sabato 4 luglio 2015

Krishnamurti's Notebook

Se, nel mio piccolo, ho cercato di essere un poeta del silenzio
J.Krishnamurti è Il silenzio stesso incarnato fattosi poesia.

A chi ama il silenzio e la sua immensità
consiglio molto caldamente il diario di Krishnamurti
tenuto dal giugno 1961 al gennaio 1962,
pochi hanno raggiunto queste profondità veicolandole in parole.


"gli occhi devono oltre, penetrando profondamente e ampiamente,
senza scegliere, senza rifugio; devono vagabondare al di là
delle frontiere di idee e valori fatte dall'uomo
e sentire al di là dell'amore.
Allora c'è una benedizione che nessun dio può dare".

"Mi sono svegliato piuttosto presto con una sensazione di una mente
che era penetrata a profondità sconosciute.
Era come se la mente stessa stesse andando in se stessa,
profondamente e ampiamente,
e il viaggio sembrava essere senza movimento.
C'era un'esperienza di immensità nell'abbondanza
e una ricchezza che era incorruttibile.
E anche se ogni esperienza, ogni stato, è diverso,
tuttavia è lo stesso movimento che anche se sembra cambiare
è tuttavia perfettamente immobile."

"Mentre stavamo parlando, per nessuna ragione,
da qualche profondità inavvicinabile all'improvviso
si sentiva questa immensa fiamma di potere,
distruttiva nella sua creazione. Era il potere che esisteva
prima che tutte le cose venissero in essere;
era inavvicinabile proprio per la sua forza.
Non esisteva nulla se non una cosa:
Immensità e timore reverenziale".

Tradotto dal Krishnamurti's Notebook

Emanuele Marifa De Benedetti
http://divinetools-raja.blogspot.it/
La Via del Ritorno... a Casa

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