sempre più restrittive. Non avete bisogno di pensare che lo scopo sia qualcosa di molto lontano o di inaccessibile.

Ci sono momenti della nostra vita in cui il sé smette di funzionare ed entriamo in contatto con lo stato puro dell'esperienza consapevole. Questo è ciò che chiamiamo beatitudine. Nel momento in cui abbiamo tali esperienze, immediatamente ci prende il desiderio di averne altre; non importa quanto c’impegniamo per riottenerle: finché resteremo attaccati all'idea di avere


HOKKEKYO SHU – SCUOLA DEL SUTRA DEL LOTO


“la presenza mentale e consapevolezza del respiro” Rev. nisshin m. claus
nuovamente uno stato di beatitudine, questo non si realizzerà. Non è così che funziona: volerlo significa che lo abbiamo già reso impossibile. L'attitudine corretta è quella di lasciare andare il desiderio, senza cercare di sopprimerlo perché ciò sarebbe un altro tipo di desiderio che ci riporterebbe all’identico problema. Se tentiamo di sopprimere o di annientare il desiderio la cosa non funziona. Non funziona neanche se lo assecondiamo. Invece, in uno stato di vigile consapevolezza, iniziamo a vedere cosa sta veramente accadendo e allora possiamo lasciare andare le cause della nostra sofferenza: semplicemente guardare, senza desiderio alcuno, senza idea di prima o di poi, senza idea di perché.
Molti pensano che la concentrazione sia uno stato alterato di coscienza. Io sono convinto che sia, invece, piena coscienza.
Concentrarsi significa perdere la percezione dell’esterno. Non essendo guidati o costretti da cause esterne che potrebbero compromettere la congiunzione fra mente e corpo, riusciamo ad esprimerci liberamente.

Purtroppo per noi occidentali, così abituati a non riconoscere la conquista senza che ciò debba necessariamente implicare un notevole sforzo per ottenerla, è difficile riuscire a comprendere questo concetto fino in fondo. È un concetto che gli orientali vedono rovesciato: proprio quando non c’è sforzo all’interno di noi, allora si raggiunge uno stato di concentrazione tale che permette alla vera natura di liberarsi. La piena concentrazione si ottiene non volendola ottenere. Vivere in presenza mentale non significa non avere un comportamento spontaneo: significa rendersi conto che tutto ciò che accade all’esterno di noi è solo l’esatta proiezione delle nostre paure, o di qualcosa che comunque ci appartiene solo dal momento in cui crediamo che ci appartenga.

Possiate essere sereni!
 Nisshin 

giovedì 15 novembre 2012

EFT - L'Arte della Trasformazione

EFT (Emotional Freedom Techniques) spicca nel panorama internazionale delle tecniche di guarigione e auto-guarigione per la semplicità ed efficacia del metodo.
Data la premessa "... se un problema è energia perturbata" la soluzione è "riportare in equilibrio il flusso di energia".
E se può sembrare troppo bello per essere vero, è sufficiente leggere il libro per scoprire la semplicità del funzionamento e rendersi conto della sua efficacia. Andrea Fredi vi spiega infatti come agisce EFT, quali sono i processi di applicazione e gli obiettivi che si possono raggiungere nel quadro della crescita personale.
L'utilizzo di EFT non esclude l'applicazione di altri metodi di guarigione, anzi: EFT trae forza e integra a sua volta altre tecniche energetiche di cui viene fornito un breve compendio in Appendice. Infatti, come scrive l'Autore, "... il libro che hai tra le mani vuole essere una guida e una mappa per orientarti in questo entusiasmante mondo delle tecniche di auto-aiuto".
IL DVD ALLEGATO INTEGRA LA LETTURA CON ESERCIZI GUIDATI E APPROFONDIMENTI DELLA TECNICA.


EFT - L'Arte della Trasformazione (con DVD allegato)

EFT - L'Arte della Trasformazione (con DVD allegato)

Andrea Fredi

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http://divinetools-raja.blogspot.it/2011/06/tecnica-di-liberta-emotiva-eft.html

lunedì 12 novembre 2012

LE MELE CADONO DAL CIELO


Vadim Zeland
REALITY TRANSURFING
LE REGOLE DELLO SPECCHIO
LE MELE CADONO IN CIELO
transurfing 5
www.macroedizioni.it
Introduzione
Cari lettori, tenete davanti a voi la continuazione del ciclo di scritti sul Transurfing, un aspetto misterioso della realtà che ha suscitato nel pubblico tante emozioni. Nel libro La gestione della realtà si scriveva che l’uomo è in grado di gestire da solo la propria realtà a condizione che riesca a liberarsi dell’illusione del riflesso duale. Leggendo questo libro capirete come fare.
Dopo esservi risvegliati nel vostro sogno a occhi aperti, capirete di essere riusciti a svincolarvi dal flusso degli eventi. Vi ritroverete allora nel centro di un caleidoscopio gigantesco che gira tutt’in- torno a voi, facendo baluginare le tante sfaccettature della realtà.
Di questa realtà voi siete una parte e, al contempo, un ele- mento singolo e indipendente.
Allo stesso modo percepite la vostra “singolarità” quando, ri- scuotendovi nel sogno, vi rendete conto che ora è il sogno a di- pendere da voi e non più voi dal sogno.
L’energia dei pensieri dell’uomo, a determinate condizioni, è in grado di materializzare l’uno o l’altro settore dello spazio del- le varianti. In uno stato particolare che nel Transurfing si chia- ma unità di anima e ragione, prende vita una forza misteriosa, l’intenzione esterna.
Coloro che sono riusciti a mettere in pratica il Transurfing raccontano con meraviglia di come i loro pensieri si siano materializzati in modo incomprensibile, di come la realtà cir- costante si sia trasfigurata sotto i loro occhi, di come, senza un motivo evidente, la gente abbia incominciato a rivolgersi a loro con simpatia, di come si siano aperte le porte che pri- ma sembravano chiuse senza speranza. Praticando, si comin- ciano a notare fenomeni curiosi, come il variare delle “sfu- mature delle decorazioni” o “i cerchi nella realtà”, simili ai cerchi nell’acqua.
6 – Le mele cadono in cielo
Questo succede perché lo strato del vostro mondo ritrova la sua freschezza perduta: il gelato ha ora lo stesso gusto che aveva quando si era piccoli, e anche le speranze acquistano lo stesso entusiasmo che si aveva in gioventù.
L’aspetto più importante, comunque, è la caratteristica sen- sazione di libertà interiore, il privilegio di vivere secondo il pro- prio “credo”.
Per quanto strano sia, non c’è qui alcuna stregoneria, è tutto reale. Per questo, verificando nella pratica quanto letto in teoria, tenetevi ben saldi a terra per non cadere in cielo dallo stupore e dall’entusiasmo.
Capitolo I
Il mondo speculare
Lo specchio duale
La realtà si manifesta in due forme: quella fisica, che si può toccare con mano, e quella metafisica, che si estende oltre i li- miti della percezione. Entrambe le forme esistono contempora- neamente, compenetrandosi e integrandosi. Il dualismo si ma- nifesta come una proprietà integrante del nostro mondo. Molte cose hanno il loro opposto.
Immaginate di trovarvi davanti a uno specchio: in questa si- tuazione agite in qualità di oggetti fisici realmente esistenti. Il vostro riflesso, però, non avendo una sostanza materiale, risul- ta immaginario, metafisico ma al contempo reale tanto quanto l’immagine stessa.
Ci si può immaginare il mondo intero come un gigantesco specchio duale dove, da una parte si estende l’Universo fisico e dall’altra si propaga lo spazio metafisico delle varianti. A diffe- renza di quanto succede con uno specchio normale, il mondo materiale si manifesta come un riflesso, di cui l’immagine è prodotta dall’intenzione e dai pensieri di Dio, nonché di tutti gli esseri viventi, Sue incarnazioni.
Lo spazio delle varianti è una sorta di matrice, di modello che ospita al contempo le operazioni di “taglio e cucito” e “le sfilate di moda”, cioè il movimento di tutta
la materia. Questo spazio conserva tutte
le informazioni sugli eventi che devono
prodursi nel mondo materiale e sui mo-
di della loro realizzazione. Il numero delle
diverse possibilità potenziali è infinito. La va-
Il mio mondo si occupa di me.

10 – Le mele cadono in cielo
riante è un settore dello spazio che contiene gli scenari e le de- corazioni, ovverosia la traiettoria e la forma di movimento della materia. In altri termini, il settore definisce cosa deve avvenire in un determinato momento e come ciò deve apparire.
In questo modo lo specchio divide il mondo in due metà: una metà effettiva e un’altra immagina- ria. Tutto ciò che ha acquisito una forma materiale si trova sulla metà “reale” e si sviluppa in confor- mità alle leggi di natura. Le scienze e l’ordinaria vi- sione del mondo hanno a che fare solo con ciò che si produce nella “realtà”, dove con il nome di realtà
si intende ciò che si offre all’osservazione e all’azione diretta.
Se si lascia da parte l’aspetto metafisico della realtà e si tie- ne presente solo il mondo materiale, l’attività di tutti gli esse- ri viventi, uomo compreso, si riduce a un mero movimento nell’ambito dell’intenzione interna. Grazie all’intenzione in- terna, come si sa, il fine viene raggiunto attraverso una pres- sione diretta sul mondo circostante, ciò significa che per rag- giungere qualcosa si rende necessario intraprendere determi- nati passi, farsi strada, spingere, sgomitare, insomma, portare

avanti un concreto lavoro di sgombero.
La realtà materiale è realmente percepibile: essa reagisce im-

mediatamente all’azione diretta e ciò crea l’illusione che solo operando in tal senso si possano raggiungere determinati risulta- ti. Tuttavia, nel contesto del mondo materiale, la cerchia dei fini realmente raggiungibili si restringe. Alla fine si può contare solo su ciò che è disponibile. Tutto dipende dai mezzi, che di solito non bastano, e dalle possibilità, che di norma sono assai limitate.
Nel nostro mondo tutto, assolutamente tutto, è intriso di spirito di competizione. In troppi vogliono raggiungere la stessa cosa e, nei limiti dell’intenzione interna, quello che c’è ovviamente non basta per tutti. Ma da dove vengono le con- dizioni e le circostanze necessarie per il raggiungimento del fi- ne? Vengono proprio da lì, dallo spazio delle varianti.

Il mondo speculare – 11
Dall’altra parte dello specchio c’è tutto in abbondanza e senza concorrenza alcuna. La merce non è direttamente a disposizione, ma il bello della faccenda è che si può scegliere qualsiasi articolo, come da
un catalogo, e lo si può ordinare.
Prima o poi l’ordine verrà evaso e
persino pagare non serve: per otte-
nerlo basta solo soddisfare alcune
condizioni, peraltro nemmeno trop-
po pesanti. Non è forse una favola? Assolutamente no. È più che reale. L’energia dei pensieri non scompare nel nulla, essa è in grado di materializzare un settore dello spazio delle varianti che, per i suoi parametri, corrisponde all’emissione mentale. Il fatto che tutto quanto avviene nel mondo sia il risultato dell’in- terazione di oggetti materiali è solo un’apparenza. Un ruolo non meno importante viene svolto da una serie di processi che avvengono sul piano sottile, quando le varianti esistenti virtual- mente cominciano a incarnarsi nella realtà. I rapporti causa-ef- fetto dei processi “sottili” non sono sempre evidenti, al contra- rio, tuttavia essi formano una buona metà della nostra realtà.

La materializzazione dei settori dello spazio delle varianti di solito avviene indipendentemente dalla volontà dell’indivi- duo, giacché l’uomo di solito non usa i suoi pensieri
in modo finalizzato, per non parlare poi
degli altri esseri viventi, meno evoluti.
Come si è dimostrato nel primo libro
del Transurfing, l’influenza delle imma-
gini mentali sulla realtà prende general-
mente la forma della realizzazione delle
peggiori aspettative. L’uomo, fissa-
mente ancorato ai problemi del suo
quotidiano, se ne va in giro tra gli
scaffali vuoti dei negozi, cercando


12 – Le mele cadono in cielo
di allungare la mano verso la merce con l’etichetta “venduta”. Intorno sono rimasti solo gli articoli di bassa qualità, e anche per questi bisogna pagare tanti soldi. Ma al posto di sfoglia- re tranquillamente il catalogo del negozio e fare il suo ordine, l’uomo si mette a girare confusamente, poi decide di fare la fi- la, anche se è lunga, o di aprirsi un varco in mezzo alla folla o anche di litigare con il commesso e gli altri clienti. Alla fine l’oggetto del desiderio comunque non gli arriva in mano, e i suoi problemi sono diventati solo maggiori.
In effetti, questa squallida realtà prende forma innanzitut- to nella coscienza dell’uomo stesso, e da qui, materializzandosi progressivamente, finisce nella realtà. Ogni essere vivente, con le sue azioni indirette da una parte e i suoi pensieri dall’altra, si crea il suo strato di mondo. Tutti questi strati si sovrappongo- no l’un l’altro e ne risulta che ogni essere vivente porta il suo personale contributo alla formazione della realtà.
Lo strato di mondo è caratterizzato da un determinato insie- me di condizioni e di circostanze che costituiscono lo stile di vita di un essere singolo (da ora in poi tratteremo strettamente dell’essere umano). Le condizioni esistenziali possono essere di- verse: più o meno piacevoli, confortevoli, amichevoli e aggressi- ve. L’ambiente in cui l’uomo viene al mondo riveste sicuramente una certa importanza, ma in seguito la vita si evolve principal- mente a seconda del rapporto che la persona ha nei riguardi di se stessa e della realtà che la circonda. La sua visione del mondo determina in larga parte i successivi cambiamenti nell’organizza- zione della sua vita. Si incarnano nella realtà quel settore dello spazio delle varianti, quegli scenari e quelle decorazioni che cor- rispondono alla direzione e al carattere dei pensieri della persona.
Dunque, due fattori prendono parte alla formazione dello strato del mondo del singolo: da una parte dello specchio agisce l’inten- zione interna, dall’altra parte agisce l’intenzione esterna. Con le sue azioni dirette l’uomo influisce sugli oggetti del mondo materiale, mentre con i suoi pensieri rende reale quello che ancora non c’è.

Il mondo speculare – 13
Se un uomo è convinto che in questo mon-
do tutto il meglio sia già stato venduto, fini-
rà davvero per trovarsi di fronte solo a ripiani
vuoti; se pensa che per avere una buona merce
debba fare una lunga fila e pagare caro, avverrà
così sicuramente; se le sue aspettative sono pessimistiche e intrise di dubbi, esse si giustificheranno immancabilmente; se si aspetta di scontrarsi con un ambiente ostile, i suoi presentimenti si realizze- ranno senz’altro. D’altra parte, però, gli basterà solo farsi pervadere dal pensiero innocente che il mondo gli ha messo da parte tutto il meglio che c’è, per constatare che anche questa posizione funziona.

Può succedere così che un grullo spensierato, ignaro che nella vita tutto si ottenga con gran fatica, trovandosi un gior- no a passare per caso vicino a un negozio appena aperto e appena rifornito di merce, quasi appo- sta per lui, venga riempito di beni perché quel giorno il primo cliente avrà tutto gratis. E intanto, dietro di lui, si è già formata una lunga fila, composta da gente convinta che le realtà quotidiane
siano molto più dure e i grulli abbiano semplicemente fortuna. La vita è un gioco in cui il mondo pone sempre ai suoi abi- tanti la stessa domanda: «Ebbene, ditemi un po’, come sono io?». E ognuno risponde a seconda delle sue rappresentazioni: “sei aggressivo”, oppure “sei confortevole”, o “sei allegro, cupo, amichevole, ostile, felice, sventurato”. E la cosa interessante è che in questa lotteria vincono tutti! Il mondo è d’accordo con
tutti e davanti a ognuno si presenta nella veste da lui ordinata. Ma se il grullo spensierato di cui si diceva sopra, un giorno baciato in fronte dalla fortuna, cambiasse il suo modo di rap- portarsi al mondo in forza di uno scontro con le dure “situazio- ni” del quotidiano, la sua realtà cambierebbe di conseguenza:
da primo della fila rischierebbe di esserne sbattuto alla fine. Ecco quindi come l’uomo, con l’immagine dei suoi pensieri,
forma lo strato del suo mondo.

14 – Le mele cadono in cielo
La spiegazione di questo processo è contenuta in alcuni princi- pi. Formuliamo il primo principio speculare: il mondo, come uno specchio, riflette il vostro modo di rapportarvi nei suoi confronti.
Il mondo accetta tutto quello che pensate di lui. Ma perché mai di norma si realizzano le peggiori aspettative, mentre le speranze e i sogni non si concretizzano? Per questa domanda c’è una risposta precisa, il secondo principio speculare, ovverosia: il riflesso si forma nell’unità dell’anima e della ragione.
Se la ragione non entra in contraddizione con gli impera- tivi del cuore e viceversa, compare una forza ineffabile, l’in- tenzione esterna, che materializza il settore dello spazio delle varianti corrispondente all’immagine dei pensieri. Nell’unità di anima e ragione quest’immagine acquista contorni precisi, ed è proprio in forza di ciò che essa si incarna nella realtà.
Purtroppo, però, nella vita succede quasi sempre che l’anima ambisce mentre la ra- gione dubita e ostacola o, al contrario, la ragione esibisce i suoi argomenti convin-
centi ma il cuore rimane impassibile.
Quando l’unità viene violata, l’immagine risulta sfocata, quasi sdoppiata: l’anima desi- dera una cosa, mentre la ragione insiste per ottenerne un’al- tra, e solo su un punto si trovano perfettamente d’accordo: nell’astio e nei timori. Infatti, chi odia lo fa con tutta l’anima; analogamente, chi prova paura, la prova con tutto se stesso. Nell’unità della non accettazione prende vita un’immagine
netta e precisa di ciò che si vuole evitare.
L’anima e la ragione, come le due manifestazione della realtà,

l’una metafisica e l’altra materiale, si incontrano in un punto e il pensiero-forma si incarna nella realtà: ne viene fuori che si fi- nisce sempre per ottenere quello che fortemente non si accetta.
I desideri, a differenza dei timori, si realizzano con meno fa- cilità perché l’unità, in questo caso, si raggiunge più raramen- te. L’anima si contrappone alla ragione poiché questa, dandosi
in pasto alla pressione dei pendoli, segue fini al- trui mentre la ragione, a sua volta, o non ricono- sce i desideri autentici o non crede alla realtà del- la loro concretizzazione.
Qualcuno ritiene che per raggiungere
un fine occorra formulare precisamente
il proprio ordine, rilasciare questo pensie-
ro-forma nello spazio ed evitare di ricordar-
sene per un certo periodo di tempo, al fine
di non interferire nel processo di realizza-
zione del desiderio. Se fosse così sempli-
ce... Questa tecnica in verità funziona,
ma esclusivamente a condizione che ven-
ga soddisfatto il secondo principio speculare. Purtroppo, però, l’unità dell’anima e della ragione può essere raggiunta solo in casi rari, perché risulta praticamente impossibile sbarazzarsi dei perfi- di dubbi. Ma allora, che fare? Per questo esiste il terzo principio speculare che dice:
lo specchio duale reagisce con un certo ritardo.
Dunque, se non si riesce a realizzare il secondo principio, occorrerà prendere la fortezza con un lungo assedio. Provate a immaginare di mettervi davanti allo specchio e di non vederci riflesso alcunché: davanti a voi c’è solo il vuoto. Immaginate ancora che solo dopo un po’ di tempo vedete profilarsi lenta- mente un’immagine, come succede in camera oscura quando si sviluppano le fotografie. Fate un sorriso ma il riflesso sullo specchio riporta ancora l’espressione seria che avevate prima. Alzate le braccia, ma il riflesso sullo specchio non risponde. Abbassate subito le braccia e nello specchio non si nota alcun cambiamento. Per vedervi allo specchio con le braccia alzate siete costretti a tenerle in alto per un bel po’ di tempo.
Ebbene, lo specchio duale funziona allo stesso modo, solo che il ritardo è molto maggiore e per questo i cambiamenti non ven- gono subito avvertiti. La realizzazione materiale è inerte come la resina, purtuttavia l’immagine mentale, ovvero la diapositiva,

Il mondo speculare – 15
16 – Le mele cadono in cielo
com’è chiamata nel Transurfing, può essere tran- quillamente materializzata. A questo fine serve solo soddisfare una condizione elementare: oc- corre farsi girare la diapositiva nei pensieri sistema- ticamente, per un periodo piuttosto lungo di tempo.
Come vedete, il segreto è semplice ed è tutto ciò che serve. È talmente triviale che si fa fatica a crederci: un semplice e ordinario lavoro di routine e nessuna ma- gia! Ma funziona! Il problema è che la gente spesso non ha pazien- za, si entusiasma per qualche idea ma poi si raffredda velocemente,
così finisce per riporre i progetti in un cassetto fuori portata. Ebbene, affinché si realizzi il pensiero-forma bisogna esegui- re un lavoro concreto con la diapositiva. Diversamente, conta-
re sui miracoli non ha senso.
Quanto tempo serva per la realizzazione della diapositiva

dipende dalla complessità del fine che ci si è prefissi. Fintan- toché la ragione dubita della realtà della concretizzazione del progetto, l’immagine rimane sfocata. Presto o tardi, tuttavia, sullo specchio comincerà a delinearsi il profilo di un’imma- gine. Vedrete da soli quando l’intenzione esterna vi aprirà le porte necessarie, cioè quando compariranno le opportunità per la realizzazione del fine. Quando ciò accadrà, la ragione si convincerà che la tecnica porta i suoi frutti e il fine risul- ta realmente raggiungibile. Poco per volta l’anima e la ragio- ne perverranno a un’unità e l’emissione mentale si focalizzerà creando un’immagine più netta. Alla fine si formerà il riflesso necessario e avverrà ciò che si è soliti definire “miracolo”: il sogno che sembrava irrealizzabile si sarà trasformato in realtà.
L’amalgama della realtà
Con l’aiuto della tecnica delle diapositive, de- scritta nel primo libro del Transurfing, ci si può quindi formare un’immagine che lo specchio 



Reality Transfuring - Le Regole dello Specchio - Vadim Zeland
Reality Transfuring - Le Regole dello Specchio
La gestione della realtà - Le mele cadono in cielo
Vadim Zeland

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domenica 11 novembre 2012

INVOCAZIONE DELL'ANGELO GUARITORE


Invocazione dell'Angelo Guaritore

• Adesso evochiamo un angelo guaritore da mettere accanto ad una persona ammalata. Pensate ad una
persona ammalata alla quale volete portare aiuto. Se non avete una persona ammalata verso cui dirigere questa meditazione, pensate ad un ospedale che conoscete e alla persona che in questo momento in quell’ospedale è più grave. Fate tre respiri lenti e profondi. Immaginate la persona che volete aiutare. Immaginatela distesa in un letto tutto bianco al centro di una stanza. È una stanza un po’ in penombra. Non c’è niente altro nella stanza, c’è solo il letto al centro con questa persona sdraiata. Ha gli occhi chiusi e riposa. Voi volete aiutare questa persona, voi volete portarle soccorso, sollievo, guarigione, benessere. Voi siete lì in quella stanza, a circa 2 metri dal letto. Siete lì e osservate la persona malata. E le inviate dei pensieri d’amore, cose molto semplici: “Voglio che tu guarisca, io ti voglio bene, voglio che tu migliori”. Adesso chiedete ad un angelo Guaritore di arrivare e mettersi accanto alla persona malata. È questione di un attimo e l’angelo è già là tra voi e la persona malata e vi volta le spalle. L’angelo raccoglie il vostro desiderio di guarigione. Immaginate il vostro desiderio di guarigione per la persona malata, come un raggio dorato che parte dal vostro cuore e va a toccare le spalle dell’angelo. Quel sottile raggio luminoso è il vostro pensiero il vostro augurio amorevole verso la persona malata. Toccato dal vostro pensiero amorevole, l’angelo si attiva. Il vostro piccolo raggio luminoso è come se lo accendesse. Attivato dal vostro desiderio amorevole di guarigione, l’angelo risponde e inonda di luce la persona ammalata. L’angelo splende come un faro e riversa una luce viola la luce viola della guarigione sulla persona ammalata. Tutto il letto, tutta la persona lì distesa risplendono, nella luce viola che parte dall’angelo. Tutta la stanza risplende della luce viola la luce di Dio e verde, la luce della guarigione. Tutte le cellule della persona ammalata assorbono la luce viola e si equilibrano. Si modificano, assumono l’impronta del raggio della salute, dell’armonia. Un sottile filo lega voi all’angelo, questo filo è l’amore verso la persona ammalata. Adesso voi potete anche allontanarvi da quella stanza. Ma l’angelo rimarrà là, l’angelo non si allontanerà da quella stanza perché è un angelo guaritore e quello è il suo compito. Fino a quando in voi ci sarà un pensiero amorevole nei confronti della persona ammalata, questo pensiero amorevole toccherà l’angelo e l’angelo risplenderà di luce e di energia risanante e, se nel destino di quella persona non c’è la guarigione immediata, la creatura angelica lavorerà perché ci sia la comprensione, l’accettazione, la liberazione dalla sofferenza. Adesso immaginate di uscire da quella stanza che rimarrà inondata di luce con l’angelo che rimarrà lì presente fino a quando voi desidererete la guarigione di quella persona l’angelo porterà il suo aiuto. Ora, lentamente, prendete coscienza del vostro copro fisico, del vostro respiro e riaprite gli occhi.

fonte Perchè fare meditazione vi avvicina a noi? (messaggio metapsichico Arcangelo Mikael)



MEDITAZIONE ANGELICA


-Meditazione angelica Un modo per contattare il proprio angelo: Preparativi

Immaginate di vivere in una casa invasa dal caos, dal vecchiume delle cose accumulatesi nel tempo, buttate in un angolo e dimenticate. Viene Primavera. Un bellissimo promettente Sole mattutino filtra attraverso i vetri e vi fa venir voglia di spalancare le finestre per farlo entrare e dargli il benvenuto. I suoi raggi smascherano ogni segreto, arrivano dappertutto. Svelano la polvere, accumulatasi, le ragnatele, l'inerzia degli oggetti per troppo tempo disusati. Vi date un'occhiata intorno e, sconsolati, all'improvviso vedete con chiarezza quel che vi circonda. Come fosse la prima volta, accorgendovi di particolari che l'abitudine vi aveva reso invisibili. Ed è allora che vi sentite salire, da dentro, un desiderio irrefrenabile di pulizia. Non resta che rimboccarsi le mani e mettersi al lavoro. Da fare ne avete parecchio. Dovete andare da cima a fondo, il che vi costerà non poca fatica, ma sapete bene di doverlo fare, dopo tanto tempo e tanta non curanza. Solo gli oggetti veramente utili, soltanto quelli veramente belli si salveranno dal cestino dei rifiuti. E una volta liberati dal superfluo, da ciò che prima li nascondeva, confondendone i contorni, coprendoli, essi torneranno a rivelare finalmente il loro splendore originario e la loro originaria funzione...

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E' allora che, guardando meglio, in fondo all'angolo più nascosto del più nascosto ripostiglio, un bagliore vi rivela una presenza insospettata. E' come una magnifica, splendente pietra preziosa, che riflette tutta intera la luce del Sole e in cui il vostro sguardo si riflette. All'improvviso vi è chiaro il motivo della fatica che vi ha portati ad una simile scoperta. Ora sapete ciò di cui andavate in cerca. Prima neppure lo sospettavate. Ma certo, era quel tesoro venuto fuori dal nulla, come per incanto, il vero motivo di tanto affanno, lo stesso che ora, dal palmo della mano, vi fa battere così forte il cuore. Da quanto tempo era lì? Chi ce lo aveva riposto? Possibile che abbiate potuto conviverci per chissà quanto tempo senza nemmeno capacitarvene? In un brivido capirete fino a che punto siete stati sbadati. Pensare che avrebbero potuto perfino sottrarvelo , senza neppure che ve ne accorgeste. All'improvviso, anche la responsabilità di un simile possesso vi appare chiara davanti agli occhi. Avete un bel chiedervi: "E ora che ci faccio con qualcosa di tanto prezioso?"

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Potreste esporlo in bella vista in una vetrinetta, ma poi dovreste spiegare a tutti la sua provenienza, di cui invece non sapete nulla. E poi sarebbe imprudente, una vera esca per le invidie e le peggiori intenzioni. Potreste forse incastonarlo su un gioiello che ne esalti la bellezza, ma per che fare? Nessuno potrebbe mai indossarlo, sarebbe pericoloso e poi via, per andar dove? In pizzeria magari, o al cinema dell'angolo? Una cosa del genere, oltretutto necessita di un'apposita coreografia di contorno: bisogna avere il vestito adatto, la macchina e tutto ciò a che scopo? Pura ostentazione. Sterile e dissennata, uno schiaffo immeritato per chi suo malgrado, non sia altrettato fortunato. Non resta dunque che venderlo. Per trarne il massimo vantaggio. Ma ciò vorrebbe dire trasformarlo in qualcos'altro. Frammentarne il valore. Cosa impossibile, giacchè quel brillante ne ha uno legato indissolubilmente a voi, al mistero di una storia solo vostra, di un passato che vi ha fatto ciò che siete. Qualcosa vi viene di così lontano che neppure ve ne ricordate, che vi appartiene intimamente e vi riguarda da vicino. E' come se facesse parte del vostro stesso essere, se potesse raccontare di voi, quel che non sareste altrimenti in grado di raccontare.

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Forse un'infanzia lontana, quando ogni cosa diventava scoperta, meraviglia. Ciò rende ancor più prezioso quel pezzetto di luce, che è vostra luce riflessa. Dunque, molto meglio riporlo. Avvolgerlo in una stoffa scura, in modo da confonderlo col resto, con gli oggetti più ordinari e poi metterlo sotto chiave, al sicuro. Contemplarlo solo di tanto in tanto, in assoluta solitudine. Per bearsi dei suoi effetti sull'anima. Della sua incredibile bellezza. Il solo sapere che la votra casa lo contiene la rende diversa. Misteriosa e affascinante. Ma la sua è una presenza ingombrante. Che quasi vi mette a disagio. Vi rendete conto che quell'oggetto vi ha come cambiati. E lo sentite gridare dal fondo del cassetto, con una voce udibile soltanto a voi. Incapace, da lì dentro, di svolgere la sua unica possibile funzione: riflettere la luce, moltiplicarla, irraggiarla tutt'intorno. Un brillante non è nulla se privato della luce. Ma le due cose insieme hanno un effetto speculare, che ne eleva infinitamente le rispettive facoltà. Le rivela alla loro stessa fonte. Le esalta. Non potete separarlo dai vostri occhi. E da quelli di chiunque sia in grado di goderne. Il segreto della sua bellezza sta nella gioia che riesce a procurare.

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Una gioia che non si può tenere tutta per sè, che vien voglia di condividere. Questa piccola parabola vuol essere solamente un gioco. Basterà infatti sostituire la parola "angelo" alla parola " brillante", per trovarne la chiave di lettura. Un modo come un altro per dire che trovare il proprio angelo è la cosa più semplice del mondo, in quanto esso risiede nella nostra parte più bella e nascosta. Ma per quanta oscurità, per quanto disordine ci circondi e ci riempia, basterà fare un po' di pulizia, spalancandoci alla luce e ciò che di più prezioso possediamo, finalmente brillerà svelando la propria meravigliosa presenza. Cercare il proprio angelo, insomma, è tutt'uno col trovarlo. E trovarlo, è tutt'uno col volerlo condividere.

fonte :Perchè fare meditazione vi avvicina a noi? (messaggio metapsichico Arcangelo Mikael)

sabato 10 novembre 2012

SLEEP e REJUVENATION




Artista: Dr. Jeffrey Thompson
Album: Sleep & Rejuvenation

HOLY HARMONY



This CD is perhaps the world's best for deep relaxation, therapeutic healing, prayer, and/or meditation. It is absolutely required by alternative health care workers to optimize their results of loving-labor.

THE TOOL IL METODO

Non esistono problemi insormontabili, basta avere gli strumenti giusti e Il METODO per saperli utilizzare.
Il Libro che rivoluzione il SELF-HELP
1° PASSO: IL "PROBLEMA"
Ci sono problemi che ci sembrano insormontabili. Succede a tutti. Quando la paura ci impedisce di sviluppare il nostro potenziale.
Quando ci sembra che la nostra vita sia bloccata da limiti che non riusciamo a infrangere, perché superarli significherebbe esporsi al rischio di fallimenti.
Quando dobbiamo fare i conti con le crisi di panico.
Quando lo stress assorbe tutte le nostre energie vitali.
Quando la nostra creatività sembra esserci di colpo inaridita.
2° PASSO: LE FORZE SUPERIORI
Nell'universo sono all'opera forze superiori che tutti dobbiamo sperimentato, ma che non sappiamo controllare. Niente di spirituale, niente di eccessivamente astratto.
Ogni volta che avete pensato: Non so dove ho trovato il coraggio; Non pesavo che avrei mantenuto la calma; Ero stanchissimo, ma ti colpo ho trovato un'energia che non sapevo di avere, oppure: Credevo che quella tal cosa mi avrebbe reso triste e invece mi sono sentito come liberato... Ebbene, in tutti questi casi, una Forza superiore era in azione.
3° PASSO: GLI STRUMENTI
La scoperta dei due autori sta nell'aver messo a punto, dopo oltre vent'anni di tentativi ed esperimenti, un vero e proprio kit di strumenti (tools) a cui ricorrere per evocare, in qualsiasi momento, l'immenso potere di queste forse superiori.
Sono strumenti che partono dai nostri problemi, dai nostri punti di debolezza, e sono in grado di cambiarci la vita. Per sempre.
Questi attrezzi, semplici, pratici ed efficaci, costituiscono IL METODO.
4° PASSO: L'AZIONE
Non si tratta di avere l'approccio mentale giusto. Non basta pensare positivo, non è sufficiente l'affascinante Legge d'attrazione. Ci vogliono gli strumenti giusto per far ripartire il motore e raggiungere cosi le nostre mete.
Servono strumenti concreti,semplici e immediati, a cui ricorrere con costanza e fiducia ogni volta che ci troviamo di fronte a un guasto nella nostra vita. Serve IL METODO.
Non bisogna credere nel METODO, ma solo metterlo in pratica. I risultati saranno sorprendenti.
Che cosa è ?
La stragrande maggioranza di colore che affrontano un percorso di psicoterapia vive di frequente un'esperienza sconfortante: i cambiamenti concreti nella vita di tutti i giorni arrivano spesso dopo anni di attesa.
Stutz e Michels colmano le lacune della psicoterapia tradizionale offrendo una soluzione pratica, efficace e istantanea per venire incontro ai problemi più comuni delle persone.

Questo libro è un'innovazione radicale dell'intero settore del self-help, grazie ai suoi contenuti originali, alla credibilità degli autori ( non gli ennesimi "guri" new age, ma di solida formazione scientifica e medica), al fascino di un messaggio potente, che si può applicare all'istante.
Quando leggerai il metodo, potrai... 
... superare gli ostacoli che bloccano la tua vita quotidiana.
... realizzare il tuo potenziale e crescere nella vita e nel lavoro.
... compiere un percorso di conoscenza di te stesso e di arricchimento spirituale. 
A chi si rivolge?
A chi crede nel costante miglioramento di sé, a chi vuole risolvere un problema ma ha timore di intraprendere un lungo percorso di terapia, a chi lavoro in campo creativo, a chi è stufo degli approcci tradizionali ai problemi di ansia e sofferenza psichica...
Un libro che si rivolge ai lettori di The Secret e Deepak Chopra, quando a quelli di Daniel Goleman e Paolo Crepet.



giovedì 8 novembre 2012

LA MEDITAZIONE MERKABA


La Merkaba - Introduzione 


merkaba.jpgA cura di Giangi -  pubblicato nell'aprile 2007.
Utilizzata fin da tempi remotissimi, la Merkaba è una meditazione dagli effetti estremamente forti, estremamente indicata per il periodo temporale in cui ci veniamo a trovare. E' ormai assodato che l'umanità e con essa tutto l'universo, si sta preparando (o meglio sarebbe dire "si dovrebbe preparare") ad un salto dimensionale previsto a breve termine.
Con questa evoluzione si arriverà a raggiungere una dimensione nuova, differente, più completa, che ci permetterà di comprendere meglio la profondità dell'esistenza insieme ad altri arricchimenti personali.
Alcuni chiamano questo salto dimensionale "il ritorno a casa", intendendo con questa definizione la possibilità che ci viene data di avvicinarsi ancora si più alla nostra essenza profonda, quella che ci tiene in stretto contatto con l'Universo; non dimentichiamo che noi siamo parte dell'universo, ma con esso siamo una cosa sola, praticamente indivisibile.
L'argomento è serio, complesso e può incutere timore, ma non spaventiamoci. L'utilizzo della Merkaba ci prepara a questo salto dimensionale.

La Merkaba - I primi sei respiri 


A cura di Giangi -  pubblicato nell'aprile 2007
La Merkaba consta di diciassette respiri che vanno praticati seguendo una metodologia precisa.
In questo intervento impariamo come effettuare i primi sei respiri. Pur trattandosi di respiri, essi richiedono una preparazione a monte, a livello mentale. L'attivazione della Merkaba, come in altre tecniche di meditazione, si basa in primo luogo sulla visualizzazione. Visualizzare significa dare forma alle energie che verranno chiamate in causa. La visualizzazione potenzia l'efficacia e la durata delle meditazioni, quindi anche della Merkaba.
Nel nostro caso, l'elemento da utilizzare è un doppio tetraedro, come quello che è possibile vedere in questa stessa pagina. I due tetraedri rappresentano la parte maschile e la parte femminile di ogni essere e la loro interazione nell'universo. Il nostro corpo fisico va immaginato all'interno di queste figure geometriche come segue: la base del tetraedro superiore, definito "del cielo", si trova all'altezza delle ginocchia e la sua punta superiore siestende per un palmo di mano sopra la testa. La figura inferiore, tetraedro "della terra", si estende dalla linea dei capezzoli fino ad un palmo sotto i piedi.
Ora siamo pronti per effettuare i primi sei respiri: essi servono per purificarci da eventuali "sporcizie" energetiche che sono presenti nel nostro corpo. Ci mettiamo in posizione a noi comoda, in cui il nostro corpo sia rilassato in ogni sua parte.
Sgomberiamo la mente da ogni pensiero... con i palmi delle mani rivolti verso l'alto, uniamo il pollice con l'indice, senza fare eccessiva pressione, chiudiamo gli occhi e pronunciando a mente le parole "tetraedro del sole" visualizziamo la parte superiore della figura che si riempie di luce bianca mentre inspiriamo lentamente.
Nell'iniziare l'espirazione, pronunciamo a mente la frase "tetraedro della terra" e visualizziamo la parte inferiore della figura riempirsi di luce bianca. Quando siamo al termine dell'espirazione, trattenendo il respiro, immaginiamo di riempire la parte inferiore della figura di colore grigiastro e quando questa è piena, muovendo gli occhi rapidamente dall'alto al basso, di lasciare uscire le impurità.
Ripetiamo questa fase per sei volte, ogni volta variando la posizione delle dita delle mani che si toccano (vale a dire, pollice-indice, pollice-medio, pollice-anulare, pollice-mignolo, poi di nuovo pollice-indice, pollice-anulare e pollice-medio. Alla fine dei sei respiri, dobbiamo trovarci con il pollice ed il medio che sono a contatto.
Con questa fase, abbiamo completato i primi sei respiri della Merkaba. A presto con la seconda serie di respirazione.

La Merkaba - La seconda serie di otto respiri 


A cura di Giangi -  pubblicato nell'aprile 2007
Si tratta di otto respiri, che andranno eseguiti in successione ai primi sei che abbiamo visto nell'intervento precedente.
Sono suddivisi in tre gruppi, il primo dei quali costituito da quattro respiri. Per effettuare questi respiri, dobbiamo prima di tutto cambiare la posizione delle dita delle mani. Precedentemente, avevamo unito il pollice di ogni mano con le altre dita, seguendo la respirazione, passando dalla combinazione pollice-indice a pollice-medio e così via, fino a completare la serie di sei respiri. Ora uniremo il pollice, l'indice ed il medio delle mani e rimarremo in questa posizione per tutti i seguenti otto respiri.
Immaginiamo di visualizzare un canale luminoso lungo la spina dorsale, e nello stesso tempo una sfera all'altezza dello stomaco. Effettuiamo quattro respirazioni consecutive, facendo entrare l'aria dal naso e uscire dalla bocca; ad ogni respiro, la sfera che abbiamo nella pancia si ingrandisce e diventa sempre più luminosa. Nel terminare il quatro respiro, espiriamo con forza, come se dovessimo "sputare" qualcosa dalla bocca.
Rimanendo con le dita sempre nella posizione sopra descritta, effettuiamo tre respiri consecutivi di "rilassamento", seguiti da un respiro con il quale immaginiamo di portare la sfera tutt'ora presente sulla nostra pancia, all'altezza del cuore.
Non è difficile, no? :-)
Vi ricordo che imparare la Merkaba in questo modo non significa attivarla, l'attivazione avviene quando si eseguono le respirazioni in maniera continuata, dall'inizio alla fine.
A presto con l'ultima serie di respiri, la più bella ed efficace!

La Merkaba - Gli ultimi tre respiri 


A cura di Giangi -  pubblicato nell'aprile 2007
Ci siamo! Siamo pronti per l'ultima serie di respiri che compongono la Merkaba! La parte più bella, più intensa ed efficace! Composta "solo" da tre respiri, ma sono i respiri che permettono di accendere l'astronave e di partire per la nuova dimensione.
Ricordiamo che la Merkaba è una tecnica di meditazione che permette di elevarci, e di passare dalla terza dimensione, quella in cui ci troviamo ora, alla quarta dimensione, che implica un'enorme salto evolutivo. Per questa ultima serie dobbiamo cambiare la posizione delle mani: l'uomo deve mettere il dorso della mano sinistra sopra il palmo della mano destra, le dita si fermano alla base della mano destra. Per la donna, è l'opposto... la mano destra sopra la sinistra. Uniamo poi le punte dei pollici, senza esercitare troppa pressione.
Immaginiamoci all'interno del tetraedro di base, il triangolo con il vertice superiore deve iniziare dalle nostre ginocchia e terminare un palmo di mano sopra la nostra testa; il triangolo inferiore inizia dalla linea dei capezzoli e termina un palmo di mano sotto i piedi.
Con il primo respiro, ripetiamo a mente "stessa velocità": questo fa si che le due figure geometriche ruotino, uno in senso orario e l'altro in senso opposto, alla stessa velocità. inspiriamo ed espiriamo lentamente. Con il secondo respiro, ripetiamo a mente "trentaquattro ventuno": in questo modo le due parti della figura aumentano velocità ruotando uno più veloce dell'altro.
Completiamo il respiro, e quando iniziamo l'ultimo respiro, ripetiamo "nove decimi la velocità della luce". In questa fase potremmo avvertire la sensazione di essere dentro ad un "frullatore". Questo perché abbiamo attivato appieno l'energia della Merkaba che ora è pronta a dare i suoi risultati.
Può accadere che avvertiamo la sensazione di cadere o di essere "sparati" da qualche parte, non preoccupiamoci... la nostra "astronave" ci sta già accompagnando nel nostro viaggio.
Ora che abbiamo attivato, attraverso l'esecuzione di tutti i respiri, la Merkaba, essa va "mantenuta" ripetendo la procedura entro 48 ore, almeno per un mesetto. Se ciò non avviene, essa perde di efficacia e bisogna ripartire daccapo. Trascorso questo periodo di consolidamento, la Markaba può essere richiamata mentalmente attraverso la parola stessa "Merkaba", e gli effetti sono esattamente quelli ottenuti dall'esecuzione della respirazione completa.
Buon Viaggio Fratelli!
Tratto da: http://guide.dada.net/medianit_ed_equilibrio/interventi/2007/04/291785.shtml
fonte http://www.viveremeglio.org/0_meditazione/merkaba/merkaba.htm
img http://blog.libero.it/ArcangeloMichele/4832062.html