Per poter rinascere è necessaria una distruzione totale

I ragazzini che si avventano coi coltelli sui loro coetanei, le ragazze che arrotondano la paghetta prostituendosi, i giovani che ricorrono alle droghe, i genitori e le scuole che non sono più in grado di riportarli sulla retta via, i dipendenti statali che perpetrano ingiustizie senza batter ciglio, gli individui che per avidità diventano sempre più grassi e non riescono più a camminare… Nonostante i progressi della civilizzazione, assistiamo a un decadimento della cultura e delle usanze, e le anime degli uomini si inselvatichiscono. Inoltre, quasi nessuno pensa al fatto che stiamo inquinando il mondo in cui viviamo con la diossina, le piogge acide e le sostanze nocive per l’ambiente che agiscono sull’organismo come ormoni.

    Come un’auto dai freni rotti, l’uomo sembra essere solo capace di collezionare un peccato dietro l’altro. Ho la sensazione che ormai sia talmente inguaiato che si sveglierà solo quando si troverà faccia a faccia con la catastrofe della grande purificazione e sarà chiamato a giudizio.

    I peccati degli esseri umani non hanno forse già superato il punto critico? Non sono di certo l’unico a pensarlo, ci sono sicuramente molte altre persone che sentono che così non va o non può andare avanti, indipendentemente dal fatto che credano o meno che ci si stia avviando alla catastrofe.

    Per questo sono giunto alla conclusione che la probabilità di grandi disordini è pari al novantanove percento, anzi al cento percento. All’inizio mi rifiutavo di credere all’attendibilità delle profezie relative alla fine del mondo, che mi ricordavano il grido “al lupo, al lupo” del pastorello che, dopo aver dato più volte un falso allarme, non veniva più ascoltato da nessuno. La storia, però, continua con l’effettivo arrivo del lupo che divora il pastorello, alle cui grida nessuno più reagisce.





    Tuttavia, non è la distruzione della Terra, e neppure la fine del genere umano. Può darsi che il Walhalla, il palazzo degli dèi, scompaia fra le fiamme come nell’opera di Wagner, senza che però ci sia un “crepuscolo degli dèi” definitivo.

Ci sarà una grande purificazione, un giudizio, e per questo si verificheranno molte catastrofi naturali di dimensioni gigantesche; gli esseri umani saranno sottoposti a un rituale di purificazione e, dopo che avranno pagato il fio, la Terra sarà ripulita, l’umanità sarà rinnovata e avremo un mondo di vera pace.

    Per questa risurrezione è necessaria una catastrofe. Per rinascere occorre la distruzione, la catastrofe fa parte del processo verso la rinascita. È la cosiddetta “venuta della distruzione per poter ricostruire”.

    Dopo i grandi spostamenti della crosta terrestre e le catastrofi naturali, la Terra si stabilizzerà di nuovo e tornerà la calma. Le fiamme si placheranno, l’alta marea si ritirerà e il mare sarà di nuovo placido. La luce solare e l’atmosfera si rischiareranno, l’erba e gli alberi saranno di un verde splendente e gli uccelli riprenderanno a cinguettare. Il male e la sporcizia verranno spazzati via e la Terra rinascerà. Anche gli esseri umani condurranno una nuova vita.

    A quel punto il numero degli abitanti della Terra si sarà ridotto – secondo le rivelazioni di Giovanni della metà, ma forse ancora di più. Le catastrofi produrranno una selezione degli esseri umani, le cui anime verranno purificate. Significa che sopravvivranno solo gli individui necessari per la risurrezione del mondo.

    Durante il processo della catastrofe determinate persone perderanno la vita, altre resteranno ferite o contrarranno malattie mortali, altre ancora moriranno di fame o comunque dovranno affrontare difficoltà di vario tipo, poiché così espieranno i loro peccati e le loro anime potranno essere purificate. Coloro che passeranno attraverso questo processo di purificazione sopravvivranno e costruiranno il nuovo mondo.

    Ad alcuni queste mie parole ricorderanno forse il concetto di “popolo eletto” e l’episodio dell’arca di Noè. Non si tratta, però, della stessa cosa: la nostra sopravvivenza non dipende da una scelta degli dèi. Siamo noi stessi a decidere, in quanto esseri dotati di autodeterminazione e in grado di scegliere liberamente la via della risurrezione. Chi di noi si purificherà potrà vivere nella nuova era.

    Non verremo quindi scelti dagli dei e anche la nostra sopravvivenza non sarà un caso, ma il naturale risultato delle nostre scelte. La purificazione non sarà un fenomeno esteriore con cui ottenere l’illuminazione, ma la nostra penitenza sarà dettata da una libera scelta, dopo di che avremo diritto alla rinascita.

    Ma gli dèi cosa fanno in questo periodo? L’energia inesauribile dell’Universo non allontanerà da noi la catastrofe? Assolutamente no. Come mai? Perché la volontà degli dèi, dell’energia inesauribile dell’Universo, è che gli esseri umani vivano le catastrofi e poi ricostruiscano la Terra con le loro forze. Per gli dèi l’esistenza della Terra equivale a quella di un granello di sabbia sulla spiaggia. Nell’Universo ci sono 1022 pianeti come la Terra, e tutti sono nelle mani dell’immensa Provvidenza. Con questa enorme energia sarebbe facilissimo salvare o distruggere una singola Terra.

    Ma gli dèi non faranno né l’una né l’altra cosa, poiché tutto è strutturato in modo che in ogni circostanza siano gli uomini a scegliere se percorrere la via della ricostruzione. Diversamente non avrebbe senso. Se i genitori facessero i compiti dei figli, questi non imparerebbero niente. Perciò gli dèi non tenderanno la mano, ma aspetteranno che gli uomini vivano per libera scelta il processo al quale sono destinati e la Terra possa rinascere.

da La fonte della Giovinezza

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