Io ho la verità in tasca

“Nessuno ha la verità in tasca” rappresenta il mantra recitato oggi dall'intellettuale medio-cre, quello, per intenderci, a cui la natura ha risparmiato la maledizione dell'intelligenza! Tale genere d'individuo non manca quasi mai di aggiungere che il dubbio rende l'uomo intelligente... e che solo gli stupidi sono sicuri delle loro verità... e così via...

Insomma, una glorificazione dell'incompletezza e dell'inettitudine.

D'altronde quale altra possibilità ha – per non sentire l'angoscia del vuoto – una civiltà ignorante di tutto ciò che appartiene alla profondità umana, se non rendere l'ignoranza stessa un pregio e una caratteristica di cui vantarsi in società?

Non mi stupisco di ascoltare altri relatori nel campo del miglioramento personale, se non addirittura della spiritualità, affermare tutti invariabilmente di non “avere la verità in tasca”, per poi ammiccare compiaciuti e compiacenti verso il pubblico, il quale di buon grado muove meccanicamente su e giù la testa per indicare che approva.

(già, perché se nemmeno il relatore ha la verità in tasca, allora io, che sono seduto tra il pubblico e ho l'agilità mentale d'un comodino, sono pienamente giustificato nella mia ignoranza)

Riguardo argomenti come anima, origine dell'universo, coscienza, vita dopo la morte, immortalità … fanno tutti riferimento a testi più vecchi di loro e personaggi al di sopra di loro. E il valore d'un relatore è stabilito in base a quante “fonti certe” è in grado di citare, non in base a quanto davvero ha compreso in profondità e conosce intuitivamente ciò di cui parla.

“Noi non sappiamo se c'è vita dopo la morte o cosa è l'anima... ma così viene riportato su … così è stato detto da ...”.

Nessuno che sia capace di sopportare e supportare la sua verità.

Se si parte dal presupposto che nessuno può avere accesso a verità certe circa il mondo dello spirito, quando qualcuno sostiene che l’uomo è un’anima immortale e qualcun altro ribatte che l’uomo è solo una scimmia con la testa grossa... a entrambe le affermazioni può essere riconosciuta pari dignità!

Democratizzare la verità – ciò che Gesù pensa circa il significato della vita ha lo stesso valore di ciò che ne pensa Bruno Vespa – significa in definitiva assenza di verità e, soprattutto, assenza di punti di riferimento certi.

La conseguenza è che vince sempre il punto di vista della maggioranza, anche quando questa ha fottutamente torto e manifesta una cecità patologica.

Signori... eccovi servito il relativismo!

Invece io ho la verità in tasca e lo dico... perché qualcuno deve pur farsi avanti e dirlo, fregandosene delle critiche!

Io SO cosa è l'anima e SO perché siamo vivi e ce ne andiamo in giro su questo pianeta in particolare. Io SO cosa è la coscienza e cosa succede dopo la morte e SO cosa stanno combinando gli abitanti di Venere (sì... perché è un pianeta abitato). SO queste cose nel senso che le conosco sul piano intuitivo, non nel senso che possiedo determinate informazioni. E poiché mi muovo a partire da verità certe, sono in grado di discernere, fra mille autori presenti sul mercato, chi di loro sta affermando una verità e chi no.

La sicurezza interiore traspare dalle mie parole e spesso incute timore.

“Come fa a parlare con questa sicurezza di anima, di piani sottili e di vita nell'aldilà? Cosa ne sa lui?”. Io vivo come ospite del mio corpo e la mia immortalità mi accompagna ogni momento, ma nell'epoca del relativismo la sicurezza circa la verità non può essere tollerata, in quanto è un dito costantemente puntato contro l'ignoranza collettiva. Il concetto stesso di “certezza” viene ripudiato dalle scuole e dalle università.

Per chiunque sostenga d'aver sperimentato dentro di sé una verità... è già pronta la gogna; se poi qualcuno dovesse addirittura abbandonarsi alla tentazione di dichiarare: “Io sono la Via, la Verità, la Vita”... allora chiodi e tavole di legno serviranno a eliminare questa scomoda anomalìa dal pianeta!

Il cardio-apatico cittadino medio non ammetterà mai di essere incapace di giungere a una verità che non solo esiste, ma è pure a disposizione di chiunque si dia la pena di cercarla. Incredibilmente, risulta per lui molto meno imbarazzante affermare che NESSUNO sul pianeta è in grado di realizzare un traguardo che in realtà LUI non è in grado di realizzare; e ciò gli fornisce il giusto torpore intellettuale indispensabile a intrattenere corretti rapporti sociali con terricoli della sua risma.


Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)

http://divinetools-raja.blogspot.it/ La Via del Ritorno... a Casa


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