venerdì 18 gennaio 2013

“Ricordati che non essere felici significa non essere grati.”


Spesso dimentichiamo lo stretto legame che esiste tra la nostra infelicità e la gratitudine, o meglio, l’assenza di gratitudine.
Quando sei infelice, giù di morale o demotivato, ci sono buone probabilità che tu stia ripetendo più e più volte nel corso della giornata la stessa azione: lamentarti.
Che tu sappia… lamentarti ti ha permesso di raggiungere qualche obiettivo degno di nota? Lamentarti con te stesso ti ha fatto ritrovare la motivazione? Lamentarti con gli altri ha cambiato la situazione? Lamentarti con il mondo lo ha reso un posto migliore?
Difficilmente cambierai la tua situazione se continui a comportarti come un frignone.
Se vuoi affrontare i problemi della vita con un atteggiamento diverso, ma non sai da dove iniziare, comincia con il fare il contrario di quanto fatto fino a questo momento!  Se finora ti sei soltanto lamentato, è arrivato il momento di praticare la… gratitudine.

Il potere della gratitudine

In un recente libro in lingua inglese pubblicato dal Dott. Robert A. Emmons (Thanks!: How Practicing Gratitude Can Make You Happier), sono stati raccolti i più recenti studi sulla gratitudine e sugli effetti tangibili che questa emozione ha sul nostro umore e sulla nostra felicità di lungo termine.
Particolarmente interessante uno studio che ha coinvolto 3 gruppi di persone per un periodo di10 settimane:
  1. Al primo gruppo fu chiesto di scrivere ogni settimana, per 10 settimane, 5 cose di cui erano stati grati nel corso dei 7 giorni precedenti.
  2. Al secondo gruppo fu chiesto di scrivere 5 problemi che avevano dovuto affrontare.
  3. Al terzo gruppo, infine, fu chiesto di scrivere 5 eventi che avevano vissuto.
Al termine dell’esperimento, utilizzando un test standardizzato per rilevare l’umore dei partecipanti, gli studiosi giunsero ai seguenti risultati: tutti gli appartenenti al primo gruppo (il gruppo della “gratitudine”) risultavano essere mediamente il 25% più felici degli altri partecipanti.
Sarebbe curioso capire che caspita significa essere il “25% più felici”, ma americanate a parte, è interessante notare come gli appartenenti al “gruppo della gratitudine” avevano dimostrato, in modo consistente, un atteggiamento più ottimistico nei confronti del futuro, un benessere generalizzato e addirittura la tendenza ad allenarsi circa un’ora e mezzo in più alla settimana rispetto agli appartenenti degli altri gruppi.
Emmons ed i suoi colleghi, in realtà, hanno fatto la così detta scoperta dell’acqua calda: da numerosi secoli, svariate filosofie/religioni orientali sottolineano l’importanza di coltivare quotidianamente la nostra gratitudine.
Caspita, anche tra le minchiate della legge di attrazione la gratitudine è considerata una delle “vibrazioni cosmiche” più potenti.
Insomma, il messaggio è chiaro: non importa che tu preferisca la scienza, la religione o le minchiate self-help mistiche, ciò che conta è che tu pratichi quotidianamente la gratitudine.
Eh… più facile a dirsi che a farsi.

5 tecniche per praticare la gratitudine

Andre… vabbé che tu saresti in grado di trovare anche 5 tecniche per allacciarsi le scarpe EfficaceMente, ma non staremo un po’ esagerando qui?! E che chezzo… non è che ci voglia il genio della lampada! Se vuoi esprimere gratitudine… devi semplicemente dire: grazie.
Dire “grazie” non sempre significa esprimere gratitudine , così come dire “ti amo” non sempre significa amare.
Praticare la gratitudine significa assumere in modo costante un atteggiamento di “felicità ingiustificata“. Ti è mai capitato di essere felice per eventi o situazioni apparentemente banali? Di apprezzare un tramonto, il profumo del bucato o un brano musicale?
Questa emozione non è così semplice da ottenere, soprattutto quando ti senti preoccupato, demotivato o stressato. Ma esistono tecniche efficaci per “ingannare” il nostro cervello e costringerlo ad entrare in una condizione di gratitudine. Vediamole:
  1. Tieni un diario della gratitudine. Il mio articolo sull’importanza di tenere un diario personale è uno dei più ricercati su google, motivo per cui ricevo spesso email con la fatidica domanda: “ma che cavolo ci devo scrivere in questo diario?!”. Tenere un diario personale può essere una buona occasione per praticare la gratitudine: ogni giorno, prima di andare a dormire scrivi 3 cose per cui sei stato grato nel corso della giornata. Niente di eclatante, solo 3 eventi o situazioni senza i quali la tua vita sarebbe stata un pochino peggiore: un buon pasto, una chiacchierata stimolante, un piccolo successo/soddisfazione, etc.
  2. Usa i tuoi sensi. Nello studio di Emmons, quasi l’80% degli appartenenti al “gruppo della gratitudine” avevano citato tra le cose di cui essere grati elementi legati alla propria salute. Essere in salute significa anche poter apprezzare i nostri 5 sensi. Nel corso della giornata concentrati sulla tua abilità di percepire il mondo che ti circonda e sii grato per: un paesaggio particolarmente gradevole (vista), un brano musicale che ti ha deliziato (udito), il profumo del pane appena sfornato (olfatto), il sapore di una pietanza prelibata (gusto), il tocco piacevole sulla tua pelle delle lenzuola appena stirate (tatto).
  3. Ricordati di essere grato. Spesso ci dimentichiamo semplicemente di essere grati. In questi casi qualsiasi mezzo è lecito per ricordarci di dire “grazie”: usa la tua to-do list, ilwallpaper del tuo desktop o del tuo smartphone, o una sveglia. Non importa quale strumento scegli, ma ricordati di esse grato.
  4. Ripeti un mantra. Un mantra è una frase, generalmente breve, che va continuamente ripetuta. Scegli un mantra che ti ispira particolarmente e che è in grado di suscitare dentro di te un sentimento di gratitudine e ripetilo continuamente nel corso della tua giornata. Sto parlando di frasi semplici, ma non voglio suggerirtene alcuna, perché un mantra è qualcosa di estremamente personale e la stessa frase che può dimostrarsi molto potente per noi, può risultare insignificante per qualcun altro.
  5. Trova ragioni improbabili per essere grato. Questa ultima tecnica è la più divertente e sicuramente una delle più efficaci, perché contrasta i pensieri negativi sul loro stesso campo. Spesso praticare la gratitudine è difficile, soprattutto se abbiamo avuto una di quelle belle giornatine di m**da. Ma è proprio in questi momenti che la gratitudine può esserci di particolare aiuto: pensa a ciò che è andato storto e a tutte le improbabili conseguenze positive di quello che attualmente consideri un disastro. Hai perso il treno/aereo/metro/tram/bus? Magari hai appena scampato un incidente catastrofico. Il tuo iPhone si è appena schiantato per terra? Ecco l’occasione per iniziare una bella dieta mediatica. Usa la fantasia e trova improbabili ragioni per dire grazie: se imparerai ad essere grato delle cose che vanno storte nella tua vita, questi eventi avranno “0″ potere su di te. Non male vero?
Beh… cosa ne pensi?
Lo so, lo so: stai pensando che queste sono solo caz**te, che tu sarai felice solo dopo aver raggiunto i tuoi ambiziosi obiettivi, o solo dopo che si saranno verificate determinate condizioni nella tua vita (maggior stabilità finanziaria, una nuova relazione, un fisico perfetto, etc.).
La verità è che la gratitudine ci ricorda che possiamo essere felici adesso e che proprio facendo leva su queste emozioni positive possiamo raggiungere i nostri obiettivi molto più EfficaceMente.

fonte
http://www.efficacemente.com/2012/03/gratitudine/

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