mercoledì 29 maggio 2019

Fai diventare il mondo piu' bello

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I SOTTERFUGI DELL' IO

Come indica il suo nome la de-pressione è una caduta di pressione. Contrariamente alle apparenze, la pressione non è il risultato di circostanze esteriori, ma il riflesso di un atteggiamento mentale. Questo atteggiamento è composto da proiezione e anticipazione.
La proiezione è il potere della mente che crea forme che in seguito sono confuse con la realtà.
L’anticipazione è l’abitudine di proiettare un futuro inesistente e di viverlo come se fosse reale.
Tutti questi sotterfugi inventati dall’io servono a mantenere la sua esistenza e ad allontanare lo spettro del momento presente, apertura non limitata nella quale l’io perde la sua consistenza per dissolversi nella coscienza silenziosa. Una pressione può abbassarsi bruscamente solo se è alta. Provate a saltare dalla finestra del pianterreno e capirete che la differenza di livello provoca lo choc, mentre l’assenza di differenza non produce uno choc.
L’attesa è una pressione inventata dall’io. Consiste a fissare la mente su un traguardo. Quando questo traguardo è raggiunto, l’io si rallegra. Se il traguardo non è raggiunto, l’io è deluso. La delusione può essere intensa e condurre alla decisione - ancora inventata dall’io - di distruggere questo corpo che ne sembra responsabile. Il suicidio diventa così un oggetto di desiderio come un altro, un nuovo sotterfugio destinato a fuggire l’inafferrabile presente.
L’io, in effetti non sopporta di non avere cibo da mettersi sotto i denti. Il passato ed il futuro sono i suoi alimenti. Essi lo mantengono e lo fanno fiorire, come la buona terra lo fa con i fiori. Entrambi sono suoi figli. Immaginate un futuro senza un io a cui riferirsi. Non sarebbe come una caramella vuota e senza zucchero?
L’io è dunque il personaggio centrale all’origine delle attese, delle delusioni e delle de-pressioni che ne seguono.
Come curare la de-pressione senza occuparsi di questo io che ne costituisce l’asse? Sarebbe come operare un ventre per guarire di un’emicrania.
Quindi per curare una de-pressione bisogna considerare l’io che l’ha creata.
Questo io è un personaggio volatile. Quando si vuole acchiapparlo svanisce. È inconsistente come una nuvola in cielo. Per la buona ragione che è solo un pensiero. Un pensiero non sembra un gran che, ma un pensiero che ritorna senza tregua è un’ossessione. L’io è dunque un’ossessione. Tutti i pensieri si snodano intorno ad esso. È come un re onnipotente che rende schiavi i suoi sudditi senza occuparsi della loro sorte.
Il solo nemico dell’io è lo sguardo. Come fa una cosa così impalpabile come lo sguardo a spaventare questo re? Per una buona ragione, che quando un pensiero viene osservato, esso sparisce. Provatelo una volta e lo saprete per sempre. L’osservazione del pensiero ”io” conduce alla sua scomparsa.
Direte: - Non è forse l’io che osserva il pensiero “io”? -
Lo sguardo è la coscienza che non è una persona o un pensiero, poiché osserva solo ed è libera dalla persona, è impersonale.
Per guarire dalla depressione bisogna liberarsi dal potere dell’io.
Una via verso la liberazione è l’accoglienza. L’accogliere delle percezioni, delle sensazioni, dei pensieri. L’accogliere non appartiene alla persona. La persona stessa, in quanto a percezione è contenuto in esso. Ciò che contiene non può essere contenuto. Come una bottiglia di coca-cola è libera dal suo contenuto. Se versate il contenuto, la bottiglia non ne è coinvolta.
Il contrario è il rifiuto. Costui è il magistrato a servizio del re. Con il rifiuto il re conferma la sua autorità. Un re che dice sempre si non sarebbe un re. L’io e il rifiuto sono due alleati del re, che li maneggia con destrezza per trasformare ogni situazione in un problema.
Il dispiacere e la tristezza sono artifici dell’io per evitare la sua sparizione: si riferiscono al passato ed al futuro: senza passato e futuro cosa resta dei due compari?
La de-pressione è così curata dalla scomparsa, non quella del corpo, come credono gli amanti delle sensazioni forti, ma del pensiero “io”. E questa scomparsa non avviene con un colpo di bacchetta magica. È per invitarla che l’eremita si ritira 40 anni in una grotta. L’agitazione non è propizia alla sua scomparsa. Il raccoglimento e la tranquillità sono i sedimenti che preparano la sua fine. Una mente tranquilla diventa trasparente, il senso dell’io si attenua, come l’ago della bussola che trova un punto di stabilità. Prolungando questo silenzio senza pensieri, il senso dell’io finisce col perdere la sua superiorità. Il mondo può allora esser visto com’è, senza il filtro deformante delle interpretazioni personali. Un mondo com’è non è né bello né brutto, né gradevole né sgradevole. È solo una percezione che emerge nello sguardo che lo contiene. Il mondo è consistente quanto l’immagine dell’uccello che si riflette nella finestra aperta. L’inconsistenza del mondo contrasta con la consistenza dello sguardo che lo percepisce. Lo sguardo è esso stesso la consistenza, la densità, che dà vita allo spettacolo percepito. Senza sguardo non c’è spettacolo.
Ora arriviamo alla fine di questa passeggiata che da lontano ci ha portato vicino. Che cosa c’è di più vicino dello sguardo stesso? Anche gli occhiali sono per lui un oggetto di osservazione. La guarigione della pressione e della de-pressione si può fare solo attraverso la comprensione che libera dall’abitudine di prendere per reale ciò che non lo è e che rischiara il mondo opaco delle proiezioni mentali e delle conseguenze che ne derivano.
Rendiamo dunque un omaggio alla gioia che si cela dietro al dispiacere e che s’irradia non appena quest’ultimo si spegne, come il sole che brilla non appena le nuvole si dileguano.

(Jean-Marc Mantel)
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martedì 28 maggio 2019

abbraccia il tuo inverno.

(Ada Luz Marquez)

Non insistere, il fiore non sboccia
prima del giusto tempo.
Neanche se lo implori,
neanche se provi ad aprire i suoi petali,
neanche se lo inondi di sole.
La tua impazienza ti spinge a cercare la primavera;
quando avresti solo bisogno
di abbracciare il tuo inverno.
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lunedì 27 maggio 2019

Cercate le anime con cui vibrate in sintonia

Cercate le anime con cui vibrate in sintonia,
e rafforzate i legami che vi uniscono a loro.
Ricordatevi che il vostro tempo sulla Terra è
stato scelto con grande attenzione per permettervi
di lavorare tranquillamente con gli altri gruppi di anime
che partecipano allo sviluppo del pianeta.
Non formulate alcun giudizio su chi vi sta intorno,
e lasciate che continui a percorrere il suo sentiero.
Entrate in sintonia con tutti coloro
che riconoscete o che suscitano in voi
un forte senso di risonanza.
La vostra ricettività a incontrare
gli altri su un sentiero spirituale
li attira verso di voi,
e la vostra quota di consapevolezza
vi aiuta telepaticamente
a raggiungere scopi umanitari su scala globale.


(James Ridfield)

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domenica 26 maggio 2019

THE HEAD ...

“The head is carrying many burdens, but that is irrelevant… You have to shift your focus from the head to the heart, that’s all. So feel the heart more and more, and do things that nourish the heart… When sitting silently move to the heart, be there. Desert the head as many times as possible during the day. The head is only a mechanism – very useful, has to be used. It has great utility but it is not the master of the house.”
Osho, The Tongue-Tip Taste of Tao, Ch 10 is carrying many burdens, but that is irrelevant… You have to shift your focus from the head to the heart, that’s all. So feel the heart more and more, and do things that nourish the heart… When sitting silently move to the heart, be there. Desert the head as many times as possible during the day. The head is only a mechanism – very useful, has to be used. It has great utility but it is not the master of the house.”
Osho, The Tongue-Tip Taste of Tao, Ch 10

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Fermati!

Fermati!
Nell’attimo in cui senti l’impulso a fare qualcosa, fermati!

«Puoi provare questo metodo in qualsiasi occasione.
Mentre stai facendo un bagno, all’improvviso puoi darti questo ordine: “Fermati!”… e immobilizzati.
Se anche lo fai per un solo istante, sentirai che dentro di te accade un fenomeno diverso: vieni ributtato nel tuo centro, e all’improvviso ogni cosa si ferma, non solo il corpo. Infatti, quando il corpo si immobilizza totalmente, anche la mente si arresta.
E quando ti ordini di fermarti, non respirare. Lascia che ogni cosa si fermi… nessun respiro, nessun movimento del corpo. Per un istante resta in questo stato di completa immobilità, e ti accorgerai di essere penetrato, alla velocità di un razzo, nel centro.
E anche il bagliore di un attimo è miracolosa, rivoluzionaria. Ti trasforma, e piano piano avrai intuizioni sempre più limpide, rispetto al centro. Ecco perché l’inattività non deve essere praticata: usa questa tecnica all’improvviso, quando ne sei immemore.
Per esempio, stavi per bere un bicchiere d’acqua. Hai appena toccato l’acqua, il bicchiere – di colpo, fermati. Lascia che la mano rimanga dov’è, che la sete, il desiderio di bere, sia presente, ma tu fermati completamente. Il bicchiere è all’esterno, la sete è all’interno; la mano è posata sul bicchiere e così anche gli occhi – di colpo, fermati.
Non respirare, non muoverti, come se fossi morto. L’impulso stesso, la sete, libererà energia, e quell’energia verrà usata per andare al centro. Come mai? Perché ogni impulso è un movimento verso l’esterno. L’energia è sempre in movimento – o va verso l’esterno oppure si muove verso l’interno. Non può essere statica.
Ricorda tre cose…
La prima è questa: devi provare questa tecnica soltanto quando è presente un impulso autentico.
La seconda: non pensare a fermarti… limitati a fermati.
E la terza è questa: aspetta! Quando ti sei fermato – senza respirare, senza muoverti – aspetta e guarda cosa accade.
Fermarsi, vuol dire arrestarsi completamente: non si muove nulla, come se persino il tempo si fosse fermato.
Nessun movimento: esisti, semplicemente!
In quel semplice esistere, all’improvviso il centro esplode.»


Per completezza di sperimentazione, consulta:
Osho, I segreti della trasformazione, Bompiani – capito
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I Segreti della Trasformazione Voto medio su 2 recensioni: Da non perdere

sabato 25 maggio 2019

IL SESSO SECONDO OSHO

L’uomo ha tre livelli:
il corpo, la mente e l’anima. Pertanto, qualunque cosa fai, la puoi fare in tre modi: può agire solo a partire dal corpo, oppure dalla mente o dall’anima. Qualunque sia la tua azione, ogni tuo agire può avere tre qualità.
Il sesso è l’amore attraverso il corpo, l’amore romantico è il sesso attraverso la mente e la compassione passa attraverso l’anima. L’energia, però, è la stessa: scendendo più in profondità la qualità cambia, mal’energia rimane la stessa.
Se vivi la tua vita amorosa esclusivamente attraverso il corpo, hai una vita amorosa ben misera, perché resti in superficie. Il sesso, quando è limitato al corpo, non è nemmeno sesso: diventa lussuria. In quel caso, non è altro un rilascio fisico di energia; forse ti aiuta a diventare un po’ meno teso, ma solo per rilassarti un po’ di più stai dissipando moltissima energia, incredibilmente preziosa.
Se riesci a trasformarla in amore, non la sprecheresti più.
Nell’amore, corpo e mente si incontrano e tu diventi sempre più integro, un’unità organica. Quando ami una persona, il sesso segue come un’ombra; il contrario non accade. Se ami davvero una persona, le vostre energie si incontrano nel profondo, ti senti così bene alla presenza dell’altro, la presenza dell’altro ti dà un’assoluta pienezza, ti completa. L’amore giunge come un’ombra.
Ed esiste un’altra dimensione profonda, che io chiamo compassione. Quando il corpo, la mente e l’anima si incontrano, diventi un’unità sconfinata; diventi una trinità, una trimurti. In quel caso tutto è fuso in te, dalla realtà più superficiale alla più profonda… tutto si incontra; anche la tua anima fa parte del tuo amore. Naturalmente, la compassione è possibile solo attraverso la meditazione profonda.
La lussuria può avvenire senza alcuna comprensione o meditazione; l’amore è possibile solo con la comprensione; la compassione è possibile solo con la comprensione e la meditazione, ovvero comprensione e consapevolezza.
Il terzo stadio lo definisco sacro, perché è formato dal Tutto: accade solo se fai sforzi individuali. La meditazione ti porterà alla compassione.
Il Buddha ha detto: “Se mediti, la compassione affiorerà automaticamente.”
(Osho)

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venerdì 24 maggio 2019

LO SPECCHIO

“Ogni meditazione non è altro
che una ricerca dello specchio vuoto,
che riflette ma rimane completamente vuoto.”


“Osserva il corpo:
tu non sei il corpo,
tu non sei la mente,
tu sei solo il testimone.
tu sei l’osservatore.
e l’osservatore non ha
nessuna opinione,
nessuna idea,
è solo uno specchio.”

“Nel centro più intimo, del tuo essere tu sei collegato
con il cuore dell’universo.”

OSHO: "Ma Tzu, The Empty Mirror"


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giovedì 23 maggio 2019

Siamo veramente liberi? E in cosa consiste la vera libertà?

Un significativo articolo sritto da Gurdjieff, che ci fa comprendere in modo semplice, un profondo concetto di come il "condizionamento" possa influenzarci nelle nostre scelte.
Siamo veramente liberi? E in cosa consiste la vera libertà?

Qui ci sono un medico, un ingegnere, un artista. Essi sono realmente ciò che noi pensiamo che siano? Possiamo ritenere che la personalità di ciascuno di essi sia assimilabile alla professione, all’esperienza che tramite la professione, o per la sua preparazione, essi hanno acquisito?
Ogni uomo viene al mondo simile a un foglio di carta bianca; ma le circostanze e le persone che gli stanno intorno fanno a gara per imbrattare questo foglio e per ricoprirlo di ogni genere di scritte. Ed ecco intervenire l’educazione, le lezioni di morale, il sapere che chiamiamo conoscenza, tutti i sentimenti di dovere, onore, coscienza, ecc. E ogni educatore proclama il carattere immutabile e infallibile dei metodi ch’egli stesso utilizza per innestare questi rami all’albero della «personalità» umana. A poco a poco il foglio si macchia, e più è macchiato di pretese «conoscenze», più l’uomo è considerato intelligente. Più sono numerose le scritte nel posto chiamato «dovere», più il possessore è considerato onesto; e così via per ogni cosa. Il foglio così sporcato, accorgendosi che le macchie vengono scambiate per meriti, le considera preziose. Ecco un esempio di ciò che chiamiamo «uomo», cui aggiungiamo spesso delle parole come «talento» e «genio». Eppure il nostro «genio» vedrà il suo umore guastarsi per tutto il giorno se al mattino, svegliandosi, non trova le pantofole accanto al letto.
L’uomo non è libero, tanto nelle sue manifestazioni che nella vita. Non può essere ciò che vorrebbe essere, e nemmeno ciò che crede di essere. Non somiglia all’immagine che ha di se stesso, e le parole «uomo, corona della creazione» non gli si adattano.
«Uomo»: una parola altisonante, ma dobbiamo chiederci di che tipo di uomo si tratta. Non certo l’uomo che si irrita per delle sciocchezze, che presta attenzione a delle meschinità e si lascia coinvolgere da tutto ciò che gli succede intorno. Per avere il diritto di chiamarsi uomo, bisogna essere un uomo, e «essere un uomo» è possibile soltanto grazie alla conoscenza di sé, e al lavoro su di sé nella direzione indicata da tale conoscenza.
Avete mai provato a osservare ciò che vi succede quando la vostra attenzione non è concentrata su un problema preciso? Suppongo che per molti di voi questa sia una condizione abituale, sebbene ovviamente pochi l’abbiano osservata sistematicamente. Forse siete consapevoli del modo in cui il nostro pensiero procede per associazioni fortuite, quando sfilano scene e ricordi senza alcun rapporto, quando tutto ciò che cade nel campo della nostra coscienza, o semplicemente lo sfiora, ci suscita delle associazioni casuali. Il filo dei pensieri sembra svolgersi senza interruzione, tessendo insieme frammenti di immagini di precedenti percezioni, estratte da diverse registrazioni immagazzinate nella nostra memoria. E mentre queste registrazioni scorrono e si svolgono, il nostro apparato formatore tesse incessantemente la trama dei pensieri a partire da questo materiale. La registrazione delle nostre emozioni scorre nello stesso modo: piacevole e spiacevole, allegria e preoccupazione, riso e irritazione, piacere e dolore, simpatia e antipatia. Qualcuno vi loda, e voi siete contenti; qualcuno vi rimprovera, e il vostro umore si guasta. Qualche novità vi attira, e immediatamente dimenticate ciò che tanto vi interessava un attimo prima: in poco tempo questa nuova cosa assorbe il vostro interesse al punto da sommergervi completamente; e d’un tratto voi non la dominate più; siete spariti, vi trovate legati a questa cosa, dissolti in essa; in realtà, è la cosa a dominarvi, a tenervi prigionieri.
Questo smarrimento, questa propensione a lasciarsi dominare è, sotto svariate forme, propria a ciascuno di noi, è questo che ci lega e ci impedisce di essere liberi. E, quel che è peggio, questo fatto assorbe tutte le nostre forze e il nostro tempo, e ci toglie ogni possibilità di essere oggettivi e liberi, due qualità essenziali per chi decide di seguire la via della conoscenza di sé.
Dobbiamo lottare per liberarci, se vogliamo lottare per conoscerci. Conoscere e sviluppare se stessi costituiscono un impegno così importante e così serio, cui bisogna dedicare uno sforzo così intenso, che assumerselo nel modo solito, in mezzo a tutte le altre cose, è impossibile. L’uomo che si assume questo impegno deve metterlo al primo posto nella propria vita, perché la vita non è così lunga da poterla sprecare in cose inutili.
Che cosa permetterà all’uomo di consacrare utilmente il proprio tempo alla ricerca, se non la libertà da ogni attaccamento?
Libertà e serietà. Non la serietà delle sopracciglia aggrottate, delle labbra tirate, dei gesti accuratamente calcolati, delle parole misurate fra i denti, ma la serietà che vuol dire determinazione e perseveranza nella ricerca, intensità e costanza, in modo che l’uomo, anche nei momenti di riposo, persegua il suo obiettivo principale.
Chiedetevi: «Sono libero?» Molti saranno tentati di rispondere di sì, se si trovano in una condizione di relativa sicurezza materiale, senza preoccupazioni per il domani, e se non dipendono da nessuno per la propria sussistenza o per la scelta delle proprie condizioni di vita. Ma è quella la libertà? È soltanto una questione di condizioni esteriori?
Hai parecchi soldi, vivi nel lusso e godi del rispetto e della stima generale. Alla testa delle importanti aziende da te controllate si trovano uomini capaci, che ti sono profondamente devoti. In poche parole, la tua vita è un vero letto di rose. Pensi di essere totalmente libero, poiché, dopo tutto, il tuo tempo ti appartiene. Sei un patrono delle arti, dai disposizioni su problemi mondiali sorbendo una tazza di caffè, e ti interessi allo sviluppo dei Poteri spirituali nascosti. Non sei estraneo alle cose spirituali e ti senti a tuo agio di fronte alle questioni filosofiche. Sei colto e istruito. Grazie alle tue conoscenze che coprono i più svariati campi del sapere, hai la reputazione di uomo intelligente in grado di risolvere qualunque problema. Sei il modello dell’uomo raffinato. In breve, sei una persona da invidiare.
Questa mattina ti sei svegliato sotto l’influsso di un brutto sogno. Questo leggero malumore è scomparso rapidamente, ma ha lasciato qualche traccia: una specie di lentezza, di esitazione nei movimenti. Vai allo specchio per spazzolarti i capelli e, inavvertitamente, lasci cadere la spazzola. Appena la raccogli, ti sfugge di nuovo. La riprendi con un po’ di impazienza, e per la terza volta ti scivola dalle mani. Cerchi di afferrarla al volo, e invece la mandi a colpire lo specchio. Inutilmente cerchi di fermarla. Crac! Una stella di frammenti compare sullo specchio antico di cui andavi così fiero. Accidenti! I nastri del disappunto cominciano a girare. Hai bisogno di scaricare l’irritazione su qualcuno. Accorgendoti che il tuo domestico si è dimenticato di posare il giornale accanto al caffè del mattino, il vaso trabocca e decidi che quel buono a nulla non può stare più a lungo in casa tua.
È venuta l’ora di uscire. Dal momento che è una bella giornata e non hai da fare molta strada, decidi di andare a piedi, mentre l’automobile ti segue al passo. Il bel sole ti fa un effetto rilassante. Un assembramento formatosi all’angolo della via attira la tua attenzione. Avvicinandoti, scorgi un uomo svenuto sul marciapiede. Con l’aiuto dei passanti, qualcuno lo adagia su un taxi che lo porta all’ospedale. Tu osservi che il viso stranamente familiare del tassista ti ricorda, per associazione, l’incidente che ti è capitato l’anno scorso. Stavi rientrando a casa dopo aver festeggiato allegramente un anniversario, c’erano dei pasticcini così deliziosi! Quel dannato domestico, dimenticandosi il giornale del mattino, ti ha rovinato la colazione. Non si può rimediare a questo guaio? Dopo tutto, i dolci e il caffè hanno la loro importanza! Eccoti proprio davanti al famoso caffè dove vai ogni tanto con gli amici. Ma perché ti era venuto in mente l’incidente? Hai quasi dimenticato i fastidi della mattinata… E adesso, il dolce e il caffè sono proprio così buoni?
Toh! Due belle ragazze al tavolo vicino. Che bionda incantevole! Ella ti lancia uno sguardo malizioso e sussurra all’amica: “Ecco il tipo di uomo che mi piace“. Certamente nessun fastidio merita più la tua attenzione, né val la pena di prendersela per delle sciocchezze. C’è bisogno di farti notare com’è cambiato il tuo umore mentre facevi conoscenza con la bella bionda, e come si è mantenuto per tutto il tempo passato in sua compagnia?
Ritorni a casa canticchiando un motivetto allegro, e persino lo specchio rotto può solo strapparti un sorriso. Ma… e l’affare per cui eri uscito stamattina? Solo ora te ne sei ricordato… Niente di grave! Dopo tutto, si può sempre telefonare.
Stacchi il ricevitore e la centralinista ti passa un numero sbagliato. Chiami un’altra volta, e l’errore si ripete. Un uomo ti avverte sgarbatamente che lo stai seccando. Tu rispondi che non dipende da te; ne segue una discussione dalla quale apprendi con stupore che sei un cafone, un idiota, e che se chiami ancora…
Il tappeto che ti si è arricciato tra i piedi ti esaspera, e dovresti sentire con che tono di voce sgridi il domestico che ti porta una lettera. È la lettera di una persona che tu stimi e la cui opinione ti preme molto. Il contenuto del messaggio è così lusinghiero che la tua irritazione a poco a poco svanisce, per lasciare il posto a quella deliziosa sensazione di imbarazzo che è solita suscitare l’adulazione. Al termine della lettera, sei di ottimo umore.
Potrei continuare a lungo a descrivere la vostra giornata, o voi, uomini liberi! Pensate forse che esageri? No, sono delle istantanee prese dal vivo.
Quella che vi ho raccontato era una giornata di un uomo importante e di fama internazionale, ricostruita e descritta dal medesimo quella sera stessa, come esempio vivente di pensieri e sentimenti associativi.
Dov’è allora la libertà, quando le persone e le cose dominano un uomo al punto ch’egli dimentica il suo umore, i suoi affari e se stesso? Un uomo soggetto a cambiamenti del genere è in grado di avere un atteggiamento almeno un po’ serio verso la propria ricerca?
Ora siete in grado di capire meglio che un uomo non è necessariamente quel che sembra, e che non sono i fatti esteriori o le situazioni che contano, ma la struttura interna dell’uomo e il suo atteggiamento in rapporto a quei fatti.
(G.I. Gurdjieff)
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mercoledì 22 maggio 2019

l’essenza ...

…un giorno
un’immensa folla di persone si radunò
per ascoltare gli insegnamenti
di Shakyamuni, il Buddha.
Il Buddha non disse una parola
tenne semplicemente in mano un fiore,
solo il discepolo Kasyapa comprese
l’essenza di questo gesto.
Avvenne così la prima trasmissione
di un insegnamento senza parole,
da maestro a maestro
da mente a mente
i Shin den Shin.Mille anni dopo un monaco indiano
arrivò in Cina dopo un lungo viaggio
si chiamava Bodhidharma.
Era il ventottesimo erede
di una ininterrotta linea
di maestri discendente direttamente
dal Buddha
e portava con sé l’essenza
di quell’insegnamento.


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domenica 19 maggio 2019

CHI SEI?

CHI SEI?

Per capire ci siete, occorre eliminare ciò che non siete.

Sei un pensiero?
E' davvero costante il tuo pensiero? Nel corso della giornata ti vengono centinaia, migliaia di pensieri che vivono grazie alla tua attenzione. I pensieri scompaiono quando smetti di dare loro importanza....perciò, non puoi essere un pensiero!


Sei un corpo?
Ma questo corpo è sempre stato tuo e soltanto tuo? 5 anni fa era diverso, 10 anni fa era diverso, e anche quando sei nato era completamente diverso. Il corpo cambia continuamente... non puoi essere un corpo!

Sei un sentimento, un'emozione?
Vanno e vengono. Ora stai bene, poi la situazione cambia e stai male. Hai caldo, poi hai freddo. Sei triste, sei allegro. Le emozioni cambiano, ma chi le sta vivendo?

Cerca qualcosa che genera tutto ciò. Chi vede questi pensieri? Per chi sono? A chi serve questo corpo? Chi è alla base di tutto? Che cosa c'è sempre? Trovalo.
Puoi trovarlo tramite la tua attenzione, volendo capire davvero chi sei.
Forse per te tutto ciò non ha importanza adesso. Nessun problema. Potrebbe iniziare a interessarti nella prossima vita, o tra 10 vite...
Tutto ciò non ha nessuna importanza, davanti all'Infinito. Ma dedica un po' di attenzione a te stesso, Guarda dentro di te.

Lascia da parte tutto ciò che non sei e trova chi è sempre stato e sempre ci sarà. Chi vivrà per sempre.

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venerdì 17 maggio 2019

Quando la “persona” non c’è più, il Sé è realizzato.

Fintanto che ti prenderai per una persona, un corpo-mente separato dal flusso della vita, che ha una volontà propria e persegue le proprie mete, starai vivendo solo in superficie, e qualunque cosa tu faccia sarà di breve durata e di poco valore. Mera paglia per alimentare le fiamme della vanità.
Non è forse importante per te sapere se sei solo un corpo o qualcos’altro? O niente del tutto? Non vedi che tutti i tuoi problemi derivano dal tuo corpo, il cibo, il rifugio, la famiglia, il nome, la fama, la sicurezza, la sopravvivenza? Tutto questo perde significato il momento che tu realizzi che non sei solo un corpo.
Sei rimasto inchiodato al racconto dei tuoi genitori: tutto sul concepimento, la gravidanza e il parto, il bambino, I’adolescente, il giovanotto, e via dicendo. Per disancorarti dall’idea di essere il corpo, devi ricorrere all’idea opposta: non sei il corpo. E proprio perché è un’idea come I’altra, trattala come qualcosa da gettare dopo l’uso.
Le parole sono sia barriere che ponti. È l’unica realtà che il corpo abbia.
Vi identificate con il corpo e vi limitate, e tuttavia ricordate: non trascurate questo corpo, è la casa di Dio, prendetevene cura. Dio può essere realizzato soltanto in questo corpo. E’ solo per una comprensione analitica che Dio, il vostro corpo, il vostro Sé, sono stati divisi, ma è tutto un solo Sé, tutto è intimamente collegato.
Che il corpo-mente faccia il suo lavoro, ma comprendi che ciò che sta facendo il lavoro non sei tu; tu sei il senso della presenza.
Ovviamente il tuo corpo resta nel mondo e del mondo, ma non ti inganna più.
Quando la “persona” non c’è più, il Sé è realizzato. Quando non c’è “persona”, la questione di andare o venire non si pone più. Il corpo è un’apparizione nel Sé. Quando il corpo sparisce, il Sé rimane com’era e com’è sempre.


(Sri Nisargadatta Maharaj)

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venerdì 10 maggio 2019

L’INCERTEZZA: L’UNICA LIBERTÀ

“Non aggrapparti a nessun tipo di certezze. La vita è incerta: l’insicurezza è la sua vera natura. E una persona intelligente rimane sempre senza certezze.
È questo essere pronti a rimanere nell’incertezza che si chiama coraggio. È questo essere pronti a rimanere nell’incertezza che si chiama fiducia. Una persona intelligente è qualcuno che rimane sempre ‘attento e presente’, qualunque sia la situazione – qualcuno che risponde alla situazione totalmente, con tutto il cuore.
Non che sappia ciò che sta per succedere, non pensa che “facendo questo” allora “succederà quello”.
La vita non è una scienza; non è una catena di cause ed effetti: si scalda l’acqua a cento gradi ed evaporerà – questa è una certezza. Ebbene, nella vita reale non c’è nulla che abbia lo stesso tipo di certezza.
Ogni individuo è puro libero arbitrio – una libertà, una variabile sconosciuta. È impossibile predire come evolverà, non permette previsioni o aspettative. Occorre vivere con consapevolezza e comprensione.
Puoi ben capire che l’insicurezza è una parte intrinseca della vita – ed è bene che sia così, perché questo rende la vita libera, rende la vita una continua meraviglia.
Non si sa mai cosa stia per succedere. Ti prende continuamente di sorpresa.
Non chiamarla incertezza – chiamala sorpresa, stupore.
Non chiamarla insicurezza – chiamala libertà.”


OSHO: “A Sudden Clash of Thunder” #6
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mercoledì 8 maggio 2019

La nostra vera natura è la Liberazione

La nostra vera natura è la Liberazione, ma immaginiamo di essere vincolati e facciamo sforzi faticosi per liberarci, sebbene per tutto il tempo siamo liberi. Questo è compreso solo quando raggiungiamo quello stato. Allora saremo sorpresi di scoprire che ci stiamo sforzando freneticamente di ottenere qualcosa che siamo sempre stati e siamo. Un'illustrazione lo renderà chiaro. Un uomo si addormenta in questa sala. Sogna di aver fatto un giro del mondo e sta viaggiando su colline e montagne, foreste e pianure, deserto e mare, attraverso vari continenti, e dopo molti anni di viaggi stanchi e faticosi, torna in questo paese, raggiunge Tiruvannamalai, entra l'Ashram e cammina nella sala. Proprio in quel momento si sveglia e scopre che non si è affatto mosso ma ha dormito dove si è sdraiato. Non è tornato dopo grandi sforzi per questa sala, ma è stato qui tutto il tempo. È esattamente così. Se viene chiesto perché, essendo liberi, ci immaginiamo legati, io rispondo, 'perché, essendo nella sala, immaginavi di fare un giro del mondo, attraversando collina e valle, deserto e mare?' o maya.


🕉 Ramana Maharishi
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martedì 7 maggio 2019

Il Sentiero , è una spirale

Il Sentiero non è una linea retta, è una spirale. Continui a tornare alle cose che pensavi di aver capito e a vedere verita più profonde."

Barry H. Gillespie
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tecniche di meditazione per il Terzo Occhio

Il noto maestro indiano Osho Rajneeesh ha parlato più volte di terzo occhio e meditazione sul terzo occhio, indicando anche una via pratica per raggiungere la sua “apertura”. Nel libro “la verità che cura”, Osho suggerisce di trovare anzitutto una postura comoda, la base per ogni tecnica di meditazione. Fatto questo, consiglia di massaggiare lo spazio tra le sopracciglia con l’incavo del nostro palmo della mano, per 3 minuti, con un lento movimento antiorario che sia anche uno sfregamento verso l’alto.

Osho indica, se la tecnica sembra inefficace, di provare con il movimento inverso, ossia verso il basso.
Al movimento andrebbe abbinata la visualizzazione di un punto di luce, proprio all’altezza dell’occhio interiore.

Anche nel “Libro Arancione”, un classico per i seguaci di Osho, troviamo alcune info molto importanti sulle tecniche di meditazione per il Terzo Occhio. Qui Osho sostiene che, solo fissando una fiamma (di candela) per un’ora al giorno, ed insistendo per mesi con la tecnica, il terzo occhio inizierà a funzionare correttamente.
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IL LIBRO ARANCIONE  GRATIS IN PDF
http://sitomistero.altervista.org/Pdf%20ermetismo/Osho%20-%20Il%20libro%20arancione.pdf

La meditazione dei cinque sensi

Prima di iniziare la meditazione, devi preparare alcune cose:

• Posiziona il cuscino. Se fai la meditazione con un partner, metti i cuscini in modo da potervi guardare in faccia.
• Se ti piace accendi un bastoncino di incenso dal profumo delicato e/o metti qualcosa di profumato a portata di mano: come una bottiglia di Aura-Soma, una rosa o un mazzetto di lavanda. Qualsiasi fragranza con cui ti senti in sintonia andrà bene.
• Metti qualcosa da assaggiare, come del cioccolato o della frutta, a portata di mano. Qualsiasi cosa che ti piace andrà bene. In questa meditazione puoi indulgere un po’… Una volta preparato lo spazio, assicurati che nessuno ti disturberà per tutta la durata della meditazione, spegni il cellulare.
La meditazione ha due stadi (il primo suddiviso in 5 parti, una per ogni senso) e dura in tutto quarantacinque minuti. Prima di iniziare acquisisci familiarità con gli stadi e con la sequenza dei 5 sensi, perché nel cd non vengono indicati. Ci sono degli intervalli tra un brano musicale e l’altro, per indicare il passaggio da un senso all’altro. Le sequenza è questa:

1. Udito (orecchie)
2. Odorato (naso)
3. Gusto (bocca)
4. Tatto (mani)
5. Vista (occhi)

Primo Stadio - Aprire i Cinque Sensi
Siediti comodamente e chiudi gli occhi. Se sei con un partner, avvicinatevi il più possibile, ma senza toccarvi. Porta attenzione al corpo, a come si sente, se ci sono dolori o tensioni. Osserva cosa succede nella mente. Forse vedrai un caos di pensieri che si affollano. Osserva se sei disposto a lasciare che tutto ciò accada, nel corpo e nella mente. Fai un profondo respiro, rilassati e comincia la meditazione dicendo di “sì” a te stesso come sei in questo momento.

1. Apri l’udito. Quando la musica comincia, porta consapevolezza alle orecchie. Immagina il tuo corpo come una casa e le orecchie come le sue finestre. Sintonizzati con la musica. Lentamente comincia ad aprire le finestre, le tue orecchie, lasciando che il suono entri come una brezza leggera. Osserva la mente, sii consapevole del suo continuo commentare. Lascia che la mente faccia le sue cose, mentre continui ad aprire le orecchie, espandendo la tua capacità di ascoltare, lasciando che la musica e i suoni nella stanza, e anche fuori dalla stanza, entrino, senza disturbo, senza ostacolo. Continua in questo modo, espandendo e aprendo l’udito.
2. Apri l’odorato. Porta consapevolezza al tuo naso mentre la musica cambia. Senti il movimento del respiro, attraverso le narici. Un’altra finestra nella tua casa, apri il senso dell’odorato. Nota la fragranza nella stanza. Se hai messo qualcosa di profumato accanto a te usalo ora. Ad esempio se hai l'Aura-Soma, mettine alcune gocce sulla mano e strofinale; poi porta le mani vicino al naso. Inala profondamente, lasciando che la fragranza ti entri dentro in profondità. Continua in questo modo, espandendo, aprendo il tuo odorato.
3. Apri il gusto. Porta consapevolezza alla tua bocca mentre la musica cambia. Comincia col sentire l’interno della bocca. Nota la lingua e se la bocca è secca o umida. Prendi ciò che hai messo vicino a te, il cioccolato o la frutta, e mettilo in bocca. Osserva la mente e il suo commento. Allo stesso tempo permetti alla sensazione, al gusto, di portarti più profondamente dentro te stesso. Continua così, espandendo e aprendo il tuo senso del gusto.
4. Apri il tatto. Porta consapevolezza alle tue mani mentre la musica cambia. Comincia col sentire la loro posizione. Senti che sensazione ti danno dall’interno. Sii consapevole di ogni tensione o dolore. Se fai la meditazione da solo unisci le mani e poi accarezzale. Puoi anche portarle sul corpo. Senti. Se fai la meditazione con il partner, lentamente raggiungi le sue mani. Fa che il tuo tocco sia delicato e gentile. Lasciate che le vostre mani siano giocose e sensibili. Lascia che il tocco vi porti profondamente in voi stessi. Da solo, o con il partner, continua in questo modo, espandendo e aprendo il senso del tatto.
5. Apri la vista. Porta consapevolezza agli occhi mentre la musica cambia. Nota se ci sono tensioni intorno agli occhi e lasciale andare. Se fai la meditazione da solo unisci le mani e portale al grembo. Lentamente apri gli occhi e permetti loro di riposare su un qualsiasi oggetto di fronte a te. Lascia che il tuo sguardo sia leggero e non focalizzato e guarda senza fissare. Se fai la meditazione con un partner resta connesso attraverso le mani e aprite lentamente gli occhi. Guarda il tuo partner delicatamente e senza fissarlo, in modo non focalizzato, come se guardassi attraverso una finestra verso un panorama vastissimo. Allo stesso tempo permetti al tuo partner di guardare profondamente dentro i tuoi occhi. Apriti a vedere e a essere visto.

Nota: alcune persone non sono abituate a guardare direttamente qualcuno negli occhi. Comunque, in certe meditazioni, specialmente quelle provenienti dal Tantra e dal mondo dei Sufi, gli occhi hanno un ruolo importante. I Sufi chiamano gli occhi “le finestre dell’anima”. Gli occhi possono essere uno strumento potentissimo per entrare dentro. Aiutano a stabilire una connessione energetica tra noi e l’esistenza (il partner), iniziando un movimento interiore che amplifica l’esperienza della meditazione. Se ti senti teso o a disagio in questo stadio, comprendi che è normale e che non significa che c’è qualcosa che non va. Di solito è un condizionamento sociale che crea questa tensione. Fai un profondo respiro, rilassati e continua con la tecnica: tenendo gli occhi aperti, lo sguardo soffice e non focalizzato.

Secondo Stadio
Quando la musica sfuma e finisce torna a te stesso. Sdraiati sulla schiena, chiudi gli occhi e lasciati andare nel silenzio. Alla fine della meditazione sentirai tre volte il suono della campanella.
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DOVE SONO GLI ANTICHI DEI? SONO DENTRO DI NOI ...





Esiste questa ipotesi: il nostro pianeta Terra sarebbe un vivaio per le anime.
Le condizioni di permanenza nel "vivaio" sono severe: gli studenti non ricordano le loro incarnazioni né i periodi vissuti tra le incarnazioni; se mai, potrebbero ricordare qualcosa nel corso dell'insegnamento. L'esistenza nel mondo 3D limita la percezione, e l'acquisizione dei superpoteri è una delle finalità del corso.
Vivono in una realtà duale dove agiscono le forze sia amichevoli sia nocive.
Gli studenti devono imparare ad interagire in modo corretto con entrambe le forze.
Probabilmente, anche l'esistenza di un sistema parassitario che frena lo sviluppo delle anime e "rimanda" coloro che non brillano a scuola, faccia parte del processo dell'insegnamento.
Noi, in questa realtà, avremmo davanti agli occhi numerosi suggerimenti sotto forma di alcuni monumenti dell'antichità. Studiandoli e svelando i loro misteri potremmo sviluppare molte capacità.


Come scrive un autore: "Gli ultimi Custodi, prima di smaterializzare i loro corpi, disattivarono i reattori, sigillarono le piramidi, mascherarono e nascosero le testimonianze e le biblioteche. Sulla superficie terrestre rimasero dei rebus, dei grattacapi... risolvendoli l'umanità ritroverà il filo d'Arianna per la ricerca dell'armonia e dell'abbondanza. Gli dei nascosero la loro presenza anche dentro il nostro inconscio che conserva l'informazione sui molti misteriosi eroi e popoli del passato. GLI DEI VIVONO DENTRO DI NOI.."

Le civiltà del passato ci hanno lasciato i segni della loro presenza, ma per conoscere ciò che sembra inverosimile serve un'apertura mentale. Forse proprio qui si trova la chiave per passare ad altro livello. Il nostro risveglio inizia dall'abbandono del modo "ortodosso" di pensare.
Solo a questa condizione è possibile capire il semplice fatto di trovarsi dentro un Matrix - scuola.
Naturalmente, il sistema parassitario che vive nei mondi del Matrix, oppone resistenza al nostro risveglio perché necessita, per vivere, dell'energia delle anime che "studiano". Per questo è stata creata una ragnatela che distrae l'attenzione, che confonde le coscienze con i dogmi e gli stereotipi... molte anime poco sviluppate restano nella ragnatela per decine e centinaia di vite.

Ma la nostra coscienza nasconde anche le capacità di superare i miraggi del Matrix, di uscire al di fuori della cornice della percezione alterata che ci è stata imposta. Coloro che si sentono pronti, si risvegliano, altri possono continuare a seguire le regole del gioco. A voi la scelta.

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lunedì 6 maggio 2019

D: Come faccio a creare la realtà?

D: Come faccio a creare la realtà?"
Eckhart Tolle: "Mi dispiace ma non posso risponderti in maniera per te soddisfacente, credo... Un tempo mi occupavo di quel corpo di insegnamenti che chiamiamo 'Legge di attrazione'. Ho fatto diversi esperimenti con questa presunta legge ed in effetti hanno quasi sempre funzionato, ma, ho anche guardato molto da vicino i comportamenti e il 'destino' di molti insegnanti di legge di attrazione e nel tempo la loro energia ha smesso di risuonare in me. Non vedo infatti nessuna saggezza e nessuna realizzazione possibile nel continuare a volere, e a materializzare 'cose'. Non vedo nessun senso nel continuare a spegnere una sete costantemente indotta da noi stessi attraverso la 'dimostrazione nella materia' come la chiamava uno dei miei maestri. Ho compreso col tempo che questa 'legge' è il modo in cui funzioniamo costantemente, e, purtroppo, la 'materializzazione' avviene di continuo che lo vogliamo o meno e più che una legge sembra essere una funzione costante della coscienza. 

Ho capito che a differenza di quanto affermato da molti insegnanti di legge dell'attrazione il pensiero ha un peso inferiore a quello delle emozioni dominanti, e che quasi tutto il materiale emotivo subconscio sta già creando la realtà che vivi, e che vivrai nel prossimo futuro. Ho capito che mettersi a visualizzare e ad agire come se... è solo un 2% di un gioco molto più vasto che richiede che noi si guardi anche e soprattutto quella parte subconscia che non vuole essere vista e che crea mille disastri. 

Inoltre ho notato che seguendo un percorso più diretto verso ciò che io chiamo il 'se' o la 'coscienza pura', quello che si ottiene è un progressivo sistemarsi di tutta la propria esistenza, anche se nei modi e nei tempi differenti da quello che noi avevamo previsto. 

La Legge dell'attrazione è un bel gioco da fare all'inizio per rendersi conto che abbiamo un impatto sulla nostra realtà, ma, a mio parere non può portarti a nessuna felicità duratura ne nessuna realizzazione spirituale, dunque ho semplicemente smesso di occuparmene e di dargli peso. Ciò non toglie che ci siano anche dei validi insegnamenti in merito ma quasi tutti li trovo troppo semplicistici e diretti più alla soddisfazione narcisistica di un ego che alla realizzazione spirituale."
Eckhart Tolle

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COME IN BASSO COSI’ IN ALTO

Uno dei primi trattati di filosofia nella storia umana è un papiro dell'Antico Egitto nel quale un uomo stanco della vita conversa con la sua anima. Le sta dicendo che il mondo è brutto e perciò lui dovrebbe farla finita per approdare in fretta nel mondo superiore.

Ma l'anima risponde: come in basso così in alto, ovvero in cielo non c'è nulla che non sia già cresciuto dal basso, nel mondo delle forme. Se stai male è perché non hai sviluppato la tua vita terrena, di modo che questa possa sostenere il Cielo, perché in Alto vedrai la stessa cosa che vedi in Terra.


Ovvero, noi incarnati non possiamo scavalcare la fatica di lavoro su noi stessi, perché è il più importante strumento che ci trasforma anche la vita. Se manca la tensione di questo lavoro cadiamo nel baratro... qui, sulla Terra.

Quindi, anche il paradiso è dentro di noi, non all'esterno o nel futuro lontano, così come l'apocalisse, presente in ogni minuto. Suona così semplice, eppure quante vite si vivono tra le lamentele, le paure e le maledizioni... in attesa (sempre con la paura) di arrivare nel "regno dei cieli". Che poi, probabilmente, rispecchierà ciò che siamo e ci rimanderà, dopo un intervallo, a rifare l'anno scolastico...


LA RUSSIA ESOTERICA E SCIENTIFICA.
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sabato 4 maggio 2019

Battiato e Alice, Summer on a Solitary Beach 2016

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We spent the summer on a solitary beach and the echo from an outdoor cinema came to us and on the sand a tropical warmth from the sea and in the afternoon when the sun nourished us from time to time a shout covered the distance and the atmosphere became surreal. Sea, sea, sea, I want to drown Carry me away to be shipwrecked away, away, away from these shores take me away upon the waves. A wonderful summer on a solitary beach Against the Sea "The Grand Hotel Sea-Gull Magique" while in the distance a brown mineworker returned. Sea, sea, sea I want to drown Carry me away to be shipwrecked away, away, away from these shores take me away upon the waves.

franco battiato-le aquile non volano a stormi

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venerdì 3 maggio 2019

Davanti allo specchio

Senza mai chiudere gli occhi, siedo davanti allo specchio illuminato da una candela, il mio volto riflesso che ondeggia, mutevole, rivelando facce, parvenze. E d’un tratto lo specchio è vuoto! Il volto che stavo osservando è sparito. Sto fissando il vuoto! Tengo gli occhi aperti per pura forza di volontà. Il corpo comincia a tremare, il cuore mi batte all’impazzata, il sudore mi scende dalla fronte mescolandosi alle lacrime prodotte dai miei occhi doloranti. Ma in un angolo imprecisato dentro di me si risveglia un ricordo: Osho che descrive questa tecnica, il tratak, e parla dello specchio che alla fine diventa vuoto. Esorta, una volta arrivati a questo punto, a non distogliere lo sguardo, a perseverare. E dice che sarebbero affiorati volti appartenenti a vite passate.
E succede in un istante. Nello specchio riappare un volto. Non è il mio, eppure sono io. I tratti del viso sono differenti – la forma degli occhi, il taglio della mascella – ma contengono anche un’inequivocabile qualità di me. Poi sparisce, solo per lasciare il posto al successivo. E prende il via il turbine. Appare un volto, riempiendo lo specchio per un istante, poi scolora, dissolvendosi in un altro. Sopracciglia che si assottigliano e si inarcano, poi si infoltiscono, pesanti sulla fronte. Attaccature dei capelli ora basse, ora alte. Barbe che si accorciano, poi si allungano. Occhi ora spalancati, ora ridotti a piccolissime fessure. Infine resta solo un volto, costante, a osservarmi dallo specchio. Un viso ovale, più vecchio del mio, dagli zigomi alti e la fronte liscia e piatta. La barba incolta e brizzolata che nasconde la bocca; gli occhi di un marrone orientale, liquido e profondo. Tibetano. Per qualche ragione il viso sembra tibetano. Immobili, riflettiamo l’uno il viso dell’altro, i nostri sguardi incollati.
Poi, ancora una volta, per una minima frazione di secondo, lo specchio torna a essere vuoto. E un attimo dopo guardo dritto negli occhi di un lupo che ringhia! I miei occhi si chiudono bruscamente. E rimango seduto lì, nella mia oscurità interiore, tremante.
1974 Lonavla
https://www.oshoba.it/index.php?id=articoli_view_x&xna=141
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TERZO OCCHIO

Il corpo dovrebbe essere in uno stato così rilassato
che te ne puoi dimenticare; questa è la cosa essenziale.
Se riesci a dimenticarti del corpo, quella è l'esatta postura.


Dunque, fa' in modo di trovare la postura in cui
puoi dimenticarti del corpo, sarà quella giusta! Sistemati
in modo da essere comodo, il più comodo
possibile; e lascia perdere la vecchia idea tradizionale,
secondo la quale per meditare devi assumere una
postura scomoda, in un modo o nell'altro: si tratta
di sciocchezze, vere e proprie idiozie!


Massaggia il terzo occhio, lo spazio tra le sopracciglia,
per tre minuti. L'incavo del palmo della mano dev'essere messo sul terzo occhio poi, molto lentamente,
lo si deve sfregare verso l'alto, con un movimento
antiorario, in modo molto dolce e amorevole.


Dentro di te, devi avere questa sensazione: stai
cercando di aprire una finestra. Il terzo occhio è la finestra,
e questo sfregamento servirà a schiuderlo. Se,
dopo tre minuti, hai la sensazione che non ha per
nulla smosso la tua energia, inizia a sfregare con un
movimento rotatorio verso il basso, in senso orario.


Esistono due tipi di persone. Per alcune, il terzo
occhio si apre sfregandolo verso l'alto; per altre, si
apre sfregandolo verso il basso. Nella maggior parte
dei casi si apre con un movimento verso l'alto; dunque, 
inizia provando in quel modo.


A quel punto devi letteralmente visualizzare un
puntino di luce, esattamente tra le due sopracciglia,
nel centro del terzo occhio. Per avere quella sensazione,
puoi metterti un hindi in quel punto: si tratta
di un puntino colorato, un ornamento che le donne
indiane si mettono, proprio sul terzo occhio.


Puoi metterti quel puntino colorato, in modo da
sentire dove si trova; poi, chiudi gli occhi e osserva
quel punto luminoso. Immagina qualcosa di simile
a una stella che arde, qualcosa di bluette, e volgi lo
sguardo verso l'alto, in modo che gli occhi si spostino verso l'alto.


In realtà, quel punto particolare tra le sopracciglia non è così importante, la cosa fondamentale è che
gli occhi guardino verso l'alto: se lo fanno, il corpo piomba in uno stato di tranquillità.
Quando vai a dormire, accade proprio questo.


Ebbene, la stessa posizione degli occhi è utile mentre mediti; pertanto, questo è solo un espediente:
aiuta gli occhi a volgersi verso l'alto. 
Ricorda: stare seduto su una sedia renderà più facile
l'intero esercizio, più che stare seduto per terra. Se
sei seduto per terra, non incrociare le gambe; lascia
che siano distese e, a occhi chiusi, sposta lo sguardo verso l'alto.


Inoltre, non mettere mai una sveglia. Puoi semplicemente
tenere un orologio vicino a te e, quando
senti di farlo, puoi semplicemente aprire gli occhi e
guardare l'ora, dopo richiudili di nuovo; in questo
modo non verrai minimamente disturbato.


Ma ricorda: non mettere mai una sveglia e non dire
mai a nessuno di venire a bussare alla tua porta,
al termine dell'ora. Cose simili diventerebbero uno
shock che sconvolgerebbe tutto il tuo organismo.
Indossa un abito molto comodo, in modo da non
avere alcun impedimento. La cosa migliore sarebbe
che stessi nudo; in caso contrario, indossa una tunica, senza mutande.


Stabilisci il tempo dell'esercizio in un'ora. Riuscire
a farlo per due ore ogni giorno sarebbe la cosa migliore.
Se ti è difficile, trova almeno quell'ora di
tempo e fallo per un'ora, ma questo è il periodo minimo...
più il tempo che puoi dedicare a questo esercizio è lungo, meglio è.

Osho

http://oshoite.blogspot.com/2014/12/la-meditazione-sul-terzo-occhio.html

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mercoledì 1 maggio 2019

La mente non é viva






















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OSHO Meditation Resort di Pune

“Love
Vieni da me ogni volta che ti è possibile.
Sarai sempre il benvenuto.
E resta con me un po’ di più,
e lascia che io ti sia d’aiuto.
Ti sarà difficile
Perchè dovrai lasciare andare
completamente il tuo sé.
Ma non è impossibile
in particolare per te
perché ho visto dentro di te
un potenziale immenso
che aspetta la sua occasione.
Con te molte cose impossibili, sono possibili.
Il seme è lì, e desidera esplodere.
Quel desiderio è la fonte della tua ricerca
quel desiderio è la tensione che senti oggi
e quella tensione sarà la libertà
che tu sarai domani.
L’essenza è presente e l’esistenza
seguirà, se tu lo desideri.
Per favore, segui la sua chiamata
fino a giungere alla conclusione”


Osho: “ A Cup of Tea”

Osho ha lasciato un luogo di eccezione, dove la sua proposta esperienziale può essere vissuta con totalità.
“L’opportunità di un nuovo inizio” ha detto qualcuno – arrivato al Resort di Meditazione da lui creato – al termine di anni passati tra il rumore e la furia di una vita che chiedeva di essere vissuta in tutte le sue potenzialità.

Se vuoi dare spazio alla tua realtà, reale… L'OSHO Meditation Resort di Pune, India è un luogo dove puoi viverti nella tua pienezza.
Per scegliere la soluzione di soggiorno più adatta a te:
http://www.osho.com/…/accommodatio…/living-in-programs-intro

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