Il primo passo sul sentiero del discepolato
L’individuo entra sul sentiero del discepolato con la ferma intenzione di compiere in un limitato numero di vite ciò che l’uomo ordinario compirà in centinaia e centinaia di esistenze. Tutti evolvono in maniera meccanica... ma con tempi geologici, mentre il discepolo contravviene alle leggi di natura desiderando evolvere volontariamente e in tempi limitati. Anziché salire agevolmente utilizzando la strada che gira intorno al monte, egli vuole inerpicarsi su per il fianco scosceso, non volendo attardarsi sul sentiero già battuto da molti altri.
Quale sarà il primo risultato di questa indomita volontà? Si troverà coinvolto in difficoltà molto maggiori rispetto all’uomo comune. Quello che guadagnerà in tempo, lo pagherà con la dura fatica. Da quel giorno, precipizi e pareti a picco saranno per lui la norma. L’uomo che muove il primo passo sul sentiero del discepolato chiama a sé tutto il suo karma passato, che deve essere in massima parte esaurito prima che egli sia pronto per la prima iniziazione.
I Signori del Karma hanno davanti ai loro occhi onniveggenti il registro della vita di ogni uomo, i cui conti ancora in sospeso dovranno essere saldati prima che egli possa varcare la soglia dell’iniziazione. E il fatto di porre deliberatamente piede sul sentiero, costituisce un appello ai Signori del Karma, affinché essi tirino le somme e gli offrano l’opportunità di saldare il karma, un po’ come chiedere il conto al ristorante perché si ha bisogno di andar via velocemente.
A causa di ciò, il karma che avrebbe dovuto ripartirsi su decine di vite, deve essere esaurito in poche, forse in una sola vita, rendendo in tal modo la strada molto difficoltosa da percorrere. Può sembrargli che tutto sia contro di lui, può parergli che la Gerarchia dei Maestri lo abbia abbandonato. Si trova in mezzo a guai di famiglia, difficoltà sul lavoro, malanni psicologici e fisici.
Perché proprio quando decide di dedicarsi al meglio, gli accade il peggio? Perché proprio quando decide di vivere più rettamente di quanto non abbia mai vissuto prima, devono assalirlo tutte queste sofferenze? Sembra così ingiusto, così duro, così crudele trovarsi trattato dal destino più duramente che mai, proprio quando decide di consacrare la propria vita al mondo superiore.
Eppure egli deve restar saldo in mezzo alle prove, non deve permettere a nessun sentimento d’ingiustizia di penetrare in lui. Non v’è niente d’ingiusto in quanto gli sta capitando. Volendo ottenere di più rispetto a quanto aspiri ogni altro uomo, ha sfidato il suo karma e quindi non può meravigliarsi se viene immediatamente chiamato ad esaurirlo. D’altronde ogni debito karmico che egli paga è cancellato per sempre dai registri akashici e non lo disturberà mai più.
Se le malattie lo colpiscono e se le angosce lo affliggono, deve pensare che è un bene essersi liberato da qualche peso che probabilmente grava su di lui da millenni. Ogni sofferenza non è inutile. Ciò che è stato sofferto appartiene oramai al passato e non più all’avvenire.
Lieto in mezzo agli affanni, fiducioso di fronte allo scoraggiamento, soddisfatto in mezzo alle pene... poiché il discepolo sa bene che se non vi fosse risposta, vorrebbe dire che la sua voce non è giunta agli orecchi della Gerarchia e la sua preghiera è ricaduta sulla Terra. Le sofferenze rappresentano unicamente la risposta all’appello da lui lanciato quando ha posto il primo piede sul sentiero.
Salvatore Brizzi
(professione: cane di Dio
D.O.G. = Dogs Of God)
http://divinetools-raja.blogspot.it La Via del Ritorno... a Casa
Quale sarà il primo risultato di questa indomita volontà? Si troverà coinvolto in difficoltà molto maggiori rispetto all’uomo comune. Quello che guadagnerà in tempo, lo pagherà con la dura fatica. Da quel giorno, precipizi e pareti a picco saranno per lui la norma. L’uomo che muove il primo passo sul sentiero del discepolato chiama a sé tutto il suo karma passato, che deve essere in massima parte esaurito prima che egli sia pronto per la prima iniziazione.
I Signori del Karma hanno davanti ai loro occhi onniveggenti il registro della vita di ogni uomo, i cui conti ancora in sospeso dovranno essere saldati prima che egli possa varcare la soglia dell’iniziazione. E il fatto di porre deliberatamente piede sul sentiero, costituisce un appello ai Signori del Karma, affinché essi tirino le somme e gli offrano l’opportunità di saldare il karma, un po’ come chiedere il conto al ristorante perché si ha bisogno di andar via velocemente.
A causa di ciò, il karma che avrebbe dovuto ripartirsi su decine di vite, deve essere esaurito in poche, forse in una sola vita, rendendo in tal modo la strada molto difficoltosa da percorrere. Può sembrargli che tutto sia contro di lui, può parergli che la Gerarchia dei Maestri lo abbia abbandonato. Si trova in mezzo a guai di famiglia, difficoltà sul lavoro, malanni psicologici e fisici.
Perché proprio quando decide di dedicarsi al meglio, gli accade il peggio? Perché proprio quando decide di vivere più rettamente di quanto non abbia mai vissuto prima, devono assalirlo tutte queste sofferenze? Sembra così ingiusto, così duro, così crudele trovarsi trattato dal destino più duramente che mai, proprio quando decide di consacrare la propria vita al mondo superiore.
Eppure egli deve restar saldo in mezzo alle prove, non deve permettere a nessun sentimento d’ingiustizia di penetrare in lui. Non v’è niente d’ingiusto in quanto gli sta capitando. Volendo ottenere di più rispetto a quanto aspiri ogni altro uomo, ha sfidato il suo karma e quindi non può meravigliarsi se viene immediatamente chiamato ad esaurirlo. D’altronde ogni debito karmico che egli paga è cancellato per sempre dai registri akashici e non lo disturberà mai più.
Se le malattie lo colpiscono e se le angosce lo affliggono, deve pensare che è un bene essersi liberato da qualche peso che probabilmente grava su di lui da millenni. Ogni sofferenza non è inutile. Ciò che è stato sofferto appartiene oramai al passato e non più all’avvenire.
Lieto in mezzo agli affanni, fiducioso di fronte allo scoraggiamento, soddisfatto in mezzo alle pene... poiché il discepolo sa bene che se non vi fosse risposta, vorrebbe dire che la sua voce non è giunta agli orecchi della Gerarchia e la sua preghiera è ricaduta sulla Terra. Le sofferenze rappresentano unicamente la risposta all’appello da lui lanciato quando ha posto il primo piede sul sentiero.
Salvatore Brizzi
(professione: cane di Dio
D.O.G. = Dogs Of God)
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