OSHO E L’ESISTENZA DI DIO

Esiste Dio?
“Dire che Dio esiste non è propriamente corretto, semplicemente perché tutto ciò che esiste è Dio.
Dio è l’esistenza. L’esistenza è Dio.
Puoi esserne consapevole o meno, questo non cambia il fatto che la tua essenza è divina.
Se ne sei consapevole, allora vivrai l’esistenza come una benedizione. Se non ne sei consapevole, vivrai in agonia ma la tua essenza sarà comunque divina.
Tutti coloro che cercano di provare l’esistenza di Dio vivono nell’inconsapevolezza. E chi cerca di provare la non esistenza di Dio è sulla stessa barca, è inconsapevole.
Forse qualcuno cerca di provare che l’esistenza esiste? Non è necessario, è già intrinseco nella realtà dei fatti, è un’ovvietà.
Dio ed esistenza sono equivalenti, sono sinonimi.
E tu sei parte dell’esistenza, la tua stessa natura è divina.
Io pertanto non dirò che Dio esiste, io dirò che tutto ciò che esiste è Dio.
E la natura di Dio è l’amore. Non è possibile concepire l’idea di Dio senza attribuirgli la natura dell’amore.
Grazia e amore sono aspetti fondamentali della natura di Dio. Non c’è Dio senza grazia e amore.
Ma noi non siamo sempre in modalità recettiva. A meno che non diventiamo ricettivi non possiamo ricevere grazia e amore.
Per questo motivo, se non ricevi grazia e amore è perché sei tu che stai innalzando una barriera, non perché l’esistenza non te ne voglia offrire.
Se non ricevi grazia e amore, è perché sei in modalità aggressiva, non recettiva.
La mente è aggressiva. Per questo motivo io ripeto sempre che la meditazione significa innanzitutto assenza di mente.
Meditazione significa ricettività, apertura.
Invece la nostra mente, la nostra educazione, la nostra intera cultura sono basate sull’aggressione, sulla competizione, sul conflitto.
Non siamo ancora diventati così maturi da imparare il segreto della cooperazione: ovvero che il mondo esiste nella collaborazione, non nel conflitto; che l’altro, il mio il mio vicino, non è un avversario, ma un elemento dell’esistenza che mi è complementare e che mi rende più ricco.
Senza l’altro, sarei più povero.
Esistiamo nella collaborazione, nella coesistenza, non nel conflitto, non nella competizione.
Ma la mente, l’inconscio collettivo, pensa sempre in termini di conflitto.
Quando siamo con l’altro, l’assunzione di base è che questi sia nostro nemico.
Potremo diventare amici, ma l’amicizia deve essere sviluppata.
L’assunto di base è l’inimicizia, il conflitto, e tu non puoi mai rilassarti.
La nostra mente, il nostro inconscio collettivo, ha sviluppato nel corso di milioni di anni l’idea che se vuoi esistere e sopravvivere devi essere aggressivo.
Il più forte sopravvive. Il più aggressivo sopravvive.
Se ti limiti ad essere ricettivo, ad essere aperto e vulnerabile, sei destinato a morire.
È per questo motivo che la ricettività, l’apertura, la vulnerabilità non sono mai stati comprese, non sono mai state ascoltate.
La mente umana è il risultato del passato.
La mente umana così com’è, così come deriva dal passato, non può amare, perché non sa essere ricettiva. Sa solo essere aggressiva. Per questo motivo tu non stai amando – tu reclami sempre amore. La mente umana non è capace di amare.
Per questo motivo, se chiedessi a coloro che hanno davvero conosciuto l’amore, se chiedessi a Buddha, ti direbbe: “l’amore può nascere solo se la mente muore”.
E soltanto quando c’è amore puoi diventare aperto, ricettivo.
E non puoi limitarti ad amare soltanto un individuo specifico, perché è impossibile essere aperti ad una persona specifica e chiusi a tutti gli altri.
Amare soltanto una persona sarebbe come respirare solo in presenza di una specifica persona: è impossibile!
Dobbiamo essere amore, indipendentemente dalle persone con cui ci troviamo. Questo amore si esprime in modo naturale, come un fiorire dall’interno.
Per riuscire ad amare in questo modo è necessario sviluppare consapevolezza: quando sei consapevole hai eliminato la mente, sei pura coscienza, la coscienza che è eterna, sempre nel presente, sempre nuova, sempre nel qui e ora.
Questo è il miracolo: quando sei consapevole non sei più identificato con la tua mente, sei pura coscienza, libero dal passato, sei nuovo, pronto a saltare nel nuovo istante che sta arrivando.
Solamente questa fresca consapevolezza – eternamente giovane – è ricettiva, aperta. Non ci sono muri, non ci sono confini, come lo spazio.
Trascendere la mente e il passato ti rende aperto e vulnerabile da ogni prospettiva, verso ogni dimensione.
Allora la grazia e l’amore scendono su di te da ogni parte – dalla natura, dal cielo, dagli esseri umani, dagli animali, da ogni dove.
Allora ti renderai conto che tutto questo non è semplicemente “esistenza”. Dirai “tutto questo è Dio”.
Questa metamorfosi, questa trasformazione della tua mente in una consapevolezza sempre viva, cambia totalmente il tuo atteggiamento verso l’esistenza.
L’esistenza diventa allora un flusso di amore – compassione, amicizia, grazia. Ricevi amore da un’infinità di fonti.
Ma devi essere aperto all’amore, devi essere aperto al divino.
La tragedia della mente umana è che la mente umana è chiusa.
La mente è chiusa, è una prigione, e va in cerca della libertà.
Ma se la mente è essa stessa prigione non potrà mai trovare la libertà.
E ormai siamo identificati con la nostra mente, non riusciamo a liberarci di essa.
Sii consapevole, prendi consapevolezza della tua mente. Osservala. Puoi farlo, perché il tuo “essere” è distinto dalla tua mente.
Sii un testimone, un osservatore. Qualsiasi cosa la mente stia facendo, fermati di lato ad osservarla, osserva come funziona. Non interferire, non giudicare.
Se interferirai contribuirai a rafforzare l’identificazione con la tua mente.
Mettiti da parte e osserva la tua mente come quando dal ciglio della strada osservi il traffico che scorre. Se riesci a farlo anche solo per un istante, ti renderai conto della differenza, della differenza tra il tuo essere e la tua mente.
Ti renderai conto che il circolo della mente risiede lontano da te. Tu sei sempre all’interno, da un’altra parte.
Quando realizzi tutto questo, allora sei aperto. Allora avrai saltato dentro uno spazio interiore, dentro il cielo interiore, dentro lo spazio del cuore.
Ora sei aperto, ora sei ricettivo. E ti renderai conto che sei sempre stato aperto. Hai sempre dormito in un cielo aperto, ma sognavi di essere in prigione e i pensieri sono fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. Di giorno li chiami pensieri, di notte li chiami sogni.
Ma poiché i pensieri sono trasparenti, identificarsi diventa più semplice. Se c’è un vetro totalmente trasparente tra me e te, io mi dimenticherò del vetro. Penserò che sto guardando te direttamente, senza alcun filtro.
Significa che sarò talmente tanto identificato con il vetro che per me sarà come se non esistesse. I miei occhi e il vetro sono diventati un’unica cosa.
E i pensieri sono trasparenti, più trasparenti di ogni altro vetro attraverso cui tu possa guardare. Ecco perché l’identificazione con i pensieri diventa più profonda.
Finisci per dimenticare che la tua mente è sempre frapposta tra te e il mondo che ti circonda. Sempre, ovunque tu sia – tra te e i tuoi amici, tra te e tuo marito / tua moglie, tra te il tuo Dio – la mente è sempre lì.
Non solo ti segue come un’ombra, la tua mente è sempre un passo avanti a te. Ma tu non ne sei consapevole, perché la mente e i pensieri sono trasparenti.
In questo modo, nessun incontro, nessuna relazione può davvero essere reale e autentica, perché la tua mente è sempre lì a frapporsi.
Soltanto quando la barriera è rimossa viene meno l’ego.
Sii aperto e consapevole. Sii consapevole e aperto e soltanto a quel punto saprai cos’è l’amore, cos’è la grazia, cos’è la compassione.
E scoprirai che sono una cosa sola, un tutt’uno.
E soltanto a quel punto saprai cos’è la preghiera.
Quando non ci sono barriere, quando sei aperto e consapevole, la preghiera non è una richiesta, non è un’implorazione.
La preghiera diventa un ringraziamento.
Quando non c’è più la barriera della mente, sei grato per tutto ciò che è attorno a te, sei in sintonia con il divino.
Non fare di Dio una nozione metafisica; fai di Dio un’esperienza religiosa.
Vai dentro di te. Dio è lì, è sempre stato lì ad aspettarti.
Ma devi fare qualcosa con te stesso. Questo qualcosa è la meditazione; questo qualcosa è lo yoga.
Così come sei, sei chiuso. Così come sei, sei morto.
Così come sei, non sei in alcun dialogo – non puoi essere in alcun dialogo – con il divino, con l’esistenza.
Allora, trasforma te stesso. Salta fuori dalla tua mente, dal tuo passato.
Allora vivrai con la grazia del divino. Vivrai con amore. Sarai parte di tutto questo, sarai un’onda del divino, ne sarai espressione.
Inizia da stesso, inizia a trasformare la tua mente aggressiva. Lascia che sia ricettiva.
Quando la tua mente non c’è, c’è il divino – con tutta la sua grazia, il suo amore, la sua compassione, ma solo quando la tua mente, il tuo io non c’è.
Il tuo io, la tua mente è la barriera. Abbattila e comprenderai.
Non posso spiegartelo, devi sperimentarlo.
Ti dico soltanto di iniziare con te stesso. Se cominci da te stesso arriverai al divino perché il divino è all’altra estremità.
Ma devi iniziare da te stesso, da dove sei.
Più andrai in profondità nel tuo io, meno il tuo io sarà presente.
E nell’annientamento del tuo io e della tua mente, conoscerai la grazia e l’amore che sempre sono stati attorno a te.”



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