domenica 4 marzo 2018

MANUALE DI AUTOIPNOSI

I quattro stadi dell’ipnosi

Nell’ipnosi si considerano quattro stadi di profondità della trance raggiungibile, cioè quattro fasi di livelli di coscienza.

Nel primo stadio, o stadio leggero o ipnoidale, detto anche dell’ipnosi vigile, o trance lieve, e che viene raggiunto anche mediante il training autogeno, si ha rilassamento muscolare, distensione mentale, chiusura autonoma degli occhi, catalessi palpebrale, catalessi delle braccia, rigidità del braccio, inibizione dei movimenti volontari, movimenti automatici. In questo stadio si può iniziare l’ipnoanalisi con induzione di associazione di idee.

Nella terapia di gruppo è sufficiente anche il conseguimento del primo stadio per iniziare l’addestramento all’autoipnosi.

Nel secondo stadio, o stadio medio o trance media si verificano modificazioni della sensibilità (iperestesia, ipoestesia, ipoalgesia), ubbidienza automatica, modificazioni del senso del gusto, del tatto, dell’olfatto. L’ipoestesia, qualora non sia rimossa, può risultare post-ipnotica. In questo stadio si può attuare l’ipnoanalisi con induzione di sogni, si possono iniziare ad eseguire tecniche desensibilizzanti e decondizionanti (in particolare la tecnica avversante nei confronti del tabagismo) e condizionamenti (tra cui tecniche gratificanti, sognoterapia) in nevrosi, psicosomatosi di insorgenza relativamente recente. In questo secondo stadio si ha la comparsa di modificazioni emozionali e mentali della personalità; vi si possono dare suggestioni post-ipnotiche semplici e si può insegnare l’autoipnosi nella terapia ipnotica individuale.

Sia nel primo che nel secondo stadio il paziente ode e sente tutto; ascolta le suggestioni verbali dell’ipno-terapeuta, di cui ricorda tutto.

Nel terzo stadio, o stadio profondo o trance profonda, si possono dare suggestioni post-ipnotiche complesse e si può ottenere la comparsa di ipoeste-sia e talvolta di anestesia di estese regioni corporee. Si ha l’insorgenza di modificazioni emozionali dovuti a disturbi psicologici cronici e di lunga durata, si può indurre ipnoanalisi, tra cui la regressione di età senza rivificazione (fenomeno con il quale si intende la capacità del soggetto ipnotizzato di ritornare indietro nel tempo e di assumere in tutto e per tutto le capacità e le conoscenze caratteristiche del momento che rivive); si può avere la comparsa di allucinazioni, si può eseguire una più profonda e intensa terapia psicobiologica con tecniche desensibilizzanti, decondizionanti e condizionanti. Si può produrre anche marcata ipoestesia ed anestesia con effetto postipnotico.

La perdita della sensibilità al dolore è più spesso diminuita che abolita completamente, ma in soggetti addestrati si può ottenere una scomparsa completa del dolore. In questi casi gli encefalogrammi sono del tutto negativi e presentano il tracciato di onde normale del soggetto a riposo. Si ha lo stesso grafico che si avrebbe con una perfetta anestesia locale e questo proverebbe che lo stimolo dolore non arriva al cervello. Inoltre, l’iniziale ipoestesia, cioè che si ottiene anche negli stadi precedenti, è dovuta alla produzione da parte dell’organismo (nella regione diencefalica del cervello) di neurormoni denominati endorfìne, molto simili alla morfina, che hanno la funzione di filtrare, attutire e ridurre notevolmente la sensazione dolorifica.

Nel terzo stadio il paziente ode la voce dell’operatore a volte distintamente, a volte come se venisse da lontano, ed il più delle volte egli non ha amnesia post-ipnotica, cioè ricorda da sveglio spessissimo le suggestioni ricevute durante la trance ipnotica.

Nel quarto stadio, o stadio sonnambolico, è possibile ottenere, a differenza del terzo stadio, una quasi costante e totale amnesia post-ipnotica; si ottiene ovviamente la comparsa dei fenomeni sensoriali e psicologici del terzo stadio. Il paziente, pur rimanendo in trance profonda, può muoversi, parlare, gestire, camminare e può aprire gli occhi. Si possono produrre suggestioni post-ipnotiche positive e negative. Si può indurre al paziente tecniche ipnoanaliti-che tra cui la regressione di età con rivificazione. In questo stadio la terapia psicobiologica può essere sviluppata fino al ricondizionamento nei confronti di pazienti affetti da disturbi gravi della personalità e del carattere; ed è possibile anche esercitare conflitti sperimentali.

Tale fenomenologia e sintomatologia avviene però in linea generale. Alcuni soggetti possono comportarsi in modo anormale e presentare alcuni fenomeni a un livello inferiore a quello descritto. Alcuni, inoltre, possono essere incapaci a produrre alcuni fenomeni inerenti ad esso.
Percentuale di raggiungibilità dei quattro stadi dell’ipnosi

Su 100 determinati individui, i soggetti che raggiungono alle prime sedute la trance leggera e quella media sono rispettivamente del 95% e del 60%. Tali percentuali, in seguito a congruo allenamento diventano di circa il 100%, sempre che il paziente non opponga resistenze consce e deliberate.

I soggetti che, sempre all’inizio della terapia ipnotica, entrano in una trance profonda e sonnambolica, cioè nel terzo e nel quarto stadio, sono del 25% e del 15%.

Tali percentuali possono raddoppiarsi qualora il paziente si alleni adeguatamente con l’autoipnosi e venga addestrato da un ipnotizzatore esperto.
Il fattore “motivazione”

Come è stato summenzionato è possibile ottenere quasi sempre il conseguimento del primo e del secondo stadio, spesso del terzo stadio e talvolta del quarto stadio, sia nell’eteroipnosi che nell’autoipno-si; ciò però ad una condizione molto importante, e cioè che il paziente sia anche sufficientemente motivato, ossia che abbia fiducia nelle buone intenzioni e nell’integrità dell’ipnoterapeuta, creda nell’efficacia della terapia ipnotica e che voglia, sia consciamente che inconsciamente, guarire ad ogni costo dalla sua affezione.

Infatti, uno dei fattori principali della riuscita della ipnositerapia è la motivatone inconscia del paziente, che può essere il più delle volte più importante della “profondità della trance”.

La motivatone inconscia è un elemento psicologico che né il paziente stesso né il terapeuta possono valutare se non si effettua una prova di ipnosi.

I vari test di suggestibilità, come il barcollamento o le mani incrociate, possono non avere correlazione con l’efficacia clinica della trance ipnotica.

Quando tanto la motivazione conscia che inconscia del paziente sono elevate si ha la massima possibilità di successo dell’ipnositerapia.



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