domenica 31 luglio 2016

ci siamo persi












ci siamo persi nei percorsi labirintici della mente
ci siamo persi nei bisogni spasmodici del corpo


ci siamo persi nelle emozioni altalenanti
ci siamo persi nella paura della perdita e della fine


identificati come siamo in un battito d'ali
..quale pace, quale gioia stiamo cercando?


(Ivano Antar Raja)
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martedì 26 luglio 2016

sii indipendente e non creare dipendenze

Non trattare le persone come mezzi, perchè esse sono fini a se stesse. Relazionati a loro con amore e rispetto. Non possederle mai e non esserne posseduto. Non dipendere da loro e non creare persone dipendenti intorno a te. Non creare dipendenza in alcun modo; resta indipendente e lascia che anche gli altri lo siano.

Osho
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lunedì 25 luglio 2016

I MOSTRI DELL' INCONSCIO



Vorrei chiarire che non ci sono mostri di cui temere. I soli mostri che conosco sono il nostro stato egoico in cui siamo identificati e la profonda INCONSAPEVOLEZZA in cui viviamo, quindi riassumendo: allargare l’area della consapevolezza e diminuire il dominio dell’ego, solo così muovendoci nessun Mostro e nessuna MATRIX ha potere verso di noi, perché amore attira amore, paura attira paura, la luce della consapevolezza dissolve il buio di miliardi di anni in un attimo.


Antar Raja

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IN CERTI SGUARDI SI INTRAVEDE L'INFINITO


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sabato 23 luglio 2016

Viviamo in un mondo di “dormienti”



Viviamo in un mondo di “dormienti” che diventano feroci se qualcuno tenta di svegliarli!

La maggior parte delle persone sono ‘dormienti’ che non desiderano destarsi dal proprio sonno voluttuoso… e nemmeno dai propri incubi.

Socrate credeva, ottimisticamente, che tutti gli uomini aspirino al bene e che, se compiono, invece, il male, ciò accade per ignoranza; ma basterebbe illuminarli sul loro errore, per consentirne il ravvedimento. Sarebbe molto bello, e inoltre molto semplice, se davvero le cose stessero in questo modo, ma, purtroppo, vi sono numerosi indizi che suggeriscono la fallacia di tale teoria..

La verità è che più si osserva il comportamento degli esseri umani, più si finisce per ammettere che la stragrande maggioranza di essi è formata da dormienti, che non desiderano destarsi dal proprio sonno voluttuoso, e nemmeno dai propri incubi; che vogliono continuare a dormire, a dispetto di tutti, anche se la casa in cui vivono sta prendendo fuoco; che non provano alcuna gratitudine nei confronti di coloro i quali cercano di destarli, ma al contrario, nutrono nei confronti di costoro un odio implacabile, come se fossero i loro peggiori nemici e nel contempo onorano ed applaudono i malvagi pifferai che favoriscono i loro sonni e il loro sognare.

Per quella piccola minoranza di risvegliati – i quali cominciano a rendersi conto della natura illusoria del mondo in cui viviamo e del carattere risibile, se non addirittura pericoloso, della maggior parte delle cose che suscitano, nei più, compiacimento e desiderio di imitazione – il problema si pone in questi termini: che cosa fare in un contesto di sogno generalizzato, di odio nei confronti della verità, di rancore nei confronti di ogni voce che sia fuori del coro?

Come fare per evitare il treno che, guidato da un macchinista impazzito e carico di sonnambuli, sta per piombare addosso a coloro i quali sono desti, ma non possono agire sugli scambi, per deviarne la folle corsa? E ancora: è legittimo che il risvegliato cerchi di proporre ai dormienti la verità, se essi le preferiscono, invece, un mondo di menzogna? E’ giusto che cerchi di convincerli, di convertirli, di farli ravvedere, se ciò che essi vogliono è tutt’altro?

Certo, il giardiniere è uso a strappare le erbacce che invadono il suo giardino, ma il mondo non è un giardino e ogni visione del mondo ha diritto di sussistervi: anche quella che appare manifestamente erronea. Sopprimere le visioni erronee non è compito del risvegliato; ma, semmai, offrire a tutti gli strumenti per valutare che cosa sia giusto e che cosa sia sbagliato: dopo di che, ciascuno deve assumersi la responsabilità del sentiero che intende seguire. Nessuno può venire costretto ad essere virtuoso; nessuno può venire costretto a cercare la verità, se non la desidera e se ad essa preferisce la menzogna.

D’altra parte, è certo che, a quel punto, si pone concretamente il problema della sopravvivenza di colui il quale ritiene di essersi destato, e che si trova continuamente esposto agli urti e alle aggressioni degli altri, ossia dei dormienti: e le aggressioni più minacciose sono proprio quelle di quei dormienti che si sono sentiti importunati da coloro che hanno cercato di svegliarli.

È una questione di sopravvivenza. La storia ci offre sin troppi esempi di saggi, i quali sono stati crocifissi da una moltitudine che non voleva essere illuminata, che desiderava continuare a vivere nelle tenebre. E la moderna società di massa è la società dei ciechi e dei dormienti per eccellenza: è il vertice dell’attuale Kali Yuga, dell’Età Oscura nel ciclo della vicenda cosmica.

Se non vuole andare incontro al martirio, dunque – e vi sono, indubbiamente, degli ideali che meritano di essere perseguiti fino al martirio – il risvegliato è indotto a interrogarsi sul senso del suo vivere nella società, e sulle modalità con le quali deve gestire il suo rapporto con il prossimo.

In effetti, nessuno è disposto a modificare la propria concezione del mondo, o a lavorare seriamente su se stesso, se non sulla base di una profonda e sentita esigenza interiore, e quest’ultima non potrà mai venire da un agente esterno, ma solo in coincidenza con un impulso interno.

Quel che vogliamo dire, è che le persone sono disponibili ad affrontare un salto qualitativo nella propria evoluzione spirituale, solo se, e quando, decidono di prendere coscienza del problema; ossia, in genere, quando si rendono conto, non solo di essere insoddisfatte della propria vita attuale – ciò che accade a molti – ma anche di essere disposte a mettersi in gioco per uscire dal punto morto in cui si trovano.

In questa fase, e solo in questa, un evento esterno può fungere da detonatore della loro crisi benefica e affrettare una presa di coscienza: può essere l’incontro con una persona buona e saggia, o con un libro, o con una situazione inconsueta e stimolante (magari anche in apparenza negativa, come una malattia o il distacco da una persona cara).

Viceversa, se il momento non è giunto e la persona non è ancora pronta, nessun saggio, nessun libro e nessuna situazione stimolante potrebbero innescare una evoluzione spirituale. Come dice il Libro dell’Ecclesiaste, vi è un tempo per ogni cosa: per parlare e per tacere, per dormire e per vegliare, per vivere e per morire. E così come la natura fisica non fa salti, la stessa cosa può dirsi per la vita dell’anima: il suo processo evolutivo non può essere forzato.

Questo, difatti, è l’errore di fondo di tutte le rivoluzioni politiche e sociali: pensare che il mondo possa diventare migliore, una volta che si sia compresa una formula e la si sia messa in pratica, indipendentemente dalla vita interiore delle persone. Se non c’è una evoluzione spirituale, nessuna formula, per quanto perfetta in teoria, potrà rivelarsi capace di rendere il mondo migliore; al contrario, la storia è piena di esempi di formule ideali che si sono trasformate in terribili strumenti di oppressione e di malvagità, trovandosi nelle mani di persone che non avevano saputo compiere alcuna evoluzione interiore.

Per la persona che sia disponibile ad aprirsi, a mettersi in gioco, a evolvere spiritualmente, la vita offre infinite occasioni di miglioramento, purché le si sappia vedere. Un disturbo fisico, ad esempio, è certamente un segnale: un segnale che il nostro corpo ci manda, e che contiene informazioni preziose circa la disarmonia presente nella nostra vita. In ultima analisi, ogni disturbo fisico è riconducibile alla dimensione spirituale; ed è veramente sconcertante vedere come la grande maggioranza degli esseri umani si disinteressi del problema, sforzandosi di mettere a tacere il sintomo – ossia il campanello d’allarme – invece di andare alla ricerca del problema profondo che il corpo ha segnalato.

Peggio ancora: se il disturbo persiste, moltissime persone si affidano ciecamente a farmaci e a medici, come se farmaci e medici potessero sostituirsi alla doverosa presa di coscienza del proprio problema. E le stesse persone che delegano in questo modo la salvaguardia della propria salute, firmando una cambiale in bianco nei confronti dell’apparato sanitario ufficiale, sono poi quelle che esigono di occuparsi in prima persona, e fin nei minimi dettagli, di cose assolutamente banali e secondarie, come la scelta del nuovo modello di automobile da acquistare o l’intervento di chirurgia estetica per aumentare le dimensioni del seno.

Un altro esempio di questa tendenza a delegare le questioni davvero rilevanti ad agenzie esterne, è offerto dalla politica. La grande maggioranza delle persone non si informa adeguatamente su ciò che attiene a questa sfera e preferisce firmare – anche in questo caso – una cambiale in bianco ai partiti, i quali mandano in Parlamento i loro uomini di fiducia, una legione di «yes-men» dalla schiena flessibile e facilmente pieghevole, fedeli esecutori delle direttive ricevute dalle rispettive segreterie.

Un discorso analogo si può fare per la pubblica amministrazione. Il risultato è che i nostri sindaci e assessori, che si muovono nella sfera del quantitativo e di ciò che ha un alto grado di visibilità (indipendentemente dalla sua efficacia), difficilmente riescono a concepire delle soluzioni innovative per i problemi che devono affrontare.

Ma torniamo al problema del risvegliato che deve confrontarsi, tutti i santi giorni, con una folla di sonnambuli, i quali si muovono pericolosamente e reagiscono in maniera aggressiva se qualcuno tenta di destarli e di responsabilizzarli.

Cavalcare la tigreJulius Evola suggeriva che, in tempi di Kali Yuga, l’unica cosa da fare è imparare a «cavalcare la tigre»: ossia, anziché opporsi frontalmente ad una situazione negativa generalizzata, sfruttare la corrente, per procedere in maniera da non ricevere troppi danni e, addirittura, per riuscire a volgere a proprio favore le stesse caratteristiche di quella situazione, allo scopo di preservare il bene della propria interiorità.

Sia come sia, che impari a cavalcare la tigre, oppure che si abitui ad assecondare la corrente, il risvegliato ha la piena consapevolezza di non essere un superuomo e di non poter modificare, egli solo, una determinata situazione diffusa nella società in cui egli si trova a vivere; e, inoltre, che non sarebbe saggio cercar di forzare l’evoluzione spirituale degli altri esseri umani, per le ragioni che abbiamo detto più sopra.

Che cosa dovrà fare, allora? È molto semplice. Per rima cosa, dovrà proseguire incessantemente a lavorare su se stesso: perché la propria evoluzione spirituale è un compito che non finisce mai, e che si rivela più impegnativo, mano a mano che una persona vi si addentra. In secondo luogo, offrire – nella misura delle sue possibilità – una diversa prospettiva a coloro che gli stanno intorno e che gli sembrano aperti ad un cambiamento, ma senza illudersi di vederli cambiare dall’oggi al domani e senza attendersi gratitudine, né amicizia; ma, al contrario, mettendo in conto un certo grado di incomprensione, se non addirittura di aperta ostilità.

In ogni caso, egli sa che le cose accadono quando è giunto il tempo in cui devono accadere: non un minuto prima, né un minuto dopo. In ciò consiste l’armonia del tutto: ogni cosa è come deve essere e quelle cose, le quali ci appaiono negative, in realtà, sono tali solo nella misura in cui noi non siamo in grado di farne una occasione di crescita e di perfezionamento.

In altre parole, la disarmonia è in noi, non nel creato. E’ nostra la responsabilità di non essere abbastanza evoluti da gestire in maniera responsabile e proficua le occasioni che la vita ci offre, per quanto esse possano presentarsi, talvolta, nella rude veste di eventi dolorosi. Il risvegliato, pertanto, è colui che, ad un certo punto, decide di cogliere le occasioni che la vita gli offre, per riprendere possesso di sé, per tornare ad essere il vero protagonista del proprio volere e del proprio agire. È colui che decide di non dare più ad altri la delega in bianco di ciò che lo riguarda in prima persona e di ascoltare i segni e imparare a riconoscere gli avvertimenti.

Il mondo è pieno di segni, la vita è piena di avvertimenti. Si può dire che non vi sia persona, situazione o evento che noi incontriamo nel nostro cammino terreno, che non costituiscano altrettanti segni, indicazioni, suggerimenti o stimoli. Tutto ci parla, se siamo disposti ad ascoltare, ma, naturalmente, per saper fare questo, bisogna prima imparare a fare silenzio.

Troppi rumori inutili, fuori e dentro di noi, ci impediscono di udire l’essenziale; la cacofonia dei rumori inutili e disarmonici ci impedisce di udire e di godere del magnifico concerto dell’Essere. Finché continuiamo a dormire, i nostri orecchi sono chiusi all’armonia dell’Essere e i nostri occhi sono chiusi al suo splendore. Impariamo ad aprire occhi e orecchi, cominciamo a destarci: ce ne sono, di giorni, che ancora devono sorgere, per noi che siamo immersi nel sonno.

L’unica luce del giorno è quella che ci trova ben desti, pronti e desiderosi di accoglierla in noi.

Articolo di Francesco Lamendola

Rivisto da www.fisicaquantistica.it
Fonte: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=26164




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martedì 19 luglio 2016

... SONO CONTENTO


















Quando sei d'accordo con me ... Sono contento
quando sei in disaccordo con me ... Sono contento

Quando finisce il giorno ... Sono contento
quando inizia il giorno .. Sono contento

Quando mi amano... Sono contento
quando mi odiano... Sono contento

Quando ho molto denaro a disposizione... Sono contento
quando ho poco denaro a disposizione... Sono contento

Quando sono solo... Sono contento
quando sono con altre persone... Sono contento

Quando sono con te... Sono contento
quando sono senza di te... Sono contento

Quando ho molti impegni... Sono contento
quando non ho impegni... Sono contento

Quando vinco... Sono contento
quando perdo... Sono contento

ect ect se si riesce a passare da una polarita' all'altra, mantenendo uno stato d'animo di contentezza e di felicita'. rimarrai sorpreso del senso di pace e gioia che sentirai , sei contento, niente da chiedere niente da pretendere niente da lamentarsi, tutto è perfetto cosi com'è .. e... sei contento.

Scrivere la propria personale lista e  Ripeterla a voce o mentalmente  prima di addormentarsi e appena sveglio è di grande aiuto per rimanere nella vibrazione della contentezza

al di la' degli eventi e  cicostanze sono sempre allegro e contento


IvanoV Antar Raja

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domenica 17 luglio 2016

La nuova specie

Agli uomini piace chiamarsi uomini senza distinzione alcuna, ma in verità ti dico che si stanno già delineando due specie ben differenti fra loro, le quali progressivamente e inevitabilmente si allontanano l’una dall’altra. Si sfiorano camminando per le strade, lavorano fianco a fianco negli uffici... ma appartengono a due universi incompatibili.

Un’umanità ancora selvaggia, schiava del dualismo, intrappolata in una visione bidimensionale (senza profondità) della realtà. Un’umanità che può conoscere solo attraverso il contrasto, la differenza, la lotta, che vive di opposizione nella vita privata, nella scienza e nella politica, che si accoppia e si separa seguendo passionalità primitive. Un’umanità che lotta contro le malattie, lotta contro la povertà, lotta contro l’altra fazione politica... lotta anche nel fare l’amore.




La nuova specie è risvegliata al proprio Sé, vede in maniera tridimensionale; ha una profondità, perché possiede un Cuore che freme e le permette di cogliere la perfezione oltre ogni dualismo.


[... ... ...]

Un uomo davvero uomo. Sveglio. Verticale. Non sgomita più con i suoi simili per sopravvivere... perché non ha più simili.


Tratto da Il libro di Draco Daatson – Il Regno del Fuoco, pag. 22

Sostiene Draco Daatson che la nuova specie è quella dei Signori della Fiamma.

Il Regno del Fuoco non è lontano, guarda il mondo da dietro i nostri occhi, purtuttavia il suo ottenimento richiede impegno continuo. Tutto ciò che percepiamo e che potremo mai percepire si trova all’interno della nostra coscienza, questo è un fatto indubitabile, mentre d’altra parte è sempre stato impossibile per ogni filosofo dimostrare l’esistenza di una realtà collocata al di fuori della nostra coscienza. Pertanto il mondo si trova al nostro interno, ma solo una coscienza ardente può contenere gli orizzonti dell’intero universo.

Ciò che massimamente ostacola l’ascesa del discepolo è il dubbio, il Servizio reso a metà, l’incapacità di gettarsi nella battaglia senza voltarsi indietro. Talvolta la mezza misura è per i corpi sottili più nociva del tradimento stesso.

Ignorate il Regno del Fuoco, eppure considerate il gesto più sacro accendere candele sugli altari. Quale genere di perversa stoltezza vi tiene lontani dalla vostra stessa liberazione?

Sostiene Draco Daatson che questo insegnamento è primordiale, onnicomprensivo, intoccabile. Spaventose sono le conseguenze a lungo termine per chi avversa l’opera d’un iniziato al Servizio, per chi si auto-proclama guardiano della verità e calunnia gli operatori di bene. Guai ai falsi custodi che, incapaci essi stessi di discernere, inquinano l’atmosfera instillando il dubbio anche in coloro che sono sul Cammino, gettando acqua sulla loro fiamma da poco accesa.

D’altronde più un insegnamento è prossimo alla Fonte, più desta l’attenzione delle Sentinelle Cieche.

L’uomo e la donna della nuova specie benedicono chi frappone ostacoli, poiché ciò incrementa la potenza costruttiva della Luce. Abbattendo barriere sempre più imponenti... si diviene inarrestabili. Gli eroi dello Spirito bevono la coppa del veleno e lo trasmutano in farmaco.

“I miei progetti coprono millenni” afferma Draco Daatson.

l Sé è un glorioso, terribile conseguimento: l’istante in cui le fiamme dell’amore inceneriscono le ultime pretese d’un ego separato. Ma il discepolo sente angoscia proprio quando è più prossimo al termine della via, come se soffrisse d’insoddisfazione per ciò che non ha ancora conseguito... eppure sente già così vicino.

Chi appartiene alla nuova specie sa camminare da solo, poiché è sempre collegato allo spirito onnipresente, che gli infonde coraggio anche tra le file nemiche. Dovunque vada... è sempre a casa sua.

L’uomo e la donna della nuova specie hanno il cuore in fiamme, capace di sopportare ogni avversità proveniente dal corpo emotivo. Il coraggio deve sgorgare spontaneamente dagli anfratti del cuore, altrimenti, se è raccomandato dall’esterno, risulta inutile. Ma una volta conseguito nel corso d’una particolare incarnazione, non ci abbandona mai più.

Tutti hanno diritto a beneficiare dei raggi del sole, ma chi si avvicina incautamente agli individui della nuova specie, si ustiona.


Salvatore Brizzi




(occupazione: domatore di fiumi)




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sabato 16 luglio 2016

Lester Levensonn - "Io Sono Io"





Nell'alchimia la fase di Nigredo è principalmente questo, accorgersi di emozioni negative e neutralizzarle pian piano o cuocerle con un certo fuoco. E questo fuoco cos'è? La consapevolezza prolungata. Sta di fatto che noi le emozioni siamo abituati a esprimerle o agirle o reprimerle. Ma non siamo abituati ad ascoltarle e basta. Quando agiamo o esprimiamo una emozione infatti non stiamo facendo altro che rinnovare l'energia della forma pensiero e dare modo a questa di riprodursi e ricaricarsi di energia. Se invece diventiamo acutamente consapevoli di questa emozione e di tutte le tendenze inconsce che ad essa sono legate, proprio questo fuoco tenderà col tempo e con la pratica a disinnescare questo automatismo e a cancellare l'intera sequenza di forme pensiero simili in energia o contenuto a quella su cui stiamo lavorando.

Lester Levenson a circa 42 anni, dopo una vita di apparenti successi ma con una salute disastrosa, viene mandato a casa dall'ospedale con una prognosi di qualche settimana di vita. Questo fa sì che Lester, praticamente sul letto di morte, inizi - senza sapere cosa stia facendo - a 'liberarsi' di tutte le emozioni negative e di tutte le paure e i 'bisogni' per presentarsi sereno alla sua morte. In un certo senso rinuncia a tutto. Questo lavoro però gli salva la vita. Si accorge infatti che lasciando andare tutte le emozioni negative anche tutti i pensieri negativi ad esse legati tendono a neutralizzarsi e a scomparire e la sua salute inizia a migliorare gradatamente, fino a una completa guarigione. Dopo di che Lester ha brevettato questo metodo e ha creato un sistema molto funzionale - anche se a volte un po' 'strano' - di lavoro su se stessi, molto simile negli intenti e nelle finalità a quanto viene insegnato nei workshop di Ho'oponopono. Le nostre forme pensiero sono infatti un insieme di pensieri ripetuti ed emozioni associate che formano nella dimensione astrale dei veri e propri Robot atti a lavorare per noi o contro di noi e ne abbiamo letteralmente milioni immagazzinate nei recessi della mente subconscia. Ora il problema di molti metodi è che propongono il lavoro su di sè chiedendo di cambiare il pensiero alla base dell'emozione negativa, ma questo non sempre è possibile né funzionale (a volte davvero non capiamo perchè reagiamo in un certo modo a certe situazioni), mentre lavorando sull'emozione prima e poi eventualmente sul pensiero, si possono ottenere dei risultati incredibilmente potenti.
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Avatar Flight with the Mountain Banshees



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C'E' UNA SOLA PAURA

SI HA PAURA DI MIGLIAIA DI COSE, DEL DOLORE, DEI GIUDIZI, DEL PROPRIO CUORE; SI HA PAURA DEL SONNO, DEL RISVEGLIO, DELLA SOLITUDINE, DEL FREDDO, DELLA FOLLIA E DELLA MORTE.
MA SONO TUTTE MASCHERE, TRAVESTIMENTI. IN REALTA' C'E' UNA SOLA PAURA: QUELLA DI LASCIARSI CADERE, DI FARE QUEL PASSO VERSO L'IGNOTO, LONTANO DA OGNI CERTEZZA
C'E' UNA SOLA ARTE, UNA SOLA DOTTRINA, UN SOLO MISTERO: LASCIARSI CADERE, NON OPPORSI RECALCITRANDO ALLA VOLONTA' DELL'ESISTENZA, NON AGGGRAPPARSI A NIENTE, NE AL BENE, NE AL MALE.
ALLORA SI E' REDENTI, LIBERI DALLA SOFFERENZA, LIBERI DALLA PAURA.

Herman Hesse


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venerdì 15 luglio 2016

DUE MODI ...


Quando sei felice, sei dentro di te! quando sei dentro di te, sei felice! ma perdere la felicita' é un attimo ci vuole poco , basta uscire da se' stessi o cambiare vibrazioni e perdi il paradiso. 

Quindi ci sono due modi per trovare la felicita', uno é rimanere dentro se' stessi, l'altro é rimanere in uno stato di vibrazione gioiosa




Ma cosa facciamo tutti? capita un qualsiasi evento e subito lo giudichiamo negativo lo ingigantiamo maledicendo persone  Dio e l'esistenza le nostre vibrazione diventano negative e poi cerchiamo soluzioni, cerchiamo fuori qualcosa che ci possa rendere felice

IvanoV Antar Raja


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giovedì 14 luglio 2016

i demoni non possono venire scacciati, ma devono essere accettati e trasmutati in angeli

Il giudizio verso qualcuno è quindi un atto privo di senso, in quanto la situazione o la persona che provocano il nostro giudizio sono state in realtà portate nel nostro mondo da noi stessi, affinché potessimo osservare e trasformare un aspetto di noi che altrimenti non avremo visto.


Queste sono le tappe del processo di proiezione:
-esistono caratteristiche del nostro apparato psicofisico che non accettiamo: l’aggressività, la mancanza di rispetto, la disonestà, la mancanza di coraggio, il mentire, la prevaricazione, l’egoismo..
-dal momento che non le accettiamo non vogliamo vederle dentro di noi, quindi nella maggioranza dei casi siamo convinti di non possedere questi aspetti del carattere;
-queste caratteristiche restano comunque nel nostro inconscio e attirano “per risonanza”-secondo la legge di attrazione-situazioni e persone nelle quali abbiamo l’opportunità di osservare quelle parti nascoste di noi;
-se non le vogliamo accettare dentro di noi non le riconosciamo come nostre proiezioni quando ci appaiano all’esterno, quindi le additiamo e le critichiamo come se appartenessero agli altri..

Come uscire da questa trappola?..[..]..

La Legge dello Specchio dice che tutto quanto noi osserviamo nel mondo è solo una nostra proiezione; se vogliamo comprendere cosa si nasconde nel nostro subconscio è sufficiente che poniamo l’attenzione sugli aspetti del mondo che non sopportiamo e su quelli che invece apprezziamo.
-in una prima fase è indispensabile che ci osserviamo con attenzione e ci chiediamo cosa esattamente ci procura fastidio in quella situazione o in quella persona;
-nella seconda fase dobbiamo cercare in noi stessi quella caratteristica che tanto ci disturba all’esterno. Ad esempio, se non sopporto la mancanza di rispetto, chiediamoci in quale circostanza noi non rispettiamo gli altri o l’ambiente;
-se la nostra osservazione è costante nel tempo, approfondita e onesta, in una fase successiva arriveremo a percepire la realtà per come è, attraverso gli occhi del Cuore, quindi ci accorgeremo che quell’aspetto di noi non ha mai rappresentato qualcosa di negativo.L’accettazione senza condizioni coincide con la trasmutazione del difetto in qualcosa di superiore, una qualità dell’anima. Capiremo allora che il difetto era solo una qualità in embrione. Una stessa caratteristica vista con lo sguardo della personalità sembra un difetto, ma se è vista con la sguardo dell’anima appare per ciò che è: una qualità.

L’aggressività diventa impeto guerriero, gelosia e possesso si trasmuta nella capacità di amare incondizionatamente, la paura scompare e lascia il posto alla saggia prudenza, il servilismo lascia il posto alla devozione, l’invidia lascia il posto all’ammirazione per la qualità dell’altro, la rigidità lascia il posto alla fermezza nel prendere decisioni o nel difendere un principio, etc..

Inutile dunque scappare dalla malattia, dal problema psicologico, dal parente che non sopportiamo, dal lavoro che non ci soddisfa, dal partner che non ci capisce…perché se il problema è dentro di noi, ci si presenterà la stessa malattia o una piu’ grave di prima..[..]..
Tutto quanto faremo sarà perfetto, se lo faremo con la consapevolezza cristallina che i demoni non possono venire scacciati, ma devono essere accettati e trasmutati in angeli.

-tratto dal libro: La Porta del Mago


http://esoterikarma.com/giudizio-s-brizzi

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Sai, molte persone ...


Sai, molte persone,
sono molto stanche. Sono stanche.
Se siete stanchi fisicamente, è una buona stanchezza,
viene vissuta come una dolce spossatezza.
Il tuo corpo ne ha bisogno-benissimo.
Ma molti sono perlopiù psicologicamente, mentalmente
ed emotivamente esausti.
Quello proviene dal troppo pensare,
dal troppo essere una persona.
Ognuno soffre del veleno-persona.
Troppa persona. Sei troppo personale nella vita.
E' così che si diventa stanchi.,
Guardate questo corpo.
Hanno detto che questo corpo ha cose di tutti i tipi,
forse non dovrebbe nemmeno essere qui in questo momento.
Ma qualche potere si muove in esso,
ed è così che il corpo non si stanca?
Perché?
Perché:
Tutto è per il Satsang.
Tutto è per la Verità.
Tutto è per Amore.
Tutto è per voi, in realtà.
Tutto è per Dio.


~ Mooji, Monte Sahaja 2016http://divinetools-raja.blogspot.it La Via del Ritorno... a Casa

martedì 12 luglio 2016

L'amore è un nutrimento per l'anima

Puoi commentare queste bellissime parole di Buddha:
“Ama te stesso e osserva – oggi, domani e sempre"


“Ama te stesso”…

L'amore è un nutrimento per l'anima. Quello che il cibo è per il corpo, l'amore è per l'anima. Senza cibo il corpo diventa debole, senza amore l'anima diventa debole. Gli stati, le chiese, gli interessi costituiti non hanno mai voluto che la gente avesse anime forti, perché una persona che ha energia spirituale è necessariamente un ribelle.

L'amore ti rende ribelle, rivoluzionario. L'amore ti dà ali per volare in alto. L'amore ti dà la capacità di vedere all'interno delle cose, in modo che nessuno possa ingannarti, sfruttarti e opprimerti. I preti e i politici sopravvivono solo grazie al tuo sangue - sopravvivono solo grazie allo sfruttamento. Sono parassiti, tutti, preti e politici.

Per farti diventare debole spiritualmente, hanno scoperto un metodo sicuro, garantito al cento per cento, e cioè quello di insegnarti a non amare te stesso - perché una persona che non si ama non può neanche amare qualcun altro. È un insegnamento di grande sottigliezza. Dicono di amare gli altri, perché sanno che se non ami te stesso, non puoi amare affatto. Dicono: Ama gli altri, ama l'umanità, ama Dio, ama tua moglie o tuo marito, i tuoi bambini e i tuoi genitori, ma non amare te stesso, perché amare se stessi è, secondo loro, egoismo.

Condannano l'amore di sé più di qualsiasi altra cosa - e sono riusciti a far apparire i loro insegnamenti del tutto logici. Dicono: Se ti ami diventerai un egoista, se ti ami diventerai un narcisista. Ma non è affatto vero. Un uomo che si ama, scopre di non avere un ego. È nell'amare gli altri senza amare se stessi, nel tentativo di amare gli altri, che l'ego nasce.

L'amore non conosce il dovere. Il dovere è un peso, una formalità. L'amore è gioia, condivisione; l'amore è informale. Chi ama sente di non aver fatto mai abbastanza; chi ama sente sempre che avrebbe potuto fare di più. Non pensa: "L'altro ora mi deve qualcosa". Al contrario, pensa: "Il mio amore è stato accettato, e ora sono in debito. Ho un debito con l'altro, perché ha accettato il mio dono, invece di rifiutarlo". L'uomo legato al dovere pensa: "Sono straordinario, spirituale, il più grande. Guarda come servo gli altri!".

Un uomo che ama se stesso avrà anche rispetto per se stesso, e un uomo che si ama e si rispetta rispetterà anche gli altri perché sa: "Come sono io, sono anche gli altri. Come a me piacciono il rispetto, l'amore, la dignità, così piacciono anche gli altri". Diventa cosciente del fatto che non siamo diversi; per quanto riguarda le cose fondamentali della vita, siamo una cosa sola. Siamo soggetti alla stessa legge: Es dhammo sanantano

L'uomo che ama se stesso ricava tanta gioia da questo amore, diventa così estatico che l'amore inizia a traboccare, e raggiunge anche gli altri. Deve raggiungerli! Se vivi l'amore, devi condividerlo. Non puoi continuare ad amare te stesso per sempre, perché una cosa ti diventerà chiarissima: se amare una persona, te stesso, è una tale estasi, è così bello, quanta più estasi avrai a disposizione se condividi questo amore con tante altre persone!

A poco a poco le onde si allargano sempre di più. Ami altre persone; poi ami gli animali, gli uccelli, gli alberi, le rocce. Puoi colmare con il tuo amore tutto l'universo. Un'unica persona può colmare d'amore l'universo, proprio come un sassolino può colmare tutto il lago di increspature, un semplice ciottolo.


L'uomo deve diventare un dio. In caso contrario non ci sarà alcuna realizzazione, alcun soddisfacimento. Ma come puoi diventare un dio? I preti ti dicono che sei un peccatore. Ti dicono che sei condannato, che andrai sicuramente all'inferno. E fanno in modo che tu abbia paura di amare te stesso.

Ecco perché la gente è così brava a trovare cosa c'è che non va. Trovano cosa c'è che non va in loro, e poi come possono evitare di trovare difetti negli altri? In effetti, non solo li troveranno ma li renderanno anche più grandi, più grandi possibile. Questo sembra esser l'unico modo di salvarsi; per salvare la faccia, devi farlo per forza. Ecco perché si critica tanto e c'è così poco amore.

Questo è uno dei sutra più profondi di Buddha, e solo una persona illuminata può darti una tale intuizione.

Una persona che ama se stessa può facilmente diventare meditativa, perché la meditazione vuol dire proprio essere con se stessi.

Se ti odi – che è proprio ciò che fai tu, ciò che ti hanno detto di fare, e che tu hai eseguito religiosamente – se ti odi, come puoi stare con te stesso? La meditazione non è altro che il godersi la propria splendida solitudine e celebrare se stessi. È esattamente questo. La meditazione non è un rapporto, l'altro non è affatto necessario: basti a te stesso. Sei immerso nella tua gloria, nella tua luce. Gioisci perché sei vivo, perché sei.

Il miracolo più grande del mondo è che tu sei e che io sono. Essere è il miracolo più grande, e la meditazione apre le porte a questo grande miracolo. Ma solo un uomo che ama se stesso è in grado di meditare; altrimenti non fai altro che cercare di sfuggire a te stesso, di evitarti. Chi è che vuole guardare una brutta faccia, e chi vuole penetrare in un essere così brutto? Chi è che vuole andare in profondità nel proprio fango, nella propria oscurità? Chi vuole andare dentro l'inferno che pensa di essere? Vuoi tenere tutto questo nascosto con fiori bellissimi, e vuoi sempre sfuggire a te stesso.

È per questo che le persone cercano sempre compagnia. Non possono rimanere con se stessi, vogliono stare con gli altri. La gente cerca compagnia, di qualsiasi genere; pur di evitare se stessi va bene qualsiasi cosa. Andranno a sedersi al cinema per tre ore per vedere una cosa assolutamente idiota. O leggeranno un giallo per ore, sprecando il loro tempo. Leggeranno più volte lo stesso giornale, solo per tenersi occupati. Giocheranno a carte o a scacchi per ammazzare il tempo... come se ne avessero tanto!

L'amore inizia con te stesso, e poi si diffonde e si allarga, e lo fa per suo conto, non hai bisogno di diffonderlo tu.

"Ama te stesso" dice Buddha. E poi aggiunge subito: "...e osserva". Questa è meditazione, questo è il nome che Buddha dà alla meditazione. Ma il primo requisito è di amare te stesso, e solo dopo puoi osservare. Se non ti ami e inizi a osservare, potrebbe venirti voglia di suicidarti.

Molti buddhisti vorrebbero suicidarsi perché non fanno attenzione alla prima parte del sutra e saltano subito alla seconda parte: osserva te stesso. In realtà, non ho mai visto nemmeno un commento al Dhammapada, i sutra di Buddha, che abbia prestato attenzione alla prima parte: Ama te stesso.

Socrate dice: Conosci te stesso. Buddha dice: Ama te stesso. E Buddha è quello che ha più ragione perché se non ti ami, non potrai mai conoscerti – conoscersi arriva dopo, quando l'amore ha preparato il terreno. L'amore è una possibilità di conoscere se stessi, è il modo giusto per conoscersi.

Amati e osserva: oggi, domani e sempre.

Crea intorno a te un'energia d'amore. Ama il tuo corpo e ama la tua mente. Ama tutto il meccanismo, tutto l'organismo. Quando dico amalo, intendo: accettalo com'è, non cercare di reprimerlo. Reprimiamo solo quando odiamo qualcosa, reprimiamo solo quando siamo contrari. Non reprimere, perché se reprimi, come potrai osservare? Non possiamo guardare il nemico negli occhi; possiamo solo guardare negli occhi dell'amato. Se non sei l'amante di te stesso non potrai guardare nei tuoi occhi, nel tuo volto, nella tua realtà.

Osservare è meditazione, è il nome di Buddha per la meditazione. Osserva è la parola d'ordine di Buddha. Egli afferma: Sii consapevole, vigile, non essere inconsapevole. Non comportarti come chi sta dormendo. Non funzionare come una macchina, un robot. La gente funziona proprio così.

Osserva, semplicemente osserva. Buddha non dice cosa devi osservare: è tutto! Quando cammini, osserva il camminare. Quando mangi, osserva il mangiare. Facendoti la doccia, osserva l'acqua, l'acqua fredda che cade su di te, il brivido che ti corre lungo la schiena, osserva tutto... 'oggi, domani e sempre'.

Alla fine arriva il momento in cui puoi osservare persino il sonno. Questo è il livello supremo dell'osservare. Il corpo si addormenta, ma l'osservatore è ancora sveglio e guarda silenziosamente il corpo profondamente addormentato. Questo è il culmine dell'osservare. Ora come ora è vero proprio l'opposto: il corpo è sveglio, ma tu dormi. Allora sarai sveglio e il tuo corpo dormirà. Il corpo ha bisogno di riposo, ma la tua consapevolezza non ha bisogno di dormire. La tua consapevolezza è cosciente; è l'essenza stessa dell'essere vigili, quella è la sua vera natura.

Quando la tua capacità di osservare cresce, è come se mettessi le ali, e allora il cielo ti appartiene per intero. L'uomo è l'incontro di terra e cielo, di corpo e anima.
 
The Way of the Buddha: The Dhammapada

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domenica 10 luglio 2016

QUALCHE CONSIGLIO DI VADIM

Non vantatevi mai e in nessuna occasione di nulla, nemmeno di quello che avete giustamente meritato e tantomeno di quello che non avete ancora raggiunto. è controproducente, perché le forze equilibratrici in questo caso agiranno sempre contro di voi. Sentitevi come a casa vostra, ma non dimenticate che siete ospiti.

Bisogna rapportarsi alla vita con più semplicità. Non trascurare, ma nemmeno abbellire; pensare di meno a come sono le persone, se buone o cattive, e accettare il mondo così com’è, nelle sue ordinarie manifestazioni. [...]

Accettatevi così come siete. Permettetevi il lusso di essere voi stessi. Non esaltate e non sminuite i vostri meriti e i vostri difetti. Aspirate a raggiungere una tranquillità interiore: non siete né importanti, né insignificanti.

Non permettetevi mai di disprezzare le altre persone per alcun motivo. è il tipo di condanna più pericoloso giacché, a seguito dell’azione delle forze equlibratrici, potreste ritrovarvi al posto di coloro che disprezzate. Per le forze questo è il modo più diretto e semplice di ristabilire l’armonia perduta.


D’altro canto, sarà opportuno evitare qualsivoglia pensiero, seppur minimo, sulla vostra capacità di controllare il mondo circostante. [...] 


Vadim Zeland


articolo completo
http://faregruppo.blogspot.it/2016/07/estratto-dal-capitolo-iv-lequilibrio.html



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venerdì 8 luglio 2016

VIVONO IN MEZZO A NOI...



Vivono in mezzo a noi, le anime antiche, già incarnate moltissime volte. Come riconoscersi nei loro tratti? Come riconoscere queste persone in mezzo alla folla?
Come ci si sente, tornano ancora e ancora, aumentando il proprio bagaglio, ed iniziando, tuttavia, sempre daccapo, da un foglio bianco?
Ci sono diversi modi per capirlo (l'ipnosi regressiva, stati di trance, meditazioni). Ma esistono anche delle caratteristiche universali.


Come sono coloro che hanno dietro alle spalle una fila delle precedenti incarnazioni?

- hanno bisogno della solitudine, dell'isolamento.- Per queste persone la solitudine è uno stato naturale. In genere, non hanno bisogno di nessuno, non necessitano dell'approvazione o della riconoscenza dei loro meriti: sanno lo stesso chi sono e cosa valgono. Non sono delle eremiti. Non scappano dalle compagnie, ma preferirebbero passare il tempo osservando la natura, leggendo o dialogando con un buon amico.

- hanno il bisogno di crescere e di studiare, vogliono avere le nuove conoscenze. Non hanno paura di cambiare, e di trasformarsi, lasciano con leggerezza ciò che hanno ottenuto per quello che vedono davanti. Questa vita sembra stramba a coloro che amano la stabilità e i confort.

- non sono attaccati alla sicurezza. Hanno i gusti e le vedute alternative, le opinioni proprie su molte cose. I media per loro non apportano nulla di valido (tranne rare eccezioni). Non amano la TV, la radio.

- sanno "leggere" le persone. A volte già da bambini esprimono una saggezza e una comprensione straordinarie. E' come se avessero un "software" dentro che permettere loro di scaricare l'informazione che riguarda le altre anime. Questo succede perché nel corso della lunga storia delle loro precedenti incarnazioni avevano già interagito com migliaia di persone. Conoscono il comportamento, la psicologia e gli archetipi umani; non trovano nulla di nuovo. Sentono le persone intuitivamente.

- le persone sono attirate da loro, chiedono consigli, e loro sono in grado di darli. Imparano velocemente e bene le lezioni della vita e imparano velocemente in generale: ciò che normalmente richiede 10 anni di studio, loro lo possono imparare in un anno: le loro anime lo conoscono già.

- spesso si sentono fuori dalla società, a partire dalla scuola... anche in famiglia. Ma stanno bene insieme ai loro simili. Cercano di comportarsi "bene" per inserirsi ed abituarsi, diventando come tutti, ma è come se un leone facesse finta di essere una pecora.

- Se vi siete riconosciuti almeno in una delle caratteristiche, se vi sentire "vecchi" malgrado l'età, potete starne certi: non è la prima volta che siete sulla Terra. Non permettete a nessuno di dirvi che dovete cambiare per corrispondere alle attese della società.

L'UNIVERSO NON HA BISOGNO DELLE COPIE E DEI CLONI, HA BISOGNO DI ANIME VIVE.
L'unico senso della vita di un uomo è il perfezionamento della sua matrice immortale; tutte le altre forme dell'attività non hanno senso.

Advanced Mind Institute Italia FB

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Sii amichevole con le tue emozioni

L’unico problema con la tristezza, la disperazione, la rabbia, l’ansia e l’infelicità, è che vuoi sbarazzartene. Questo è l’unico ostacolo.
Sarebbe appropriato vivere con queste emozioni; sfuggire non è possibile.
Esse sono le componenti della situazione in cui la vita può crescere e diventare integrata.
Sono le sfide della vita. Accettale.
Sono benedizioni sotto mentite spoglie.
Se vuoi sfuggirle, se vuoi in qualche modo sbarazzartene, allora nasce il problema, perché quando vuoi liberarti di qualcosa non la guardi mai in modo diretto; a quel punto quella cosa cercherà di nascondersi, perché tu la condanni.

Andrà più in profondità nell’inconscio, si nasconderà negli angoli più oscuri del tuo essere dove non riuscirai più a trovarla.
Si sposterà nella cantina del tuo essere, e lì si nasconderà.
Ma, naturalmente, più va in profondità e più problemi provoca, perché si mette ad operare da angoli sconosciuti del tuo essere e tu ti ritrovi completamente impotente.

Quindi la prima cosa è:
non reprimere mai.

La prima cosa è:
ciò che è, è. Accetta e lascia che accada; lascia che appaia proprio davanti a te.
In realtà, il solo affermare: “Non reprimere”, non è sufficiente.
Se me lo permetti, vorrei dire: “Fattela amica”.
Ti senti triste? Fai amicizia con questa sensazione. Abbi compassione. Anche la tristezza ha un suo essere. Lascialo apparire, abbraccialo; siedi insieme ad esso, e tienilo per mano. Sii amichevole. Amalo. La tristezza è bellissima! Non c’è nulla di sbagliato in essa.
Chi ti ha detto che c’è qualcosa di sbagliato nell’essere tristi?
La tristezza può solo darti profondità.

La risata è superficiale, la felicità è solo a fior di pelle.

La tristezza arriva fino alle ossa, al midollo. Nulla va così in profondità come la tristezza. Quindi non preoccuparti.
Resta con l’emozione, ed essa ti condurrà fino al tuo nucleo più profondo.
Viaggerai su quest’onda e sarai in grado di apprendere alcune cose nuove sul tuo essere, cose che non avevi mai saputo prima.
Quelle cose possono esserti rivelate solo in uno stato di tristezza, non in uno di gioia.

L’oscurità è anch’essa positiva, l’oscurità è anch’essa divina.
Una persona che riesce essere paziente con la sua tristezza, all’improvviso una mattina scoprirà che la felicità sta sorgendo nel suo cuore da qualche fonte nascosta.
Quella fonte nascosta è l’esistenza.

Ti sei guadagnato la felicità se sei stato autenticamente triste; se sei stato autenticamente disperato, infelice, ti sei guadagnato il paradiso.
Ne hai pagato il prezzo.
Affronta la vita, confrontala.

Ci saranno momenti difficili, ma un giorno vedrai che quei momenti difficili ti hanno dato forza, proprio perché li hai affrontati.
Erano necessari.
Mentre li stai attraversando sono difficili, ma dopo vedrai che ti hanno reso più integrato.

Senza quei momenti non avresti mai trovato il tuo centro, le tue basi.

Fa’ che esprimere sia una delle azioni fondamentali della tua vita.
Se devi soffrire per questo, soffri pure,
ma non sarai mai un perdente.!!
Quella sofferenza ti renderà sempre più capace di goderti la vita, di celebrare la tua vita.

Osho
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mercoledì 6 luglio 2016

MI SENTO STRANIERO


mi sento straniero in questo mondo... per me il Natale non ha nessun senso
lo guardo con distacco come si guarda il festeggiamento di qualche tribu' persa nell amazzonia..


mi sento straniero in questo mondo... non vado mai al cimitero a visitare delle tombe...contatto direttamente cuore a cuore chi mi è caro

mi sento straniero in questo mondo... non credo nel contagio nè nei virus malvagi

mi sento straniero in questo mondo... non cerco nessuno quando sono triste o depresso, cerco me stesso

mi sento straniero in questo mondo... non ho fiducia nei medici nè nelle strutture ospedaliere
non credo nella medicina ufficiale... non seguo la massa

mi sento straniero in questo mondo... non guardo le partite di calcio e non lo seguo

mi sento straniero in questo mondo... non credo ai preti ne' nel papa.. non vado in chiesa a pregare cerco il contatto con il Divino direttamente non ho bisogno di intermediari

mi sento straniero in questo mondo... non credo nel matrimonio , le persone non dovrebbero stare insieme per contratto

mi sento straniero in questo mondo... non credo alle relazioni basate sul bisogno, ma credo nell''amore

mi sento straniero in questo mondo... non credo alla TV alla radio ai giornali ai politicanti, non credo alle chiacchere da bar ne' alle maldicenze  o alle belle parole

mi sento straniero in questo mondo... non credo nella morte cio' che sono esiste da sempre e per sempre

mi sento straniero in questo mondo... non credo ai pensieri della mente , credo solo al silenzio interiore

Ivano V Antar Raja

http://altrarealta.blogspot.it/2014/12/mi-sento-straniero.html








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martedì 5 luglio 2016

A CENA CON GURDJIEFF

Gurdjieff era solito offrire cibi strani che non avreste mai mangiato. Che avrebbero disturbato lo stomaco, creato disagio.
Quando viaggiava si portava dietro un camion di cibi strani. E i suoi discepoli avevano paura perché li costringeva a mangiare così tanto da diventare una tortura. Dalle 8 di sera a mezzanotte, 4 ore erano dedicate al cibo e lui era sempre presente. Continuava a insistere, a incitarli. E nessuno poteva dire no. Li costringeva a bere una tale quantità di alcool che normalmente li avrebbe resi inconsci, ma lui continuava. Voleva creare disagio interiore e poi diceva: “Lasciate che il disagio sia. Ricordate! Siate svegli!” Continuava a versare da bere e diceva: “Ricordate! Ricordate! Siate svegli!”.
Gurdjieff voleva immediatamente conoscere l’inconscio, perché il vero lavoro va fatto lì. Non perdeva tempo con la mente conscia. Quella era una maschera.
Se arrivava un discepolo che aveva l’abitudine di mangiare poco Gurdjieff gli dava tanto da mangiare e se arrivava un discepolo che aveva l’abitudine di mangiare troppo lui lo metteva a digiuno.
Lui distorce i vostri vecchi schemi, perché quando gli schemi vengono disturbati la vostra realtà viene a galla. E’ come cambiare marcia, quando passate da una marcia all’altra per un attimo siete in folle, nel mezzo, neutrale.
Se un giainista, che non ha mai mangiato carne in vita sua andrà da Gurdjieff, lui lo costringerà a mangiare carne. Questo significa distruggere la sua intera personalità. Per 50 anni non ha mai mangiato, né toccato, forse nemmeno visto, carne. Ora tutta la sua personalità si rivolterà Avrà la nausea. La sola idea gli metterà la nausea. Se una persona è costretta a mangiare carne, immaginate in che subbuglio si troverà. Sarà sottosopra, sarà la distruzione di tutti i suoi modelli di comportamento. Vomiterà, si ammalerà, avrà forse la febbre, avrà degli incubi, ma questo distruggerà tutti i comportamenti appresi e tornerà a essere come un bambino. E da lì il lavoro può iniziare.
E se una persona è abituata a mangiare carne e a bere, Gurdjieff lo metterà a dieta vegetariana. E gli dirà di non bere, lo costringerà a essere il più “santo” possibile.
La tecnica è la stessa, disturbare il passato, mettere le cose sottosopra in modo che la facciata non funzioni più e la maschera possa essere tolta e la realtà possa essere vista.
Attraverso questi disagi si crea una cristallizzazione interiore. Ti integri, diventi “uno”. E per questa unità, questa integrazione alchemica gli alchimisti usano la parola “oro”. Il metallo più vile è stato trasformato in uno più prezioso. Ora sei oro.


GURDJIEFF - RARE
vedi anche
http://divinetools-raja.blogspot.it/2012/04/george-ivanovich-gurdjieff.html



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L’amicizia tossica: ecco i campanelli d’allarme

Mi chiedo se, un amico falso sia mai stato veramente un amico. La falsità degli amici è tagliente come un’arma e fa male, troppo male. (Stephen Littleword)

L’onestà, la lealtà, la fiducia, l’impegno reciproco, il rispetto per la diversità e individualità, l’altruismo… sono i pilastri dell’ amicizia. Ma spesso accade che siamo bloccati per anni, più o meno consapevolmente, in relazioni tossiche. Le persone tossiche sono quelle che assorbono l’energia degli altri e li contagiano con la loro negatività. La tossicità si nutre di silenzi, di insicurezze, di mancanza di considerazione. Si manifesta in un’infinità di modi, alcuni banali, altri molto seri.



Ma cosa induce un’amicizia che procedeva bene a diventare di punto in bianco tossica?
Innanzitutto è bene ribadire che l’amicizia si costruisce in due e definirla vuol dire definire il legame, non le persone che la vivono. Ad avere natura tossica non è l’individuo, bensì il rapporto, che rimane legato a pattern comportamentali diventati abitudini. Le abitudini sono per forza di cose tenaci, perché tendono a divenire inconsce.
Chi è l’amica o l’amico tossico?

Una persona tossica è un sabotatore spesso a sua insaputa. E’ così preoccupato per sè che si dimentica di voi. Non è difficile da individuare tra la vostra cerchia di amicizie perché l’amica o l’amico tossico ha la tendenza a lamentarsi, incolpare, giudicare e criticare. Vuole gestire i vostri problemi come invece non dovrebbe.
Amicizia tossica, campanelli d’allarme

Ecco i sintomi che vi aiutano a capire che state vivendo una relazione tossica.

Questa amicizia è affidabile?
Mi sento accettata/o per quello che sono?
Mi critica sempre?
Mi giudica sempre?
Quando esco sono entusiasta o svuotata/o e annoiata/o?
E’ un’amicizia di convenienza?
E’ davvero felice per i miei successi?
Condivide il mio valore, la mia integrità o sono costantemente alla ricerca della sua approvazione?
Mi telefona parlando solo dei suoi problemi?
Se mi capita qualcosa di bello lo sminuisce?
Quando siamo insieme parla solo di se stessa?
Amicizia tossica, cosa potete fare?
Non rispondete al cellulare
Se lo fate tagliate corto
Provate a chiamare voi e vedete se vi ascolta e che consigli dà quando avete un problema


Non dite sempre “sì” ai suoi inviti
Se vi chiede consigli dite: “Fai come vuoi”, oppure: “Non so, non mi sono mai trovata in questa situazione”

L’accettazione totale è il primo passo verso l’emancipazione e non deve essere confusa con la sedimentazione, pertanto, non permettete a questa persona di trasformarvi nel suo zerbino. Iniziate a essere più cauti e chieditevi se siete disposti a tollerare ancora questa persona nella vostra vita. Piano piano iniziate ad allontanarvi e impiegate il vostro tempo per amare voi stessi…..evidentemente vi occorre una buona dose di autostima.

http://psicoadvisor.com/lamicizia-tossica-ecco-i-campanelli-dallarme-838.html

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domenica 3 luglio 2016

IL PROBLEMA DEL LATO OSCURO

Ci sono persone che hanno dentro di se' un grande dolore , lacerante un dolore inespresso un dolore negato ,  questo dolore viene continuamente represso e mille sono i modi per reprimerlo, uscire con gli amici andare al cinema guardare la televisione usare i social media cercare una fidanzata vivere in coppia, lavorare dedicarsi agli altri, andare in chiesa ect ect
hai bisogno di restare solo guardare il mostro negli occhi e abbracciarlo dicendogli:
"ti amo completamente e profondamente,  scusami, mi dispiace se non ti ho amato prima di adesso ti prego perdonami grazie ti amo"


il problema nasce quando, tutto questo accumulo di dolore cerca una strada per uscire

in ognuno di noi ci sono diverse personalità', le diverse parti di noi vanno integrate accettate, ma tu vuoi essere buono bravo vuoi essere apprezzato amato e rispettato perché solo così' il tuo ego é nutrito, le diverse personalità' devono uscite alla luce la follia deve essere espressa, ma in modo consapevole solo così' si può' raggiungere la sanità' mentale e l'integrita'



Il lato oscuro ha bisogno di affetto e di amore,  il problema del lato oscuro é che non viene accettato amato ma é represso nascosto, compresso e prima o poi scoppia in maniere incontrollata e inconsapevole ed  é così' che nascono i mostri

Antar Raja

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sabato 2 luglio 2016

Osho - Sei in carcere e pensi di essere liberi


Osho - Sei in carcere e pensi di essere liberi

Osho: Sei in prigione e credi di essere liberoIo ti parlo e sono pienamente consapevole della fonte di queste parole.Esse provengono dal mio vuoto. Non c'è altro posto dal quale provengano.Il vuoto non è il nulla. Il vuoto è tutto.E riconoscere il vuoto come tutto, come un'esperienza, è l'unico modo per trovare la tua comunione con l'Universo.Osho«George Gurdjeff ha detto:"Tu sei in prigione.Se vuoi uscire di prigione,la prima cosa che devi fareè renderti conto che sei in prigione.Se pensi di essere libero, non puoi evadere".Quali sono le prigioni che io chiamo "casa"?»Ramaprem,George Gurdjieffè uno dei piùimportanti maestri di questa epoca.È unico per molti versi:nessuno ha detto cose,nel mondo contemporaneo,nel modo in cui le ha dette Gurdjieff.È in praticaun altro Bodhidharma,o uno Chuang Tzu:apparentemente assurdo,ma in realtàforiero di grandi indicazioniper la liberazione della consapevolezza umana.Mi chiedi di una delle sueaffermazioni più valide.Lui diceva spesso:"Tu sei in prigione".



A volte era ancora piùr adicato nella realtà,e anziché dire: "Sei in prigione",diceva: "Tu sei la prigione".Questo è ancora più vero.Se vuoi uscire di prigione --o meglio,se non vuoi essere una prigione --la prima cosa che devi fare è renderti conto che sei in prigione... oche tu sei la prigione.Questo è qualcosa da ricordare sempre come il primo principio per ogni ricercatore della verità.La tendenza della mente umana è quella di rinnegare le cose brutte,di nascondere le cose che non vuolesi sappiano;di nasconderle in modo tale,così in profondità nell'inconscio,che persino la mente stessa  ne diventa inconsapevole.In questo modosi conservala propria personalitàsuperficiale.Gurdjieff raccontava una storia in merito...C'era un mago che viveva nel fitto della foresta,e aveva molte pecore,dato che erano il suo unico cibo.Nel fitto della foresta egli pascolava le sue pecoresolo per ucciderne una ogni giorno,una dopo l'altra.Ovviamente, le pecore avevano molta paura dell'uomo,e cercavano di scappare nella forestatemendoche ogni giorno potesse toccare a loro!