..Una volta all'anno porto il lutto per quelle cose che non sono accadute.

Non so chi sia questo autore russo (usa il pseudonimo "Кит не спи" che non ha molto senso in italiano, e nemmeno in russo, enigmatico, insomma...), ma mi è sembrato un pezzo di buona prosa, e anche molto sensato. Così l'ho tradotto.

"...Una volta all'anno porto il lutto per quelle cose che non sono accadute.

Per le persone che pensavo fossero "mie" ma che se ne sono andate, o per quelle che ho abbandonato io, e non ce l'ho fatta a dire che avrei voluto tornare. Per quelle persone che sono rimaste lontane, per quanto io avessi cercato di avvicinarle.


Il lutto per le città che non sono riuscito a visitare, perché mi è passata la voglia di andarci, perché il nome della città ha smesso di farmi venire il brivido dell'attesa del viaggio, o dell'avventura. E' triste la perdita di un sogno.

Il lutto per le quelle parole che non sono state dette. Quelle che avevo sempre sulle labbra, tranne quell'unico momento quando avrei potuto dirle ma non le ho dette. Ogni loro ricordo mi riempie la bocca di saliva amara.

Il lutto per i piani non realizzati, per le idee svanite a metà strada.
Per i regali che sono rimasti nelle botteghe e nelle librerie, malgrado sapessi già come sarebbe stata contenta la persona alla quale dovevano andare.

No, non è una festa dell'auto commiserazione.
Semplicemente, tutti questi "...e se fosse", "... se fosse accaduto" continuano a seguirmi, cantando le loro tristi canzoni.

Le storie delle sconfitte, i "non ce l'ho fatta", "non ho potuto" sono importanti come tutte le altre storie. Sono i tuoi punti sensibili, dolenti, e solo crescendo e diventando più alto, più forte, più sonoro, li potrai abbandonare.

...dopo un bel pianto, sembra che inizi una nuova giornata. Anche io il giorno dopo mi sveglio vivo e vulnerabile, fino al giramento di testa. Come quando ero bambino, all'alba del compleanno: sembrava di poter volare, appena alzato. Tanta leggerezza, tante forze.

E qui capisci che il giorno prima non era dedicato alla tristezza. Parlava, invece, d'amore. "


Olga SamarinaLA RUSSIA ESOTERICA E SCIENTIFICA


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Commenti

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