lunedì 16 maggio 2016

Guarire il corpo di dolore


“Il corpo di dolore vuole sopravvivere, al pari di ogni altra entità esistente, e può sopravvivere solo se vi induce a identificarvi inconsapevolmente con esso. Deve alimentarsi tramite voi. Si nutrirà di ogni esperienza che entri in risonanza con il suo stesso tipo di energia, ogni cosa che crei ulteriore dolore sotto qualunque forma: collera, capacità distruttiva, odio, afflizione, dramma emozionale, violenza, perfino malattia.”

Eckhart Tolle


In questo modo, come abbiamo visto, il corpo di dolore crea nelle nostre vite situazioni che riflettono la sua frequenza vibratoria, al solo scopo di trarne nutrimento. Il dolore può alimentarsi solo di dolore.

La sua sopravvivenza dipende dalla nostra identificazione inconsapevole con esso, e soprattutto dalla nostra tendenza a evitarlo o reprimerlo. Se non lo affrontiamo saremo costretti a riviverlo ripetutamente. C’è quindi solo una possibilità.

“Nel momento in cui lo osservate, ne avvertite in voi il campo energetico e vi rivolgete la vostra attenzione, l’identificazione è interrotta. Così avete raggiunto il potere di Adesso.

L’inconsapevolezza lo crea; la consapevolezza lo trasforma in

se stessa. San Paolo disse: 'Ogni cosa si rivela con

l’esposizione alla luce, e tutto ciò che è esposto alla luce diventa a sua volta luce'

Se lo combattete creerete un conflitto

interiore e pertanto ulteriore dolore. Osservarlo è sufficiente.

Implica accettarlo come parte di ciò che esiste in quel momento. Il corpo di dolore si compone di energia vitale intrappolata che si è staccata dal nostro campo energetico totale ed è diventata temporaneamente autonoma attraverso il processo innaturale di identificazione con la mente.”

Eckhart Tolle


La consapevolezza è il rimedio, la consapevolezza è la risposta. La consapevolezza è il Segreto.

Ecco dunque quello che possiamo e dobbiamo fare di fronte al dolore passato e presente:

Focalizziamo l’attenzione sulla sensazione dentro di noi.

Non permettiamo che la sensazione diventi pensiero. Non giudichiamo, non analizziamo, non creiamo un’identità su di esso.

Rimaniamo presenti e osserviamo imperterriti ciò che accade dentro di noi.

Diventiamo consapevoli non solo del dolore emozionale ma anche di “colui che osserva”, l’osservatore silenzioso.

Questo è tutto ciò che occorre fare. Tutte le tecniche di rilascio ed equilibrio emozionale sono supplementari a questo e funzionano solo se applicate in concomitanza al lavoro di consapevolezza.

Senza consapevolezza non esiste guarigione. Con la consapevolezza e l’accettazione qualsiasi tecnica funziona.


http://divinetools-raja.blogspot.it

La Via del Ritorno... a Casa

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