sabato 30 agosto 2014

LIVELLI LOGICI di DILTS (in PNL)


Un altro grande strumento a disposizione del coach è la possibilità di lavorare sui
livelli logici del suo cliente (coachee), magari puntando ad ALLINEARLI nel caso si
trovino divergenti.
Il concetto di livelli logici (o livelli neurologici) in PNL, sviluppato da Robert DILTS
(basandosi su alcune intuizioni dell’antropologo Gregory Bateson), consiste nel
considerare la struttura mentale come una serie di livelli GERARCHICI naturali
(partendo dall’ambiente, più esterno, fino all’identità e spiritualità, più profondi):
ogni livello superiore include tutti gli altri collocati prima.
Pertanto ogni cambiamento ad un livello superiore si ripercuote sui
sottolivelli, provocando così un impatto maggiore sull’individuo.
Dilts ha distinto i livelli neurologici in 6 categorie (dal livello più esterno a quello più
interno):

1) AMBIENTE: dove e quando?
2) COMPORTAMENTO: che cosa?
3) CAPACITA’: come?
4) VALORI e CREDENZE: perché?
I VALORI sono “ciò che riteniamo essere IMPORTANTE per noi”; le CREDENZE (o
CONVINZIONI) sono “ciò che riteniamo essere VERO ”.
5) IDENTITA’: chi?
È il senso di identità personale o “aziendale”: chi crediamo di essere, le
nostre credenze su noi stessi, i nostri pensieri, le nostre sensazioni.
6) SPIRITUALITA’ (o MISSION): per chi e per che cosa?

Che senso ha la mia vita? (significato profondo) Per quale motivo sto al mondo?

Se tutti questi livelli sono fra loro allineati non si creano problemi, che sorgono,
invece, quando un livello sembra portare a obiettivi non conciliabili con quelli di altri
(più esterni o più interni).
Nel coaching si può effettuare un vero e proprio check-up (verifica) di ciascun
livello, partendo da quelli concreti fino a quello spirituale, cercando di capire
quale passaggio non è chiaro o rischia di “boicottare” gl i altri (dato che non è
allineato).
In conclusione vi riporto un ESERCIZIO PRATICO sui livelli logici (elaborato dalla
dott.ssa
Giovanna Giuffredi, psicologa e coach): “Pensa ad u n OBIETTIVO importante,
prioritario, immagina… con tutti i sensi di averlo raggiunto, focalizzati sulla meta e
CHIEDITI”: (DOMANDE POTENZIANTI)

1. Che senso ha per me raggiungere questo obiettivo? (MISSION)
2. Che persona sarò quando l’avrò realizzato? (IDENTITA’)
3. Per quale ragione è importante per me raggiungere questo
obiettivo? (Motivazioni)
4. In che senso potrò realizzarmi, raggiungendo questa meta? (VALORI)
5. Quali pensieri mi sostengono? (CONVINZIONI potenzianti)
6. Quali saranno le conseguenze se non arriverò a tale meta? (SFIDA alle
convinzioni potenzianti)
7. Che cosa fare per riuscirci? (COMPORTAMENTI)
8. Quali pensieri mi frenano? (CONVINZIONI limitanti o depotenzianti)
9. Che cosa o chi può impedirmelo? (SFIDA alle convinzioni limitanti)
10.Quali capacità mi permetteranno di raggiungere questo obiettivo?
(Analisi delle competenze)
11.Per quale motivo ritengo utile accedere a tali risorse? (Verifica delle
motivazioni)
12.Quali azioni fare per realizzare questa meta? Indico in modo specifico e
concreto gli STEPS (passi) necessari (Action plan: PIANO D’AZIONE)
13.Dove posso realizzare tale obiettivo? (AMBIENTE: Strategia operativa di
CONTESTO)
14. Chi devo coinvolgere? (Strategia operativa sociale)
15.Che cosa mi farà capire (CRITERI) di avere avut o successo? (Proiezione
motivante)
16.Quali vantaggi otterrò? (Ancora motivante)
17. Da che cosa capirò di essermi allontanato dall’ obiettivo? (Sfida alla
proiezione motivante)
18.Quali saranno le conseguenze in questo caso? (Sfida all’AZIONE)
19. Che cosa accadrà quando avrò realizzato il mio obiettivo? (Ancora trainante).”

fonte ebook
SVILUPPA LE TUE CAPACITÀ
CON LA PNL
dott. Raffaele Ciruolo

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da Cervo Zoppo, Sioux

"Un uomo Sacro ama il silenzio, ci si avvolge come in una coperta: un silenzio che parla, con una voce forte come il tuono, che gli insegna tante cose. Uno sciamano desidera essere in un luogo dove si senta solo il ronzio degli insetti. Se ne sta seduto, con il viso rivolto a ovest, e chiede aiuto. Parla con le piante, ed esse rispondono. Ascolta con attenzione le voci degli animali. Diventa uno di loro. Da ogni creatura affluisce qualcosa dentro di lui. Anche lui emana qualcosa: come e che cosa io non lo so, ma è così. Io l'ho vissuto. Uno sciamano deve appartenere alla terra: deve leggere la natura come un uomo bianco sa leggere un libro". - da Cervo Zoppo, Sioux
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venerdì 29 agosto 2014

LA NON VITA


















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la vita che viviamo spesso non è altro che una reazione difensiva al dolore emotivo ... per non sentire il dolore che abbiamo dentro facciamo questo e quest'altro ci prendiamo ci lasciamo ma una reazione a ciò' che esiste e a cuì vogliamo sfuggire.. non è vivere


Antar Raja



martedì 26 agosto 2014

Il modo migliore ......

Il modo migliore per NON risolvere un problema è pensarci continuamente, farlo diventare un'ossessione. In questo modo lo si mantiene a galla, alla superficie della nostra mente razionale, la meno adatta a trovare soluzioni efficienti....Se invece lo si lascia andare per un po', esso può immergersi nella nostra coscienza e raggiungere gli strati più ampi del nostro essere, dove si trovano soluzioni creative e pluridimensionali. (© Marisa Haltiner)

Fonte Il portale interiore


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Diario di una ragazza Indaco: La parabola dell'Albero dei desideri - Osho


Il pensatore è creativo con i suoi pensieri; questa è una delle verità fondamentali che è bene comprendere. Tutto ciò che sperimenti è una tua creazione. Come prima cosa lo crei, poi lo sperimenti e infine ne resti intrappolato, poiché non sai che la fonte di ogni cosa è dentro di te.

Un uomo, mentre era in viaggio, per caso entrò in paradiso. Nel paradiso concepito dagli hindu esistono alberi che soddisfano i desideri. Ti siedi semplicemente sotto uno di loro, desideri una cosa qualsiasi e immediatamente viene soddisfatta: tra desiderio e appagamento non c’è alcun lasso di tempo. Tu pensi e immediatamente la cosa si concretizza.


Questi alberi 
rappresentano simbolicamente la mente. La mente è creativa, creativa con i suoi stessi pensieri.

Quell’uomo era stanco, per cui si addormentò sotto uno di questi alberi. Quando si svegliò, era molto affamato, per cui disse: “Quanto vorrei poter trovare del cibo da qualche parte!” Immediatamente il cibo apparve dal nulla, fluttuava nell’aria; erano manicaretti deliziosi. L’uomo divorò ogni cosa e quando si sentì sazio, in lui sorse un altro desiderio: “Se solo potessi avere qualcosa da bere…” e poiché in paradiso non esiste alcun proibizionismo, immediatamente apparvero vini pregiati.

Dopo aver bevuto, mentre si rilassava alla fresca brezza del paradiso, quell’uomo iniziò a chiedersi: “Cosa sta succedendo? Sto sognano? Oppure ci sono nei pressi dei fantasmi che si prendono gioco di me?” E subito comparvero dei fantasmi: feroci, orribili, stomachevoli. L’uomo si mise a tremare e in lui sorse un altro pensiero: “Adesso di certo verrò ucciso. Questi mostri mi uccideranno!” E fu ucciso.


Questa è una parabola antica, il cui significato è molto profondo. La tua mente è l’albero dei desideri: qualsiasi cosa pensi, prima o poi si avvererà. A volte lo spazio tra il desiderio e il suo compimento è talmente grande che ti dimentichi completamente di aver mai desiderato proprio quella cosa: a volte passano anni, a volte addirittura intere incarnazioni, per cui non sei in grado di risalire alla fonte. Ma se osservi con attenzione e in profondità, vedrai che tutti i tuoi pensieri stanno creando te e la tua vita. Essi creano il tuo inferno e il tuo paradiso. Creano la tua infelicità e la tua gioia. Creano il negativo e il positivo. Ognuno di noi è un mago; ognuno tesse e ricama un mondo magico intorno a sé… e poi ne resta intrappolato. Il ragno stesso è intrappolato nella sua tela.


Quando lo comprendi, le cose iniziano a cambiare. A quel punto puoi giocare con la vita: puoi cambiare il tuo inferno in paradiso, si tratta solo di dipingerlo partendo da un’altra prospettiva. D’altra parte, puoi amare a tal punto la tua infelicità da crearne quanta ne vuoi, a piacimento! Ma in quel caso non ti lamenti più, poiché sai che si tratta di una tua creazione, è un tuo dipinto, non puoi renderne responsabile qualcun altro. In quel caso, l’intera responsabilità è tua.


Allora nasce una nuova possibilità: puoi smettere di creare il mondo, puoi non crearlo più. Non è più necessario creare il paradiso e l’inferno, non è più necessario creare. Il creatore si può rilassare, può ritirarsi. Quel ritirarsi della mente è meditazione.

Osho


Diario di una ragazza Indaco: La parabola dell'Albero dei desideri - Osho:

domenica 24 agosto 2014

ASCOLTA IL CONSIGLIO – WILL SMITH

OGNUNO DI NOI È STRAORDINARIO
La grandezza non è questa magica, misteriosa, inafferrabile caratteristica divina che solo pochi prescelti raggiungeranno mai. È qualcosa che davvero esiste in ognuno di noi. È molto semplice: questo è quello in cui credo… e sono pronto a morire pur di realizzarlo! Punto. Semplicissimo.
E penso che spesso invece rendiamo la situazione più difficile di quel che dovrebbe essere.

Tu ed io non siamo cresciuti con la sensazione che chi eravamo avrebbe in qualche modo influenzato il nostro futuro. Siamo cresciuti con la convinzione che chi eravamo fosse praticamente irrilevante, perché saremo diventati qualcosa di più grande.

NON CI SONO SCORCIATOIE SULLA CIA DEL SUCCESSO
La distinzione fra talento e capacità è uno dei concetti più fraintesi dalle le persone che stanno cercando di eccellere, che hanno dei sogni e vogliono realizzarli. Il talento è una dote naturale, le capacità si sviluppano esclusivamente attraverso ore, ore ed ore di lavoro su se stessi.

Indipendentemente da quanto sei dotato, il tuo talento ti lascia a piedi se non sviluppi le tue abilità. Se non studi, se non ci lavori su, se non ti dedichi mente e corpo a migliorare ogni singolo giorno, non sarai mai capace di esprimere tutto il tuo talento nel modo in cui vuoi.

MATTONE PER MATTONE
Non dovete più azzardarvi a dire: “Non posso farcela”.

Non devi partire con l’idea di costruire un muro intero. Parti dicendo: “Adesso metto giù questo mattone nella maniera migliore che un mattone possa essere posato”. E fai così ogni singolo giorno. E prima che te ne accorgi hai il tuo muro.

IMPEGNATI A FARE LA DIFFERENZA
Sai, è una idea che mia nonna ha sempre avuto: “Già che siam qui” diceva “è necessario cercare di fare la differenza”. Continuava a trasmettermi la responsabilità spirituale che ognuno di noi ha di migliorare la vita degli altri.
Voglio fare del bene! Voglio che il mondo sia un posto migliore perché io sono stato qui.

RAPPRESENTA UN IDEALE
Voglio rappresentare un ideale. Voglio rappresentare possibilità. Voglio rappresentare l’idea che tu puoi davvero realizzare i tuoi desideri!

DEVI CREDERCI
Il primo passo – prima che chiunque altro al mondo ci creda, ci devi credere tu. Non c’è alcun motivo di avere un piano B, perché distrae dal piano A.

Credo che esista una componente di pazzia che ogni persona di successo deve avere. Uno deve credere che qualcosa di diverso da quello che è successo nelle ultime centinaia d’anni possa succedere.
Confucio ha detto: “Chi crede di farcela e chi crede di non farcela, di solito finiscono per aver entrambi ragione”.

NIENTE È IMPOSSIBILE
Essere realistici è la strada più frequentemente percorsa sulla via della mediocrità.
Mi sembra una cosa talmente ridicola quella di adottare l’idea… “è impossibile”, “non succederà mai”, “non è fattibile”. Nell’istante in cui lo dichiari, ecco che l’hai reso possibile.

I NOSTRI PENSIERI DIVENTANO COSE
I nostri pensieri, i nostri sentimenti, i nostri sogni, le nostre idee si materializzano nell’universo. Se desideriamo qualcosa, la immaginiamo e ci impegnamo seriamente per ottenerla, quella è una sorta di spinta che esercitiamo sull’Universo per la realizzazione di quell’idea. L’Universo non ci prende in giro. Se non lasciamo che il mondo, le persone e le situazioni ci ostacolino o ci sottomettano, allora noi riusciremo a piegare l’universo, a domandare e comandare che l’Universo diventi quello che vogliamo che sia.

C’è una sorta di potere mistico intrinseco al prendere una decisione, …invece di sentirti condizionato dalle circostanze che hai intorno. Prendi una decisione! Semplicemente scegli quel che succederà, chi diventerai, come riuscirai a farcela. Prendi una decisione. E da quel punto in poi, l’Universo si toglierà di mezzo.

Esiste una sorta di corrente nell’Universo, che in qualche modo bisogna imparare a navigare.

DEVI FOCALIZZARE
Sono arrivato a capire che per raggiungere il livello di successo che vuoi è difficile dividere le forze e fare più cose assieme. Bisogna concentrarsi in maniera quasi ossessiva. Devi davvero focalizzarti completamente; mente, corpo e anima.

ATTACCA LE TUE PAURE
La paura mi dà motivazione. Odio essere spaventato all’idea di fare qualcosa. E credo che quel che si è sviluppato in me fin da quando ero piccolo è un’attitudine ad attaccare le cose che mi fanno paura.

PROTEGGI I TUOI SOGNI
Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Neanche a me. Ok? Se hai un sogno tu lo devi proteggere! Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non lo sai fare. Se vuoi qualcosa vai e inseguila! Punto!

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sabato 23 agosto 2014

HAKUNA MATATA






Hakuna matata è una locuzione swahili, di uso estremamente comune in molte regioni dell'Africa centro-orientale (in particolare nella zona di Kenya e Tanzania). Una possibile traduzione in lingua italiana è "non ci sono problemi" o "senza pensieri".

In occidente la frase è stata resa celebre dal film Disney Il Re Leone (1994). In una celebre scena, un suricato e un facocero, Timon e Pumbaa, insegnano al protagonista Simba la filosofia dell'hakuna matata: dimenticare i problemi del passato e concentrarsi con ottimismo sul presente. Tale filosofia era stata precedentemente insegnata a Timon dal babbuino Rafiki. Il brano musicale che accompagna la scena, Hakuna Matata, è un singolo di Jimmy Cliff, con musica scritta da Elton John e parole di Tim Rice.

Circa un decennio prima de Il Re Leone, l'espressione Hakuna Matata era stata celebrata anche in un altro brano musicale di successo, Jambo Bwana, inciso dai Them Mushrooms nel 1982 e poi reinterpretato da numerosi altri artisti, incluso il gruppo disco pop tedesco Boney M.
Wikipedia

Affrontare la propria paura


Bhagwan ha suggerito una serie di tecniche per aiutarci ad affrontare la paura in qualsiasi forma si presenti, e accettarla.

Addentrarsi nella propria paura

Ogni notte, per quaranta minuti, vivi la tua paura. Siedi in camera, spegni la luce e comincia a sentire paura. Pensa a tutte le cose orribili, fantasmi e dèmoni, a qualsiasi cosa riesci ad immaginare. Crea dei mostri, immagina che stiano danzando intorno a te e cerchino di afferrarti per consegnarti alle forze del male. Lascia che le tue fantasie ti spaventino veramente e tocca il fondo più oscuro dell'immaginazione: ti stanno uccidendo, vogliono violentarti, ti vogliono strangolare. E non sono solo un paio di dèmoni, sono tanti e ti attaccano da tutte le parti. Entra nella paura il più profondamente possibile e affronta qualsiasi cosa accada.

Inoltre, durante il giorno o in qualsiasi momento si risvegli in te la paura, accettala. Non rifiutarla. Non pensare che sia qualcosa di male che devi controllare; è un fenomeno naturale. Accettandola e lasciando che si esprima nella notte, le cose inizieranno a cambiare.

energia travolgente, una qualità gioiosa del tuo essere, come se la notte fosse finita e il sole apparso all'orizzonte. 


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venerdì 22 agosto 2014

Meditazioni sulla vita e sulla morte


La sera, prima di andare a dormire, fai questa meditazione di quindici minuti. È una meditazione sulla morte. Sdraiati e rilassa il corpo. Sentiti come se stessi morendo e non riesci più a muovere il corpo perché sei morto. Crea la sensazione che tu te ne stia andando dal corpo. Continua per dieci, quindici minuti, e nel giro di una settimana riuscirai a sentirlo davvero. E addormentati mentre stai meditando. Non creare interruzioni. Lascia che la meditazione si trasformi in sonno, e non appena il sonno si impadronisce di te, dormi pure. 

Al mattino, non appena ti senti sveglio — non aprire gli occhi — fai la meditazione sulla vita. Immagina che ti stai riempiendo di vita, la vita sta ritornando e tutto 

Osho


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mercoledì 20 agosto 2014

VI RACCONTO IL PIU’ IMPORTANTE SEGRETO GALATTICO.


dal Blog di Lenni Rossolovski (19.11.09)
Nota: avevo già pubblicato vari articoli del mio maestro Lenni Rossolovski, e in particolare quello dove lui racconta del suo cammino spirituale. Questo brano tradotto dal suo blog spiega ancora meglio la sua personalità e il suo modo di vivere la vita. Si può predicare la via della rinuncia per gli altri continuando ad accumulare ricchezze, e si può scegliere davvero una strada diversa. Lenni anni fa aveva abbandonato molte cose che ci tengo ancorati ad una casa, ad un lavoro, ad un certo benessere, ha scelto anche l'esperienza dell'emigrazione come esperienza spirituale, per conoscere altre mentalità.
Qualcuno anche qui nel gruppo sa che è pronto a condividere le sue conoscenze, a dare, e soprattutto, a fare da guida in un mondo di frequenze che ci sintonizzano sulle realtà dello spirito e su quelle del nostro Pianeta.
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Da sempre l’uomo si chiede: qual è il senso della vita, come viverla, come realizzarsi, come raggiungere la felicità... Siamo già abituati a non aspettare delle risposte a queste domande, pensiamo che i misteri dell’Universo rimarranno tali. Ma non è vero: capire il senso della vita e realizzare se stessi nella vita è possibile, e anche oggi.
Vorrei raccontarvi dell’esperienza sulla percezione alternativa della vita.
La prima cosa che serve è sentirsi una parte dell’Infinità.
Fermatevi un attimo e pensate a voi stessi come ad un abitante non della Terra ma della Galassia, siete una sua parte e siete fatti della sua stessa sostanza. Sentitevi fisicamente una parte dell’Universo. Dopo di che stendete dei fili immaginari: partono dal vostro corpo verso tutti i pianeti del sistema solare e verso il centro della Galassia. Non appena lo farete, sarete liberi dalla prigionia del vostro corpo.
La maggioranza dei problemi dell’umanità sta nella sua provincialità: non riusciamo a vedere più lontano del pianeta. La nostra civiltà non si ricorda più di essere parte dell’Universo. Ciò era ovvio per gli antichi maya è stato dimenticato da noi odierni.
Il nuovo è il vecchio dimenticato.
Il tempo. Il tempo è il ritmo. Dopo esservi sentito parte dell’Universo, dovete cominciare a vivere in armonia con i ritmi cosmici. L’umanità prima lo sapeva (la preghiera di un monaco non è altro che la sintonizzazione sui ritmi celestiali (cosmici). Pensate: vicino al nostro pianeta viaggiano decine di corpi celesti, e ognuno possiede il proprio ritmo. Anche una persona distante dalla fisica capirà che stando qui, noi risentiamo i ritmi del movimento del Sole, della Luna, dei pianeti.
Poi, aggiungete i ritmi nascosti ma ancora più potenti – quelli delle galassie (della nostra e di quelle vicine). E ancora: ci sono i ritmi del continente, del paese, della regione, della città e anche del singolo appartamento.
Chi viaggia sa: in ogni luogo del mondo la percezione della vita cambia, la coscienza subisce l’influenza dei ritmi locali.
Come sincronizzare la coscienza con il mondo? Esiste un modo certo e accessibile a tutti per sincronizzare la coscienza sulle frequenze dell’Universo?
Si. Gli scienziati hanno stabilito che, indipendentemente dalle tradizioni religiose o spirituali, la frequenza del cervello dei guaritori, dei credenti, dei sensitivi, degli sciamani, durante la seduta o durante la preghiera si sincronizza sulla frequenza di Schumann.
Accordandovi con questo ritmo, acquisterete l’armonia nel mondo che vi circonda e potrete anche ricevere le conoscenze direttamente dallo spazio.
Quando comincerete a ricevere queste conoscenze, capirete presto che è difficile, se non impossibile esprimerle. Si tratta delle conoscenze “ermetiche” che contengono l’informazione di certi ritmi indescrivibili. Soltanto riproducendo un certo ritmo si potrebbe trasmettere tale informazione; le parole qui sono inutili.
E’ proprio per questo all’improvviso una canzone diventa un mega heat oppure un libro diventa bestseller mondiale: non si tratta del senso logico di un testo; si tratta del suo componente vibrazionale (ritmo). Proprio questo ritmo contiene una verità che non può essere trasmessa verbalmente.
Rinunciando alla percezione logica, scoprirete un’altra realtà – il mondo della conoscenze vere.
Sintonizzando la vostra coscienza sul ritmo cosmico comincerete ad orientarvi in un’altra realtà: imparerete a capirla e a realizzarla nel mondo. D’un tratto capirete le cose molto semplici. Questo significa che dopo esservi percepiti una particella del grande mondo vi libererete dalla paura della morte. Capirete che il mondo non può annientare se stesso.
Abbiamo paura della morte perché ci contrapponiamo al mondo. Solo rinunciando a questa contrapposizione si vince la morte.
Capirete anche che ogni essere cosciente possiede un compito.
Capirete che dare, regalare, aiutare gli altri è un modo per apportare l’armonia cosmica nel nostro piccolo mondo terrestre.
E’ questo il senso della vita: diventare conduttore delle conoscenze supreme.
Per questo noi nasciamo nel mondo; per eseguire questo compito non facile ma interessante.
Purtroppo, per la maggioranza degli umani questo rimarrà un mistero irrisolto. Accumulando più ricchezze l’uomo diventa sempre più infelice. La causa? Sta nella materializzazione della spiritualità, il che contraddice le leggi dell’Universo. La materia è un derivato dallo spirito, si può trasformare lo spirito in materia soltanto per moltiplicare lo spirito, e nemmeno questo può essere l’ultima finalità.
Provando una fugace soddisfazione per aver posseduto una ricchezza, una persona inizia a inseguire questa sensazione, ed è condannata a non riuscire mai a riempire se stessa. Chi apporta la disarmonia nel mondo, soffre di più. Il senso della vita sta nel contrario, e questa saggezza antica e ben espressa nel comandamento cristiano: dare via le tue ricchezze e avrai un tesoro in Cielo. Ma a essere sinceri, solo pochissimi sono capaci di capire questa semplice (dal punto di vista galattico) verità.
E poi succederanno altre cose interessanti. Quando sintonizzerete i vostri ritmi su quelli cosmici, vi accorgerete che le persone cominceranno a cercarvi e le vostre relazioni con il mondo diventeranno più sincere, più complete.
E infine capirete un‘altra cosa importante: cambiando la vostra coscienza avrete cambiato il mondo; facendolo diventare più buono: avrete trasmesso l’informazione ricevuta dal profondo del cosmo non in forma verbale ma sotto forma delle vibrazioni sottili.
E questo, dopo essersi diluito nel mondo, ritornerà da voi: sarete più felici.
Non importa quello che state facendo, ma la vostra attività lo risentirà. Costruite una casa, scrivete un articolo, giocate con un bambino; in un certo senso, ogni vostro passo diventerà sacro, come lo sarà ogni vostra azione.
La sacralità è una cosa molto semplice. Significa diventare la guida negli scambi tra un mondo e altro. Ognuno di voi potrà diventare un po’ Dio, un messaggero della spiritualità. E qui che troverete la vostra felicità.
La cosa più importante è capire che il senso profondo sta non nelle parole ma nei ritmi che queste parole esprimono. Anche il senso di questo articolo, non sta nel suo significato in parole, sta nei suoi ritmi. Per questo potrete essere d’accordo o contestarlo quanto volete: il suo senso profondo non cambierà. Questo senso esiste in un’altra realtà che non c’entra con la logica del nostro mondo. Ricordatevelo: la felicità, l’armonia, la bontà sono accanto a noi, basta tendere la mano e ci sarà dato.
E ora vi scoprirò il segreto galattico più importante: non cercate di cambiare questo mondo con un attacco frontale, questo porterà all’aumento della sofferenza. Cambiate il vostro mondo interiore, la vostra coscienza, è l’unico modo per cambiare anche il mondo. Una rivoluzione esteriore non risolve nulla, lo farà soltanto una rivoluzione della coscienza.
Cambiando voi stessi avrete cambiato il mondo.
Buona fortuna!
Con sincerità, Lenni

Fonte Aelita Melina

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TECNICA “PIANTARE I CHIODI D’ARGENTO” (“CHIODI DI LUCE”


...Ho tradotto per voi una tecnica molto semplice (e sembra bella!).
Autore: Serghej Veretennikov

Avete mai riflettuto sul significato dei chiodi? Difficile, se non siete del mestiere. Ma i chiodi sono una cosa molto interessante. Che cosa sarebbe stato della nostra civiltà se non avesse conosciuto i chiodi? La loro destinazione è unire. Suona quasi come lo “yoga” che in sanscrito significa “unione e assemblaggio”; due cose distinte che si uniscono.
Da quando esiste la nostra era? Si, dalla nascita di colui che con i chiodi fu crocifisso.
Si può proseguire e fare un paragone dei nostri chakra con i chiodi. I chakra assomigliano ai chiodi: tramite i chakra siamo uniti ai mondi diversi (a anche al mondo fisico).
Anche il Sole sembra il cappello di un chiodo, e pure la Luna, e se, grazie a delle capacità mistiche, voi poteste passare attraverso i canali creati da questi chiodi, rimarreste molto stupiti: ovunque notereste l’unione del materiale e dello spirituale. E ovunque ci sono dei “chiodi”.

1. Per eseguire questa tecnica dovete camminare. Se abitate in un piccolo centro, potete attraversarlo tutto, se abitate in una grande città, potreste girare la sua zona centrale.
2. Andate senza fretta pensando a qualcosa di bello. Immaginate una colonna di luce premere sulla cima della vostra testa, dall’Infinito di lassù.
3. Poi immaginate che questa Luce attraversi il vostro corpo per uscire dai talloni.
4. Quando fare un passo, realizzate di piantare un chiodo d’argento (esce dal tallone) nella terra.
5. Ad ogni passo voi piantate i chiodi d’argento nella Terra. Possono essere di qualsiasi misura (tipo 30 cm oppure più grandi).
6. Camminate come al solito, piantando i chiodi. E’ un esercizio molto piacevole.
7. Avvertirete un grande afflusso di energia e di forza. Vi sentirete un torrente di un fiume potente. Tutto ciò che è malato andrà via, l’energia della Luce è capace di rinnovarvi.

Questa tecnica è utile sia a voi sia agli altri, anzi, più sarà utile agli altri, più lo sarà anche a voi.
Come avete già capito dalla descrizione di questa tecnica, i chiodi RIMARRANNO.
Rimarranno ancora per molto tempo.
Cosa significa? Significa che coloro che passeranno dove siete passati voi, ne trarranno il giovamento!
Saranno più puliti. Passeggiando per le strade centrali della città, potrete regalare a molta gente l’energia pulita.
Fonte
Aelita Melina

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lunedì 18 agosto 2014

Meditare con un mandala



Il mandala (sanscrito maṇḍala (मण्डल), letteralmente: «essenza» (maṇḍa) + «possedere» o «contenere» (la); tradotto anche come «cerchio-circonferenza» o «ciclo», entrambi i significati derivanti dal termine tibetano dkyil khor) è una rappresentazione grafica, utilizzata nella cultura buddhista ed induista, simboleggiante ad un tempo sia il cosmo che la mente. Si potrebbe dire che simboleggia tutta l'esistenza, nei vari piani e livelli.


Infatti, il fuori si trova anche dentro. Ancor più correttamente, possiamo dire che ogni cosa che appare come "esterna" è la proiezione del potere creatore della nostra Essenza interiore.


Chi lavora con un mandala, quindi, compie un viaggio attraverso la propria mente, viaggio che è contemporaneamente anche in tutto ciò che esiste, su tutti i piani e livelli.

Se desideri meditare con un mandala, siediti in una posizione comoda, ponendo il mandala di fronte ai tuoi occhi, in modo che possa essere facilmente guardato senza sforzo.


Quindi, fai qualche respirazione per rilassarti.

Hai a disposizione due modalità con cui meditare sul mandala. Sono alternative, quindi, in ogni sessione, scegli quale preferisci utilizzare.

1) Prima modalità: poni il mandala davanti agli occhi, focalizza lo sguardo sul centro ed osservalo interamente; dopo un po', chiudi gli occhi e mantienili chiusi. Se le immagini si sfocano o iniziano a distorcersi, oppure quando sopraggiunge un pensiero a distrarre la concentrazione, riaprili e ricomincia.

2) Seconda modalità: La tradizione tibetana ci insegna che gli anelli esterni del mandala rappresentano il fuoco che purificherà l'individuo per prepararlo al viaggio dentro il mandala. Pertanto, la parte esterna è il punto di entrata, mentre le linee e gli spazi guideranno il meditatore verso il centro.


Quindi, secondo questa modalità, occorre concentrarsi sulle forme e sui colori e lasciare che entrino nel proprio essere.
Se vi sono forme circolari, segui ogni cerchio verso l'interno.
In ogni caso - che vi sia un labirinto o qualsiasi altro motivo di forme - spostati gradualmente verso il centro.


Se accadrà di finire in un punto cieco, non ci si dovrà irritare: è importante ricordare che, sebbene l'intento sia di raggiungere il centro, la meditazione è dedicata anche ed anzitutto al viaggio verso il centro, che sta a simboleggiare l'illuminazione.

Con entrambi in metodi, inspira ed espira dal naso lentamente e dolcemente.
Puoi bruciare incenso ed utilizzare un sottofondo di musica rilassante.
Se il disegno offre questa possibilità, concentrati sul ritmo del tuo corpo che respira come se fosse abbinato al tempo con cui percorri ogni cerchio.
Anche praticando il secondo metodo, dopo aver memorizzato a dovere il mandala, potrai tenere gli occhi chiusi.
Durante il viaggio, renditi consapevole di ogni istante, e quindi: di dove sei stato, di dove sei ora e di dove stai andando (verso il Centro, verso il Completamento).

Si consiglia di praticare giornalmente per un tempo variabile tra i 15 ed i 30 minuti.

Trattasi di un viaggio in cui si realizza l'unione della persona con lo Spirito e l'intero universo. Di conseguenza, la personalità si unisce al Sé superiore. La meta è la pienezza, l'illuminazione, il Completamento.


Dorje Shiayvam Atotha

http://www.reikimilano.com/articoli/meditazione_con_mandala.htm
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Un innovativo sistema basato sulla tradizione ermetica per creare immagini e sigilli magici e trasformare radicalmente la propria vita.

Questo testo di magia moderna guida il lettore nel processo di creazione di immagini planetarie, zodiacali e cabbalistiche da usare per la meditazione, i rituali e la magia. Perfezionato e rifinito da una loggia ermetica operante nella tradizione della Golden Dawn, presenta innumerevoli tecniche magiche inedite e potenti per l’uso individuale.

Attraverso oltre 150 illustrazioni e diagrammi, rivela l’antico simbolismo numerico degli adepti insegnando al lettore a costruire mandala e talismani personali basati sulla saggezza della Qabalah e dell’Astrologia. Svela inoltre i misteri legati ai simboli magici quali i sigilli planetari, mostrando in che modo utilizzare questi antichi strumenti per ottenere risultati pratici nella vita.

sabato 16 agosto 2014

CONTINUANDO A MUOVERSI IN TONDO

a niente  serve scappare
bere per dimenticare
non riusciamo ad evitare noi stessi
leggeri o repressi, allegri o depressi 
è il nostro io che ci insegue
lui si sposta con noi
é dentro nel fondo e non molla un momento

nel centro del mondo che è dentro di noi
e prima ci affligge poi ci da la speranza
poi di nuovo ci sfianca e ci costringe a soffrire 
per provare  a capire.. poi di corsa a dormire
farsi un po' compatire fingendo di sopportare
ma in fretta pronti a mollare la fatica o il piacere
l'astinenza ci prostra quanto la dipendenza

ascoltandoci dentro rovistando nel fondo
precipitando per rincorrere un senso
e continuando invece a muoversi in tondo



abbiamo la nausea del bello e del brutto
del poco e del tutto 
e alla fine noi stessi che proprio non sopportiamo 
e che al limite odiamo chi per questo si ammazza 
e c è chi dorme in terrazza
c'è chi poi se la spassa e infine stramazza 
chiudendo una vita di corse e rincorse

chi continua  a drogarsi perché vuole stordirsi
stremato dai propri ricorsi 
intende punirsi chi vuole sposarsi e quindi pentirsi
sfiniti dal senso e dal sentimento 
confiniamo a pensare evitando di agire
siamo i pessimi allievi di cattivi maestri


ascoltandoci dentro rovistando nel fondo
precipitando per rincorrere un senso
e continuando invece a muoversi in tondo


chi sceglie un lavoro e un modesto decoro 
che il nostro io poi divora
quando si impone pretende è un padrone esigente
come animale vorace di tutto capace
che invade frantuma la nostra testa che fuma
e il cervello consuma agni tipo di schiuma


ascoltandoci dentro rovistando nel fondo
precipitando per rincorrere un senso
e continuando invece a muoversi in tondo

….a muoversi in tondo


Frank Antoni Skiantos
Video
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VIAGGI LONTANI


Prefazione di "Viaggi Lontani", libro di Robert A. Monroe: "Viaggi Lontani"

Prefazione di "Viaggi Lontani", libro di Robert A. Monroe
La prima volta che sentii parlare di Robert Monroe fu durante un seminario di sciamanesimo tenuto da Sandra Ingerman, psicoterapeuta e sciamana, che lo citò fra coloro che avevano contribuito in modo determinante allo sviluppo della coscienza e della consapevolezza umana.

Disse che Robert Monroe aveva fondato negli Stati Uniti un Istituto che dagli anni '70 si occupava di ricerca e di educazione dell'uomo attraverso gli stati di consapevolezza.

La cosa mi colpì profondamente.
Avevo letto molti libri esoterici e scientifici sugli stati di coscienza e sull'evoluzione spirituale, ma non sapevo assolutamente nulla di Robert Monroe e del suo Istituto.

Ingerman lo presentò come un ricercatore e un esploratore; non era il maestro di una scuola esoterica sconosciuta ai più, ma il capo di un Istituto di ricerca che si dedicava all'indagine della coscienza umana.

Al termine del corso avevo aggiunto un altro importante tassello alla mia formazione spirituale e, nutrendo una profonda stima nei confronti di colei che mi aveva parlato di Monroe, sentii subito il bisogno di ricercare maggiori informazioni su di lui.

Scoprii che l'Istituto aveva sede in Virginia e mi colpì particolarmente la descrizione dellatecnologia Hemi-Sync, messa a punto da Monroe per aiutare a sincronizzare gli emisferi del cervello, un'idea del tutto nuova per me.

Mi domandai se questa tecnica potesse essere utile in un lavoro di evoluzione spirituale e se potesse permettere ai soggetti di accedere a stati di consapevolezza non ordinari. Avevo letto diversi libri sul tema, ed ero rimasto folgorato da Stati di Coscienza di Charles Tart, uno studioso che, peraltro, fu membro del comitato scientifico dell'Istituto.

Pensavo di saperne abbastanza, eppure intuivo che c'era qualcosa che mi sfuggiva.
Non mi era chiaro, poi, in cosa consistessero i "programmi educativi" proposti dall'Istituto e come tutto ciò potesse conciliarsi con la vita di Robert Monroe, che si diceva fosse in grado di vivere spontaneamente esperienze fuori dal corpo.

mercoledì 13 agosto 2014

La Pratica con i TATTWA

Molti conoscono i Tattwa come  strumento di chiaroveggenza in uso presso l’Ordine della Golden Dawn. Ciò però non deve far ritenere che sia uno strumento esclusivo di tale scuola magica in quanto  i Tattwa, che  trovano radice nelle filosofie orientali, trovano impegno ed impiego in numerose pratiche. Ricordiamo che altrettanto famosa è la purificazione dei centri occulti dell’uomo, tramite i Tattwa.
Inoltre vorrei rassicurare il lettore sul termine chiaroveggenza che in questo caso  non deve assolutamente ingannare: qui non è riferito a visioni del futuro o del passato, non è espressione di una terza vista legata al flusso temporale tramite un connubio con entità insistenti nel basso astrale, ma bensì la capacità di vedere\accedere ad altri “mondi” in cui siamo comunque, anche se inconsapevolmente, immersi.
E' infatti patrimonio della conoscenza esoterica il fatto che l'uomo possa accedere a numerosi piani, che differiscono fra loro per grado di densità, attraverso la possibilità di mutare il tratto di unione fra fisico-mente-anima: un risultato conseguibile attraverso la concentrazione, la capacità di isolarsi dalle sollecitazioni esterne, e dai sotterfugi della mente.
I Tattwa, come possiamo vedere nell’apposita tabella, altro non sono che rappresentazioni simboliche dei cinque elementi, concetto tradizionale che troviamo in tutte le scuole esoteriche.  Ognuno dei Tattwa è diverso per forma e per colore, e attraverso questo binomio è fornito all’adepto uno strumento di utilità tanto maggiore, quanto sarà la sua consapevolezza che costantemente esso è “caricato energeticamente” non solo dalla volontà del singolo, ma da quella della moltitudine di operatori che da sempre lo utilizzano.

I CINQUE TATTWA
Brahman è la coscienza-conoscenza assoluta, il punto di origine immanifesto della tradizione orientale, e la sua prima promanazione è la Shakti, che rappresenta il suo principio dinamico o formatore. Da essa, attraverso ulteriori passaggi sottili, emanano i cinque Tattwa, che costituiscono quindi gli elementi archetipali della manifestazione, o in altre parole i mattoni fondamentali sia del macrocosmo, che del microcosmo. Tale universale presenza dei Tattwa permette all'Operatore di interagire su ogni parte della manifestazione, creando ponti attraverso le "simpatie e risonanze" fra gli elementi in sè presenti, che in quelli presenti in altri enti, o piani.
Ogni Tattwa è una  vibrazione del Prana, che è la luce dalle cui frequenze provengono tutti e cinque.
Ognuna delle cinque stratificazioni o Kosha che formano il corpo umano e' impregnata di ognuno dei Tattwa.
Il primo Tattwa é l'Etere, o Akasha; ha natura sottile, diffusa e, per questo, é senza movimento. Il suo colore é il grigio fumo, quasi nero.
Dall'Etere si manifesta l'Aria, o Vayu, a cui é associato il movimento (vento) e il cui colore é il blu.
Da Vayu emana il Fuoco, Tejas, l'energia diventata calda, il cui colore é il rosso e la cui qualità é l'espansione.
Da qui il Prana si raffredda e diventa l'Acqua, Apas, le cui qualità sono fluidità e contrazione e il cui colore é il bianco.
Quando l'energia raggiunge lo stato più denso si ha l'elemento più pesante, la Terra o Prithvi, le cui qualità sono pesantezza e coesione. Il suo colore é il giallo.


Come abbiamo avuto modo di vedere, ad ogni simbolo corrisponde un colore, un elemento, un mantra e/o una potenza angelica. E' attraverso forme, colori e suoni che l'uomo percepisce e legge la realtà circostante ed interiore, ed è attraverso le "potenze angeliche" che crea un ponte fra le proprie parti divise.

La pratica è in sè molto semplice:

1.  Acquisire una posizione consona alla pratica di visualizzazione, si consiglia quella del cadavere se sdraiati, oppure del faraone se seduti.
2.  Profondo rilassamento, e dare moto ad una respirazione circolare con inspirazione dalle narici, trattenimento del respiro nella zona del ventre, ed espirazione dalla bocca, con la lingua collocata a circa due centimetri dagli incisivi. I tre tempi della respirazione devono essere di eguale durata.
3.  Creare un flusso di pensiero attorno all’elemento scelto. ( Fuoco che arde, fuoco che riscalda, fuoco che illumina, ecc…)
4.  Fissare per circa un minuto il Tattwa scelto
5.  Trasferire rapidamente l’attenzione dal tattwa, ad una parete o un soffitto o una superficie completamente bianca
6.  Si vedrà, per effetto ottico riflesso, la stessa forma ma nel suo colore complementare.
7.  Appena focalizzata l’immagine con il colore riflesso, si chiuda gli occhi e si cerchi di visualizzarla dello stesso colore innanzi a noi.
8.  Appena l’immagine si sarà stabilizzata, la si ingrandisca in modo tale che possa accoglierci.
9.  Immaginare di passare oltre la visualizzazione, come se essa fosse una soglia o una porta. Parte integrante di questa pratica è visualizzarsi come l’eremita dei tarocchi, avvolti in un manto, con una lanterna luminosa, e un bastone nodoso. Dall’alto al basso, da destra a sinistra si tracci tre volte la croce cabalistica, e poi si attraversi l’immagine.
10. Superata la soglia del simbolo, si mantralizzi nella tecnica preferita.
11. Volendo terminare la pratica si superi nuovamente la soglia.
12. Si tracci 4 volte la croce cabalistica, e si concluda così la pratica.










































Filippo Goti
http://www.fuocosacro.com/pagine/meditazione/tattwa.htm
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La Magia della Stella d'Oro. Vol. 2
Istruzioni esoteriche della rosa d'oro
€ 10.33

domenica 10 agosto 2014

Gli Erranti sono...

"Gli Erranti sono coloro che si risvegliano dal sonno alla loro vera identità di esseri spirituali. il “sonno” è semplicemente lo stato della vita di una persona in una cultura, che vive seguendo i modelli comportamentali di una “realtà” generalmente accettata. Durante il sonno sembra che il mondo fisico sia tutto ciò che c’è di reale, e gli obiettivi della personalità terrena, come le ambizioni nel lavoro e nel matrimonio, ricercare la felicità, i soldi, il potere e l’autorità, e semplicemente sentirsi amato e adeguato, sono degni obiettivi a cui aspirare. Sia che ci siamo risvegliati da questa “realtà” in un modo che ci fa sentire nuovi su questo pianeta, sia che ci affidiamo a questo modello, o a quello delle religioni, dei miti o della filosofia, ciò che è semplicemente accaduto è che ci siamo risvegliati, e non saremo più in grado di ritornare a quel nido, forse comodo, che possedevamo prima. Siamo coinvolti in un viaggio che durerà per tutta la nostra attuale incarnazione."

La nostra missione...

"La nostra missione principale è una missione dell’essere. Siamo giunti qui per essere noi stessi, perché quando lo facciamo, la nostra frequenza vibrazionale riflette le vibrazioni di livello superiore delle nostre densità originarie o dei nostri cuori risvegliati, e questo aiuta a illuminare la frequenza vibrazionale del piano terrestre. [...]
Siamo giunti qui per offrire la nostra vita, momento dopo momento, per la Terra e la sua gente. Questa non è un’ importante missione nel senso che non si tratta di fare, ma di essere."

Ognuno di noi è...

"Ognuno di voi è un essere di pura luce. Ognuno di voi è completamente libero di scegliere il modo in cui manifestare questa luce. Tutti i cosiddetti mali del mondo non sono altro che amore distorto. [...]
Ognuno di voi è un ologramma dell’unico grande Pensiero originale, ed esso è contenuto nella sua forma non distorta in ogni cellula del vostro corpo fisico e in tutti i corpi più sottili che costituiscono la vostra mente, il vostro corpo e il vostro spirito nella loro complessità."

Entrare nel momento presente...

"Consideratevi in questo modo, come un sole o un germoglio; tutto tranne che un umano, perché considerarsi come umani significa sempre muoversi verso l’esterno. Ma il vostro vero sé non è una cosa esterna. Il vostro vero sé è senza distorsione, infinito nell’amore. Non possiamo insegnarvi come attuare la compassione. Non potete insegnare a voi stessi come comprendere la compassione che è racchiusa in voi. E persino attraverso il lavoro più duro e più intransigente su voi stessi, non potete aggiungere neppure un pizzico di compassione alla vostra personalità. Potete insegnare a voi stessi a compiere azioni compassionevoli, ma la chiave di quella compassione infinita che veramente vi appartiene non è da cercare nell’insegnamento e nell’apprendimento. È racchiusa nel momento presente, ed è quando entrate nel momento presente che diventate vulnerabili alla più profonda percezione di voi stessi."

tratto dal libro: "il manuale dell'errante"
http://www.animazen.it/cio_che_siamo.html
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DOPO IL 2012 IL DESERTO AVANZA

La domanda che dovremmo porci è: vogliamo continuare a girare a vuoto in questo circo di illusioni? Dopo il 2012, punteremo le nostre scommesse sul 2020? Oppure ne abbiamo abbastanza di rincorrere oasi che scompaiono non appena vi ci avviciniamo? 

Se, lasciando perdere le nostre fissazioni e fantasmi new age, studiassimo ciò che insegnano le tradizioni, impareremmo che esse non solo parlano di una Caduta originale, ma affermano anche che questa caduta continua: dopo l’Età Aurea che, secondo la mitologia greca, era il periodo precedente la Caduta, siamo passati all’Età d’Argento, in cui il mondo non era altro che un riflesso del mondo originale (l’argento è il metallo che, simbolicamente associato alla luna, riflette). In seguito ci siamo ritrovati nell’Età del Bronzo, prima di cadere nell’Età del Ferro, il periodo che, come il metallo che la caratterizza, è il più duro e materico. Gli Indù denominano questa era Kali Yuga, ossia l’Età Nera.
Sia secondo le trazioni orientali sia secondo quelle occidentali, attualmente viviamo in quest’ultima era che durerà ancora per qualche millennio e che è di gran lunga la più decadente, essendo la più lontana dal divino.
Affermare questo è «negativo» o non è forse una mera constatazione che possiamo fare se osserviamo il materialismo estremo in cui è sprofondata la maggior parte degli esseri umani?

Una cosa che caratterizza in modo particolare l’Età del Ferro è l’avanzata del deserto. Ma la desertificazione non è unicamente esteriore: è soprattutto interiore. A furia di rincorrere miraggi esterni – siano essi possedimenti materiali o illusioni spirituali, che è la stessa cosa – la nostra vita interiore si è via via inaridita. Cadiamo sempre più nell’incoscienza di noi stessi, da qui la nozione di «Età Nera», il colore dell’incoscienza.
Il Kali Yuga è quindi soprattutto interiore. Siamo noi stessi che ci allontaniamo dalla nostra scintilla di Spirito compromettendoci con ogni sorta di illusioni. Nessuno, all'infuori di noi stessi, è responsabile del nostro decadimento e, di conseguenza, nessuno all’infuori di noi potrà farci uscire. È una responsabilità pesante da portare, tuttavia è lì che si trova la chiave della nostra redenzione: infatti nessuno ci obbliga a perpetuare la Caduta. In qualsiasi momento, possiamo ritornare all’Età Aurea interiore, e questo a prescindere dallo stato esteriore del mondo, che in ogni caso è a immagine della vita interiore degli esseri umani.

Grandi istruttori, come Krishnamurti, hanno mostrato perché la vera rivoluzione può essere soltanto interiore. Finché aspettiamo un cambiamento all’esterno di noi stessi, non stiamo cambiando l’unica cosa su cui abbiamo realmente presa: noi stessi.
Krishnamurti ha peraltro indicato che la ricerca interiore inizia solo a partire da quando abbiamo smesso di cercare all’esterno, ossia quando «il mondo si è fermato». L’energia che normalmente investiamo per rincorrere felicità effimere potrà così convertirsi in energia per cercare lo scopo trascendente.

È verso questa possibilità che dobbiamo orientare qualsiasi nostro desiderio. Infatti la posta in gioco non sono quelle vane speranze che ci deviano e ci fanno perdere energia, ma è un desiderio tale da far spingere la nostra anima a reintegrare il mondo originale, il mondo da cui proveniamo e dove si trova ancora la nostra scintilla di Spirito in attesa che ritorni la sua sposa.
Non bisogna aspettare oltre: questa situazione può essere presa in mano e cambiata fin d’ora. Questa trasformazione dipende solo da noi, e può essere compiuta in qualsiasi momento.
Il mondo originale è vicinissimo, «più vicino delle mani e dei piedi», recita il Vangelo di Tommaso. Per ritornare alla metafora del deserto, è come una sorgente di acqua pura che scorre nel cuore del nostro essere. Per essere rigenerati, basta bere da questa sorgente interiore, anziché rincorrere oasi mobili.

Quindi, se constatando che non sarebbe cambiato nulla dopo il 2012 abbiamo ricevuto una sberla sonora, ringraziamo l’universo per averci aperto gli occhi e decidiamo ora di iniziare una vera ricerca interiore, anziché lamentarci aspettando che una nuova illusione si presenti alla nostra coscienza. 

http://crom.be/it/documenti/la-sindrome-depressiva-post-2012
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martedì 5 agosto 2014

domenica 3 agosto 2014

BREVE TRATTATO PRATICO SULLE FASI ALCHEMICHE

Alla nascita veniamo dotati di un apparato psicofisico estremamente sofisticato, delle cui capacità però non sappiamo nulla o quasi, in quanto nulla ci viene insegnato al proposito. 
L’utilizzo più appropriato di tale prodigiosa macchina biologica consiste nel farla divenire uno strumento magico a tutti gli effetti, cioè un apparato – una bacchetta magico-organica – attraverso cui modificare la realtà a nostro piacimento. 
Perché la macchina possa funzionare in questo modo dobbiamo risvegliarla, portarla alla vita, in modo da non subire più la sua volontà meccanica ma essere capaci di stabilire un contatto cosciente con essa. 
Il risveglio dell’apparato psicofisico – la trasmutazione del Piombo in Oro – è un processo conosciuto nella tradizione alchemica degli antichi, i quali potevano dedicare anche un’intera vita al tentativo di risvegliare la macchina. 
Di norma questo processo è lungo e difficile, ma possiamo approfittare delle condizioni favorevoli presenti in questo momento storico per accelerare di molto il suo svolgimento e ricondurlo entro tempi accettabili. 

La prima fase del lavoro alchemico (nigredo) si riassume nell’affermazione: “Non abbiamo occhi per vedere”. 
Le parole chiave sono »autosservazione« e »ricordo di sé« . 

AUTOSSERVAZIONE 
Devi cominciare da subito a tenere un diario dove annoti tutte le sere i tuoi pensieri ricorrenti, le emozioni che provi più spesso e le posture fisiche che ti sono d’abitudine. 
Metti per iscritto le tue preoccupazioni, le tue gioie, le emozioni che hai provato sul lavoro oppure in compagnia del partner. Cosa ti fa stare bene? Cosa ti fa stare male? Fallo ogni giorno, anche se spesso dovrai ripeterti. 

In questo modo scatti fotografie dello stato di addormentamento della tua macchina. È impossibile cogliere la macchina nel sonno, perché nel momento in cui la osservi lei si sveglia un po’. Se durante il giorno ti chiedi: “Cosa stanno facendo le emozioni della mia macchina biologica in questo momento?” lei è più sveglia rispetto a un attimo prima, perché tu sei in stato di osservazione... e l’osservazione modifica l’oggetto osservato. Pertanto quando scrivi sul tuo diario si tratta di andare a cercare nei ricordi come si comportava la macchina durante il giorno mentre era nel sonno, non osservata. 

RICORDO DI SÉ 
Il ricordo di sé consiste nell’autosservazione portata nel momento presente. Istante dopo istante, ti osservi mentre agisci. Porta l’Attenzione consapevole a ogni movimento del tuo corpo mentre cammini, mentre ti sposti in casa o sul lavoro, mentre guidi, mentre mangi. Resta sempre agganciato al corpo e a ciò che sta facendo Adesso. Non permettere alle tue mani di muoversi senza che la tua Attenzione sia rivolta ad esse. Questo stato si chiama »attenzione divisa«, in quanto una parte della tua Attenzione è diretta verso ciò che stai facendo, mentre l’altra parte è diretta a TE che stai osservando. I movimenti inconsapevoli, meccanici, devono sparire dalla tua vita. Gli atti vengono pervasi di »intenzionalità«, ogni azione – anche il più piccolo movimento – avviene perché VUOI compierla. 
Il »ricordo di sé« è una questione di Forza di Volontà: devi volere osservarti in quanto ritieni che la costruzione dell’anima e l’immortalità siano tutto ciò per cui valga la pena vivere. È il tuo primo pensiero la mattina appena sveglio e il tuo ultimo pensiero la sera prima di andare a dormire. Anche se ti svegli durante la notte devi immediatamente ricordarti di portare l’Attenzione su quanto stai facendo. 
È già difficile con questo genere d’impegno, impossibile senza. 
Ti consiglio anche di seguire gli esercizi presentati nel mio libro Risveglio e inoltre l’esercizio dei 15 minuti di Ricordo di Sé. 


La seconda fase del lavoro alchemico (albedo) si riassume nell’affermazione: “Amate i vostri nemici”. Le parole chiave sono »amore« e »perdono«. 

AMORE 
Mentre tieni il diario e svolgi gli esercizi di ricordo di sé, focalìzzati sull’ “amare i tuoi nemici e pregare per i tuoi persecutori” come è spiegato da Gesù nel Vangelo. Egli dice anche “se uno osserva la mia parola non vedrà mai la morte”. Infatti questa è la fase alchemica dell’Albedo, dove viene ultimata la costruzione del »corpo di gloria« o »corpo causale« o »anima«, il che ti rende a tutti gli effetti immortale (uno degli scopi principali dell’Arte). 
L’amore e il perdono rappresentano forse gli aspetti più difficili di tutto il percorso alchemico, ma in assenza di tali qualità il »corpo di gloria« non può formarsi e tutto ciò che il mago può ottenere – e di norma ottiene attraverso pratiche di vario genere – non è la reale immortalità, bensì una parvenza di essa attraverso la costruzione del solo »corpo astrale«. 

PERDONO 
Stesso discorso per il Perdono. Anche lo sforzo di perdonare il tuo “nemico”, a cominciare dalle persone che ti danno fastidio e ti stanno antipatiche, risveglia in te un Fuoco Alchemico – altrimenti detto FuocoFisso – che induce una trasmutazione degli atomi di cui è costituito il tuo corpo, trasmutandoli in atomi di un’ottava superiore. Questi sono gli atomi che vanno a costruire il »corpo di gloria« immortale. 
Dal punto di vista pratico, nella seconda fase si agisce in questo modo: dopo che hai litigato con qualcuno o hai provato una qualunque altra emozione negativa, appena te ne ricordi, ti prendi un attimo di tempo, ti isoli e ti ripeti: “Sono io che ho creato questa situazione, sono io che ho indotto l’altra persona a comportarsi così, affinché potessi trasmutare il mio Veleno interiore in Farmaco, attraverso l’utilizzo del Cuore, il mio Lapis Philosophorum.” 
A questo punto mandi amore al dolore, alla paura o al fastidio che sono dentro di te, dicendo: “Ti amo. Grazie. Ti amo. Grazie. Ti amo. Grazie. …” 
Leggi anche il mio post sul Perdono. 

La terza fase (rubedo) si riassume nell’affermazione: “Non io, ma il Padre attraverso di me”. 
L’espressione chiave è: “Io non esisto, solo Lui esiste”. 
Focalìzzati sul fatto che tu in quanto individuo separato non esisti, perché la tua coscienza non si trova confinata dentro il tuo corpo ma abbraccia tutte le cose. Non c’è più differenza fra te, anima immortale, e il mondo esterno. Non esiste niente di realmente esterno a te. 
Significa annullare la tua piccola volontà in favore della Volontà del Padre. Torni a fonderti con l’Uno e ti fai canale per il passaggio e l’irradiazione del Fuoco – il Vril – attraverso di te. Essere canali del Vril equivale a “redimere la materia” e “cristificare la Terra”. 
La tua vita smette di essere tua e diviene uno strumento al Servizio dell’umanità. Le tre grandi vie attraverso cui espletare il Servizio sono l’Arte, la Guarigione e l’Insegnamento. 

Salvatore Brizzi 
NON DUCOR DUCO 
(non vengo condotto, conduco) 

www.salvatorebrizzi.com 
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