LA VERGOGNA


Ognuno di noi nasce libero, per quanto abbia scelto di limitarsi in un corpo fisico. Alla nascita siamo tutti liberi da condizionamenti, abitudini, blocchi e pregiudizi. Il nostro viaggio inizia proprio così, liberi da ogni emozione derivante da un condizionamento.

LA VERGOGNA IL RISULTATO DI UN CONDIZIONAMENTO

Arriva ben presto però il momento in cui ci vengono impartiti degli insegnamenti e delle regole che, purtroppo, non fanno altro che restringere la nostra iniziale visuale di infinito. Tra le tante e discutibili emozioni, risultato spesso di un condizionamento, esiste la vergogna. Solitamente, ma non sempre, la nostra avventura con l’emozione della vergogna inizia con il condizionamento a livello fisico. Non può essere che così, considerando che il corpo è la prima cosa che riconosciamo e nella quale ci siamo identificati nella quasi totalità, ovviamente dopo la mente. Ebbene si, eravamo liberi di essere nudi quando ci cambiavano il pannolino, nudi quando facevamo il bagnetto senza curarci di chi fosse presente in quella stanza ed eravamo liberi di giocare e correre nudi in spiaggia. Finché un bel giorno, ad un’etá che puó variare a seconda dei condizionamenti dell’educatore di quel momento, qualcuno ci suggerisce, alle volte in maniera rigida, ma alle volte in maniera sorridente, di coprirci perché ” è una vergogna andare in giro così ” . Vergognarsi significa non essere stati in grado di rispettare delle regole alle quali tutti si attengono. Vergognarsi significa non sentirsi adeguati.

LA VERGOGNA E’ COSA BEN DIVERSA DALL’IMBARAZZO

Non é solo imbarazzo perché l’imbarazzo lo puoi vivere solo in presenza di altri. Non puoi imbarazzarti con te stesso. La vergogna è ad un livello più profondo della coscienza e che puó potare l’individuo a sperimentare questa emozione spiacevole anche se da solo e davanti a se stesso. Ricordo che, dalle mie parti, sentivo pronunciare una frase dalle persone anziane, frase rivolta ai bambini : ” Copriti la vergogna! “ . Ovviamente frase detta in dialetto dove il contenuto non era per niente simpatico, per quanto lo volessero far apparire tale. Dove per vergogna s’intendeva la zona genitale, di un bimbo od una bimba era indifferente. E quindi si invitava il piccolo a coprirsi con una mutanda od un costumino se si era al mare. Certo, i tempi sono cambiati, non si usano più queste frasi, ma state certi che la sostanza è la stessa. Ma io mi chiedo: “Vergognarsi di cosa?” Siamo nati senza veli e fino a ieri erano tutti sorridenti anche se un bambino era svestito in casa, ed ora? Grazie a questo condizionamento sono in molti a vivere la propria fisicità nella vergogna. Lo sperimentiamo quando andiamo dal medico, ma anche solo quando andiamo in palestra e dobbiamo cambiarci davanti ad altri. Riusciamo a vivere anche la sfera sessuale come un grosso tabú o alle volte come una grossa trasgressione o, appunto , vergogna.

Con questo non voglio dire che tutti debbano andare in giro nudi per la strada. Gli abiti hanno la loro funzione e condivido che ci siano, ma senza dover condannare quanto di più umano e naturale ci sia: il corpo. Ma soprattuto non vergognatevi di nulla.


Ama il tuo corpo amalo completamente profondamente diglielo parla al tuo corpo digli che lo ami che ami le parti di cui ti vergogni, ama le parti nascoste, le parti nascoste in profondita' , le parti che non accetti non apprezzi, amati integralmente, ama il corpo , la mente le emozioni, sii come un oceano che non esclude nulla e accetta tutto


Antar Raja




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