martedì 16 aprile 2019

LA MALATTIA DAL NOME "HO TANTO DA FARE"

"... Incontrai per strada un'amica, le chiesi come stava. Mi ha guardato alzando gli occhi da terra e borbottò: "Ho tanto da fare... tanto... ci sono tante cose che devo fare, non te lo immagini." Quasi contemporaneamente incontrai un amico e gli feci la stessa domanda. La risposta fu la stessa: "Sono molto occupato, devo fare tante cose". E la sua voce era stanca, rauca.
Questa terribile abitudine di essere sempre occupati si sviluppa molto presto. Dopo aver traslocato chiesi alla vicina (molto simpatica) quando i nostri bambini potevano giocare insieme. Lei sfogliò l'agenda e disse che sua figlia avrebbe i 45 minuti liveri tra due settimane, perché ha lezioni di canto, di piano e la ginnastica. Era una bambina molto impegnata...
Che cosa è successo al mondo nel quale potevamo stare con le persone amate e riflettere senza fretta su quello che sentivamo? Dove sono le conversazioni piene di significativo silenzio che non aveva bisogno di essere interrotto? E come abbiamo creato un mondo pieno di montagna di cose da fare?


La malattia "Ho tanto da fare" è devastante per la nostra salute e il benessere. Ci impedisce di essere accanto ai nostri cari anche quando ci troviamo nella stessa stanza, ci impedisce di creare le affinità delle anime.
Dopo il 1950 sono sorte tante nuove tecnologie. Pensavano che il progresso ci avrebbe fatto la vita più semplice, liberando molto tempo. Ma in realtà non abbiamo nessuna libertà, siamo incollati agli schermi dei tablet o smartphone, Il che significa che non esiste nessuna differenza tra l'ufficio e la casa. I bambini dormono, e noi siamo di nuovo online...
...Non si può vivere così.

Quando io chiedo: "Come stai?", non ti chiedo la lista delle cose che devi fare, ti chiedo di ciò che accade nel tuo cuore. Dimmelo. Voglio sapere la risposta di un uomo vivo.
...Mi chiedete cosa possiamo fare. Non lo so. Tutto ciò che so è che noi stiamo perdendo la capacità di vivere una vera vita. Occorre cambiare il rapporto con il lavoro e con le tecnologie. Per vivere da umani. William Yeats scriveva: "Un uomo che decide di studiare gli angoli bui della sua anima ha bisogno di più coraggio di un soldato nel campo di battaglia." Quando mai potremmo studiare questi angoli bui se siamo così occupati?

Proviamo a costruire un mondo nel quale uno di noi dice: "Sono molto impegnato", e l'altro risponde: "Lo so amico. Siamo tutti impegnati. Ma dimmi cosa succede nel tuo cuore."

(O.Safi)
(vk.com)
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1 commento:

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