EDUCAZIONE E MAGIA
I risultati dell’evoluzione scientifica oramai da un secolo contraddicono apertamente l’esperienza della realtà quotidiana così come ci viene trasmessa dai nostri sensi. L’universo è composto di vuoto: il “quasi nulla” è la sostanza del mondo. La realtà non esiste oggettivamente, là fuori, in maniera indipendente da noi. Siamo circondati da un mondo da noi stessi plasmato. Deteniamo le chiavi della nostra prigione. Il gioco del Sistema non consiste nel rubarci le chiavi – ché non potrebbe – ma nel farci dimenticare che le possediamo noi.
Quello in cui crede, non quello che ha, decide il destino d’un uomo e anche l’ammontare delle sue ricchezze materiali. Perché i Paesi con più risorse al mondo (diamanti, oro, bellezze naturali...) sono spesso anche i più poveri e si lasciano sfruttare dagli occidentali? Non è l’avere che manca loro, ma la Volontà, la Responsabilità per gestire quell’avere.
L’educazione profana dei nostri giorni – quella che io amo chiamare edu-castrazione – è un’operazione dolorosa che viene inferta giorno dopo giorno alla psicologia del bambino. La scuola e la famiglia edificano in lui, fin dai primi anni, una mentalità da esecutore obbediente che gli renderà più sopportabili le otto ore di lavoro da adulto.
Il bambino apprende dall’ambiente intorno a sé una gamma di emozioni negative come la gelosia, l’ansia, il senso d’inadeguatezza, il mentire, il rancore... che hanno tutte alla base la stessa filosofia distorta: la vita procede dall’esterno verso l’interno; le cause dei tuoi mali e delle tue fortune vengono da fuori. Il bambino in tal modo si convince che non è lui a creare il mondo, bensì ne è creato. Automaticamente egli non è più padrone di sé, viene defraudato della sua Responsabilità per quanto gli succede. La diretta conseguenza è che smette di avere Potere sulla creazione del proprio mondo. Ecco nascere l’ennesima psicologia da “dipendente” che verrà inserita al suo posto nell’ingranaggio economico: produci-consuma-crepa.
Il nostro abito psicologico da “uomo medio” a uno sguardo più attento si rivela essere un’uniforme carceraria. Non ci viene insegnato a primeggiare, bensì a essere “medi” in tutto ciò che facciamo, anche nell’ammalarci delle malattie più comuni e morire a un’età adeguata affinché tutto il Sistema possa seguitare a funzionare.
Perché solo chi è succube della realtà esterna si rivela un elemento utile per il mantenimento del Sistema.
Il bambino, essendo stato privato della sua regalità, non potrà che trasformarsi in un adulto depresso, impaurito... e dunque aggressivo e violento.
L’Ars Regia – la Magia – è l’arte capace d’insegnare come tornare a essere Re del proprio Regno. Non a caso i “Re magi” erano per l’appunto dei Re, oltre che dei maghi. E sono loro i primi a rendere omaggio al Cristo.
Il mago – l’Eroe – nel suo viaggio a un certo punto discende nelle viscere della Terra, nel mondo “delle ombre”. Ulisse, Enea e Dante hanno condiviso questa fase del cammino. Questa è l’allegoria dell’immersione nell’abisso dell’inconscio, della visita al nostro intimo, della presa di coscienza con noi stessi e, di conseguenza, del »possesso di sé«. Chi conosce se stesso conosce tutto, perché non v’è nulla al di fuori dell’uomo che non sia anche dentro l’uomo.
Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas.
(Non muoverti all’esterno, ritorna in te stesso, nell’interno dell’uomo abita la verità)
Diceva Sant’Agostino.
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco) Link
Commenti
Posta un commento