giovedì 22 agosto 2013

I mangiatori di unghie a oltranza




Quando hai un eccesso di energia e non sai cosa
farne, inizi a mangiarti le unghie o a fumare sigarette.
È la stessa cosa, sia che ti mangi le unghie o che
fumi: inizi a farlo solo per tenerti impegnato con
qualcosa; altrimenti sentiresti un sovraccarico di
energia, qualcosa di eccessivo che non riesci a sopportare.
 E quando gli altri ti biasimano, dicendoti che sei
nervoso, ti senti ulteriormente represso: non sei
neppure libero di mangiarti le unghie! Sono le tue
unghie, e non ti viene permesso neppure di mangiarle...
a quel punto, le persone trovano stratagemmi
astuti, come masticare gomme.
 Si tratta di astute vie di fuga: nessuno obietterà
più di tanto. Paradossalmente, si obietta meno, se
fumi; eppure mangiarsi le unghie fa meno male; anzi,
non è affatto dannoso. È un piacere del tutto libero
da effetti collaterali; certo, è un po' disgustoso, e
sembra un po' infantile, ma è tutto qui! E tu ti stai
sforzando di non farlo...
 Devi semplicemente imparare a vivere in modo
un po' più vitale, e tutte quelle cose scompariranno
dalla tua vita. Danza un po' di più, canta un po' di
più, nuota o va' a farti una lunga passeggiata: usa la
tua energia in modo creativo.
 Passa da un livello minimo al massimo utilizzo
della tua energia vitale. Vivi la vita più intensamente.
Se fai l'amore, fallo in modo selvaggio, non come
un gentleman o una lady: quello è un modo di muoversi
al minimo.
 Una "lady" è una donna che vive al minimo; ovvero,
non vive affatto, finge soltanto! E così un gentleman...
sii selvaggio! E adesso non sei più un bambino,
per cui ti puoi permettere di fare tutto il
chiasso che vuoi, a casa tua: salta, urla, canta e muoviti
liberamente!
 Prova a farlo per alcune settimane e rimarrai sorpreso:
smetterai di mangiarti le unghie, quell'abitudine
scomparirà da sola. Adesso hai cose ben più interessanti
da fare, perché prestare tanta attenzione alle unghie?
 Ma ricorda: analizza sempre la causa e non preoccuparti mai troppo dei sintomi. 
OSHO: La verità che cura.

fonte Arancione

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