"OSHO SULLA MORTE E IL MORIRE."
1-Ciò che è immortale
"Osho, mia nonna sta morendo e vorrei chiederti come aiutarla. Ha ottantadue anni ed è completamente inconsapevole e molto spaventata."
"Insegnale una piccola meditazione: osservare il respiro. Con lei sdraiata sul letto, siediti accanto e mettile la mano sulla testa. Diventa molto silenziosa, silenziosa e meditativa, perché la meditazione è contagiosa: se sei veramente meditativa può essere trasmessa. Quindi siediti di fianco, diventa completamente silenziosa, mettile la mano sulla testa e spiegale che deve solo osservare il respiro, il respiro che entra, il respiro che si estingue. Dille che se riesce a vedere il respiro entrare e uscire, si renderà conto che lei non è il corpo e non è neanche il respiro. Lei è quella che osserva e quell’osservatore non muore mai, è immortale.
Nel momento in cui ci accorgiamo del nostro essere testimoni, siamo immortali. E il modo migliore e più breve per accorgersene è osservare il respiro, perché il respiro è il ponte che unisce il corpo e l’anima. Se osservi il respiro, sei già sull’altra sponda. Osservare il respiro significa osservare il ponte, il ponte che ti unisce al corpo. Il corpo è rimasto molto indietro. Tra te e il corpo c’è il respiro e tu lo osservi. E proprio perché lo stai guardando sei separato da esso. Puoi osservare una cosa solo se sei separato da essa.
Quindi, se in questi suoi ultimi giorni riesci ad aiutarla a osservare, sarà il regalo più grande che potrai farle prima che se ne vada, perché potrà andarsene in perfetto silenzio, un silenzio assoluto, fresco e raccolto.
E questo è il vero modo di morire.
Ci sono persone che non sanno come vivere e ci sono solo poche persone che sanno come morire. E questa è l’arte più eccelsa, perché è il culmine della vita. Se ti lasci sfuggire la morte, ti lasci sfuggire tutta la vita.
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