domenica 28 ottobre 2018

FERITE EMOZIONALI E RELAZIONI

Le nostre ferite emozionali incidono fortemente sulla percezione che abbiamo della realtà. Quando nell'ambito della filosofia new age si dice: "tu crei la tua realta" si intende principalmente questo... realisticamente non possiamo creare nulla perché nella creazione c'e' un atto volontario e cosciente: un artista... un attore, un musicista, un pittore, un danzatore sono "alchimisti" che dal loro sentire profondo, dalla dimensione del caos, producono coscientenente un'opera d'arte. Noi invece costruiamo una o piu' realta' del tutto inconsapevolmente.
Si tratta di un processo inconscio e automatico, nel senso che il nostro cervello percepisce solo quegli stimoli che rientrano nella nostra "mappa del mondo". Ognuno di noi ha una sua rappresentazione interna del mondo costituita da credenze inconsce, schemi cognitivi, emotivi che si esprimono in copioni relazionali. Noi percepiamo e agiamo sulla base di queste credenze, di questi schemi e copioni.
Ecco perché non siamo mai veramente liberi: per essere liberi bisogna essere capaci di vedere e intervenire sugli schemi attraverso una ristrutturazione.
Anche Pinocchio, nella favola di Collodi, ha dovuto liberarsi dalla sua natura di burattino e ascoltare la voce della sua coscienza per diventare un bambino vero. Le credenze ci rendono burattini perché limitano la nostra libertà d'azione:
Se crediamo che gli uomini sono tutti stronzi percepiremo quella realta' e incontreremo solo quel genere di uomo...
Se crediamo che le donne sono tutte false percepiremo quella realtà e incontreremo solo quel genere di donna...
Se pensiamo che non ci si puo' fidare di nessuno andremo a "creare" una realta' in cui non daremo fiducia noi agli altri per primi e daremo valore solo a quelle esperienze che confermano quella realtà.
La psicologia cognitiva chiama questi processi automatici "distorsioni" o "bias cognitivi". Nell'enneagramma della personalità vengono definite fissazioni cognitive che nascono da un "veleno mentale", una passione emotiva, di cui siamo inconsapevoli che ci rende ciechi agli altri stimoli che evitiamo di considerare. In termini immaginali la passione è un "demone".
Non esiste una realtà veramente oggettiva perché ogni stimolo è filtrato e distorto dalla nostra visione del mondo: proiettiamo noi stessi all'esterno e ci facciamo assorbire dagli eventi.
E' necessario tornare al centro: in alchimia e nella psicologia del profondo chiamiamo questo processo il riassorbimento del reale e il ritiro delle proiezioni.
Con le nostre ferite succede lo stesso: noi crediamo che l'altro ci abbia abbandonato, tradito, rifiutato, umiliato o che sia ingiusto cio' che ci accade ma questo ci deresponsabilizza mettendoci in una posizione di vittime e proiettando sull'altro la responsabilità.
L'abbandono, il rifiuto, il tradimento, l'umiliazione, l'ingiustizia abitano già dentro di noi: l'altro con i suoi comportamenti (inconsci o meno) ha risvegliato una ferita che era già presente in noi... sopita dal nostro torpore quotidiano.
E' come se due burattini recitassero su un palco ma i fili che li muovono sono manovrati da altri: questi altri sono i nostri avi, la famiglia, la società che ci ha trasmesso a livello transgenerazionale quell'idea, quella credenza, quel comportamento a cui noi abbiamo, per un obbligo d'amore, aderito.
Attraverso il risveglio della ferita, già dalla prima volta, abbiamo indossato una maschera per proteggerci recitando nel mondo un ruolo che non ci appartiene e mettendo in scena quello che definisco il "dramma."
Paradossalmente e' proprio chi ti ferisce che ti sta indicando la strada verso la guarigione: egli e' il tuo "terapeuta". Un terapeuta particolare che non è arrivato per darti una carezza sulla testa ma per aiutarti, nella maniera più dura, a far crollare la tua maschera e vedere realmente quell'immagine di te che non riesci a cogliere e ad accettare. L'altro allora, il partner, il genitore, il collega, l'amico, diventa il tuo "maestro": il prossimo passo evolutivo verso l'amore per te stesso... il prossimo passo verso la liberazione dalle idee distorte che hai coltivato su te stesso e sugli altri, sull'amore e sulla vita e che ti conduce a una maggiore coscienza di te stesso.
Questo forse intendeva Gesù con la frase: "ama i tuoi nemici." Non c'e' nessun nemico: c'e' solamente un incontro sacro tra esseri umani riflessivi e riflettenti.

Tiziano Cerulli
http://divinetools-raja.blogspot.it La Via del Ritorno... a Casa

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