lunedì 9 dicembre 2013

TATHATA LA NATURA DELLE COSE


FATTUALITA' Il Buddha usa moltissimo la parola "fattualità" nella lingua del Buddha e tathata: la fattualità, lo stato di fatto delle cose. La meditazione buddhista non è altro che vivere costantemente in questa parola, con questa parola, così in profondità che la parola scompare e tu diventi la fattualità. Mangi, dormi, respiri, ami, piangi in quella fattualità: diventa il tuo stile di vita, non hai bisogno di preoccupartene, né di pensarci, è ciò che sei. Per esempio, sei malato. Quest'attitudine "essenziale" è accettarlo e dire a te stesso: "Tale è la natura del corpo", oppure: "Così stanno le cose". Non creare alcuna lotta, non iniziare a lottare. Hai mal di testa, accettalo: è la natura delle cose. All'improvviso accade un cambiamento, perché quando questo atteggiamento prende il piede, il cambiamento lo segue, come un'ombra: se riesci ad accettare il tuo mal di testa, il mal di testa scompare. Provaci: se accetti la malattia, questa inizia a scomparire. Come mai? Perché ogni volta lotti, la tua energia è divisa: metà dell'energia si muove nella malattia, nel mal di testa, e metà dell'energia lotta contro il mal di testa. Si verifica una spaccatura, una rottura e la lotta... in realtà, questa lotta provoca un mal di testa ancor più profondo. Quando accetti, quando non ti lamenti, quando non lotti, l'energia dentro di te si integra e ogni spaccatura viene colmata. Allora si sprigiona una quantità di energia enorme, perché non esiste più alcun conflitto; e la stessa energia che si sprigiona diventa una forza. Questa parola, tathata, può operare così profondamente da essere efficace sulla malattia fisica, sulla malattia mentale ed infine sulla malattia spirituale: è un metodo segreto, che porta al dissolversi di ogni malattia. Questa è la bellezza dell'assenza di lotta: trascendi, non sei più sullo stesso piano. E questa trascendenza diventa una forza che guarisce: all'improvviso il corpo inizia a cambiare. La stessa cosa accade alle preoccupazioni mentali, alle tensioni, alle ansie, all'angoscia. Perché una cosa ti preoccupa? Non sei in grado di accettarla, per questo ti preoccupa: vorresti che fosse diversa. Per esempio, quando l'amore scompare, cosa puoi farci? Non hai scelta:non è possibile forzare l'amore... non si può fare nulla contro natura. L'amore era una fioritura, ora il fiore è appassito. La brezza entra nella tua casa, ora si è spostata in un'altra. Questa è la natura delle cose: continuano a muoversi, a cambiare. Tu vorresti che questo amore rimanesse per sempre; nulla può essere eterno in questo mondo: tutto ciò che appartiene a questo mondo è momentaneo. Questa è la natura delle cose, la loro essenza, tathata. Non puoi lottare contro "lo stato di fatto delle cose", lo devi accettare. Ricorda, la vita non ti asseconderà mai: tu dovrai assecondare la vita; lamentandoti o con gioia, questa è una tua scelta. Se l'asseconderai di malavoglia, soffrirai; se l'asseconderai con gioia , diventerai un buddha e la vita diventerà un'estasi. Quando la consapevolezza esiste nella sua più completa nudità, ha un proprio splendore: è la cosa più bella che esista al mondo. Ma perché sia così, ci si deve immergere nell'accettazione della natura delle cose. Ricorda la parola "accettazione" non è granché. E' troppo pesante - a causa tua, non a causa della parola in sé - in quanto tu accetti solo quando ti senti impotente: accetti con riluttanza, malvolentieri. Accetti solo quando non puoi fare nient'altro, ma in cuor tuo desideri ancora; vorresti che fosse diverso. Accetti come un mendicante, non come un re... e la differenza è immensa. Quando accetti veramente, in tathata, non esiste alcun rimuginare e non ti senti impotente: comprendi, semplicemente, che questa è la natura delle cose. Tathata significa "accettazione con un cuore totalmente aperto", non è affatto impotenza. Quando accetti la natura e ti dissolvi in essa, ne segui il corso. Non hai alcun passo personale da compiere, non hai una tua danza privata, non hai neppure una piccola canzone tua, da cantare: la canzone del Tutto è il tuo canto, la danza del Tutto è la sua danza. tu non sei èiù un'entità separata. Dal libro l'abc del risveglio di Osho pag. 216 - 217 -218

Intervista a Sri Tathata



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