Colui che dimora nella pace
Buddha ha parlato di quattro stadi del ricercatore del vero. Egli ha chiamato il primo stadio: Vincitore-della-corrente. 'Vincitore-della-corrente' indica colui che è entrato nel Buddhafield, il campo di energia del Buddha, che è diventato un iniziato, che è diventato un sannyasin.
Perché viene chiamato vincitore-della-corrente? Perché non è più fermo sulla sponda, non è più statico, ha cominciato a muoversi con il flusso della vita: non sta più lottando controcorrente. Quell'ego che era abituato a lottare contro il flusso, quell'ego che era abituato ad andare controccorrente non esiste più.
Il flusso dell'acqua ha vinto, ecco perché il ricercatore viene chiamato Vincitore-della-corrente. Egli ha abbandonato ogni conflitto, si è arreso, ecco perché è diventato vincente, ecco perché viene chiamato Vincitore-della-corrente. Strane parole.
Dapprima aveva tentato di vincere il flusso dell'acqua. Questo è ciò che tutti fanno nel mondo - cercano di avere una vita in sintonia con i propri desideri, i propri piani, le proprie proiezioni; cercano di imporre alla vita un proprio modello di azioni e di sogni e di desideri. Ciascuno cerca di andare controcorrente, ciascuno tenta di lottare contro la vita, contro la natura, contro Dio. La comune vita umana è una vita di lotta.
Ma contro chi lottate? Lottate contro la vostra stessa sorgente. Contro chi lottate? Contro voi stessi. La lotta vi condurrà in frustrazioni sempre più profonde, perché non potrete vincere, questo non è il modo per vincere. Sarete sconfitti, perché siete solo particelle e l'esistenza è vasta, è enorme.
Non potete vincere contro l'esistenza, potete vincere solo per suo tramite: se l'esistenza vi sostiene, potete vincere. Se non vi sostiene, potrete continuare a crederci, ma uscirete sconfitti. È solo questione di tempo.
Presto o tardi, sarete stanchi, frustrati, esauriti dalla lotta e allora l'abbandonerete - ma l'abbandonerete da sconfitti. In quella sconfitta non ci sarà gioia, come può esserci gioia in una sconfitta? Coloro che hanno compreso, sanno che se uno riesce ad arrendersi prima che arrivi la sconfitta, allora avrà la gioia.
La resa e la sconfitta sono tanto diverse e tanto simili. Anche chi è sconfitto sembra essersi arreso, e colui che si è arreso sembra sia stato sconfitto, ma questa è solo l'apparenza, la superfice. In profondità, sono due mondi separati... Colui che si è arreso ha compreso che l'intera lotta era priva di significato, era destinata al fallimento.
Come se la mia mano sinistra cominciasse a lottare contro la destra, come se le mie dita cominciassero a lottare contro il mio corpo: come potrebbero vincere? Sono già condannate. L'uomo che ha compreso si arrende. Dice: "Lascio che Dio sia in me! Che la tua volontà sia fatta, che venga il tuo regno."
Dice: "Io non sono più, fluisci attraverso il mio essere. Lasciami essere solo una canna vuota di bambù, la canna di un flauto: se tu vuoi, canta attraverso il mio essere. Se tu non vuoi, che mi attraversi il silenzio." Egli diventa solo un passaggio, comincia a muoversi con il flusso. Dice: "Che il flusso della vita prenda possesso del mio essere, non lotterò, e neppure nuoterò. Fluttuerò, mi farò portare dal vento."
Colui che entra in una simile comprensione della vita, si chiama Vincitore-della-corrente. Ma è una definizione strana: arrendersi viene definito vincere, perché lottare conduce al fallimento e alla sconfitta. La resa conduce alla conquista, alla vittoria.
Questa vita è un paradosso. Cosa può fare Buddha? La vita 𝘦' un paradosso. Coloro che si sono arresi dimostrano di essere i vincitori e coloro che continuano a lottare, un giorno si accorgeranno di aver perso tutte le energie nella lotta e che da nessuna parte c'è qualche segno di una loro vittoria.
Ricordate: Alessandro Magno ha fallito, non San Francesco; Napoleone ha fallito, non Gesù; Genghis Khan e Tamerlano hanno fallito, non Buddha. La storia vera non dovrebbe occuparsi dei falliti - Genghis Khan, Tamerlano, Alessandro. La storia, per essere reale, dovrebbe occuparsi di più di Buddha, di Gesù, di Francesco - queste sono le persone che hanno vinto davvero: ma la loro vittoria è scaturita dalla loro resa, dal loro abbandonarsi.
Riflettete, pensate solamente alla bellezza e alla benedizione della situazione in cui non lottate, vi lasciate semplicemente trasportare dalla corrente del fiume che vi porterà all'oceano: esso va verso l'oceano... state facendo tanto trambusto per nulla. Il fiume va già verso l'oceano: lasciatevi semplicemente trasportare e raggiungerete l'oceano, l'assoluto, l'infinito. Questo arrendersi completamente all'esistenza viene definito da Buddha il frutto del Vincitore- della-corrente.
Il secondo stadio viene chiamato: 'Colui-che-torna-una-volta' e il terzo 'Colui-che-non-torna e il quarto: 'Arhat'.
Il Vincitore-della corrente deve lasciar cadere tre catene.
La prima catena è l'ego, l'individualità, l'idea di un sé separato: naturalmente lì stanno le radici della lotta. La seconda catena è una vita impostata solo su regole e riti.
Ci sono una infinità di persone religiose, ma esse conducono una vita impostata su regole e riti. Non sanno cosa sia la religione. Il rito non è la religione, la regola non è la religione. La religione è condurre un genere di vita completamente diverso - una vita di consapevolezza, una vita d'amore, una vita di compassione. Ma se vi guardate intorno nel mondo, vedrete milioni di persone che vanno nelle chiese, nei templi, nelle moschee, negli ashram dei guru, che pregano, che fanno questo e fanno quello: sono tutti solamente dei riti e delle religioni-non-esistenziali.
La gente vive nell'inconsapevolezza. I vostri padri facevano qualcosa e i padri dei loro padri avevano fatto la stessa cosa: questa cosa assume un'aura di sacralità e voi continuate solo a ripeterla, senza chiedervi che significato abbia.
Gesù chiamò Dio "Padre mio, 𝘈𝘣𝘣𝘢" e voi continuate a chiamarlo 'padre' ma non significa nulla. Voi non avete il cuore di Gesù, il rito è semplicemente superficiale. Non avete un cuore tale da poter chiamare Dio 𝘈𝘣𝘣𝘢. Non è la parola 𝘈𝘣𝘣𝘢 a essere priva di significato, ma il sentimento dei vostri cuori. Se aveste tale sentimento, non sarebbe neppure necessario pronunciare quella parola, agirebbe il sentimento. Ma se il sentimento non è presente, allora è un rito morto.
Buddha dice che il Vincitore-della-corrente deve abbandonare diverse cose. Una è l'ego, la seconda è vivere secondo mere regole e rituali, la terza è il dubbio, la perplessità.
Una mente dubbiosa non può rilassarsi, una mente dubbiosa non può arrendersi, una mente dubbiosa non può mai essere totale: una parte continua a lottare a dire no. Una mente dubbiosa non può dire un sì assoluto, e questo è fondamentale per diventare un Vincitore-della-corrente- dire sì alla vita, dire sì incondizionatamente, dire sì semplicemente con tutto il proprio essere. È sufficiente questa preghiera: se puoi semplicemente sederti in silenzio e dire sì all'esistenza, è sufficiente - non occorre altro, nessun rito.
Un Vincitore-della-corrente deve abbandonare queste tre cose. E il secondo stadio viene chiamato 'Colui-che-torna-una-volta'. Colui-che-torna-una-volta indica un essere che morirà e farà ritorno una volta. Egli deve abbandonare l'avidità, la sensualità e la malignità. Ma tornerà una volta ancora.
Il terzo stadio viene chiamato 'Colui-che-non-torna': uno che non ritornerà più. Egli deve abbandonare la cupidigia per questa vita, la cupidigia per l'altra vita, la cupidigia di essere.
Il quarto stadio viene chiamato 'Lo-stato-di-Arhat': uno che è assente, che è un nessuno, che è un nulla: egli è diventato un Buddha.
Buddha interrogò Subhuti a proposito di questi quattro stadi, gli chiese:
"𝘈𝘭 𝘷𝘪𝘯𝘤𝘪𝘵𝘰𝘳𝘦-𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢-𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘤𝘤𝘢𝘥𝘦 𝘥𝘪 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘢𝘳𝘦 '𝘪𝘰 𝘩𝘰 𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘧𝘳𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘷𝘪𝘯𝘤𝘪𝘵𝘰𝘳𝘦-𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢-𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦𝘯𝘵𝘦'?"
Una domanda semplice ma densa di significato.
𝘚𝘶𝘣𝘩𝘶𝘵𝘪 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘴𝘦:
"𝘕𝘰 𝘥𝘢𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰, 𝘚𝘪𝘨𝘯𝘰𝘳𝘦. 𝘌 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦'?
𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦', 𝘚𝘪𝘨𝘯𝘰𝘳𝘦, 𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘢 𝘷𝘪𝘯𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯 𝘋𝘩𝘢𝘳𝘮𝘢."
Se dici: 'Mi sono arreso', allora non ti sei arreso, perché come puoi arrenderti '𝘵𝘶'? Il 𝘵𝘶 deve essere arreso, l'𝘪𝘰 deve essere arreso; non puoi dire: 'io mi sono arreso'. Se è qualcosa che 𝘵𝘶 fai, allora non è arrendersi.
La gente viene da me e chiede: "Come possiamo arrenderci?" Rispondo: "Non potete: 𝘷𝘰𝘪 siete l'ostacolo alla resa. Toglietevi di mezzo e accadrà la resa."
𝗢𝘀𝗵𝗼 (𝘐𝘭 𝘚𝘶𝘵𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘋𝘪𝘢𝘮𝘢𝘯𝘵𝘦) ma
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