Esperienze di un discepolo
"La meditazione dinamica si svolgeva alle 6,00. Siccome la mia capanna-abitazione distava circa un km dall'ashram, mi svegliavo alle 5,15 per essere in tempo. Era ancora abbastanza buio; in inverno l'alba sorgeva più tardi. L'aria era odorosa di India, e allo stesso tempo fresca e pungente, ma quella camminata attivava il calore corporeo.
Vi erano centinaia di persone all'appuntamento e c'era una qualità energetica di silenzio, luminosità e presenza. La hall era un vero e proprio tempio della meditazione anche se appariva semplice: circondata da un rigoglioso giardino tropicale, custodito e nutrito con amore, fungeva da riparo per molti uccelli che vi sostavano infondendo il loro canto. Vi era un senso di intimità e protezione. Ogni fibra di materia che costituiva quell'ambiente emanava un’energia di luce che nutriva il cuore."
"Dopo la dinamica era possibile fare la doccia e la colazione nel buffet vegetariano dell'ashram prima di rientrare nella hall, che nel frattempo veniva preparata per il discorso del mattino. All'uscita dalla meditazione, la coda per accedervi era già lunga.
Durante lo svolgimento del discorso, spesso non riuscivo a stare sveglio. Il contatto con la presenza di Osho all’inizio mi induceva a rilassarmi completamente, al punto che sentivo il bisogno di sdraiarmi e lasciarmi andare in una specie di dormiveglia. Da una parte mi sentivo inadeguato, ma era irresistibile. Condivisi questa perplessità con alcuni amici e con gran sollievo mi dissero che Osho aveva parlato di questo tema: diceva che il dormiveglia non rappresentava una barriera, anzi Egli poteva raggiungerci molto più facilmente perché la mente era meno attiva. Infatti non si trattava di un sonno, in quanto uno stato di presenza di sottofondo permaneva, tanto da farmi sentire quando il discorso stava per terminare; così mi sedevo in posizione eretta in tempo per salutarlo."
Tratto dall'E-book "Il Maestro - Esperienze di un discepolo -
Il programma neuroacustico “Hypergamma” è basato sui risultati delle ricerche neurofisiologiche condotte sui monaci tibetani, con la partecipazione di Dalai lama. Nel corso dello studio si è chiarito che le onde cerebrali dei meditatori immersi in una meditazione profonda raggiungono i picchi al di sopra di 100 Hz. Questo fatto assicura anche una accelerata sincronizzazione degli emisferi cerebrali. Lo stato caratterizzato dalle onde cerebrali così elevate è considerato prossimo all’illuminazione e alla rinascita spirituale.
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Highly descriptive blog, I enjoyed that a lot.
RispondiEliminaWill there be a part 2?