giovedì 29 novembre 2018

IL FIORE SACRO DI OGNI ESSERE

“Noi siamo degli angeli incarnati.

Sulla via dell’ascensione ci siamo inventati molte prove, tali da poter ricordare che il sonno che stiamo vivendo nel mondo è divino e la nostra connessione con il visibile è assoluta. Ed ecco che guardiamo gli altri “angeli”... ma non ci sembrano sufficientemente angelici: non hanno né ali, né aureola, e nemmeno l' amore si vede nei loro occhi...

Ma gli angeli non sono così semplici come sembra. L’involucro che si sono creati e che sembra banale, può essere superato, come una porta, dietro alla quale dorme l’Anima, il fiore sacro di ogni essere.
Dorme... perché senza i suoni d’amore, senza una calda attenzione non ha molto da fare nel mondo delle azioni ripetitive.
Dorme perché non è stata fatta giocare, non sono stati incoraggiati i suoi slanci creativi, non è stata soddisfatta la sua curiosità infantile. Le hanno detto che il mondo è troppo serio e che non c’è posto per il gioco e per la felicità,. le hanno detto che il mondo esterno non è in alcun modo collegato al cosmo interiore.


Ma l’angelo puà essere svegliato.
Si può guardare molto attentamente la sua anima e sussurrarle, sfiorando con le labbra l’iride: “Sei un grande miracolo! Sei un bambino amato da Dio. Sei così amata! la tua unicità è infinita, la tua creatività non ha confini. Tu puoi fare tutto e non c’è nulla che ti possa nuocere. Sei sempre tra le mani premurose del nostro Amico più intimo e caro. Sentilo, è ovunque! Io ti amo così tanto. Guarda quant’è bello il tuo mondo."

E allora l’angelo si risveglia. Inizia a sentire qualcosa di dimenticato, di lontano, stranamente conosciuto e infinitamente gioioso. E dopo che l’anima si sarà svegliatai, e l’involucro non nasconderà più la bellezza angelica, e tutto intorno si riempirà di luce. Solo allora si potrà vedere l’angelo come avrebbe sempre voluto essere, quando discende nel mondo delle forme e della separazione..

Lo so, così succede sempre.
L’importante che i miei sussurri vengano dal cuore.
E vero, angelo mio?"

(Oksana Klassen)


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LA MEDITAZIONE CAMMINATA

Come insegna Thich Nhat Hanh: “la meditazione camminata può essere molto piacevole. Camminiamo lentamente, da soli o in compagnia, possibilmente in un bel posto.
Meditazione camminata significa gustare la camminata, camminare non per arrivare, ma semplicemente per camminare. Lo scopo è radicarsi nel presente e, consapevoli di respirare e di camminare, gustare ogni passo.
Perciò dobbiamo scrollarci di dosso ansie e preoccupazioni, non pensare al futuro, non pensare al passato, ma solo gustare l’attimo presente.
Possiamo farlo tenendo per mano un bambino.
Camminiamo un passo dopo l’altro, come se fossimo le persone più felici del mondo.
Noi camminiamo continuamente, ma di solito lo facciamo correndo, e in questo modo lasciamo sulla Terra impronte di ansie e di dolore.
Quando camminiamo, dovremmo farlo in modo da lasciare solo impronte di pace e di serenità. Tutti possiamo farlo, a patto di volerlo davvero.
Ogni bambino può farlo. Se ci è possibile fare un passo così, potremo farne due, e poi tre, quattro, cinque.
Con un solo passo di pace e di felicità contribuiamo alla pace e alla felicità di tutto il genere umano. La meditazione camminata è una pratica meravigliosa.
Quando pratichiamo all’aperto, camminiamo un po’ più lentamente del solito e coordiniamo la respirazione con i passi.
Per esempio, facciamo tre passi inspirando e tre passi espirando.
Possiamo aggiungere le parole: “In, in, in. Out, out, out”.
“In” ci aiuta a identificare l’inspirazione. Chiamare una cosa con il suo nome la rende più vera, è come dire il nome di un amico.
Se i vostri polmoni richiedono quattro passi invece di tre, dategliene pure quattro. Se ne bastano due, dategliene due.
La durata dell’inspirazione non deve necessariamente essere identica a quella dell’espirazione.
Per esempio, potete fare tre passi a ogni inspirazione e quattro a ogni espirazione.
Se camminando vi sentite felici, tranquilli e gioiosi la vostra pratica è corretta.
Siate consapevoli del contatto fra i vostri piedi e la Terra.
Camminate come se baciaste la Terra con i piedi. Le abbiamo fatto tanto male. E’ venuto il momento di prendercene cura.
Portiamo la nostra pace e la nostra calma sulla superficie della Terra, e impariamo ad amare con lei. Camminiamo con questo spirito.
Di tanto in tanto, quando vediamo una cosa bella, possiamo fermarci a guardarla: può essere un albero, un fiore, bambini che giocano.
Mentre guardiamo continuiamo a seguire il respiro, per non perdere il bel fiore e non farci risucchiare dai nostri pensieri.
Quando vogliamo riprendere a camminare, ricominciamo da capo. Ogni passo farà nascere una brezza, che ci ristora nel corpo e nella mente.
Ogni passo fa sbocciare un fiore sotto i nostri piedi.
Possiamo farlo solo se non pensiamo al futuro o al passato, se sappiamo che la vita va cercata solo nell’attimo presente.
É una pratica che dà gioia e pace e fa riscoprire il piacere di camminare. Faccio passi brevi, procedo lentamente, in totale rilassamento, con il cuore aperto all’esperienza della pace.
Non devo sbrigarmi, perché non sto andando da nessuna parte. La meta è ogni passo.
Cammino in modo tale da lasciare sulla terra orme di pace e di libertà.
Con ogni passo genero l’energia della calma e della presenza mentale, e questa energia risana e trasforma il mio essere. E tutto intorno a me.
Per camminare così devo imparare a lasciar andare, a deporre le ansie, le preoccupazioni.
É possibile. Tutti siamo in grado di farlo. Basta un po’ di consapevolezza e il sincero proposito di essere in pace. Se sapete fare un passo in completa pace, saprete farne due.
Potete fare cento, mille passi in completa pace. E il mondo avrà pace”.

In quanto pratica di consapevolezza, la Meditazione Camminata è considerata l’ingresso privilegiato per far entrare il pensiero consapevole nella vita di tutti giorni in modo da approfondire il contatto con se stessi durante il viaggio della vita.

Nel periodo degli attacchi di panico, ovunque fossi, volevo soltanto tornare a casa, anche quando ero nel mio appartamento.
“Voglio tornare a casa!” era il mio pensiero ricorrente, mi sentivo smarrita, spaventata e soprattutto in gabbia dappertutto. Per questo decisi di abbinare alla meditazione camminata un mantra.
Facevo due o tre passi per ogni inspirazione ed espirazione.
Inspirando dicevo: “Sono arrivata”.
Espirando: “Sono a casa”.
Inspirando: “Nel qui”.
Espirando: “E ora”.
Dopo un po’ i miei passi si facevano leggeri ed io mi sentivo più libera.
Ogni passo, fatto in quel modo era come una medicina capace di guarirmi e trasformare le mie orme cariche di ansie e dolore in orme di libertà e di pace.

http://www.eticamente.net/63942/la-meditazione-camminata-ecco-come-rinascere-mentre-cammini.html?fbclid=IwAR306c2c9Mb2MSGGNSeIK5uJdQvWcQeImFjmHI876mhPWSSYe-tZVAFT3-8
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mercoledì 28 novembre 2018

FELICITA' O INFELICITA' SONO UNA SCELTA

L’infelicità ha molte cose da darti, cose che la felicità non può darti. Di fatto, la felicità ti sottrae molte cose. La felicità ti porta via tutto ciò che hai sempre avuto e tutto ciò che sei sempre stato: la felicità ti distrugge.
L’infelicità nutre il tuo ego e la felicità è fondamentalmente uno stato di assenza dell’ego. Questo è il problema, il punto cruciale del problema. Ecco perché le persone trovano tanto difficile essere felici.
Ecco perché nel mondo milioni di persone devono vivere nell’infelicità… hanno deciso di vivere nell’infelicità. Questa ti dà un ego estremamente cristallizzato. Se sei infelice, esisti. Se sei felice, non esisti. Nell’infelicità, sei cristallizzato – nella felicità ti espandi.
Se comprenderai questo, le cose ti saranno lampanti. L’infelicità ti rende speciale. La felicità è un fenomeno universale – non ha niente di speciale. Gli alberi sono felici, gli animali e gli uccelli sono felici. L’intera esistenza è felice, l’unica eccezione è l’uomo. Quando è infelice, l’uomo diventa davvero speciale, straordinario.
L’infelicità ti rende capace di attrarre l’attenzione degli altri. Ogni volta che sei infelice gli altri si prendono cura di te, provano simpatia per te, ti amano. Tutti cominciano ad accudirti. Chi mai vorrebbe ferire una persona infelice? Chi sarebbe geloso di una persona infelice? Chi mai vorrebbe mettersi contro una persona infelice? Sarebbe una cosa troppo perfida!
Ci si prende cura di una persona infelice, la si ama, la si accudisce. L’infelicità è un grande investimento. Se la moglie non è infelice, il marito ha la tendenza a dimenticarsene. Se è infelice, il marito non può permettersi di trascurarla. Se il capofamiglia è infelice, l’intera famiglia – sua moglie e i suoi figli – gli stanno vicino, si preoccupano per lui e gli danno un grande conforto. L’infelice non si sente solo, ha una famiglia e degli amici. .
Quando sei depresso, malato, infelice – gli amici vengono a farti visita per sollevarti il morale, per consolarti. Quando sei felice, gli stessi amici diventano gelosi di te. Quando sei realmente felice scopri che il mondo intero ti ha voltato le spalle.
Una persona felice non piace a nessuno, perché la persona felice ferisce l’ego degli altri.
Gli altri cominciano a pensare: “Ah, è così! Tu sei felice e noi stiamo ancora brancolando nel buio, nell’inferno, nell’infelicità. Come osi essere felice, mentre noi tutti siamo immersi in tanta infelicità?”
Naturalmente il mondo è costituito da persone infelici e nessuno è abbastanza coraggioso da contrapporsi al mondo intero; è troppo pericoloso, troppo rischioso. È meglio aggrapparsi all’infelicità, in questo modo si continua a far parte della folla. Sei felice: sei un individuo; sei infelice: fai parte della folla – hindu, maomettani, cristiani, indiani, arabi, giapponesi.

Felice? Sai cos’è la felicità? È forse hindu, cristiana o maomettana?

La felicità è semplicemente felicità. Ti senti trasportato in un altro mondo. Non fai più parte del mondo che la mente umana ha creato; non fai più parte del passato, di quella storia abnorme. Non fai neppure più parte del tempo. Quando sei realmente felice, beato, per te il tempo e lo spazio scompaiono.


Albert Einstein diceva che in passato gli scienziati avevano pensato che esistessero due realtà – lo spazio e il tempo. Egli invece ha dichiarato che queste due realtà non sono altro che due aspetti di un’unica realtà. Di conseguenza, ha coniato il termine spaziotempo – una parola sola. Il tempo non è altro che la quarta dimensione dello spazio.
Einstein non era un mistico, altrimenti avrebbe introdotto anche la terza realtà – il trascendente – che non è né tempo né spazio. Realtà che pure esiste – io la chiamo “il testimone”. In presenza di queste tre realtà, siete in presenza dell’intera trinità. Avete il concetto completo della trimurti – le tre facce di Dio. E avete tutte e quattro le dimensioni. La realtà è quadridimensionale – tre dimensioni sono dello spazio e la quarta dimensione è il tempo.
Ma esiste anche qualcos’altro, che non può essere definita la quinta dimensione perché non è la quinta realtà – è il Tutto, il trascendente. Quando sei beato, ti immergi nel trascendente. Non è frutto della società, né della tradizione – non ha assolutamente nulla a che fare con la mente umana.



Il Libro del Risveglio
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domenica 25 novembre 2018

Molte vite un solo amore



A ciascuno di voi è riservata una persona speciale. A volte ve ne vengono riservate due o tre, anche quattro. Possono appartenere a generazioni diverse. Per ricongiungersi con voi, viaggiano attraverso gli oceani del tempo e gli spazi siderali. Vengono dall’altrove, dal cielo. Possono assumere diverse sembianze, ma il vostro cuore le riconosce. Il vostro cuore le ha già accolte come parte di sé in altri luoghi e tempi, sotto il plenilunio dei deserti d’Egitto o nelle antiche pianure della Mongolia. Avete cavalcato insieme negli eserciti di condottieri dimenticati dalla storia, avete vissuto insieme nelle grotte ricoperte di sabbia dei nostri antenati. Tra voi c’è un legame che attraversa i tempi dei tempi: non sarete mai soli...
~Brian Weiss, “Molte vite un solo amore
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sabato 24 novembre 2018

Avete mai ascoltato il canto di un uccello?

Avete mai ascoltato il canto di un uccello? Per poter ascoltare, la mente deve essere calma, una calma che non c’entra nulla col misticismo. Io vi parlo e voi, se volete ascoltarmi, dovete stare in silenzio; non potete farvi ronzare nella testa le idee più diverse. Quando guardate un fiore, guardatelo senza dargli un nome, senza classificarlo, senza stabilire a quale specie appartenga; solo così potete guardarlo veramente. Ma farlo è una delle cose più difficili, proprio come è estremamente difficile saper ascoltare: ascoltare un comunista, un socialista, un politico, un capitalista; oppure vostra moglie, i vostri figli, il vostro vicino, il conducente dell’autobus, il canto di un uccello. Potete ascoltare con estrema semplicità solo quando non date spazio a un’idea o a un pensiero: allora può esserci contatto diretto; e quando siete in contatto, capite se quello che vi dicono è vero o falso. Non avete bisogno di discutere.


Jiddu Krishnamurti

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mercoledì 21 novembre 2018

La prima cosa che dovete fare è ridere

La prima cosa che dovete fare è ridere, perché la risata darà un tono a tutta la giornata.
Se riuscite a ridere appena svegli, presto inizierete a capire quanto sia assurda la vita.
Non c'è nulla di serio; persino le vostre delusioni e il vostro dolore fanno ridere. E anche voi fate ridere.

(Osho)


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sabato 17 novembre 2018

LA BELLEZZA DELLA TUA RABBIA

Quando sei arrabbiato, sentilo e basta.
Non cercare di “non sentirti arrabbiato”; non faresti altro che dividerti in due, e finiresti per attaccare, o reprimere, nella tua ricerca di sollievo.
Non pensare al provare rabbia, allora.
Sentila e basta.
Sii presente con le sensazioni vive, impetuose, brucianti, nell’addome, nel torace, nella gola, nella testa.
Invita l’amorevole attenzione nella profondità del vulcanico cuore della rabbia.
Permetti alle sensazioni di formicolare, pulsare, vibrare, palpitare.
Respiraci dentro, ammorbidisciti.
Nobilita la loro esistenza.
Lascia cadere la parola “rabbia”, ora; connettiti semplicemente con ciò che è vivo.
Sii lo spazio per le sensazioni impetuose, ciò che le accoglie amorevolmente.
Sappi che queste sensazioni non sono un errore;
non stai facendo nulla di sbagliato.
La rabbia non è né “cattiva”, né “negativa”, né “non spirituale”,
né un sengo di debolezza.
Sei vivo. E hai diritto a TUTTE le tue emozioni.
Non hai bisogno di agire in base ad esse e ti prego, non respingerle. Sii semplicemente presente con la rabbia; sii il suo amorevole genitore, non la sua vittima. Respirale dentro, lascia che si sposti. Non resterà a lungo.
Arriva per purificare, non per distruggere.
Viene per ricordarti il tuo tremendo potere.
Quindi, sii gentile con la tua rabbia;
Sta solo cercando
di proteggerti dal male.


- Jeff Foster
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venerdì 16 novembre 2018

Le parole di Osho: Il trucco per trasformare le emozioni

Questo è un metodo splendido, che ti sarà molto utile.
Ad esempio, se ti senti scontento, cosa puoi fare? Patanjali [il più famoso esponente dello Yoga] dice di riflettere sull’opposto: se ti senti scontento, contempla la contentezza. Chiediti: cos’è la contentezza?
Porta equilibrio. Se la mente è arrabbiata, introduci la compassione. Pensa alla compassione, e subito l’energia cambierà, perché è la stessa energia; l’opposto è la stessa energia. Quando fai entrare in campo l’opposto, esso assorbe l’altro lato. C’è rabbia: contempla la compassione.
Fai una cosa: procurati una statua di Buddha, perché quella statua esprime il gesto della compassione. Quando sei arrabbiato, vai nella tua stanza, guarda il Buddha, siedi come un buddha, e prova compassione. Subito vedrai accadere dentro di te una trasformazione: la rabbia cambia, l’eccitazione scompare… nasce la compassione. Non è un’energia diversa; è la stessa energia della rabbia che cambia la sua qualità e raggiunge un livello più elevato. Prova.
Non è repressione, ricordalo. La gente mi chiede: “Patanjali sta reprimendo? Se sono arrabbiato, e penso alla compassione, non sarà una repressione?”. No, si tratta di sublimazione, non di repressione. Se sei arrabbiato e reprimi la rabbia senza pensare alla compassione, quella è repressione. Continui a tenerla sotto controllo, sorridi e agisci come se non fossi arrabbiato – ma la rabbia è lì che bolle, pronta a esplodere. Quella è repressione. No, non stiamo reprimendo nulla, e non stiamo fabbricando un sorriso o qualcosa del genere; stiamo cambiando la polarità interna.
È il polo opposto, l’altro estremo. Se provi odio, pensa all’amore. Se senti desiderio, pensa all’assenza di desiderio e al silenzio che l’accompagna. In ogni caso, introduci l’opposto, e osserva cosa accade dentro di te. Una volta che hai scoperto il trucco, sei diventato un maestro. Ora hai la chiave: in qualsiasi momento la rabbia può essere trasformata in compassione, l’odio in amore, la tristezza in estasi. La sofferenza può diventare beatitudine, perché la sofferenza ha la stessa energia della beatitudine – non è un’energia diversa. Devi solo sapere come canalizzarla.
Non c’è repressione, perché tutta l’energia della rabbia diventa compassione – non resta nulla da reprimere. Nella compassione, in realtà, viene espressa.
Esistono due modi d’espressione. Ora in Occidente è diventata molto importante la catarsi. I gruppi di Encounter e di Primal credono nella catarsi. Anch’io ho creato un metodo catartico con la mia Meditazione Dinamica, perché la gente ha perso la chiave per la sublimazione. Patanjali non parla affatto di catarsi. Come mai? La gente ai suoi tempi aveva la chiave, conosceva il trucco. Sapevano come sublimare. Tu te ne sei dimenticato, quindi devo insegnarti la catarsi.
C’è rabbia e questa rabbia può essere trasformata in compassione, ma tu non hai idea di come fare. Non è un’arte che si può imparare, è un trucco. Puoi imparare solo facendolo – non c’è altro modo. È come quando nuoti: devi nuotare, e sbagliare, e a volte rischiare. A volte ti sentirai perso; penserai che la tua vita sia in pericolo, che stai annegando. Devi passare attraverso tutti questi momenti, e così impari il trucco, sai di che si tratta. Nuotare è semplicissimo.
Hai mai notato? Ci sono alcune cose che impari e non puoi dimenticare: nuotare è una di queste. Tutto il resto puoi imparare, e puoi anche dimenticare. A scuola hai imparato mille cose; ora le hai dimenticate tutte. L’intero sistema scolastico sembra essere un grosso spreco. La gente impara, ma poi non ricorda nulla. Fai gli esami… e poi basta, poi non ti ricordi più di nulla. Ma non puoi dimenticarti come nuotare. Se per cinquant’anni non sei più andato al fiume e un giorno di colpo vieni gettato dentro, nuoterai bene come prima – non avrai nemmeno un momento di esitazione su cosa fare. Perché accade questo? Perché è un trucco. Non puoi dimenticarlo. Non è qualcosa che impari, non è un’arte. Ciò che impari – l’arte – può essere dimenticata, ma un trucco? Un trucco è qualcosa che va in profondità nel tuo essere e diventa parte di te. La sublimazione è un trucco.
Patanjali non parla mai di catarsi. Io devo farlo per via di come sei tu. Ma quando comprendi, e sei in grado di sublimare, la catarsi non serve più, perché essa è, in un certo senso, uno spreco d’energia. Sfortunatamente, in questo momento non c’è nulla da fare. E se hai represso per tanti secoli, la sublimazione può apparirti come repressione, quindi la catarsi sembra essere l’unica possibilità. Prima devi trovare un po’ di sollievo, alleggerirti – devi scaricarti dai tuoi fardelli – e poi ti si potrà insegnare l’arte della sublimazione.
Sublimazione vuol dire usare l’energia in modo più elevato – la stessa energia viene usata con una qualità diversa. Ma tu prova. Alcuni hanno fatto la Meditazione Dinamica per lunghi periodi di tempo. Puoi provare: la prossima volta che provi rabbia o tristezza, siediti in silenzio e lascia che la tristezza si sposti verso la felicità – aiutala, dalle una spintarella. Non fare troppo e non avere fretta, perché la tristezza all’inizio sarà riluttante a muoversi verso la felicità. Per secoli, per molte vite, non le hai permesso di muoversi in questa direzione – sarà riluttante.
È come un cavallo che vuoi costringere a prendere una nuova strada, una che non ha mai percorso prima – sarà riluttante. Cercherà di imboccare la vecchia strada, il solco che conosce già. Lo dovrai convincere, sedurre, a poco a poco. Di’ alla tristezza: “Non temere. È magnifico! Vieni da questa parte. Puoi diventare felicità, non c’è nulla di male in questo è non è impossibile”.
Persuadi la tristezza, parlale, e un giorno all’improvviso scoprirai che la tristezza si è spostata in un nuovo canale: è diventata felicità.

Tratto da: Osho, Yoga a New Direction


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martedì 13 novembre 2018

NON TRADIRTI MAI

Ogni momento è pieno, non  manca niente, non perdi niente se sei con te stesso,
ma perdi tutto se perdi te stesso
... e nessuna "cosa" e nessuna persona ti potra' veramente soddisfare
perchè sarai altrove e come potrai essere soddisfatto altrove da dove sei?
Sia da solo che con altri, Sii con te stesso, non tradirti mai...

IvanoV Antar Raja
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lunedì 12 novembre 2018

La Via della banderuola

L’uomo propone, dio dispone?

Non c’è alcun dio e nessuno che dispone. L’atto stesso di proporre è sbagliato. Proporre qualcosa da parte tua significa che non hai fiducia nell’esistenza. Limitati a essere una banderuola, che si muove lentamente, senza riluttanza, senza resistenza, in qualunque direzione soffi il vento. E si gode tutte le direzioni. La vita dev’essere assaporata interamente, l’esistenza deve essere gustata in tutti i suoi colori.

Osho

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sabato 10 novembre 2018

la via degli scaltri

Sento che mi sto spostando dalla rabbia alla tristezza. Sarebbe meglio se esprimessi la rabbia o devo lasciare solo che esploda dentro di me?

La tristezza e la rabbia sono la stessa cosa. La tristezza è rabbia passiva e la rabbia è tristezza attiva. Se la tristezza è più facile, la rabbia sembra difficile - vuol dire che sei troppo focalizzato sul passivo.
Per una persona triste è difficile essere arrabbiata. Se riesci a far arrabbiare una persona triste, la sua tristezza svanirà subito. È molto difficile che una persona arrabbiata sia triste. Se riesci a farla diventare triste, la rabbia scomparirà immediatamente.

In tutte le nostre emozioni continua la polarità fondamentale: uomo e donna, yin e yang, maschile e femminile. Quindi se sei sintonizzato sulla tristezza, ti sarà difficile muoverti verso la rabbia, ma vorrei che lo facessi comunque. Una semplice esplosione non basterà perché allora starai ancora cercando un modo di essere passivo. No, falla uscire, esprimila nelle tue azioni. Anche se ti sembra senza senso, fallo lo stesso. Appari pure come un pagliaccio ai tuoi stessi occhi, ma esprimila comunque.
Se puoi oscillare tra rabbia e tristezza, diventeranno entrambe facili, allo stesso modo. La tua sarà una trascendenza e a quel punto sarai in grado di osservare. Potrai rimanere al di là dello schermo e guardare questi giochi, e potrai andare al di là di entrambe. Ma prima dovrai riuscire a muoverti facilmente dall'una all'altra, altrimenti tenderai a essere triste e quando ti senti così pesante, la trascendenza è difficile.

Ricorda che quando due energie, due energie opposte, sono presenti esattamente nella stessa quantità - cinquanta per cento ognuna - è molto più facile venirne fuori, perché lottano tra di loro e si cancellano a vicenda. Nessuna delle due riesce a dominarti. Quando la tua tristezza e la tua rabbia sono allo stesso livello - sono energie alla pari - si cancellano a vicenda. Di colpo sei libero e puoi sfuggire. Ma se la tristezza è il settanta per cento e la rabbia il trenta, allora è molto difficile. Il trenta per cento di rabbia in contrasto con il settanta di tristezza vuol dire che ci sarà ancora alla fine il quaranta per cento di tristezza e non riuscirai a sfuggire. Quel quaranta per cento rimarrà sospeso su di te.
Questa è una delle leggi basilari dell'energia: far sì che le polarità opposte arrivino ad una condizione identica, dopodiché potrai avere una via d'uscita. Non far intervenire la mente, fa che diventi un semplice esercizio.
Puoi farlo diventare un esercizio quotidiano; non aspettare che accada da solo. Devi essere arrabbiato tutti i giorni, sarà più facile. Salta, corri, urla, e fallo succedere. Quando sarai capace di introdurre la rabbia senza alcuna ragione, sarai molto felice perché cosi sarai libero. Altrimenti la rabbia è condizionata dalla situazione. Non ne sei tu il padrone. Se non puoi farla apparire, come puoi lasciarla andare?

Gurdjieff insegnava ai suoi discepoli a non lasciare andare nulla. Prima inizia a farla apparire, solo una persona che sa creare la rabbia può riuscire a insegnare ai suoi discepoli il fatto di lasciar cadere qualcosa. Prima di tutto falla emergere, perché solo una persona che può inventarsi la rabbia può anche riuscire a farla cadere a comando - è una semplice aritmetica. Gurdjieff diceva ai suoi discepoli che dovevano prima di tutto imparare ad arrabbiarsi. Erano tutti seduti e improvvisamente diceva: 'Numero uno, alzati in piedi e arrabbiati!' Sembra assurdo.

Ma è possibile manifestarla... È sempre a disposizione, proprio dietro l'angolo, devi solo darle una piccola spinta. Arriva facilmente appena qualcuno ti fornisce una scusa, quando qualcuno ti insulta - è subito lì. Perché aspettare l'insulto? Falla apparire per conto tuo!

All'inizio sembrerà un po' imbarazzante, strano, incredibile, perché hai sempre creduto alla teoria secondo la quale è l'insulto che crea la rabbia. Non è affatto vero. La rabbia era sempre lì; quella persona ti ha solo fornito la scusa perché potesse emergere. Puoi darle una scusa anche tu. Immagina una situazione in cui saresti arrabbiato, e poi arrabbiati. Parla con il muro, dì ciò che vuoi, e presto il muro ti risponderà. Impazzisci completamente. Devi portare rabbia e tristezza alla stessa condizione, al punto in cui esistono nella stessa proporzione una rispetto all'altra. Si cancelleranno a vicenda e tu potrai scivolare fuori.

Gurdjieff chiamava questa 'la via degli scaltri': porti le energie interne a un tale stato di conflitto che sono impegnate a cancellarsi a vicenda, e tu hai l'opportunità di scivolare fuori. Provalo…


Tratto da: Osho, Get Out of Your Own Way
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venerdì 9 novembre 2018

... Fare del bene è l'unico modo per uscire dalle leggi del karma.

"...Fare del bene è l'unico modo per uscire dalle leggi del karma. Le opere del bene non sono logiche e superano le leggi materiali. Il karma ci spinge a comportarci con le persone come noi siamo stati trattati. Ma fare del bene in risposta al male significa uscire dalle leggi karmiche.
Non avete idea quanto questo sia grandioso.
L'Universo resta scioccato, quando qualcuno risponde al male con il bene, perché in un mondo della materia questo non è logico.
Perché il Bene appartiene completamente allo Spirito, appartiene al mondo di Dio."


(Serghej Veretennikov)

Olga Samarina FB


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mercoledì 7 novembre 2018

LA VITA NON È UNA LEZIONE DI FILOSOFIA!

Risolvere i tuoi problemi vuol dire darti una risposta che ti soddisfa a livello intellettuale; dissolvere i tuoi problemi vuol dire darti un metodo che ti rende consapevole del fatto che non c’è alcun problema: i problemi sono una tua creazione, e non occorre trovare alcuna risposta.

La consapevolezza illuminata non ha risposte.

La sua bellezza è che non ha domande.

Tutte le sue domande sono state dissolte, sono scomparse. La gente la pensa diversamente: crede che l’illuminato debba avere una risposta per tutto. La realtà è che non ha nessuna risposta e nessuna domanda. Se non ha domande, come può avere risposte?

Gertrude Stein, una grande poetessa, era sul letto di morte circondata dai suoi amici, quando improvvisamente aprì gli occhi e chiese: “Qual è la risposta?”.

Qualcuno disse: “Ma se non conosciamo la domanda, come facciamo a rispondere?”.

Lei aprì gli occhi un’ultima volta e disse: “Va bene, allora qual è la domanda?”, e poi morì. Davvero strana, come ultima affermazione.

È molto bello scoprire quali siano le ultime affermazioni di poeti, pittori, danzatori e cantanti. Esse contengono qualcosa di straordinariamente significativo.

La Stein chiese all’inizio: “Qual è la risposta?”, come se la domanda dovesse comunque essere la stessa per tutti. Se la domanda è la stessa, non occorre metterla in parole. E in più aveva fretta, quindi invece di usare il sistema normale – prima fare la domanda e poi ascoltare la risposta – chiese semplicemente: “Qual è la risposta?”.

La gente però non capisce che ogni essere umano è nella stessa posizione: la domanda è la stessa per tutti. Quindi uno stupido chiese: “Ma come facciamo a rispondere se non conosciamo la domanda?”.

Sembra logico, ma non lo è; è solo stupido – e con una persona che sta morendo… La povera donna aprì gli occhi un’altra volta e disse: “Va bene, qual è la domanda?”. E allora ci fu silenzio.

Nessuno conosce la domanda e nessuno conosce la risposta. In realtà non c’è domanda e non c’è risposta; c’è solo un modo di vivere nella confusione, nella mente. Allora ci sono milioni di domande e milioni di risposte, e ogni risposta provoca centinaia di altre domande, e non si arriva più alla fine.


Ma c’è un altro tipo di vita: vivere consapevolmente, e allora non c’è né risposta né domanda.

Se fossi stato presente al momento della morte di Gertrude Stein, le avrei detto: “Questo non è il momento di preoccuparsi delle domande e delle risposte. Ricorda che non c’è domanda e non c’è risposta: l’esistenza è assolutamente silenziosa rispetto alle domande e alle risposte. La vita non è una classe di filosofia. Muori senza una domanda e senza una risposta; muori in silenzio, in pace e consapevolezza”.

Osho, The Path of the Mystic, # 43
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L'esperienza della solitudine

« A un certo punto della propria vita, ciascuno fa la terribile esperienza della solitudine. La solitudine è uno stato di coscienza estremamente doloroso in cui ci si sente come scaraventati in uno spazio vuoto, tenebroso, e non si riesce più a sapere dove ci si trovi né dove si stia andando… Anche Gesù, sulla croce, ha attraversato l'oscuro deserto dell’anima e ha gridato: «Mio Dio, perché mi hai abbandonato?». Tutti gli esseri umani, anche i più grandi Iniziati, hanno conosciuto o conosceranno questa sofferenza indescrivibile. Perché? Perché si tratta di un’esperienza necessaria per avvicinarsi all’essenziale. Non si possono capire le verità dell’anima e dello spirito quando ci si sente felici, soddisfatti e circondati da amici: è possibile capirle soltanto quando ci si sente soli e abbandonati.
In realtà, nessun essere è veramente abbandonato a se stesso: anche quando deve attraversare le prove più terribili, ciascuno è circondato da spiriti e da entità che gli parlano e vegliano su di lui. La solitudine non esiste, è solo uno stato di coscienza passeggero, e per superarlo il più rapidamente possibile non c’è altro modo che lanciarsi verso Colui che sostiene tutti i mondi. »


Omraam Mikhaël Aïvanhov

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martedì 6 novembre 2018

MAHAMUDRA MEDITATION

Descrizione dei 2 stadi della meditazione

Preparazione.
Trova del tempo ed un luogo (una stanza tranquilla) in cui puoi praticare questa tecnica di meditazione senza essere disturbato. Indossa vestiti sciolti e confortevoli. Questa tecnica può essere fatta in qualunque momento della giornata o appena prima di andare a dormire, ma se fatta durante il giorno, assicurati di avere un po’ di tempo libero prima di riprendere le normali attività.

Nota.
Secondo la descrizione di Osho di questa meditazione, è chiaro che non esiste un tempo prefissato per i due stadi seguenti. Le indicazioni qui fornite sono quelle ideali per cominciare, ma poi col tempo la durata dei due stadi può aumentare in modo naturale.


Primo stadio: Latihan (30 minuti).
In piedi e ad occhi aperti, ascolta la musica e lascia che il tuo corpo sia sciolto e ricettivo, in attesa. Poi, quando improvvisamente senti l’urgenza di muoverti, asseconda i movimenti spontanei così come vengono. Quando il tuo corpo è rilassato ed è nello stato di lasciar accadere qualsiasi movimento, l’energia sottile che è al di là del tuo controllo comincia a muoverlo. Lascia che questa possibilità prenda il possesso del tuo corpo, semplicemente permetti a ciò di accadere. Questo è Latihan.

Secondo stadio (15 minuti).
Inginocchiati, chiudi gli occhi e alza le braccia con le palme delle mani rivolte verso l’alto. Percepisci la tua testa come se fosse la bocca di un vaso vuoto e il tuo corpo cavo. Senti l’energia riempirti, permettile di andare il più a fondo possibile, nel corpo, nella mente e nell’anima. Il tuo corpo comincerà a vibrare e a scuotersi, come una foglia al vento. Dopo due o tre minuti, quando ti senti completamente pieno di energia, chinati in avanti e appoggia la fronte per terra. Ora riversa l’energia alla terra; prendi dal cielo e restituisci alla terra.
Questo intero processo va fatto almeno sette volte, una per ogni chakra.
Osho raccomanda “ripetilo per sette volte; perché ogni volta l’energia penetra in uno dei chakra, in uno dei centri del corpo e ogni volta penetra più a fondo. Facendolo meno di sette volte ti lascerà un senso di irrequietezza, perché l’energia resterà sospesa a metà strada.....puoi farlo più di sette volte, se vuoi, ma non di meno”.



Lo stato finale di orgasmo con il tutto si chiama Mahamudra, il grande orgasmo.

Cos'è l'orgasmo? È uno stato in cui il corpo non è più percepito come materia, bensì vibra come energia, come elettricità. Il corpo vibra così intensamente, fin dal più profondo essere, che ci si dimentica della sua materialità e diventa un fenomeno elettrico.

[...] Questa vibrazione di due in uno è l'orgasmo. E quando succede non con una persona, ma con l'intera esistenza, è Mahamudra, il grande orgasmo. Succede; vorrei indicarvi come potete provare ad accostarvi a Mahamudra, al grande orgasmo. Il latihan è uno dei più antichi metodi tantrici. È il primo passo verso Mahamudra. Consiste nel permettere al corpo di vibrare, di diventare energia, di diventare qualcosa di non-sostanziale, di non-materiale, di sciogliersi e di perdere i propri confini. Il latihan è una cosa semplice. È il primo passo. Devi stare in piedi, rilassato, sciolto e naturale. Meglio se da solo, in modo che nessuno ti disturbi.

[...] Il latihan è il primo passo. A poco a poco nel latihan ti sentirai bello e ti accorgerai che si sta verificando un incontro fra te e il cosmo. Ma è solo il primo passo: in sé è molto bello, ma non è tutto. Fai il latihan per almeno mezz'ora: un'ora di latihan è magnifico. Passa a poco a poco da mezz'ora a un'ora. E senti l'energia inondarti, dentro e fuori. La danza non è solo esterna. Ben presto, quando entri in sintonia con la danza, ti accorgi di una danza interna; ti accorgi che non danza solo il tuo corpo, ma che dentro anche l'energia danza.

Quando sei del tutto ripulito e il tuo corpo si sente rinfrescato (hai fatto una doccia di energia e il corpo si sente integro, indiviso; ha perso il proprio carattere materiale, e lo senti piuttosto come energia, movimento, processo, come qualcosa di non-materiale) allora sei pronto. Allora inginocchiati.
Poi alza entrambe le mani al cielo, a occhi chiusi; e sentiti un recipiente cavo, un bambù cavo, sentiti cavo internamente come un vaso di terracotta. La tua testa è la bocca del vaso: e l’energia ti cade in testa con forza possente, come se fossi sotto una cascata. Sei effettivamente sotto una cascata; e, dopo il latihan, sarai in grado di percepirla. Non è una doccia, ma una vera e propria cascata. E, quando sei pronto, cade con maggior forza, il tuo corpo incomincia a tremare, come una foglia agitata da un forte vento oppure proprio come quando sei sotto una cascata. Se sei stato sotto una cascata, sai cosa voglio dire; se no, vacci, e prova che sensazione dà. È la stessa sensazione che proverai dopo il latihan.

[...] Inchinati sette volte. Prendi dal cielo e versa nella terra; bacia la terra, e versa in lei, vuotati completamente. Vuotati tanto completamente quanto prima ti sei riempito. Poi alza di nuovo le mani al cielo, riempiti di nuovo, e versa di nuovo l'energia nella terra. Ripetilo per sette volte; perché ogni volta l'energia penetra in uno dei chakra, in uno dei centri del corpo e ogni volta penetra più a fondo. Facendolo meno di sette volte ti lascerà un senso di irrequietezza, perché l'energia resterà sospesa a metà strada.

[...] Per sette volte: puoi farlo più di sette volte, se vuoi, ma non meno. Questo processo è Mahamudra nella sua completezza. Se lo fai ogni giorno, presto, in circa tre mesi sentirai di non esserci più. Sarà solo l'energia a pulsare con l'universo: ma non ci sarà nessuno, l'ego sarà andato perduto, non ci sarà più nessuno che agisce. Ci sarà l'universo, e tu, l'onda che pulsa con l'oceano. Quello è Mahamudra, è l'orgasmo finale, lo stato di coscienza più estatico che sia possibile.
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lunedì 5 novembre 2018

Amore per la materia e per l’immateriale

Lascia andare, per quel che puoi, la paura e i sensi di colpa, godi pienamente di tutti i magnifici benefici che derivano dall’avere un corpo e dalle splendide opportunità della tua apertura spirituale.Essere nel contempo vero Dio e vero Uomo: ecco una bella sfida che ti può attendere nei prossimi anni.Tanti problemi nascono dalle definizioni che voi date a Uomo e a Dio..

Cerca una definizione, inventala se non la trovi, che calzi a pennello con te stesso e che ti aiuti a esaltarela tua vita divina-umana.Sii maestro nel far fruttare i talenti che ti sono stati datie nel godere delle risorse, del denaro, delle amicizie, dei benimateriali. Sii maestro nell’ammantarli di spiritualità, il che non vuol dire essere pii e devoti a una volontà esterna ma,piuttosto, far risplendere l’amore che hai in te, per te stessoe per gli altri.

Talvolta si commette l’errore di immaginare la spiritualità come un punto di arrivo, qualcosa a cui tendere, ancora di più se trascendente, e dimenticate invece che spiritualità vuol dire amore. Amore per la materia e per l’immateriale, amore per l’universo in qualsiasi forma si manifesti. L’amore non ha forma né limiti, l’amore “è”, dovunque e in chiunque


Siamo Qui con Te - Una Carezza per l’Anima


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... riconoscere e ad essere la propria vera natura

Quanto è meraviglioso e raro
trovare qualcuno che è privo d'intenzioni,
di desideri e di bisogni;
qualcuno che è giunto a quello stato
in cui non è spinto dall'impulso di controllare l'esistenza
o di diventare qualcosa,
la cui mente giunge a un bellissimo luogo di apertura,
di silenzio e di pace.
Di fatto, un tale stato non è possibile crearlo, si smette semplicemente di identificarsi con le proiezioni della mente condizionata  per arrivare così a riconoscere e ad essere la propria vera natura.


~ Mooji

domenica 4 novembre 2018

LATIHAN

Stai semplicemente in piedi in una posizione rilassata, e aspetta che Dio, che il Tutto operino su di te. E poi fai qualsiasi cosa ti senti di fare in uno stato d'animo di profonda preghiera: « Sia fatta la Sua volontà » ...e rilassati.


È come l'esperienza della scrittura automatica, si prende semplicemente la penna in mano e si aspetta. All'improvviso un'energia si impadronisce della mano che inizia a muoversi da sola. È un fenomeno sorprendente, la mano si muove e non sei tu a muoverla! Fai che la tua attesa abbia questa qualità, e dopo tre, quattro minuti, all'improvviso sentirai degli scossoni e l'energia che scende nel corpo. Non aver timore, anche se fa paura. Tu non stai facendo niente. Di fatto tu sei solo un testimone: è un evento.


Abbandonati a questa energia. Il corpo comincerà ad assumere posizioni diverse, si moverà, danzerà, ondeggerà, tremerà, si scuoterà: succederà di tutto. Rimani aperto: non solo le lasci spazio, ma cooperi. Allora perverrai a ciò che chiamiamo Sahaj yoga.


Il latihan non è una novità. Il termine è nuovo. Subud non è una novità. Non è altro che una nuova versione del Sahaj yoga: lo yoga della spontaneità. Lascia tutto in mano al divino, perché la mente è astuta. Ben presto riconoscerai la differenza, perché tu sarai un semplice osservatore. Rimarrai sorpreso perché la tua mano si moverà senza che tu la muova affatto. Dopo che ti sarai rilassato in questa tecnica per alcuni giorni, anche se vorrai smettere, ti accorgerai che non sei più in grado di farlo. Scoprirai di essere posseduto.


Per cui all'inizio prega con queste parole: « Per venti minuti prendi possesso del mio essere e fanne tutto ciò che vuoi. Sia fatta la Tua volontà. Venga il Tuo Regno ». Lascia che sia presente questo atteggiamento, e rilassati semplicemente. Dio inizierà a danzare dentro di te e assumerà mille posizioni. Il corpo vedrà appagati i suoi bisogni, non solo: verrà appagato qualcosa di più elevato del corpo, di più vasto; i bisogni profondi della consapevolezza.



Osho Il Libro Arancione
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Latihan è una pratica spirituale e un'esperienza completamente spontanea. Non è una tecnica ma un entrare in contatto con la Presenza dentro di noi e arrendersi al suo volere.
Latihan proviene da una espressione indonesiana latihan kejiwaan che significa "allenamento del sé interiore". Non c'è un modo giusto o sbagliato di fare questa meditazione, dal momento che si basa sulla connessione con la guida interiore e sul seguire le sue indicazioni.


Si pratica in uno spazio dove sia possibile muoversi, con o senza musica di sottofondo. Si indossano abiti che non costringano e facilitino i movimenti.

1. Si incomincia stando in piedi ad occhi chiusi. Si rivolge l'attenzione all'interno e ci si connette con la Presenza. Come? Grazie all'attenzione cosciente focalizzata nel qui e ora.
2. Aspetta in uno stato di totale abbandono e fiducia; nota qualunque sensazione sia presente nel tuo corpo fisico e all'interno del corpo.
3. Osserva il respiro e qualunque, sia pur piccolo, movimento stia iniziando in qualunque parte del corpo assecondalo e lascialo accadere.
4. Connetti alla sensazione del movimento un suono, qualunque esso sia purché sorga spontaneo dentro di te. Esprimiti liberamente e continua a rimanere connesso con le sensazioni spontanee da assecondare. Osserva anche i pensieri che passano per la tua testa. Potrebbe accadere che dopo un poco la tua mente si acquieti.
Con la pratica la connessione con la tua intuizione diviene più chiara e forte.
5. Lasciati cadere sul pavimento, rimani immobile e osserva il tuo mondo interiore.
La meditazione latihan dura venti minuti e il riposo circa dieci minuti.



Attenzione a ..
Non essere tu a fare accadere il movimento o il suono.
Dal momento che questa è una pratica basata sulla guida interiore, lascia che il movimento nasca dentro di te spontaneamente.
Se ti capita di rimanere fermo, va bene anche questo. Per quanto fermo stai respirando, il cuore batte e molti altri processi accadono dentro di te: il movimento è presente in ogni caso.


Tutto ciò che devi fare è rimanere presente alla energia vigile della Presenza, lasciare accadere e osservare

Il Libro Arancione
Tecniche per il risveglio della consapevolezza











sabato 3 novembre 2018

La tua forza è dentro di te, è nell’eterno, nell’immutabile.

"- Se la tua forza è nella ricchezza, te la faranno perdere.
Se la tua forza è negli amici, vi faranno dividere.
Se la tua forza è nella fama, ti dimenticheranno.
Se la tua forza è nella verità, ti calunnieranno.
Se la tua forza è nella famiglia, la faranno allontanare da te...


- Perché?
- Perché la tua forza non sta nelle cose esterne, non sta nelle cose che possono cambiare. La tua forza è dentro di te, è nell’eterno, nell’immutabile. Qualcuno la chiama Dio, altri la chiamano l’Amore. Per altri ancora si chiama Tao, o la via di tutte le cose. Non importa come si chiama. Chi l’ha mai sperimentato mi capisce. Per colui che riuscirà a scoprire questa forza dentro di se, la povertà diventerà ricchezza, i nemici diventeranno amici, e la menzogna si trasformerà in verità. E sai perché?
- Perché?
- Chi scopre la stabilità dentro di se, la sa vedere in tutte le cose, senza dare l'importanza all’instabilità. Quando non la sopravaluti, l’instabilità cede davanti alla stabilità in te. Nel mondo non esiste una forza capace di romperla.
Qualsiasi forza che avrà fallito cercando uccidere la stabilità in te, diventerà la tua stessa forza. E’ così che funziona il mondo.

- Cone acquisire la stabilità?
- La cosa più difficile è capire che non devi acquisire ciò che hai dalla nascita e si trova in te. Semplicemente, ricorda della stabilità. Porta nel cuore la sua forza, morbida e calda. E sai una cosa...?

- Si, che cosa?
- Questo calore si chiama “felicità”.

(Igor Nemoff, “Il Passante”)
trad. Olga Samarina

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Affronta la vita, confrontala.

Affronta la vita, confrontala. Ci saranno momenti difficili, ma un giorno vedrai che quei momenti difficili ti hanno dato forza, proprio perché li hai affrontati. Erano necessari. Mentre li stai attraversando sono difficili, ma dopo vedrai che ti hanno reso più integrato. Senza quei momenti non avresti mai trovato il tuo centro, le tue basi.

🙏Osho🙏

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Segui la tua via e lascia che gli altri seguano la propria.

Segui la tua via e lascia che gli altri seguano la propria.

Resta aperto.
Se sai restare aperto, se sai aiutare e sai prenderti cura degli altri, senza cercare di imporre loro qualcosa, vedrai che la gente inizierà a bere alla tua fonte, e sarà realmente aiutata da te.
Non andare ad aiutarli in modo diretto, perché l’aiuto,
la compassione, l’amore, sono tutti indiretti.


Osho

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giovedì 1 novembre 2018