venerdì 11 novembre 2011

IO SONO

Ricorda: “Io sono”, qualsiasi cosa tu stia facendo. Stai bevendo dell’acqua, stai mangiando
il tuo cibo, ricorda: “Io sono”. Continua a mangiare e continua a ricordare: “Io sono, io
sono”. Non dimenticartene! E’ difficile perché tu pensi di sapere già di essere dunque che
bisogno c’è di continuare a ricordarlo? Tu non te lo ricordi mai, ma è una tecnica molto,
molto potente. Mentre stai camminando ricordati: “Io sono”. Lascia che ci sia il camminare,
continua a camminare, ma sii costantemente centrato in questo ricordare a te stesso: “Io
sono, io sono, io sono”. Non dimenticartene. Tu mi stai ascoltando: fallo qui. Mi stai
ascoltando: non essere così immenso, coinvolto, identificato. Qualsiasi cosa io stia
dicendo, ricordati, continua a ricordarti. C’è l’ascolto, ci sono le parole, qualcuno sta
parlando, tu sei: “Io sono, io sono, io sono”. Fa che questo “io sono” sia un fattore costante
di consapevolezza. E’ molto difficile. Tu non riesci a ricordartene neppure per un solo
minuto. Provaci. Mettiti l’orologio davanti agli occhi, e fissa le lancette che si muovono: un
secondo, due secondi, tre secondi, continua a guardarlo. Fa’ due cose, guarda il
movimento della lancetta che segna i secondi e ricordati continuamente: “Io sono, io
sono”. A ogni secondo continua a ricordarti: “Io sono”. Nel giro di cinque o sei secondi
sentirai di averlo dimenticato. All’improvviso ti ricorderai:”Sono passati diversi secondi e
non me ne sono ricordato”. Ricordarsene anche per un solo intero minuto è un miracolo, e
se ci riesci, la tecnica fa per te. Allora praticala. Per suo tramite sarai in grado di andare al
di là dei sogni e di sapere che i sogni sono sogni. Come funziona? Se per tutto il giorno
riesci a ricordarti: “Io sono”, questo penetrerà anche il tuo sonno. E quando starai
sognando, ti ricorderai continuamente: “Io sono”. Se riuscirai a farlo, all’improvviso il sogno
diventerà solo un sogno. Allora non potrà più ingannarti, non potrà più essere percepito
come realtà. Il meccanismo è questo: il sogno è percepito come realtà perché ti manca il
ricordo di te stesso: ti manca l’”io sono”. Se non c’è alcun ricordo del sé, il sogno diventa
realtà. Se non ti ricordi di te stesso, anche la realtà, la cosiddetta realtà diventa solo un
sogno. Questa è la differenza tra sogno e realtà. Per una mente meditativa, o per la
scienza della meditazione, questa è l’unica differenza. Se tu sei, l’intera realtà è solo un
sogno. Se tu non sei, sognare diventa la realtà. Nagarjuna dice: Ora io sono, perché il
mondo non è. Mentre non ero, il mondo era. Solo uno può esistere”. Ciò non significa che
il mondo sia scomparso. Nagarjuna non sta parlando di questo mondo, sta parlando del
mondo del sognare. Puoi esistere tu o possono esistere i sogni non possono esistere
entrambi. Il primo passo sarà quindi continuare a ricordare: “Io sono” costantemente,
semplicemente: “Io sono”. Non dire: “Rama”, non dire: “Shyam”. Non usare alcun nome,
perché tu non sei quello. Usa semplicemente: “Io sono”. Provalo in qualsiasi attività e poi
sentilo. Più diventi reale dentro, più il mondo circostante diventa irreale. La realtà diventa
“io”, e il mondo diventa irreale. E’ reale il mondo o è reale l’io”: non possono esserlo
entrambi. Ora tu senti di essere solo un sogno, quindi il mondo è reale. Sposta l’accento:
diventa reale e il mondo diventerà irreale. Gurdjieff lavorò continuamente con questo
metodo. Il suo discepolo principale, P:D. Ouspensky, riferisce che quando Gurdjieff stava
lavorando su di lui con questo metodo, e lui praticò per tre mesi continuamente questo
ricordarsi “io sono, io sono”, dopo tre mesi ogni cosa si fermò. Si fermarono pensieri,
sogni, ogni cosa. Dentro rimase solo una nota, come una musica eterna: “Io sono, io sono,
io sono, io sono”. Ma questo non era più uno sforzo, era un’attività spontanea che
continuava: “Io sono”. Gurdjieff chiamò allora Ouspensky fuori di casa. Era stato tenuto in
casa per tre mesi e non gli era stato permesso di uscire. Dunque Gurdjieff disse: “Vieni
con me”. Risiedevano in una città russa, Tifls. Gurdjieff lo chiamò fuori e scesero in strada
Ouspensky scrive nel suo diario: “Per la prima volta potrei capire cosa intendeva Gesù
quando diceva che l’uomo è addormentato. L’intera città mi sembrava addormentata. La
gente si spostava nel sonno; i negozianti vendevano nel loro sonno. I clienti compravano
nel loro sonno. L’intera città era addormentata. Guardai Gurdjieff: solo lui era sveglio.
L’intera città era addormentata. Si arrabbiavano, litigavano, si amavano, compravano,
vendevano, facevano di tutto”. Ouspensky dice: “Ora potevo vedere i loro volti, i loro occhi:
erano addormentati. Non erano lì. Mancava il loro centro interiore; non c’era”. Ouspensky
disse a Gurdjieff: “Non voglio tornarci più in città. Che cosa è successo alla città?
Sembrano tutti addormentati, drogati”. Gurdjieff rispose: “Non è successo niente alla città.
E’ successo qualcosa a te. Sei stato disintossicato. La città è la stessa. E’ lo stesso posto
dove andavi in giro tu tre mesi fa, ma non potevi vedere che le altre persone erano
addormentate, perché anche tu lo eri. Ora puoi vederlo perché sei giunto a una certa
qualità di consapevolezza. Ricordandoti continuamente per tre mesi: ‘io sono’, sei
diventato in minima parte consapevole. Sei diventato consapevole! Una parte della tua
consapevolezza è andata oltre il sognare. Ecco perché puoi vedere che sono tutti
addormentati, morti, che si muovono, drogati, come ipnotizzati”. Ouspensky dice: “Non
potevo sopportare quel fenomeno: tutti addormentati! Qualsiasi cosa stessero facendo non
erano responsabili. Non lo erano! Come avrebbero potuto esserne responsabili?”.
Ritornerò indietro e domandò a Gurdjieff: “Che cos’è questo? Sono forse stato ingannato
in qualche modo? Mi hai fatto qualcosa in modo da farmi apparire l’intera città come
addormentata? Non riesco a credere ai miei occhi”. Ma questo accadrà a chiunque. Se
riesci a ricordare te stesso, saprai che nessuno si ricorda di se stesso, ed è in questo
modo che ognuno continua a muoversi. L’intero mondo è addormentato. Comincia perciò
mentre sei sveglio. In qualsiasi momento te ne ricordi, comincia: “Io sono” Non intendo che
tu debba ripetere le parole “io sono”, piuttosto devi averne la sensazione. Mentre fai il
bagno, senti: “Io sono”. Lascia che ci sia la sensazione della doccia fredda e tu stattene in
disparte, sentendola e ricordando: “Io sono”. Ricorda, non ti sto dicendo di ripetere
verbalmente: “Io sono”. Puoi ripeterlo, ma quella ripetizione non ti darà consapevolezza.
Anzi, la ripetizione può creare più sonno. Ci sono molte persone che ripetono molte cose.
Continuano a ripetere: “Rama, Rama, Rama…” e, se lo stanno ripetendo senza
consapevolezza, questo “Rama, Rama, Rama…” diventa una droga. Grazie a quella
ripetizione possono dormire bene. Ecco perché il Mahesh Yogi ha tanto successo in
Occidente: perché dà dei mantra da ripetere. E in Occidente dormire è diventato uno dei
problemi più seri. Il sonno è estremamente turbato. Il sonno naturale è scomparso.
Riuscite a dormire solo con tranquillanti e medicine. Altrimenti il sonno è diventato
impossibile. E’ questa la ragione del fascino del Mahesh Yogi: se ripeti costantemente
qualcosa, quella ripetizione ti dà un sonno profondo; ecco tutto. Perciò la cosiddetta
meditazione trascendentale non è altro che un tranquillante psicologico. Non è nulla, è
solo un tranquillante. Aiuta, ma è buona per dormire, non per la meditazione. Potrai
dormire bene, vivrai un sonno più sereno. Va bene, ma non è assolutamente meditazione.
Se ripeti costantemente una parola, ciò crea una certa noia, e la noia va bene per dormire.
Dunque qualsiasi cosa monotona, ripetitiva, può aiutare il sonno. Il bambino nel ventre
materno dorme continuamente per nove mesi, e forse non ne conosci il motivo. L’unica
ragione è il “tic-toc, tic-toc” del cuore della madre. C’è il battito continuo, il battito cardiaco:
è una delle cose più monotone al mondo. Con lo stesso battito che continuamente si
ripete, il bambino viene drogato. Continua a dormire. Ecco perché tutte le volte che il
bambino piange, strilla e crea problemi, la madre pone il capo del piccolo vicino al suo
cuore. Allora all’improvviso si sente bene e sprofonda nel sonno. Anche questo è dovuto al
battito cardiaco. Lui ridiventa una parte del ventre. Ecco perché, anche se non sei un
bambino, se tua moglie o la tua amata poggia la tua testa sul suo cuore, ti sentirai
assonnato a causa del battito monotono. Gli psicologi suggeriscono questo, se non riesci
a dormire, concentrati sull’orologio. Concentrati semplicemente sul “tic-toc, tic-toc”
dell’orologio: ripete il battito cardiaco e tu potrai addormentarti. Qualunque cosa che sia
ripetitiva ti aiuterà. Perciò questo “io sono”, il ricordarsi che “io sono”, non è un mantra
verbale. Non deve essere ripetuto verbalmente. Percepiscilo! Sii sensibile al tuo essere.
Quando tocchi la mano di qualcuno non toccare solo la sua mano, senti anche il tuo
toccare, senti anche te stesso senti che tu sei qui in questo contatto, totalmente presente.
Mentre mangi, non mangiare solamente: senti anche te stesso che sta mangiando. Questo
sentire, questa sensibilità deve penetrare sempre più profondamente nella tua mente. Un
giorno, all’improvviso, tu sei sveglio nel tuo centro, funzionante per la prima volta. E allora
l’intero mondo diventa un sogno, e puoi sapere che il tuo sognare è solo un sognare. E,
una volta che lo sai, il sognare si arresta: può continuare solo se è sentito come reale, è
fermato se è sentito come irreale. E una volta che il sognare si arresta in te, sei un uomo
diverso. L’uomo vecchio è morto; l’’uomo dormiente è morto. Non sei più l’essere umano
che eri: per la prima volta diventi consapevole, per la prima volta, nell’intero mondo che è
addormentato, tu sei sveglio. Diventi un Buddha, un risvegliato. Con questo risveglio non
c’è più miseria, dopo questo risveglio non c’è più morte, per mezzo di questo risveglio non
c’è più paura. Per la prima volta diventi libero da tutto. Essere liberi dal sonno, essere
liberi dal sognare, significa essere liberi da tutto. Ottieni la libertà. L’odio, la rabbia, l’avidità
scompaiono. Tu diventi solo amore. Non amante: diventi solo amore!

da il libro dei segreti Osho




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Osho

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1 commento:

  1. tecnica molto interessante, cerco di farla diventare anche la mia tecnica, grazie per la condivisione!

    Eva
    http://boscodelre.blogspot.com/

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