lunedì 16 gennaio 2012

TECNICHE DI GUARIGIONE SCIAMANESIMO HAWAIANO



Secondo gli Sciamani Hawaiani viviamo in una condizione di salute quando il nostro corpo e la nostra mente sono in armonia, mentre insorge la malattia quando tra corpo e mente, oppure tra individuo e ambiente, si crea un conflitto.
Gli Sciamani Hawaiani si rivolgono alla malattia considerandola sotto il profilo puramente mentale. Ogni tipo di malattia, dall’influenza all’insufficienza cardiaca, deriva da un conflitto interiore e dal conseguente stress che si crea nel corpo per la resistenza a tale conflitto. Il punto in cui si manifesta il sintomo è il punto in cui si è localizzato lo stress.


Quando precedentemente abbiamo detto che la salute deriva da una condizione di armonia, ci riferivamo al libero fluire dell’energia vitale all’interno del corpo. La morte sopraggiunge quando l’energia si ritira completamente dal corpo e in particolare dalla zona della colonna vertebrale.
Dunque per essere vivi e sentirsi bene è indispensabile avere in circolazione una equilibrata dose di energia, la cui assunzione è naturalmente predeterminata attraverso la respirazione, il cibo, e “l’antenna” del midollo allungato.
In caso di stress localizzato in determinati tessuti e organi del corpo, si generano blocchi energetici che isolano la zona causando ristagno.
Il primo impatto con l’energia determina il rilascio delle tensioni e successivamente la riattivazione della zona malata, che con il ripristino dell’energia recupera il proprio potere di autoguarigione.
Il successo della terapia energetica è legato alla quantità di energia che siamo in grado di fornire e alla profondità del blocco energetico che, se si protrae da svariato tempo, può essere di lunga e difficile risoluzione.
Fate attenzione al vostro approvvigionamento di energia; se non avete la possibilità di passare molto tempo all’aria aperta, in campagna o in montagna, curate l’alimentazione assumendo parecchia frutta e verdura cruda, perché contengono alti quantitativi di energia. Fornire energia al corpo significa metterlo in condizione di effettuare l’autoriparazione delle zone disarmoniche, riportandole allo schema energetico perfettamente efficiente predeterminato alla nascita.


Il primo metodo per usufruire di un maggior quantitativo di energia è praticare la respirazione profonda.
Tutte le discipline spirituali danno ampio spazio alle tecniche di respirazione.
Nella tradizione Huna, una delle tecniche di respirazione è chiamata PIKO PIKO, che significa “da centro a centro”.
Questo esercizio concentra il flusso dell’energia, facendola scorrere attraverso il corpo in un quantitativo maggiore, producendo rilassamento, ricarica e concentrazione mentale.
Stando seduti con la schiena ben dritta, iniziate a respirare profondamente, portando l’attenzione alla sommità della testa mentre inspirate, e spostando l’attenzione all’ombelico mentre espirate.
Questa continua alternanza di concentrazione produce un flusso di energia che si spande per tutto il corpo.


Come la respirazione, comune nelle pratiche spirituali è anche l’esistenza di tecniche di guarigione. Una di queste tecniche del panorama dello sciamanesimo Hawaiiano si chiama KAHI.
Kahi, portando l’energia nel punto dello stress, tende a sciogliere i blocchi energetici, a rilassare le tensioni muscolari e a ripristinare le condizioni armoniche del corpo.
A seconda del sintomo può essere eseguita mettendo le mani a breve distanza dal corpo del soggetto, oppure a diretto contatto.
L’energia universale agisce in base al pensiero e viene attirata dalla concentrazione mentale in un determinato punto. Tutto quello che dovete fare è concentrarvi sui punti del corpo sotto indicati, tenendoci sopra le mani. Ricordate che in Kahi è più importante quello che fate con la mente, di quello che fate con le mani.
Secondo la medicina tradizionale hawaiana, sparsi lungo il corpo, si trovano dei punti di concentrazione dell’energia, che concettualmente corrispondono ai Chakra dello Yoga. Questi punti si chiamano “centri di potere”. I centri di potere sono 14 e precisamente:
1 - La sommità della testa (corona)
2 - Il centro del petto (timo)
3 - L’ombelico
4 - L’osso pubico
5/6 - I palmi delle mani
7/8 - Le piante dei piedi
9/10 - La giuntura delle spalle
11/12 - La giuntura delle anche
13 - La settima vertebra cervicale (l’osso sporgente alla base del collo)
14 - Il coccige
La tecnica si esegue mettendo le dita o il palmo di una mano su un centro di potere, e le dita o il palmo dell’altra mano sul punto da curare. Mantenendo questa posizione, iniziate a respirare lentamente e profondamente, concentrandovi sulla mano a contatto col centro di potere, mentre inspirate e sulla mano a contatto con il punto malato, mentre espirate.
Ripetete per 7 / 8 respirazioni.
Non pensate di dover trasferire l’energia attraverso il respiro, questo serve solo ad aumentare la concentrazione, e neanche attraverso le mani, che servono solo a mantenere l’attenzione sui punti interessati.
Spostare continuamente la concentrazione da una mano all’altra, attira energia nel corpo e si viene a creare un flusso che scorre dal centro di potere alla zona bloccata.
Nello scegliere il centro di potere che volete usare, cercate quello più lontano dalla zona malata, ma che sia anche facile da raggiungere.
Questo perché più i due punti sono lontani, più si estende la zona del corpo attraversata dall’energia e il processo acquista efficacia; a patto però di essere in una posizione comoda, altrimenti la difficoltà di esecuzione può pregiudicare la concentrazione.
Dopo aver respirato per 7 / 8 volte chiedete al paziente come sta. Se sta meglio il processo di guarigione è stato avviato e potete smettere. Altrimenti continuate per qualche altro ciclo di respirazione. In caso ce ne fosse bisogno, la terapia può essere ripresa ancora nei giorni seguenti.
A volte, dopo il trattamento, il dolore può apparentemente spostarsi in un altro punto. Questo segnala l’affiorare di una più profonda stratificazione del blocco energetico. In questo caso ripetete la tecnica sul nuovo punto dolorante.
A volte la guarigione ha un effetto solo temporaneo e dopo un po’ il sintomo torna a manifestarsi.
Kahi può essere fatto su sé stessi e sugli altri, e anche a distanza.
La dimensione mentale non è limitata dallo spazio e dal tempo, basta pensare a qualcosa o qualcuno e il contatto è stabilito.
Quindi potete fare Kahi immaginando le vostre mani sul corpo di un’altra persona, mentre eseguite effettivamente la respirazione.
Questo è particolarmente utile quando il soggetto è lontano, ma può essere fatto anche per voi e per gli altri, tutte le volte che dovete trattare una zona irraggiungibile, ad es. volete curare la vostra schiena, oppure quando il contatto è controindicato, ad es. per curare una ferita.
Quando inviate energia a distanza a qualcuno che non è al corrente del vostro intervento, scegliete un orario serale o notturno in cui presumete che il soggetto sia in casa o a riposo.
Facendo Kahi a distanza non avete il soggetto a disposizione per interrogarlo sull’andamento della cura, perciò continuate il trattamento finché non sentite che può bastare. Interrompete anche se dovesse venirvi sonno o se avvertite un senso di stanchezza, questi sono segnali che è ora di chiudere.



fonte http://mutamenti.forumfree.it/?t=48917446
Questo che ho postato è un'estratto da un sito chiamato "alberomaestro", che ho un pò riassunto.

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