sabato 23 maggio 2020

OSHO. La storia del Taglialegna che incontra il Mistico.


Un taglialegna si recava ogni giorno nella foresta. A volte non riusciva a trovare di che sfamarsi perché pioveva, altre volte perché faceva troppo caldo e altre volte ancora perché faceva troppo freddo. Nella foresta viveva un mistico. Aveva osservato il taglialegna lavorare sodo tutto il giorno per anni e lo vedeva diventare vecchio, malato, ridursi alla fame, e gli disse "Ascolta, perché non ti inoltri un po' di più nella foresta?". Il taglialegna rispose: "Cosa ci vado a fare, c'è forse più legna? E anche se fosse così, poi dovrei trasportarla per chilometri!".
Il mistico disse: "No, se vai un po' più oltre, troverai una miniera di rame. Puoi portare il rame in città e venderlo, e quel denaro ti basterà per una settimana, così non dovrai venire tutti i giorni a tagliare legna". L'uomo si mise a pensare: "Be', potrei provare". Andò e trovò la miniera. Era alle stelle per la felicità. Tornò indietro e si buttò ai piedi del saggio. Il mistico disse: "Non gioire troppo, adesso: addentrati ancora di più nella foresta". "Ma perché...?" chiese quell'uomo. "Che senso avrebbe, adesso ho cibo per una settimana."
Il mistico disse: " Eppure...".
Ma l'uomo replicò: "Se mi addentro ancora di più nella foresta, perderò la miniera di rame". Il mistico rispose: "Tu vai, di certo perderai la miniera di rame, ma c'è una miniera d'argento, e con quello che riuscirai a estrarre in una volta, vivrai per tre mesi". "Il mistico ha avuto ragione quando mi ha raccontato della miniera di rame" pensò il taglialegna "forse ha ragione anche questa volta." Andò e trovò la miniera d'argento. Ritornò danzando e disse: "Come posso ripagarti? La mia gratitudine non ha limiti". Il mistico disse: "Non essere così frettoloso... va' un po' più in profondità".
I'uomo era titubante: "Non posso! Non lo farò perderei la miniera d argento". Ma il mistico disse: "c'è una miniera d'oro poco più in là di quella d'argento. II taglialegna esitava. Era un uomo così povero che non si era mai sognato di possedere una miniera d'argento; e ora il mistico gli stava rivelando l'esistenza di una miniera d'oro chissà forse aveva ancora ragione. Infatti trovò la miniera d'oro. Adesso gli bastava venire nel bosco una volta l'anno. Ma il mistico disse: "Un anno è lungo e io sto invecchiando, tu verrai tra un anno e potrei non esserci più. Quindi devo dirtelo: non fermarti alla miniera d'oro, solo un po' più avanti...". Ma l'uomo disse: ''Non capisco... mi riveli una cosa e subito dopo mi dici di lasciarla perdere e di andare avanti, adesso ho trovato una miniera d'oro!".
Il mistico rispose: "Ma c'è una miniera di diamanti, devi solo addentrarti un po' di più nella foresta". Quello stesso giorno il taglialegna si addentrò nella foresta e trovò la miniera di diamanti. Prese tutti quelli che riusciva a portare e pensò: "Questo mi basterà per tutta la vita". Quando tornò dal mistico, questi gli disse: "Forse non ci incontreremo più; per cui, il mio ultimo messaggio è questo: adesso che hai quanto basta per tutta la vita, entra dentro di te. Dimentica la foresta, la miniera di rame, la miniera d'argento, la miniera d'oro e quella di diamanti. Ora ti svelo l'ultimo segreto: il tesoro supremo si trova dentro di te. I tuoi bisogni esteriori sono appagati. Siedi come siedo io, qui".
Il taglialegna disse: "Hai ragione, me lo stavo chiedendo... Tu che conosci tutti questi segreti, perché continui a stare lì seduto? Questa domanda mi è passata per la mente molte volte e avrei voluto chiederti: 'Perché non vai a prendere tutti i diamanti, sepolti in quella miniera?.
Solo tu sai dove sono, perché continui a stare seduto sotto quest'albero?".
Il mistico rispose: "Dopo aver trovato i diamanti, il mio Maestro mi disse: 'Adesso siediti sotto quest'albero ed entra dentro di te'". L'uomo lasciò cadere tutti i diamanti a terra, e disse: "Forse non ci incontreremo mai più. Non voglio tornare a casa, me ne starò qui seduto, di fianco a te. Per favore, insegnami come entrare in me stesso, perché sono un taglialegna; so come addentrarmi nelle foreste, ma non so come entrare in me stesso". Il mistico disse: "Ma tutti i tuoi diamanti, l'oro, l'argento, il rame... tutte quelle ricchezze andranno perdute; infatti, tutte queste cose non hanno alcun valore per chiunque entri in se stesso".
Il taglialegna commentò: "Non preoccuparti di quelle cose, finora hai avuto ragione; ho fiducia in te... so che avrai ragione anche in questo ultimo passaggio".

Fondamentalmente, la funzione del Maestro è persuaderti, passo dopo passo, a spostarti dalla fisiologia alla psicologia; a muoverti dalla mente al cuore, e poi a muoverti dal cuore all'essere. Dall'essere si schiude la soglia del supremo essere dell'esistenza: è impossibile descriverlo, lo si può solo indicare... un dito che indica la luna.
Ma non ti preoccupare: perderai solo la tua povertà, la tua miseria. Non perderai nulla che abbia valore, e conseguirai l'intero regno dell'universo. Occorre solo un po' di coraggio, un po' di fiducia... non uso la parola "credere", né uso la parola "fede". Non dico che tu debba credere in me; non dico di aver fede in ciò che sto dicendo. La fede si riferisce alle teorie, alle teologie, ai dogmi; la fiducia non è altro che amore puro. Fiducia è amore purificato, una pura e semplice fragranza. Il fiore non è più presente; i petali del fiore sono caduti, polvere alla polvere: adesso c'è solo la fragranza. Se riesci ad avvertire la mia fragranza... e di certo la senti, altrimenti non avrebbe senso accompagnarsi a me. La fiducia nasce unicamente grazie a quella fragranza. Se riesci a vedere nei miei occhi che io ho visto qualcosa che tu non conosci, che ho sperimentato qualcosa che anche tu hai la capacità di sperimentare... Fiducia non è altro che un po' di coraggio per muoversi verso la fonte della fragranza. E rimarrai meravigliato: più ti avvicini al Maestro, più sei vicino a te stesso. Alla fine, il Maestro e il discepolo scompaiono; resta solo la fragranza: quello è ciò che chiamo "paradiso". Là dove tutte le separazioni, tutti i muri sono caduti, e tu hai scoperto la vastità oceanica. Fino a quel momento eri solo una goccia di rugiada sui petali di un fiore di loto. Bellissima... al sole del primo mattino brilla come una perla, ma ben presto svanirà. Non appena il sole si scalda, evapora. Le nostre vite ordinarie non sono altro che gocce di rugiada; prima che la morte annienti la tua piccola goccia, fatti coraggio: scivola via dal fiore di loto e dissolviti nell'oceano. Certo, è rischioso. Il fiore di loto è davvero bello, quel cantuccio è così vellutato; il sole è così caldo, il vento è davvero squisito... e io ti dico: "Fa' un balzo, tuffati nell'oceano!". Dirai: "Perderò questo fiore di loto, il calore del sole andrà perduto. Tutti i miei confini scompariranno". Certo, tu sarai perduto, ma non sarà una perdita: diventerai l'oceano. La goccia di rugiada non verrà mai più ritrovata, ma rimarrà diffusa in tutto l'oceano per l'eternità a venire. Dunque, non aver paura. Con me, devi avere solo un po' di coraggio e continuare ad andare avanti.
Tutto ciò che pensi sia prezioso andrà perduto, ma troverai qualcosa di ben più prezioso. E alla fine scoprirai che tutto ciò che ritenevi di valore non era nulla.
Quella è illuminazione.
Tu non la stai cercando, stai cercando qualcos'altro: tenti di trovare la tua essenza più intima. Nel momento in cui tocchi il tuo centro essenziale, l'illuminazione segue automaticamente. Non è un oggetto del desiderio, è la tua stessa soggettività. L'illuminazione sei tu, è il tuo stesso essere!


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venerdì 22 maggio 2020

il gioco delle emozioni

Questa è la psicologia della rabbia:
tu vuoi qualcosa,
e qualcuno ti impedisce di ottenerlo.
Qualcuno diventa un blocco, un ostacolo.
Tutta la tua energia era protesa a ottenere qualcosa
e qualcuno l'ha bloccata,
per cui non riesci a ottenere ciò che volevi.
Ebbene, questa energia frustrata diventa rabbia:
rabbia contro la persona che ha distrutto
la possibilità di realizzazione di un tuo desiderio
La tua rabbia è vera perché ti appartiene,
tutto ciò che ti appartiene è vero.
Trova dunque la fonte di questa rabbia,
scopri da dove nasce, qual è il suo punto di origine.
Chiudi gli occhi e muoviti all'interno del tuo essere;
prima che vada perduta,
risali fino a quella sorgente . . .
e raggiungerai il vuoto.
Retrocedi ancora di più, scendi ancora più in profondità,
muoviti negli abissi del tuo essere
e verrà il momento in cui vedrai
che non c'è rabbia alcuna.
All'interno, nel centro dell'essere,
non vi è rabbia alcuna.
La rabbia non nasce mai dal tuo centro,
ha origine dall'ego
e l'ego è una falsa entità.
Se scendi in profondità
vedrai che tutta la tua rabbia ha origine alla periferia,
non sorge mai dal centro.
Non potrebbe avere origine nel centro del tuo essere:
là vi è vuoto, vuoto assoluto.
Dunque, la rabbia nasce solo dall'ego
e l'ego è una falsa entità creata dalla società,
è una realtà relativa, un'identità.
All'improvviso vieni aggredito
e l'ego si sente ferito . . . ed ecco la rabbia
Un consiglio ...
Se vuoi conoscere la rabbia
solo per liberartene,
la cosa sarà alquanto complessa,
perché l'attitudine stessa,
il tuo desiderio di liberarti dalla rabbia,
genererà una distinzione.
In questo caso parti con il pre.supposto
che la rabbia sia cattiva
e l'assenza di rabbia sia una cosa buona;
che il sesso sia qualcosa di male
e l'assenza di sessualità qualcosa di bene;
che l'avidità sia male e la non avidità sia bene.
Sollevando simili distinzioni,
incontrerai difficoltà enormi
a riconoscerne i tratti salienti nella tua realtà.
In questo caso, anche se riesci a trascendere tutto ciò,
si tratterà solo di repressione.
Cogli la bellezza della collera
È sufficiente un semplice gesto di autentica spontaneità,
perché tu sia immediatamente trasportato
da questo in un altro mondo.
I.: amore . . . o perfino la rabbia,
certo, io ti dico che perfino le emozioni positive,
se sono false, sono orribili, disgustose, perverse;
e perfino le emozioni negative,
se sono autentiche, sono belle, meravigliose.
Perfino la rabbia è bellissima,
quando tutto il tuo essere la percepisce,
quando ogni fibra del tuo essere vibra
attraversata da quella emozione travolgente.
Osserva un bambino in collera
e ne percepirai la bellezza.
Tutto il suo essere è immerso nella rabbia.
Irradia collera. Il suo volto è rosso di rabbia.
Un bambino così piccolo
appare incredibilmente potente
al punto che sembra poter distruggere il mondo intero!
E che cosa accade a un bambino,
quando è così arrabbiato?
Nel giro di pochi minuti, di qualche secondo,
tutto cambia e lui è felice, danza e corre di nuovo intorno alla casa.
Come mai a te non accade?

Osho - il gioco delle emozioni

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Il Gioco delle Emozioni
Liberarsi da rabbia, paura e gelosia
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sabato 16 maggio 2020

La fonte non è l'altro,

La fonte non è l'altro,
la sorgente è dentro di te.
L'altro la colpisce ma, se all'interno non
ci fosse rabbia, non potrebbe uscire:
se colpisci un buddha, affiorerà solo compassione, perché dentro c'è solo quello; la rabbia non verrà fuori, perché in lui non ce n'è. Se getti un secchio in un pozzo secco non ne verrà fuori nulla, se lo getti in un pozzo colmo d'acqua, tirerai fuori acqua, ma quell'acqua viene dal pozzo: il secchio serve solo a tirarla fuori.
Quindi, se qualcuno ti insulta, sta solo gettando un secchio dentro di te, e quel secchio verrà su pieno di rabbia o di odio, o del fuoco che avevi dentro; ma la fonte sei tu, ricordalo. Per questa tecnica ricorda che tu sei la fonte di tutto ciò che di
solito proietti sugli altri. E ogni volta che senti piacere o avversione, immediatamente va' all'interno e arriva alla fonte da cui sorge quel sentimento: rimani centrato lì, non muoverti verso l'oggetto.
Qualcuno ti ha dato l'occasione per diventare consapevole della tua rabbia; ringrazialo subito e dimenticalo. Chiudi gli occhi, entra in te e osserva la fonte da cui sorgono amore e rabbia: da dove vengono? Va' dentro, scava in te; laggiù troverai la fonte, perché la rabbia viene da te.
Odio o amore, o qualunque altra cosa, viene dalla tua fonte. Ed è facilissimo andare dentro di sé quando si è in collera, innamorati o quando si odia, perché si sta ribollendo: in quei momenti è molto facile; quel filo è caldo e ti può portare all'interno, con quel calore puoi muoverti facilmente. E quando raggiungi un punto interiore che non è caldo, d'un tratto ti renderai conto dell'esistenza di una dimensione diversa, ti si schiude davanti un mondo nuovo.
Usa l'odio, usa la rabbia, usa l'amore per andare dentro di te.


-OSHO
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martedì 12 maggio 2020

La gente è così addormentata ...

La gente è così addormentata che si limita a parlare, ascolteranno ma, al tempo stesso non sentiranno nulla.
Ascoltano ma non sentono, anche se ascoltano interpretano te e le tue parole a modo loro: le coloreranno con il loro significato.
La gente è così addormentata che deve essere colpita da situazioni reali, solo allora qualcosa potrà penetrare nelle loro teste pesanti, ottuse, spesse, insensibili e poco intelligenti.

(Osho)

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domenica 3 maggio 2020

Le persone sono macchine

“Le persone sono macchine, vengono spinte in un determinato modo e rotolano; quando urtano contro un muro si fermano e cominciano a rotolare all’indietro. Il risveglio di un uomo ha inizio dall’istante in cui si rende contro che non va da nessuna parte e che non sa dove andare. Svegliarsi significa realizzare la propria nullità, cioè realizzare la propria meccanicità, completa e assoluta, e la propria impotenza, non meno completa, non meno assoluta.


Se ci si accontenta di osservare che l’uomo non è altro che una macchina incosciente, si diventerà dei cinici. Ma se si persevera nel lavoro, si smetterà di esserlo. Si dovrà fare una scelta, si dovrà decidere cosa si vuole diventare: o completamente meccanici, o completamente coscienti. Il cammino è difficile e la salita sempre più ardua, ma anche le forze man mano si moltiplicano. L’uomo si tempra, e a ogni passo scopre orizzonti sempre più vasti.”

(G.I. Gurdjieff )

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sabato 2 maggio 2020

È possibile morire consapevolmente senza essere illuminati?

D: È possibile morire consapevolmente senza essere illuminati?

OSHO: “Nirah, l'esistenza segue determinate leggi - e non ci sono eccezioni. Se si vuole morire consapevolmente, l'unico modo è essere illuminati.
La morte è un grande intervento chirurgico: la tua anima viene separata dal corpo e dalla mente, con la quale è stata coinvolta per settanta o ottanta anni. Anche per una piccola operazione è necessaria l'anestesia; e questa è la più grande operazione esistente.
L'inconscio non è altro che la via della natura di darti l'anestesia. Se non sei completamente non identificato con il corpo e la mente, non puoi morire coscientemente - e una morte che non è cosciente è una grande opportunità persa.
L'illuminazione è una necessità assoluta.
Illuminazione significa solo che tutto il tuo essere è cosciente: non ci sono rimasti angoli oscuri dentro di te. Morendo in tale consapevolezza il corpo, la mente, il cervello possono essere portati via da te, perché ora sai - non solo come una teoria, ma come la tua esperienza autentica - che sei sempre stato separato. Il coinvolgimento con il corpo è stato interrotto il giorno in cui ti sei illuminato.
Nelle antiche scritture dei buddisti, l'illuminazione è chiamata la "Grande Morte" - non che morirai, ma la morte è grande perché sarai in grado di vederlo accadere, sarai un testimone. Ora non sei più attaccato al corpo, non ti aggrappi, sei diventato consapevole della tua immortalità.
Puoi morire consapevolmente solo quando sai di essere immortale, di appartenere all'eternità, non al tempo; che dentro di te è l'inizio e la fine dell'esistenza - se c'è un inizio o se c'è una fine. In realtà non c'è inizio né fine; sei sempre stato qui e sarai sempre qui.
Una morte consapevole è uno dei miracoli della vita, perché dopo ciò non rinascerai in nessuna forma - come uomo, come uccello, come albero. Rimarrai nella consapevolezza eterna dell'universo, diffusa in tutto l'oceano. Quindi, è stata chiamata la "Grande Morte".
Ma non ci sono eccezioni. L'esistenza segue leggi assolutamente definite, e questa è una legge del più alto ordine, perché riguarda la tua consapevolezza, la tua vita, la tua morte. "
- O S H O, "The Rebellious Spirit, Ch 16"
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