giovedì 3 agosto 2017

respirare la luce.

Ora… uno dei migliori esercizi che possa consigliarvi, `e quello di abituarvi ogni giorno, più volte al giorno, a respirare la luce. Sceglietevi un luogo tranquillo dove nessuno vi possa disturbare, mettetevi in una posizione comoda e respirate: inspirate immaginando di attirare la luce cosmica, quella luce infinitamente più sottile ancora della luce del sole, quella quintessenza impalpabile, invisibile, che penetra ogni cosa. Fate penetrare in voi quella luce affinchè circoli attraverso tutte le vostre cellule e tutti i vostri organi. . . . Poi, espirando, fatela uscire da voi proiettandola per illuminare, rischiarare e aiutare il mondo intero. E’ un esercizio straordinario, perchè dal punto di vista cabalistico, diventate la lettera Aleph. Aleph, prima lettera dell’alfabeto ebraico, `e il simbolo dell’essere che con una mano riceve la luce celeste, e con l’altra la distribuisce agli esseri umani. Non potete diventare “Aleph” se pensate esclusivamente a voi stessi, se trattenete tutto per voi. Aleph `e l’essere che pensa unicamente a dare, a riscaldare, a illuminare, a vivificare, senza occuparsi di se stesso. `E un creatore, un salvatore dell’umanità, è un figlio di Dio.

Quante persone vorrebbero ricevere delle ri­velazioni dal mondo divino, sentirsi ispirate e vivere nell’estasi! Tutti pensano che sia estre­mamente difficile raggiungere queste cose, mentre in realtà è molto semplice, tanto sempli­ce che se si dicesse loro come è possibile, non lo crederebbero: di conseguenza non faranno mai nulla per riuscirvi e non conosceranno mai gli splendori del mondo divino.

Molti anni fa, quando ero ancora un giova­nissimo discepolo presso il Maestro Peter Deu­nov, gli posi la seguente domanda: “Qual è il mezzo più efficace per legarsi a Dio e per svi­luppare le facoltà e le virtù spirituali?” Mi ri­spose: “Si deve pensare alla luce, concentrarsi su di essa e immaginare che l’ universo intero sia immerso nella luce”. Ho lavorato a lungo su quella visione e ho imparato moltissimo. In realtà Dio non è la luce, ma è molto di più del­la luce; non lo si può conoscere e nemmeno immaginare.



Del resto, se nella Genesi è scritto che il primo giorno Dio creò la luce, ciò vuol di­re che Dio non è la luce, ma che con la luce creò l’universo.

Dio non è la luce, ma poiché la luce è la pri­ma emanazione divina, essa contiene tutte le qualità, tutte le virtù di Dio, per cui si può cono­scere Dio soltanto attraverso la luce. Ecco un esercizio che potete fare ogni giorno, più volte al giorno, appena avete qualche minuto libero: cer­cate di concentrarvi sulla luce, di riposarvi sulla luce, di fondervi nella luce, di impregnarvi di lu­ce… immaginate che l’universo intero sia im­merso nella luce. Sentirete a poco a poco che in voi tutto si ristabilisce, si riequilibra, che la luce vi porta la vera conoscenza, la pace duratura, l’equilibrio e la potenza; invece di perdere il vo­stro tempo in tante attività inutili, pensate alla luce che rischiara, che vivifica e che calma.

Non potrete mai trovare il vero senso della vita al di fuori della luce. Prendiamo un esem­pio molto semplice di vita quotidiana: se duran­te la notte vi svegliate e volete alzarvi, la prima cose che fate è accendere una lampada. Appena ci vedete, potete muovervi senza difficoltà, mentre nell’ oscurità potreste far cadere degli oggetti, ferirvi, ecc… Ma la maggioranza degli esseri umani non ha afferrato la lezione della lu­ce e, simbolicamente parlando, continua a fare tutto nelle tenebre; l’uomo non sa nemmeno dov’è ed è per questo che è immerso nei guai.

Bisogna cercare la luce, concentrarsi su di essa, berla, mangiarla, metterla al di sopra di tutti i tesori della terra. Appena avete un istante di libertà, chiudete gli occhi e concentratevi sul-l’ immagine della luce che penetra tutto e appor­ta tutte le benedizioni. Siete in attesa dal denti­sta, oppure in una stazione?… Invece de sfo­gliare riviste che portano notizie inutili o scioc­che, pensate per qualche minuto alla luce.

Quando camminate per la strada, può acca­dere che vi assalgano dei pensieri o dei senti­menti negativi. Naturalmente non potete fer­marvi e chiudere gli occhi, altrimenti nel giro di qualche minuto avreste intorno tutta una folla e taluni porterebbero una sedia per contemplarvi più comodamente; perfino il traffico rischiereb­be di bloccarsi! Ma nulla vi impedisce di fer­marvi un istante davanti a una vetrina per guar­darla — naturalmente non una vetrina dove altre persone potrebbero osservarvi dall’interno — e lì vi concentrate qualche secondo cercando di in­trodurre in voi la luce. Appena sarete pronti per riprendere il cammino, vi sentirete alleggeriti e purificati.

Ecco dei metodi che quasi tutte le persone non conoscono; cammineranno per ore, portan­dosi appresso delle preoccupazioni tanto da morirne e continueranno a trascinarsi dietro quello stato per tutta la giornata. Mai verrebbe loro in mente di fermarsi in un parco per trasformare il loro stato d’animo alla vista degli alberi, dei fio­ri e delle fontane… Andranno piuttosto in un bar a bere qualcosa, guardando i passanti come fanno le mucche che guardano i treni che pas­sano, per poi ripartire con dentro le stesse in­quietudini di prima e, quando entreranno in ca­sa, trasmetteranno quelle negatività alla moglie che li attende. “Cara, come stai?”, e poi un ba­cio col quale riverseranno su di lei tutti quei miasmi interiori, miasmi che la mamma a sua volta trasmetterà ai bambini… È così che gli es­seri umani vivono, inconsapevolmente, sciocca­mente.

Pur parlandovi di queste cose, non sono del tutto sicuro che acquisirete il gusto di concen­trarvi sulla luce, di osservare come essa lavori su di voi per modellarvi, purificarvi, vivificarvi e resuscitarvi. Si è sempre pronti ad accogliere tutto ciò che può creare soltanto difficoltà e fa­stidi, anzi si spalancano le porte, ma quando si tratta della luce, non si ha mai tempo, non si ha mai spazio. Gli esseri umani sono sempre debo­li e infelici, perché non hanno ancora dischiuso il loro intelletto, il loro cuore, la loro anima e il loro spirito alla sola cosa per cui ne valga la pe­na: la luce.

L’esercizio che vi ho appena indicato è vali­do in tutte le circostanze della vita: che lavoria­te in cucina, che scriviate delle lettere, che vi la­viate, che vi vestiate o svestiate, immaginate per qualche secondo la luce nella quale è immerso l’intero universo. Certi chiaroveggenti l’hanno vista e hanno potuto vedere che tutte le creatu­re, tutti gli oggetti, anche le pietre, sono inon­dati dalla luce ed emanano luce. Quella luce è chiamata luce astrale, perché è paragonabile alla luce delle stelle, ma al di so­pra di essa esiste un’altra luce ancora più sotti­le. Talvolta, mentre meditavate o eravate in uno stato di elevata spiritualità, avete potuto sentire che tutto in voi diventava luminoso, come se un sole vi irradiasse dall’interno, come se si fosse­ro accese in voi delle lampade, e avete sentito anche che quella luce si irradiava attraverso il vostro viso. Quando vi elevate ai gradi superio­ri della bontà, della generosità, della dolcezza, della purezza, la luce si accende in voi, la vede­te, tutto si illumina.

Tutti sanno come facevano gli uomini primi­tivi per accendere il fuoco: strofinavano forte­mente due pezzi di legno l’uno contro l’altro fi­no a quando l’attrito produceva del calore, do­podiché, continuando a strofinare, appariva il fuoco. Vi sono dunque tre tappe: il movimento, il calore e la luce. Interpretando questo fenome­no, si constaterà che il movimento corrisponde all’attività prodotta dalla volontà, il calore al sentimento prodotto dal cuore, il fuoco, cioè la luce, al pensiero prodotto dall’intelletto. Simbo­licamente si può affermare che, nel campo del­l’amore, gli esseri umani si fermano al movi­mento. Certo, quel movimento produce del calo­re, ma è necessario superare lo stadio della sem­plice sensazione per andare oltre, fino alla luce, alla comprensione, al fine di penetrare i misteri dell’universo. L’amore può condurre l’uomo a quel traguardo, ma a condizione che cessi di considerarlo esclusivamente come un’efferve­scenza gradevole. Esiste una scienza che insegna al discepolo come produrre la luce, ma per otte­nere questo, egli non deve unicamente cercare il piacere, poiché il piacere assorbe tutte le energie e impedisce alla luce di manifestarsi.

Quando siamo riuniti per meditare in silen­zio, lasciate da parte tutte le vostre preoccupa­zioni, concentratevi sulla luce, come se ogni cosa dipendesse da essa, come se la vostra stessa vita dipendesse da essa. Poi immaginate di stare vivendo il vostro ultimo istante, di stare per la­sciare la terra e che solo la luce possa salvarvi, per cui vi affidate a essa. La luce… Null’altro deve contare per voi. Questo è l’esercizio più meraviglioso che esista.

Potete immaginare la luce bianca, incande­scente, per poter dire come gli Iniziati: “Io so­no la particella delle particelle dell’Anima in­candescente”… Immaginatela viola, blu, verde, gialla, arancione o rossa, ma è preferibile che sia bianca, perché la luce bianca raggruppa tut­te le altre. Grazie alla luce bianca potete ottene­re l’onnipotenza del viola, la pace e la verità del blu, la ricchezza e l’ eterno ringiovanimento del verde, la saggezza e la conoscenza del giallo, la salute, il vigore e la vitalità dell’ arancione, non­ché la forza, l’attività e il dinamismo del rosso. Ma che in primo luogo essa sia bianca. Quando sarete riusciti a concentrarvi sulla luce, quando la sentirete come un oceano che vibra, che pal­pita, che freme, dove tutto è pace, felicità e gioia, allora comincerete a sentire che la luce è un profumo e una musica, quella musica cosmi­ca che chiamano la musica delle sfere, il canto di tutto ciò che esiste nell’universo.

Non esiste un lavoro che sia più degno, più glorioso, più potente del lavoro con la luce. Se clip_image011volete veramente occuparvi di qualcosa di gran­de, di nobile, non c’è nulla di meglio. Tutte le al­tre attività hanno un lato buono e uno cattivo. Se vi osservate, qualche anno dopo vi renderete conto che, qualunque attività abbiate esercitato, vi avete “lasciato le penne”, vi avete perso le vo­stre energie, la vostra salute e la vostra bellezza. Certamente avrete ottenuto qualche vantaggio, qualche soldo, qualche piccola gratificazione, ma se mettete tutto ciò sulla bilancia divina, con­staterete che quel poco che avete guadagnato non compensa le ricchezze che avete perduto.

Purtroppo, questo è un genere di calcolo che gli uomini non sono abituati a fare. Può darsi che sappiano fare molti calcoli, ma quando si tratta di ottenere del denaro, onori, gloria o scienza, non mettono mai sull’altro piatto della bilancia le perdite che quelle acquisizioni com­portano: la pace, la salute, la gioia e la purezza. Può darsi che riescano a ottenere quanto desi­deravano, ma qualche anno dopo li ritroviamo nelle cliniche psichiatriche, incapaci di mangia­re, di bere e di rallegrarsi. Allora si rendono conto del valore di ciò che hanno perduto e di­cono: “Se avessi saputo!…” ma allora sarà trop­po tardi. Occorreva saperlo prima! Ecco perché, voi che “sapete”, dovete consacrare una quan­tità sempre maggiore di tempo per pensare alla luce; è la sola attività che possa veramente arricchirvi e ristabilirvi. In tutte le altre attività, credetemi, mentre guadagnate qualche briciola da un lato, dall’altro perdete cose ben più pre­ziose. Provate a fare una retrospezione della vo­stra esistenza e scoprirete quanto è vero.

Quindi, d’ora innanzi, prima di lanciarvi in oc­cupazioni che vi procurerebbero nuovi vantaggi mondani, riflettete su quanto ciò vi costerebbe al­meno in due campi: in quello della salute e in quello dell’evoluzione, dell’evoluzione spiritua­le naturalmente. Il mio compito consiste nel por­tarvi a conoscere criteri che vi permettano di tra­sformare la vostra vita e di avviarvi verso una nuova esistenza. Se dovessi insegnarvi ancora le regole della vecchia vita, magari per farvi piace­re, non ne varrebbe la pena; tanto varrebbe per me chiudere bottega. Dunque, continuerò a presen­tarvi le grandi leggi che possono aiutare gli uo­mini a rinsavire, per ritrovare il cammino verso la patria celeste. Ora, che vi siano pochi candidati disponibili a seguire tali regole è un’altra faccen­da; io devo comunque continuare a insegnare. Pertanto, che vi troviate qui tutti uniti, oppu­re soli a casa vostra o altrove, pensate sempre a stabilire un legame con la fonte di tutte le bene­dizioni: la luce. È tutto qui.

Molto tempo fa (avevo forse vent’ anni), les­si alcune parole che non ho mai più dimenticato. Era una citazione di Zohar. Era in bulgaro, naturalmente, ma ve la traduco: “Vi sono sette luci nella più sublime delle altezze ed è là che abita l’Antico degli Antichi, il Nascosto dei Na­scosti, il Misterioso dei Misteriosi, Ain Sof’. Quando pronunciavo quelle parole, tutto vibra­va e sussultava in me.

Quelle sette luci sono i sette colori e a cia­scuno di essi corrisponde una virtù: al viola il sacrificio, all’indaco la forza, al blu la verità, al verde la speranza, al giallo la saggezza, all’a­rancione la santità e al rosso 1′ amore. Ma dove­te sapere che ogni errore che l’uomo commette, riduce in lui la potenza che corrisponde a uno di quei colori. È pressoché inutile lavorare con la luce e con i colori per ottenere dei poteri spiri­tuali, se non li si sostiene in sé praticando le virtù corrispondenti. Tutti coloro che credono di poter diventare dei grandi maghi unicamente dedicandosi a una certa pratica, senza nulla mi­gliorare nella propria vita interiore, si sbagliano. Gli esseri superiori non cedono a quei tentativi; sono gli esseri di livello inferiore, cioè gli ele­mentali e i mostri, che si avvicinano. Se volete attirare gli angeli e gli arcangeli, ci riuscirete soltanto grazie alle vostre virtù, poiché le entità superiori rispondono soltanto a coloro che san­no manifestare la vera luce, cioè la purezza, l’amore, la saggezza e la verità.

Sappiate anche che, se volete attirare l’amore o l’amicizia di qualcuno, tutti i mezzi abitual­mente impiegati per riuscirvi sono vietati — il denaro, la seduzione, la violenza, i regali, quan­tunque siano questi i mezzi più usati perché i più facili — salvo la luce. Il solo mezzo ricono­sciuto dal Cielo, e al tempo stesso il più poten­te, consiste nell’inviare agli esseri dai quali vor­remmo essere amati dei regali di luce spirituale da diffondere intorno a loro. Se volete che qual­cuno vi ami o pensi a voi, inviategli della luce: la sua anima, che percepirà la presenza di un’entità benefica, vi apprezzerà sempre di più.

Desiderate che gli amici presso i quali inten­dete recarvi siano felici di ricevervi? Allora, non comportatevi come fa la gente in generale che va a far visita ai parenti e agli amici nel momento in cui è di cattivo umore, irritata e angosciata. Pri­ma di entrare in una casa, raccoglietevi qualche istante pensando che quella casa e chi vi abita siano immersi nella luce. Cosi facendo, come potrebbero non essere felici di ricevervi?

La luce deve costituire la vostra preoccupa­zione costante. Ovunque siate, appena dispone­te di un momento libero, pensate alla luce. Quando sentite la vostra anima offuscata da una preoccupazione, da una difficoltà o da un dub­bio, andate verso la luce e parlatele. Ditele: “Oh luce, tu che sei la più intelligente, entra in me, vieni a illuminare il mio cuore e la mia mente!”. E la luce verrà a illuminarvi. Se volete aiutare qualcuno che si trova nella sventura, inviategli col pensiero dei raggi luminosi e impregnatelo di quei raggi. Se avvertite un dolore nel vostro corpo, chiamate la luce, immaginate che escano dalle vostre dita dei raggi di tutti i colori e diri­geteli verso la parte dolorante; dopo un certo tempo constaterete un miglioramento.

Sappiate che potrete sentirvi veramente bene soltanto quando sarete capaci di formare intorno a voi un’ aura pura e potente, con tutti i colori dello spettro solare. Quella è la vera medicina. Un’aura potente è la migliore protezione, è co­me una barriera che si oppone alla cattive cor­renti e ai guai di ogni genere. Avvolto in una ta­le aura, l’uomo è come una fortezza; mentre in­torno a lui tutti sono agitati, turbati e ammalati, egli conserva sempre il suo amore e il suo co­raggio, perché sente di essere abitato da una presenza luminosa grazie alla quale può dare aiuto anche agli altri.

Cercate di comprendere l’importanza del la­voro con la luce e disponete di un mezzo infal­libile. Se non riuscite a ottenere subito dei ri­sultati, vuoi dire che siete rimasti troppo a lun­go lontani dalla luce. Si sono accumulati in voi talmente tanti elementi opachi che la luce non può ancora penetrare. Essa incontra degli strati troppo impenetrabili, per cui dovete aiutarla ad aprirsi un passaggio purificandovi, allo scopo di rendere quegli impedimenti sempre più sottili e trasparenti.

Un giorno, quando finalmente la luce scatu­rirà e inonderà tutto, sarà il trionfo dell’umanità nel mondo intero. Ma occorrono delle lampade accese, vive, come il Rabbi Shimon Bar Yokai, che è stato chiamato “La Lampada Sacra”, per­ché diffondeva luce. Quando morì, si disse che la lampada si era spenta, ma la lampada conti­nua a illuminare nell’altro mondo.

Omraam Mikhael Aivanhov


da http://www.pilastridiluce.net/wp/la-luce-cosmica/







http://divinetools-raja.blogspot.it La Via del Ritorno... a Casa

Nessun commento:

Posta un commento