sabato 30 gennaio 2016

Ho imparato...

Ho imparato... Che ignorare i fatti non cambia i fatti.

Ho imparato... Che quando vuoi vendicarti di qualcuno lasci solo che quel qualcuno continui a farti del male.

Ho imparato... Che l'amore, non il tempo guarisce le ferite.

Ho imparato... Che il modo più facile per crescere come persona è circondarmi di persone più intelligenti di me.

Ho imparato... Che quando serbi rancore e amarezza la felicità va da un'altra parte.

Ho imparato... Che un sorriso è un modo economico per migliorare il tuo aspetto.

Ho imparato... Che quando tuo figlio appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno ti ha agganciato per la vita.

Ho imparato... Che tutti vogliono vivere in cima alla montagna ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.

Ho imparato... Che è meglio dare consigli solo in due circostanze: quando sono richiesti e quando ne dipende la vita.

Ho imparato... Che la miglior aula del mondo è ai piedi di una persona anziana.

Ho imparato... Che quando sei innamorato, si vede.

Ho imparato... Che appena una persona mi dice, "mi hai reso felice! ", ti rende felice.

Ho imparato... Che essere gentili è più importante dell'aver ragione.Ho imparato...

Che non bisognerebbe mai dire no ad un dono fatto da un bambino.

Ho imparato... Che posso sempre pregare per qualcuno, quando non ho la forza di aiutarlo in qualche altro modo.

Ho imparato... Che non importa quanto la vita richieda che tu sia serio... Ognuno ha bisogno di un amico con cui divertirsi.

Ho imparato... Che talvolta tutto ciò di cui uno ha bisogno è una mano da tenere ed un cuore da capire.

Ho imparato... Che la vita è come un rotolo di carta igienica... Più ti avvicini alla fine, più velocemente va via.

Ho imparato... Che dovremmo essere contenti per il fatto che Dio non ci dà tutto quel che gli chiediamo.

Ho imparato... Che i soldi non possono acquistare la classe.

Ho imparato... Che sono i piccoli avvenimenti giornalieri a fare la vita così spettacolare.

Ho imparato... Che sotto il duro guscio di ognuno c'è qualcuno che vuole essere apprezzato e amato.

Ho imparato... Che il signore non ha fatto tutto in un giorno solo. Cosa mi fa pensare che io potrei?

Ho imparato... Che ogni persona che incontri merita d'essere salutata con un sorriso.

Ho imparato... Che non c'è niente di più dolce che dormire coi tuoi bambini e sentire il loro respiro sulle tue guance.

Ho imparato... Che nessuno è perfetto, fino a quando non te ne innamori.

Ho imparato... Che la vita è dura, ma io sono più duro.

Ho imparato... Che le opportunità non si perdono mai, qualcuno sfrutterà quelle che hai perso tu. Che desidererei aver detto una volta in più a mio padre che lo amavo, prima che se ne andasse.

Ho imparato... Che ognuno dovrebbe rendere le proprie parole soffici e tenere, perché domani potrebbe doverle mangiare.

Ho imparato... Che non posso scegliere come sentirmi, ma posso scegliere cosa fare con queste sensazioni.


Lavora come se non avessi bisogno dei soldi

ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire

balla come se nessuno ti stesse guardando

canta come se nessuno ti stesse sentendo

Paulo Coelho




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venerdì 29 gennaio 2016

qualsiasi cosa accada.... accettatelo


Provate per 24 ore di accettare tutto, qualsiasi cosa accada. Se qualcuno vi ha offeso, accettatelo senza reagire, e osservate quel che succederà. Sentirete un flusso di energia che non avete mai conosciuto prima. .. se iniziate a pensare come vendicarvi, significa che quella persona vi ha agganciato e voi cominciate a fare dei giri... la gente spende la sua vita per delle sciocchezze solo perché si sente offesa da qualcuno.
Se qualcuno vi ha dato uno spintone e state per cadere in terra, cadiate! E poi rialzatevi e andate a casa. Non fate nulla. Se qualcuno ha colpito, piegate la testa e accetattelo con gratitudine. Andate a casa, non fate nulla - per tutte le 24 ore - e sentirete un’ondata di energia, un afflusso di energia che viene dalle radici. Vale la pena di conoscere questo nuovo gusto, la vostra vita cambierà. Farete delle risate ricordando le stupidaggini che vi tormentavano, le offese e le vendette con le quali vi stavate rovinando.


Nessuno vi potrà distruggere, tranne voi stessi; nessuno vi potrà salvare tranne voi stessi. Voi siete Giuda e voi siete Gesù.

Osho


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L’ostacolo più grosso è la Paura....


L’ostacolo più grosso è la Paura.
L’errore più grosso è Abbattersi.
La persona più pericolosa è il Bugiardo.
Il sentimento più perfido è l’Invidia.
L’azione più bella è Perdonare.
La difesa migliore è il Sorriso.
La forza più potente è la Fede.
Il Sostegno migliore è la Speranza.
Il regalo più bello è l’Amore.


Advanced Mind Insitute Italia


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martedì 26 gennaio 2016

Meditazione completa "Connessione al futuro" di Joy & Roy Martina

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SEMPLICEMENTE ...





























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NON OCCORRE FARE NULLA

Il mondo, esattamente così com'è, è la sola realtà che conosco. La realtà ultima è un'invenzione dell'uomo e non ha assolutamente nessuna relazione con la realtà di questo mondo.Più cercherete di capire la realtà (che chiamate realtà ultima) più vi sarà difficile vivere la realtà delle cose come sono. In pratica sono i vostri tentativi per sfuggire la realtà del mondo così com'è che vi rendono difficile vivere in armonia con le cose che vi circondano.Noi abbiamo una nostra idea di armonia. "Come vivere in pace con se stessi." Questa è solo un'idea. C'è già una pace straordinaria presente qui, dentro di noi. E' proprio la creazione di questa idea di pace, la quale è totalmente avulsa dall'armonioso funzionamento di questo corpo, che vi rende difficile vivere in pace.Quando vi libererete dal desiderio di raggiungere, o sperimentare quella realtà che collocate fuori di voi, troverete non solo che è difficile comprenderla, ma anche che non vi è possibile farne esperienza; ma almeno sarete fuori da questo assurdo. Accetterete il fatto che non c'è niente,proprio niente, che possiate fare per sperimentare la realtà, eccetto la realtà delle cose come ci sono imposte dalla società.,

Noi dobbiamo accettare le cose come sono, perché è essenziale per noi agire in questo mondo in modo intelligente e sano. Se non lo facciamo siamo persi. Finiremo al manicomio. Allo stesso tempo dobbiamo capire che non c'è alcuna possibilità di sperimentare la realtà. A quel punto non saremo più in conflitto con la società, e anche il desiderio di voler essere diversi da ciò che siamo avrà fine.Il traguardo che vi siete preposti, la meta che avete accettato come ideale da raggiungere e la domanda di essere qualche cosa di diverso da ciò che siete non ci saranno più.Parimenti cesserà lo sforzo per perseguire quelle mete che la cultura ha posto davanti a voi e che voi avete accettato come desiderabili. 

Voi siete come siete.Quando la richiesta di essere diversi da come siete non c'è più, voi cessate di essere in conflitto con voi stessi; di conseguenza, non potete essere in conflitto con la società attorno a voi, mentre, se non siete in pace con voi stessi, non potete essere in pace nemmeno con gli altri.Anche in questo caso non ci sono garanzie che i vostri vicini saranno in pace con voi; a quel punto però la cosa non vi disturberà più.

Nello stesso tempo, se siete in pace con voi stessi, diventate una minaccia per la società come funziona oggi. Sarete una minaccia per chi vi sta vicino perché anche loro, che stanno cercando quella buffa cosa chiamata pace, si sentiranno indotti ad accettare la realtà del mondo così com'è.Diventerete una minaccia alle loro esistenze come le conoscono e le sperimentano.Voi siete tutti soli -- non parlo della solitudine che la gente vuole evitare -- voi siete realmente soli.Non è la realtà ultima ciò che vi interessa realmente, non gli insegnamenti dei guru, non quelli dei santi, non il mucchio di tecniche che conoscete; niente di ciò vi darà l'energia che state cercando.Quando il movimento del pensiero finirà, quello creerà le condizioni per rilasciare le energie che sono già in voi. Non deve essere l'insegnamento dei santi. Non deve essere nessuna tecnica inventata dall'uomo -- perché non c'è attrito là. Voi davvero non avete idea.Il movimento là (indicando l'ascoltatore) ed il movimento qui (indicando se stesso) sono uno e identico.

Il coraggio di diventare se' stessi
U G  Krishnamurti

Veeresh - Open Your Heart



Il mio cuore è colmo di pace ...
Io sono cosi' felice di essere vivo ...
cosi' felice ..
un'altro giorno d'amore ...

Quando guardo i bambini giocare
quando guardo gli amanti camminare
quando guardo il sole sorgere
quando guardo sbocciare i fiori ...

Il mio cuore è colmo di pace ...
Io sono cosi' felice di essere vivo ...
cosi' felice ..
un'altro giorno d'amore ...

apri il tuo cuore senti il tuo amore ...


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domenica 24 gennaio 2016

RUNE, DAGAZ


DAGAZ TRASFORMAZIONE

Il significato tradizionale di Dagaz è "giorno", é di solito associata con l'alba di un nuovo giorno, quando l'oscurità si trasforma in luce.

Indica la fine di un ciclo e l'inizio di uno nuovo e questo cambiamento sarà esplosivo, il che contrasta notevolmente con Jera che indica un cambiamento gentile che di solito implica un lungo periodo di tempo o una stagione.

Aspettatevi una trasformazione eccezionale quando ricevete Dagaz.

Può avvenire sotto forma di un cambiamento radicale di comportamento o circostanze in una situazione che si ribalta completamente.
Che sia interna o esterna la trasformazione sarà radicale e vi costringerà a una nuova vita e un nuovo modo di vederla.

Una completa fiducia è essenziale, e può venivi chiesto di gettarvi in un abisso bendati e disarmati.

Il momento di iniziare è adesso.
Sebbene di natura potente e complessa per via delle sue associazioni con un cambio radicale di forze, Dagaz è positiva e spesso annuncia un periodo di successo e prosperità.

Non ha una posizione capovolta ed è di solito un segno di grande forza e aumentata crescita. S

Se si trova in una lettura negativa, il fuoco di Dagaz può dissolvere gli aspetti negativi, specialmente se si trova tra rune di ritardo.

Riuscirete a superare gli ostacoli e muovervi verso la vittoria.
In risposta a una situazione problematica, Dagaz tra rune negative può cercare di far capire che avete la capacità di ribaltare la situazione.

Dagaz si riceve solo dritta

http://figlieluna.altervista.org/significatorune.htm


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sabato 23 gennaio 2016

Lasciate andare e siate felici



L’attaccamento è la causa di ogni male. Attaccamento a un’idea, a un’opinione, attaccamento a una posizione, a un periodo della propria vita, a un ruolo. Attaccamento alle cose o alle persone. E così cerchi di fermare il flusso, che di esser fermo non ne vuole sapere. Cerchi di congelare il tempo e la vita in forme pensiero statiche e senza alcuna vitalità, in credenze senza alcun valore.

Cerchi di avere ragione e di dire che l’hai subita troppo grossa per lasciarla andare, che sono stati troppo cattivi per perdonarli e che la vita è stata troppo dura con te. Ti attacchi alla tua sofferenza con la quale ti rappresenti, ne parli, ti lamenti, la esibisci continuamente come un trofeo. L’attaccamento accresce la stasi, la cementificazione, e in generale l’inerzia di quelle vite che sembrano non andare da nessuna parte. Incontro tutte queste persone con problemi fisici, economici, psicologici, nella maggior parte delle quali il solo vero intoppo è la loro incapacità di lasciar andare qualcosa o qualcuno. L’attaccamento è il male più acuto e l’unico vero male a mio avviso. Se vado a scavare nella vita delle persone trovo sempre che tutto il loro malessere nasce da una opinione sulla realtà, una decisione presa chissà quanto tempo fa, di considerare la vita in un certo modo, congelandola così in convinzioni folli. E allora cerco di capire come questa decisione sia stata presa, chi ne erano gli attori protagonisti, chi le comparse, quali le atmosfere. Scavo alla ricerca di quella sfocatura che rende le persone tristi, affrante, ammalate. E quasi sempre trovo una o più decisioni che non sono state mai più messe in discussione, trovo giudizi, opinioni, prese di posizione che hanno cristallizzato una vita in direzione del dolore. Trovo che le persone si attacchino a queste convinzioni dolorose con le unghie e con i denti. E ho scoperto che l’arte di lasciar andare è veramente ciò che salva la vita. La capacità di rinunciare al proprio dolore per quanto grande e giustificato possa sembrarci, così come la possibilità di essere altro da quello che si è stati finora, è ciò che ci può portare al prossimo passo del nostro percorso, fuori dalla palude di giudizi e opinioni che ancora riteniamo veri. La disposizione interiore ad ammettere di avere torto, ad abbandonare luoghi, persone, situazioni, identificazioni e periodi della propria vita è ciò che decongestiona, sfiamma e guarisce le persone. Lasciar andare in profondità significa scaricare le forme pensiero degenerative che abbiamo collezionato in una intera esistenza (e anche nelle precedenti se credete alla reincarnazione) e permettere alla realtà di scivolare verso nuove forme. Lester Levenson affermava che tutta la realtà della nostra esistenza si basa su una decisione soltanto: o lascio andare qualsiasi pensiero ed emozione abbia in mente, o trattengo. Se trattengo continuo a perpetrare la follia di una esistenza diretta da un io piccolo che crede nell’avere ragione (il cosiddetto karma, al quale tutto sommato non credo più). Se rilascio entro nel flusso e nella fluidità. Ma la decisione è sempre mia, in ogni momento e ad ogni passo. Per questo continuo a ritenere l’arte del rilascio come una delle più sofisticate metodologie della coscienza, a discapito della sua semplicità. A molti di quelli con cui l’ho condivisa è cambiata la vita. E sicuramente cambiò me quando molti anni fa il mio primo insegnante di rilascio, alla mia dettagliata esposizione di tutti i miei complicatissimi e pesantissimi problemi esistenziali e fisici, rispose sorridendo come se niente fosse ‘questa è la storia che ancora ti racconti… ora puoi lasciarla andare?’.


Lasciate andare e siate felici

Fonte: http://quantum73.blogspot.it/?m=0

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vedi anche
http://divinetools-raja.blogspot.it/search?q=sedona

L'IMMENSO

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giovedì 21 gennaio 2016

LA PRATICA DELLA STANZA NERA

La vista è il più attivo canale tramite il quale noi riceviamo delle informazioni; quando lo chiudiamo, si libera molta forza; e proprio questo accade in una stanza nera dove il canale visivo diventa inutile.
La forza si dirige all’interno e torna alla fonte nella coscienza, rafforzandola da dentro.
Quando la luce non tocca la pelle, aumenta la produzione della melatonina, si attiva il chakra Ajna.
Esiste anche una reale possibilità di perdere la ragione, ad un certo punto; è possibile superare questo momento solo con una giusta motivazione, andando oltre con la consapevolezza. La cosa più importante è non identificarsi con ciò che ha paura, si disgrega.


Quali tappe si osservano, dal punto di vista pratico?
- nelle prime 24 ore, la persona dorme (un profondo rilassamento in assenza degli abituali stimoli).
- Al secondo giorno Inizia a farsi sentire la fame sensoriale, si attiva il lavoro della mente, si avvia un dialogo interiore caotico.
- Al terzo giorno si purifica lo strato superficiale della mente, iniziano le visioni, arrivano i pensieri profondi; affiorano delle situazioni molto lontane. La mente legge una caotica informazione proveniente dal mondo sottile, quella che si fonda sulle nostre motivazioni nascoste.
- Al 7° giorno inizia a cambiare la stessa essenza della personalità; qualcosa se ne fa, si dissolve. Potrebbero affiorare le memorie delle passate incarnazioni, conoscenze non legate a noi.
- Al 12° giorno arriva la sensazione di una morte imminente o di una follia. Arriva e se ne va, a ondate, sostituita da una profonda pace e consapevolezza. Si distrugge la nostra identificazione con una personalità.
- Al 17° giorno cambia qualitativamente la coscienza. Si contempla la natura della mente (il vuoto), arriva l’identificazione con il vuoto che non necessita del senso, delle spiegazioni, delle personalità.
- Seguono altri stati legati alla comprensione della natura profonda dell’uomo, al di là delle solite descrizioni. Una moltitudine di stati, non sempre piacevoli.

A cosa serve: la camera nera crea delle condizioni per molte pratiche spirituali. Tutti i modelli si esauriscono in fretta, e noi incontriamo la realtà di una coscienza pura.
Protezioni:
1. Questa pratica va fatta negli ambienti dove non ci sono stati fatti drammatici (omicidi, suicidi, risse, furti ecc). Vanno bene della caverne già usate dai mistici in passato.
2. E’ preferibile sedersi dentro un cerchio magico tracciato sul pavimento; o tracciare un simbolo di protezione sull’ajna.
3. In questa stanza si deve arrivare non perché si vuole mostrare coraggio, ma perché si è alla ricerca del contatto con il Sé Superiore.
4. E’ meglio stare in un silenzio completo, oppure nel “rumore bianco”.
5. Nel raggio di 50 m non ci devono essere le persone, altrimenti l’attenzione va ai campi energetici vicini.

Tratto dall’articolo (traduzione dal russo) di Life With Power | Искандер Джин | Саморазвитие
Advanced Mind iNstitute Italia
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mercoledì 20 gennaio 2016

L’ORIGINE DELLE DELUSIONI AFFETTIVE

Innanzitutto dobbiamo chiarire che l’energia stessa della delusione si genera nella mancata realizzazione di una o più aspettative che abbiamo riguardo persone o situazioni.

Il meccanismo dell’aspettativa agisce imponendo dei canoni o parametri alla realtà, che chiediamo di venire soddisfatti secondo i nostri tempi e la nostra volontà. Assomiglia ad una sorta di “condizione” che diamo al mondo e alle persone per soddisfare il nostro bisogno di controllo sulla vita. L’aspettativa ha la presunzione di sapere con totale certezza cosa è bene per noi e cosa è male. Convinzione alquanto assurda, e lo si potrà verificare con facilità pensando a tutte quelle volte che, dopo certi avvenimenti, ci ritroviamo a dire: “Ma perché ho fatto ciò che ho fatto? Perché non ci ho pensato prima? Perché finisco sempre per illudermi? Perché sbaglio sempre?”. È interessante notare che la maggior parte dei nostri sbagli o errori sono generati dalle nostre stesse scelte che crediamo siano quelle più idonee in certi contesti.

I rapporti interpersonali e le relazioni affettive sono di sicuro il settore dal quale ricaviamo più delusioni e fraintendimenti degli altri. La relazione di coppia e le dinamiche relazionali (seduzione, corteggiamento, frequentazione, relazione, sposalizio, ecc.) sono il luogo in cui ogni volta ci imbattiamo per scoprire con sorpresa quanto ancora siamo lontani dall’avere la consapevolezza e il controllo di tutti i nostri meccanismi automatici e inconsci.

Attraverso la relazione con l’altro noi cerchiamo sempre di raggiungere un risultato personale. Bisognerà osservarsi attentamente per capire questa dinamica. Dietro ogni nostra azione si nasconde sempre la necessità di soddisfare un nostro bisogno. Siamo alla ricerca di conferme su noi stessi, e c’è un preciso motivo per cui lo facciamo. L’altra persona, per quanto in noi ci sia soltanto il desiderio di amarla e lasciarci amare da essa, dopo un certo periodo, si trasforma in un ricettacolo proiettivo di tutte le nostre paure e le nostre mancanze. Se ci sentiamo insicuri di noi stessi, vedremo nell’altro la sicurezza; se abbiamo paura di essere abbandonati e siamo incapaci di stare soli, vedremo nell’altro solo il pericolo di perderlo e diventiamo gelosi; se abbiamo bisogno di continue conferme per sentirci amati, vedremo nell’altro il suo egoismo. Tutta questa dinamica agisce senza sosta finché non ci si sveglia!

Da un punto di vista simbolico, ogni nostro amante è l’incarnazione del nostro desiderio di sentirci uniti, appagati e felici. E dietro questa falsa identificazione si trova, per l’appunto, l’origine delle delusioni affettive.
L’errore infatti è quello di pensare che il rapporto felice e soddisfacente con il “partner giusto” sia la meta e l’ambizione perfetta che genererà la nostra felicità e la nostra piena soddisfazione. Niente di più sbagliato.

Abbiamo sùbito, nel corso dei secoli, un lunghissimo e logorante condizionamento sociale che ci ha convinti che solo l’amore con un’altra persona possa permettere alla nostra anima di sentirsi perfetta, unita e realizzata fisicamente. Questa “tortura psichica” si è sovrapposta all’unica verità: ovvero che l’anima è una scintilla divina e per sua natura è individuale. E’ un frammento perfetto di Dio. L’anima rappresenta già la perfezione e non necessita che la sua completezza dipenda da un’altra anima che, tra l’altro, è anch’essa unica e irripetibile.

L’amore basta all’amore così come l’anima basta a se stessa. La sua felicità è nel suo riconoscersi perfetta e nel suo sentirsi completamente unita al tutto. Ma se questa sensazione di unicità, divinità e connessione viene persa, allora essa cerca nel mondo relativo qualcosa che non può e non potrà mai appagarla fino in fondo. Questo vuol dire che fino a quando non ci renderemo conto che siamo straordinari, che siamo unici, che siamo irripetibili e che siamo già l’incarnazione di una perfetta unità di spirito e materia, di cielo e terra e di maschile e femminile insieme, sentiremo un’ancestrale ed atavica “mancanza”. E fintantoché non capiremo questo, ci sentiremo la metà della mela che va alla ricerca dell’altra metà per sentirsi completa. Il grande dramma è che ci hanno persuasi fino a convincerci che noi siamo delle metà che hanno bisogno della loro parte mancante per essere felici. Ma il punto è che non ci manca niente! Stiamo sognando!

Tutto questo potrebbe essere evitato e guarito semplicemente superando la paura (falsa e indotta) di “rimanere soli”. È falsa perché nessuno insegna agli esseri umani che ognuno è perfetto, che ha tutto dentro di sé, che la gioia più grande non è chiedere energia agli altri e mendicare l’amore, ma condividere con gioia ciò che si ha nel cuore. Il frutto più prezioso del proprio cuore lo si può conoscere solo stando soli e attraversando interamente la propria paura di sentirsi inadeguati e incompleti. E poi si scopre che era soltanto una paura senza senso, ma lo si capisce dopo…

Non possiamo vivere nella leggerezza della condivisione e della relazione vissuta con amore incondizionato, proprio perché noi non permettiamo all’altro di essere se stesso, ma gli chiediamo di essere qualcosa che ci completi e che ci soddisfi. Praticamente chiediamo alle altre persone non di essere se stesse, ma di essere ciò di cui abbiamo bisogno. E l’altra persona fa la stessa cosa.

È sufficiente un po’ di intelligenza e voglia di auto-osservazione per notare l’origine automatica e inconscia delle proprie reazioni emotive riguardo la relazione affettiva. E poi occorre la volontà e l’intenzione di volersi risvegliare e di voler finalmente essere felici. Solo quando si ritrova se stessi, assieme alla sensazione di completezza e amore, si è pronti per amare veramente. Questo tipo di amore è veramente grande poiché non chiede, ma è interessato alla felicità dell’altro. Questo amore non ha più timore di essere ferito perché ha capito che nessuno può più lasciarlo o abbandonarlo, ora ha trovato la sorgente dell’energia dentro di sé e quindi si dedica ad amare senza chiedere niente in cambio.

E quello che poi in genere accade, è che tutti si innamorano di quella persona che non ha più bisogno di nessuno. Che si sente completa e fa sentire completi gli altri che sono vicino a lei. Così quell’anima inizia a godere dell’amore e, nella misura in cui ha smesso di chiedere qualcosa, riceve continuamente il doppio di ciò che non ha mai chiesto.
Praticamente è un’estasi continua! Altro che droghe!

Andrea Zurlini

Fonte: http://www.andreazurlini.it/blog21.html

http://www.visionealchemica.com/lorigine-delle-delusioni-affettive/

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martedì 19 gennaio 2016

3 CAUSE DELLE NOSTRE MALATTIE SECONDO GLI SCIAMANI


In principio Dio creò il cielo e la terra.
La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso
e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu.
Vecchio Testamento, Genesi

Gli sciamani sanno che al origine di tutto quello che esiste sta sempre un pensiero.

Gli sciamani non sono degli stregoni, loro sono veri uomini e donne che possono entrare negli stati di coscienza superiore, e sono capaci a percepire e comunicare in modi non possibili in condizioni normali. Attraverso un impegnativo lavoro di formazione, gli sciamani riescono a condurre degli stati di alta consapevolezza durante a quale si separano del corpo fisico e fanno dei viaggi nel loro mondo interno non influenzato dal tempo. In questo stato gli sciamani sono in grado di fare varie cose, inizialmente per loro stessi e poi, sempre di più per il bene degli altri.

Guidati da una forte consapevolezza e motivazione altruistica, gli sciamani sono “attivisti” spirituali in grado di ripristinare l’equilibrio e l’armonia in chi soffre. Nella loro qualità di guaritori spirituali, il loro scopo è quello di nutrire e mantenere l’anima umana, permettendo il passaggio dalla disarmonia e malattia ad uno stato di guarigione.
Lo sciamano fa una distinzione molto chiara tra la medicina del corpo e quella dello spirito e li vede come complementari. Se un uomo torna a casa con una freccia nel piede, non è il momento di entrare in trance. E tempo di rimuovere la freccia dalla ferita, di fermare l’emorragia, prevenire l’infezione e promuovere la guarigione. E’ tempo per la medicina del corpo e le comunità sciamaniche sanno tante cose anche su questo soggetto.

Per affrontare la malattia, lo sciamano tradizionale mostra molta attenzione al rapporto tra causa ed effetto. Sappiamo che durante la vita, il corpo fisico, soffre varie trasformazioni. Il corpo si ammala dai virus, ci sono degli incidenti, abbiamo dei lividi, tagli, ferite ed anche ossa rotte talvolta. A volte ci sono delle ferite grave o ci sono alcune malattie interne grave – cancro, sclerosi multipla, malattie cardiache, epatite – e, alla fine, si arriva al invecchiamento, alle deformità e alla morte del corpo fisico. Tutto questo può accadere, fa parte di ciò che significa essere una forma di vita organica, ma tutti questi esempi, dal punto di vista sciamanico sono solo effetti. Lo sciamano è interessato soprattutto nelle cause. Per una vera guarigione, non è sufficiente solo trattare gli effetti e reprimere i sintomi con le medicine. Dobbiamo affrontare le cause.

Nei termini dello sciamano, ci sono tre cause classiche della malattia, che, non a caso, non sono i batteri, i microbi o i virus, ma piuttosto gli stati interni.

La prima causa è la disarmonia, che succede quando gli uomini perdono una relazione per loro importante nella vita, o quando sono privi del senso di appartenenza. Per esempio la disarmonia si verifica quando, per una coppia di anziani che sono stati insieme la maggior parte della loro vita, improvvisamente uno di loro muore. Capita spesso che in un anno e mezzo, anche l’altro si ammala di qualcosa di serio come il cancro e muore. La disarmonia produce una diminuzione del potere personale che, a sua volta, ci rende vulnerabili alle malattie.

La seconda causa e la paura. Una persona che ha una paura cronica è spento dentro, è vulnerabile alle malattie, perché il timore diminuisce la capacità di funzionamento del sistema immunitario. Anche i medici sanno che la paura e la disarmonia si manifestano nelle malattie e sono riconosciute dalla scienza moderna.

La terza causa e la perdita d’anima.
E qui accade una cosa interessante. Dal punto di vista sciamanico, la perdita d’anima é il diagnostico più grave, é la causa delle malattie più importante e delle morti prematuri. Pero, nei trattati di medicina tradizionale non c’è alcun riferimento a questo aspetto.
Che cos’è la perdita d’anima? La perdita d’anima implica una ferita grave al cuore interno di una persona – alla sua essenza interiore, a chi è e che cos’ è quella persona. Di solito, la ferita risulta dalla frammentazione della sua essenza.
Nella nostra cultura, la perdita dell’anima è spesso associata ad un trauma. Per esempio, un bambino che è spinto a scuola senza pietà, o che viene molestato dalla persona che lo deve curare. La perdita d’anima avviene come risultato di un abuso, come nel caso di uno stupro o aggressione. La perdita dell’anima può accadere come conseguenza di un tradimento, un divorzio amaro, un aborto spontaneo traumatico, un terribile incidente d’auto, o addirittura un intervento chirurgico. Molti dei giovani che sono andati a lottare in Irak o Afganistan, sono tornati traumatizzati perchè hanno subito terribile perdite d’anima. Purtroppo, i medici occidentali non hanno molto da offrire in termini di vera guarigione e molti di loro sono ancora traumatizzati da ciò che gli e stato successo.

I sintomi della perdita d’anima sono: il sentimento che sei frammentato, che non sei completamente lì, l’incapacità di sentire o di ricevere amore, blocco di memoria, quando una persona non e capace di ricordarsi pezzi della sua vita, l’installazione all’ improvviso di apatia e indifferenza, la mancanza di gioia, dell’iniziativa, o l’incapacità di sentire la gioia, o anche la predisposizione per il suicidio o dipendenze. Le perdite di pezzi d’anima si manifestano spesso come malinconia e disperazione, che inducono il classico sintomo della perdita di anima – la depressione.
Dal punto di vista tradizionale, la malattia è vista come un’intrusione – qualcosa che entra nel corpo dall’esterno e che non appartiene al corpo. Ciò è vero quando si tratta di un virus, una freccia o una forma di pensiero negativo. Ma il problema iniziale non e l’intrusione della malattia. Il problema più importante è la perdita del potere o la perdita di una parte d’anima, che ha permesso alla malattia di entrare e manifestarsi nel corpo. Questo è il problema ed è qui dove lo sciamano gioca la sua parte migliore.

In conformità con la tradizione sciamanica, la guarigione avviene in fasi.
La prima fase implica quello che potremmo chiamare l’aumento della potenza, un processo durante quale lo sciamano dà piu potere al paziente.
La seconda fase prevede diagnosticare il problema, scoprendo la causa e percependo il suo effetto sul corpo del paziente.
La terza fase prevede il processo proprio di guarigione.
La quarta fase è critica. Questa è la pratica del recupero dell’anima persa.

Io, attraverso mio lavoro ho cercato di capire un po’ di ciò che significa essere una matematica, mistica e guaritrice, in un momento di alte tecnologie e superscienze. Di guardare all’origine e al destino della nostra specie attraverso un viaggio che mi permette a visualizzare ciò che possiamo diventare tutti quando accettiamo che siamo composti da tutto ciò che significa la creazione. Ho dovuto capire me stessa a tutti i livelli: spirituale, fisico, mentale ed emotivo. I miei problemi di potenza e controllo sono stati rispecchiati dai miei genitori. Loro mi hanno rivelato tutti gli aspetti per quali sono adesso qua, in questa vita, le lezioni che ho da imparare. Lo hanno fatto perché, a qualche livello, abbiamo scelto l’un l’altro per esserci reciprocamente insegnanti ed ho cercato di andare piu in passato possibile.
Lo sciamano sa che quando accade il processo di autoguarigione si guarisce il passato ma anche il futuro. Questa riflessione può avere una vibrazione diversa, un risultato diverso delle vecchie energie, che ci da la possibilità di creare il nostro proprio futuro.
Come dico sempre: La vita e una previsione che si autorealizza.
Dunque il Creatore dentro di noi non giudica, non punisce, e non ci da delle ricompense. Ma ci rifletta in totalità, fin quando iniziamo il processo di cambiamento. Non siamo neanche consapevoli delle nostre capacita di cambiarci fin quando non siamo preparati, pronti a farlo. E quando saremo pronti per creare questo cambiamento, una reazione affascinante può essere necessaria, attraverso la quale ci liberiamo dal passato per costruire un nuovo futuro.
La riscoperta del sciamanesimo e diventata un impulso maggiore nel corrente attuale di risveglio spirituale che il mondo occidentale sta attraversando e un ponte tra le tecniche tradizionale sciamaniche ed orientale, testate per lunghissimi periodi di tempo durante la nostra storia, e i metodi vari d’introspezione, efficienti e facili da imparare permette agli occidentali (che non fanno parte di una società tribale) di conettarsi al loro sorgente interiore di potenza e saggezza per facilitare la guarigione e l’eliminazione dei disaggi.

Fonte: http://lalucecheguarisce.blogspot.it/

http://camminanelsole.com/3-cause-delle-nostre-malattie-secondo-gli-sciamani/

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il maestro della perfezione è proprio l'errore

"La gente con un basso livello di coscienza è sempre alla ricerca di qualcuno che le dia conferma di quanto vale; le persone con un elevato livello di coscienza, invece, cercano qualcuno che sottolinei i loro difetti per superarli. Ogni angelo è un diavolo che ha subito una trasformazione, ed è necessario arrivare fino in fondo al nostro pozzo, in fondo al nostro diavolo, affinchè questo possa trasformarsi in angelo. Dobbiamo riconoscere il nostro diavolo prima di trasformarlo in angelo: finchè non l'abbiamo riconosciuto, come possiamo trasformarlo? Solo attraverso l'errore e la caduta si impara, perchè se non cadiamo non possiamo rialzarci; il maestro della perfezione è proprio l'errore, così come il maestro della salute è la malattia. È con la malattia che si impara cos'è la salute; il maestro di un'alimentazione sana è una bella indigestione. Dobbiamo entrare profondamente nelle nostre forza istintive per realizare un'ascensione verso le forze spirituali."


(Alejandro Jodorowsky)

Gordana Markovic


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lunedì 18 gennaio 2016

LE TRE FORMULE MAGICHE...


Il cammino che porta al risveglio della coscienza e alla realizzazione umana non ha niente a che fare con la serietà.

La chiave di accesso al Nirvana sta in tre formule magiche, tre irriverenti mantra nascosti nelle pieghe del linguaggio comune: "Macchissenefrega", "Ma vaffanculo" e "Non Sono Cazzi Miei".

"Guarda i bambini: tutto ciò che si vede nei loro occhi non è altro che purezza, onestà, generosità, fiducia, intelligenza, coraggio, semplicità.

Poi fermati a osservare per un momento un gruppo di esseri umani adulti che senza gioia si barcamenano affannosamente tra le pochezze delle loro vite, appesantiti da vizi, manie, ambizioni, paure, bugie, invidie, timidezze, calcoli, violenze, ipocrisie. Non puoi che chiederti: 'Ma dove è finita tutta quella bella gente che era arrivata in questo mondo? Che cosa gli è successo? Com'è iniziato tutto questo casino?'."

Prem Dayal non solo ti guiderà a scoprire le cause di cotanto disastro, ma soprattutto ti indicherà la strada maestra per liberarti dalle grinfie dell'incoscienza, regalandoti un vero e proprio manuale per la salvezza dello spirito.

Mavvaffan Mantra
Le tre chiavi d'accesso al Nirvana
Voto medio su 2 recensioni: Da non perdere
€ 16.5
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sabato 16 gennaio 2016

Il segreto non è in quello che fai, ma in come lo fai...

Il segreto non è in quello che fai, ma in come lo fai. Se riesci a trasformare qualsiasi tuo fare da un mezzo per arrivare da qualche parte ad un fine in se, dai il permesso ad una profonda intelligenza di intervenire e ogni cosa si trasforma in meditazione.

Tolle dice: “in ogni situazione e in qualsiasi cosa fate, il fattore primario è il vostro stato di coscienza. La situazione, ciò che fate, sono secondari.”

Il successo in ogni ambito della propria vita dipende dallo stato di coscienza con il quale si agisce . Puoi agire partendo dall’Ego, dal suo bisogno di affermarsi e dalla sua paura di perdere o soffrire. In questo caso la tua azione sarà frammentaria e non potrà che causare ulteriore confusione. Oppure puoi agire da uno stato di presenza in quello che stai facendo come se fosse, per dirla alla Castaneda, la tua ultima battaglia sulla terra.


“Le azioni hanno potere, soprattutto quando il guerriero che le compie sa che esse sono la sua ultima battaglia. C'è una strana, avvolgente felicità nell'agire nella piena consapevolezza che quanto sta facendo potrebbe essere la sua ultima azione sulla terra.”

Io conosco solo questa forma di meditazione e qui non c’è più vincere o perdere ma esserci o non esserci. Questa è l’unica cosa che conta.

francesco giacovazzo

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Rilassati, prendi le cose con leggerezza...


Un accatastarsi di emozioni, che nascono dalla fatica di vivere, dall’ansia di non farcela, dall’inutilità di tutto … fino a coagularsi in una vera e propria “malattia”, che, secondo le statistiche, una persona su cinque deve affrontare almeno una volta nella vita. È in aumento in tutti i paesi ‘ricchi’, colpisce a ogni età, soprattutto le donne. Può anche diventare, in un quinto dei casi, una situazione cronica – molto più facilmente nelle donne che negli uomini – in cui la vita diventa grigia e incolore, gli affetti remoti e irraggiungibili, le giornate eterne e piene di tristezza insanabile. Osho, maestro di vita, ci fornisce qui alcune chiavi per vedere meglio all’interno di questo fenomeno.


Le tante facce della depressione. Osho a colloquio diretto coi suoi discepoli.

 Ho solo una cosa da dirti. È venuta l’ora di abbandonare l’idea di essere perfetto. È questa l’unica causa della tua infelicità. Nessun può essere perfetto: nel momento in cui sei perfetto non puoi esistere. La perfezione non esiste sulla terra – sulla terra può esistere solo l’imperfezione. E quando questa idea di perfezione si impadronisce del cuore delle persone, le fa impazzire. Cominciano a volere l’impossibile in ogni campo, e dato che non riescono a ottenerlo, diventano infelici. Hanno aspettative molto alte, che non possono essere soddisfatte; quando vedono queste loro aspettative insoddisfatte pensano che la vita stia passando loro accanto, stia sfuggendogli tra le dita. Diventano depressi, e ogni giorno la depressione aumenta, perché ogni giorno un altro po’ di vita se ne va. Essere un perfezionista è essere sull’orlo della nevrosi. Tutti i perfezionisti sono nevrotici, chi più chi meno: cambia solo il livello di nevrosi.

Ecco cosa hai tentato di fare: vuoi essere perfetto in ogni cosa, vuoi essere “totale”. Non puoi permetterti alcun errore, non puoi permetterti neppure uno sbaglio. E, dato che non puoi permetterti di fare errori, non puoi permetterlo neanche agli altri. Questa diventa una barriera per l’amore: non puoi amare nessuno perché le tue aspettative sono tali che nessuno può soddisfarle. E così hai sprecato quarant’anni di vita.

È ora di imparare una cosa: a prendere la vita con leggerezza. Vivila tranquillamente, con tutte le sue limitazioni e imperfezioni. Goditela. 

Ed ecco che accade un paradosso: quando incominci a goderti la vita con tutte le sue imperfezioni, è quasi perfetta… ma sto dicendo quasi! È perfetta al novantanove virgola nove per cento. Quell’uno per cento di imperfezione rimane. Questo è l’unico modo in cui si può vivere, ma accade solo quando permetti che la vita sia così com’è, quando non pretendi troppo.

 Non c’è bisogno di pretendere: accetta qualsiasi cosa accada.

Se cerchi la donna perfetta non ne troverai mai una. Se cerchi una cosa che sia perfetta, sarai solo infelice, ecco tutto: troverai solo infelicità, in quantità sempre maggiori.

In Oriente un tempo c’era una superstizione secondo la quale i re non costruivano i loro palazzi in modo perfetto. Lasciavano che una parte del palazzo restasse imperfetta… per ingannare dio, capisci? Il palazzo non è ancora perfetto, quindi dio lo lascia stare, lascia che resti in piedi. È ancora in costruzione. Se il palazzo fosse perfetto, potrebbe crollare: questa era una superstizione, ma c’è un granello di verità. Quando una cosa diventa perfetta, crolla.

Ecco perché i buddha scompaiono dal mondo. Quando una persona diventa un buddha, quella è l’ultima volta in cui sarà qui; non ritornerà più.


Rilassati, prendi le cose con leggerezza. L’esistenza non è così dura come ti immagini, è compassione, amore.

Osho

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Denaro e vita spirituale

di Roberto Assagioli 
Vi sono ancora tanti preconcetti e tante incomprensioni riguardo alla spiritualità che non mi meraviglierei… che alcuni si fossero stupiti del titolo di questo studio. Quindi non è forse inutile riaffermare che la spiritualità non consiste nel fare teorie ed astrazioni; non è un idealismo lontano dalla vita.
La spiritualità consiste anzitutto nel considerare ogni problema della vita umana da un punto di vista elevato, comprensivo, sintetico; nel saggiare tutto in base ai veri valori, nel cercare di arrivare all’essenza di ogni fatto, senza lasciarsi arrestare dalle apparenze esteriori, senza lasciarsi illudere dalle opinioni tradizionali, dalle passioni collettive, dagli istinti, dalle emozioni, dai preconcetti personali.
Far ciò è arduo, e può sembrare orgoglioso. Invero sarebbe grande presunzione il cercare di riuscirvi appieno; però il tentarlo non solo è lecito, ma costituisce un preciso dovere, dato che la luce spirituale proiettata sui più assillanti problemi individuali e collettivi rivela delle soluzioni, e mostra delle vie che possono fare evitare pericoli ed errori, risparmiare molte sofferenze e quindi arrecare benefici incalcolabili.
La concezione spirituale della vita e delle sue manifestazioni, lungi dall’essere qualcosa di accademico, di astratto, di sterile, è eminentemente rivoluzionaria, dinamica e creativa.
È rivoluzionaria, perché alla luce dello Spirito le valutazioni ordinarie e gli atteggiamenti pratici che ne derivano si dimostrano fondamentalmente errati. È naturale ed inevitabile che sia così, poiché quelle valutazioni e quegli atteggiamenti sono egocentrici e separativi; essi cioè deformano la realtà secondo una falsa e ristretta prospettiva, creano artificiali scissioni in quella che in realtà è una unica Vita.
Il punto di vista spirituale produce quindi una serie di «rivoluzioni copernicane», sostituendo al punto di vista antropocentrico e personalistico un eliocentrismo spirituale che mette al giusto posto i fatti ed i problemi che si considerano e soprattutto… noi stessi.
La spiritualità è dinamica e creativa, poiché i cambiamenti di prospettiva, i capovolgimenti di valori, lo snebbiamento da illusioni, la vera e propria trasfigurazione del mondo e della vita prodotta dalla nuova luce, producono profondi cambiamenti in noi, risvegliano nuove potenti energie, allargano il campo della nostra azione sugli altri cambiano radicalmente la qualità di tale azione.
È quindi sommamente opportuna l’opera di revisione radicale che si sta tentando da parte degli animi più svegli e più fervidi in tutti i campi della vita umana.
Tali revisioni spirituali implicano una doppia attività: anzitutto una chiara comprensione ed una decisa riaffermazione dei principi e dei valori eterni dello Spirito; poi l’applicazione di quei principi e di quei valori ai problemi concreti, personali e sociali, contemporanei.
Infatti, in ogni epoca ed in ogni individuo quei problemi assumono aspetti diversi ; i molteplici elementi della vita, pur rimanendo fondamentalmente gli stessi, si aggregano in combinazioni sempre diverse, creando forme sempre nuove; perciò le soluzioni spirituali – pur partendo sempre dagli stessi punti iniziali – per essere aderenti a quella ognor mutevole realtà ed aver quindi efficacia pratica, devono essere plastiche ed, in un certo senso, sempre nuove ed originali.
* * *
Fra i tanti problemi che assillano ora l’umanità, ve ne sono due che riguardano gli interessi più centrali, i più forti impulsi all’azione nella vita degli individui e delle collettività, e che quindi forse più degli altri richiedono di essere esaminati ed illuminati alla luce dello Spirito.

Sono i nostri atteggiamenti verso l’amore (inteso nel suo senso più ampio, includente la sessualità, ma non limitato ad essa) e verso il denaro.

Ora tenterò brevemente, con l’aiuto di altri che si sono proposti questo compito, di considerare il secondo di questi problemi.
Se esaminiamo noi stessi con quella coraggiosa sincerità che é condizione essenziale di una vita spirituale degna di tal nome, ci accorgiamo che il pensiero del denaro suscita in tutti noi profonde ed intense risonanze: è un tumulto di oscure emozioni, di reazioni appassionate, le quali mostrano che l’idea di quel metallo tocca alcuni dei punti più sensibili della nostra personalità.
Conviene far luce in quel caos e perciò lasciar affiorare alla nostra coscienza, eliminando ogni censura psichica, tutto ciò che insorge dai bassifondi del nostro subcosciente. Allora emerge un torbido fiotto in cui sono frammisti correnti di paura, di desiderio, di avidità e di attaccamento sentimenti di colpa, di invidia, di risentimento.
Cerchiamo di risalire alle sorgenti di queste forze con l’aiuto di Hermann Keyserling, il quale ha meglio di ogni altro, crediamo, indagato le oscure radici telluriche di ciò che nella personalità umana si è sviluppato dal basso, di ciò che in essa vi è di minerale, di vegetale e di animale, senza però cadere nell’errore, commesso da altri esploratori dei bassifondi, di disconoscere quello che invece ha origine superiore e affatto indipendente: ciò che egli chiama con espressione efficace «l’irruzione dello Spirito».

Nelle sue Méditations Sud-Américaines (Paris, Stock), che sono forse la sua opera più profonda, e poi nel libro riassuntivo Vie intime, egli mette in evidenza come vi siano alle radici stesse della vita due istinti primordiali. Il primo è la Paura originaria, riguardo alla quale egli segnala un fatto importante, che cioè: «questa paura originaria non si riferisce alla morte ma alla carestia», cioè alla paura di mancare del cibo necessario, paura della fame.
«Vi è probabilmente in ciò un oscuro ma intenso ricordo atavico dell’assillante ricerca del cibo che costituiva l’ansia continua dell’uomo primitivo. Come salvaguardia contro questa Paura originaria, l’istinto di sicurezza costituisce il primo impulso attivo di ogni essere vivente» – dice il Keyserling, e da questo istinto di sicurezza si sviluppa, secondo lui, l’istinto della proprietà. La proprietà, quale salvaguardia contro la paura originaria, può manifestarsi in diverse forme. ( Vie Intime, pp. 41-42).

L’altro istinto fondamentale, che sorge dai bassifondi dell’inconscio e che è il contrapposto dinamico del primo, è quello che il Keyserling chiama Fame originaria, ma che, per evitare confusioni, sarebbe più opportuno designare come Avidità originaria. Essa, dice il Keyserling, è «il Principio motore di ogni crescita. Ora la crescita, per sua essenza, aspira all’infinito, e sin dall’inizio non riconosce alcun limite come definitivo. Per conseguenza, la Fame Primigenia è originariamente aggressiva ed insaziabile. Per sua natura è opposta ad ogni istinto di sicurezza; il rischio è il suo elemento; l’illimitato è ad ogni istante il suo scopo. Da ciò, un conflitto originario con tutto ciò che appartiene all’«ordine della Proprietà e del Diritto. Nei bassi fondi, un perpetuo combattimento si accanisce tra Fame e Paura; non vi è alcun equilibrio permanente ed armonioso» ( Vie Intime, p, 47).
Non è difficile scorgere come nel piano di vita della nostra cosiddetta civiltà, entrambi quegli istinti si manifestino come bramosia di acquistare e conservare la maggior somma possibile di denaro e di altri beni materiali. E la potenza di quegli istinti, malgrado i millenni trascorsi e il parziale raffinamento della vita umana, è ancor sì travolgente, che essa prevale – sia con manifestazioni violente, sia per vie subdole ed indirette e mascherata mediante ipocrite giustificazioni – sopra ogni altro movente o freno superiore, e non di rado supera perfino l’istinto di conservazione.
Se potessimo renderci conto della somma di delitti, di tradimenti, di furti, di frodi, di prepotenze, di prostituzioni fisiche e morali, di bassezze d’ogni genere, più o meno larvate che gli uomini quotidianamente commettono per la auri sacra fames, per l’esecranda avidità del denaro, ne saremmo profondamente turbati, anzi atterriti. E se poi facessimo un esame spietatamente sincero di noi stessi a questo riguardo, temo che avremo ognuno delle spiacevoli sorprese.
* * *
Di tutto ciò si sono ben resi conto gli alti Spiriti che sono venuti a tentare l’ardua impresa di elevare moralmente e di risvegliare spiritualmente gli uomini, liberandoli dall’asservimento ai loro istinti.
Così il Buddha abbandonò ricchezze ed ogni possesso terreno, prima per ricercare la verità, poi, dopo aver raggiunta l’illuminazione, per aiutare gli uomini a liberarsi dal dolore, frutto del desiderio. E già molti secoli prima della venuta del Buddha, in India coloro che avevano raggiunto un certo livello spirituale solevano rinunciare a tutti i beni terreni e diventavano dei sannyasin, facendo vita di mendicanti.
Il Cristo ha più volte indicato con forti parole quale grave ostacolo siano le ricchezze alla vita spirituale, ed il suo atto più energico e combattivo di cui ci sia giunta notizia, fu quello di scacciare a colpi di fune coloro la cui avidità di denaro aveva portati a profanare coi loro traffici la santità del Tempio.
Questo atteggiamento contrario al denaro continuò attraverso i secoli nel Cristianesimo, fino a culminare nel drammatico e sublime gesto di S. Francesco, che rinunciò ad ogni avere e alle stesse vesti che portava, e celebrò giubilante le sue mistiche nozze con Madonna Povertà.

Di fronte a tali atteggiamenti, e ai modi di vita che ne derivano, sorgono spontanee in noi due domande:
1. Sono giusti e necessari dal punto di vista spirituale quegli atteggiamenti? È necessario per vivere spiritualmente condannare il denaro?
2. E se pur così fosse, ò attuabile un tal modo di vivere ai nostri tempi?

venerdì 15 gennaio 2016

IL DIALOGO INTERIORE

Devi essere silenzioso per un’ora al giorno, scegliendo un momento conveniente. Il dialogo interiore andrà avanti, ma tu non te ne farai coinvolgere.

Ascolto distaccato:
La chiave è quella di ascoltare il discorso che si svolge al tuo interno come se stessi ascoltando due persone che parlano, e di rimanere distaccato. Non farti coinvolgere; ascolta quello che una parte della mente dice a un’altra. Lascia che tutto ciò che deve accadere, accada; non cercare di reprimere nulla. Solo, sii testimone..
Cavalli selvaggi:
Emergerà tanta di quella spazzatura che hai accumulato nel corso degli anni. La mente non aveva mai avuto la possibilità di gettare via questa immondizia.
Quando le viene data questa possibilità, si metterà a correre come un cavallo imbizzarrito. Lasciala correre! Tu siediti e osserva. Osservare, osservare soltanto, è l’arte della pazienza. Vorrai cavalcare questo destriero, dirigerlo di qua e di là, perché è ciò che hai sempre fatto. Dovrai avere un po’ di pazienza per poter spezzare questa vecchia abitudine.
Ovunque la mente vada, tu osserva soltanto; non cercare di imporre un certo ordine quando una parola ne produce un’altra e poi un’altra ancora, e mille altre, perché tutte le cose sono connesse.
Di’ quello che pensi!
Se sei in una situazione in cui è possibile, esprimi i tuoi pensieri ad alta voce in modo che anche tu possa sentirli. I pensieri che hai nella mente sono molto sottili, e c’è il rischio che tu non ne sia molto cosciente. Esprimili ad alta voce, ascoltali, e rimani vigile e consapevole del fatto che sei separato da essi. Prendi la decisione di esprimere ad alta voce tutto quello che ti viene in mente, ma rimani neutrale e non giudicare.
È necessario svuotare la mente con pazienza per sei mesi, perché per tutta la vita non hai fatto che caricarla di pensieri. Se perseveri, con pazienza e diligenza, allora sei mesi saranno sufficienti; altrimenti, ci potrebbero volere sei anni, o sei vite! Tutto dipende da te, da quanta totalità e sincerità metti nel fare questa tecnica.
Un po’ alla volta, inizierai a sentire, sia pur leggeri, i passi del silenzio, e sperimenterai l’arte dell’ascolto.
Osho, Tratto da: The True Name



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Rare Video ★Osho Conducting Meditation Camp in Pune-1972


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...Un raro video filmato da un Sannyasin italiano a Pune nel 1972 in un campo di meditazione di quasi quarant’anni fa. «Siamo a Pune, nell’India del Sud, fra i discepoli meditanti – molti dei quali occidentali – di un insigne filosofo e guru, l’acharya Bhagwan Shree Rajneesh. Quello che ora sta per compiersi è il “dramma” del sannyasa, un’iniziazione alla vita dello spirito, la coscienza di essere attraverso la meditazione. Sembra incredibile che queste persone, tra breve in un’incontrollata frenesia dei sensi stiano praticando la meditazione. Il loro corpo esploderà, tutta l’enegia compressa in loro verrà liberata con il massimo della violenza, ma raggiunto l’apice dello sforzo fisico e della tensione mentale la reazione successiva sarà il completo rilassamento, la calma, la pace della mente. Questo processo fisiologico, anche scientificamente controllato, attinge alla millenaria disciplina indiana dello Yoga e al culmine di esso dovrebbe raggiungersi il più alto stadio spirituale, l’intima fusione dell’individuo con l’assoluto, l’identità col tutto, la coscienza totale o mente totale …»...



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giovedì 14 gennaio 2016

IL CORPO DI DOLORE.. HA FAME

Eckhart Tolle parla del corpo di dolore, i toltechi parlano del mitote, entrambi intendono una sorta di entità che si nutre della nostra energia e può farlo finché abbiamo pensieri ed emozioni negative con cui ci identifichiamo. Ogni volta che siamo travolti da un’energia di rabbia o odio e facciamo qualcosa che non faremmo mai, ci trasformiamo diventando un’altra persona, spesso il tono di voce cambia e anche il viso, ci sentiamo confusi e senza energia dopo che l’abbiamo agito, è successo che il corpo di dolore ha preso il controllo del corpo per nutrirsi manifestando quella negatività che è la sua essenza e nutrimento.

COME SI NUTRE IL CORPO DI DOLORE?
Come tutte le forme di vita, periodicamente ha bisogno di nutrirsi, di prendere nuova energia, e il cibo che richiede consiste di energia compatibile con la propria, un’energia che vibra a una frequenza simile. Ogni esperienza emozionale dolorosa può essere usata come cibo dal corpo di dolore; ecco perché prospera con il pensiero negativo così come nel dramma delle relazioni. Il corpo di dolore è dipendente dall’infelicità.
Può essere uno shock quando comprendete per la prima volta che vi è qualcosa in voi che periodicamente cerca emozioni negative, cerca infelicità.
Si nutrirà di ogni esperienza che entri in risonanza con il suo stesso tipo di energia, ogni cosa che crei ulteriore dolore sotto qualunque forma: collera, capacità distruttiva, odio, afflizione, dramma emozionale, violenza, perfino malattia. Il dolore può alimentarsi soltanto di dolore, e una volta che il corpo di dolore si è impadronito di voi, necessitate di altro dolore, e diventate vittime, o persecutori.

La sua sopravvivenza dipende dalla vostra identificazione inconsapevole con esso, nonché dalla vostra paura inconsapevole di affrontare il dolore che vive in voi. Allora può impadronirsi di voi, diventare voi, e vivere attraverso voi. Deve alimentarsi tramite voi.
Cosi il corpo di dolore, quando vi ha posseduto, creerà nella vostra vita una situazione che riflette la sua propria frequenza energetica, perché se ne possa nutrire. Il dolore può solo nutrirsi di dolore. Il dolore non può nutrirsi di gioia: la trova veramente indigesta!

ECKHART TOLLE

Il corpo di dolore è l'accumulo della vecchia sofferenza accumulata nel passato e che non abbiamo potuto trasformare , accumulata nel passato , ce la portiamo ancora dentro , in uno stato latente , pronta a risvegliarsi magari in momento inatteso , tranquillo , per alimentarsi di ciò di cui è composto : SOFFERENZA !

Per questo si risveglia quando non è stato alimentato per qualche tempo , per andare in cerca di sofferenza . Il suo meccanismo , è un meccanismo "seriale" a sfondo sado-masochistico , per infliggere o procurarsi sofferenza , ma comunque sofferenza , questa è il suo cibo . Il suo "motore di ricerca" è la sofferenza ,perché questa ne garantisce la sopravvivenza : infatti possiamo considerarlo un vero e proprio "ALIENO" che ci possiede attraverso il laccio della sofferenza procurata a noi stessi e agli altri articolata attraverso stratagemmi fisici o psichici strutturati in una rete neurale (sinapsi) nelle quale ci tiene prigionieri della mente egoica inferiore , il vero padrone di tutta la baracca psico-fisica . A tenerci legati e prigionieri di questo corpo poi ci pensa la "INCONSAPEVOLEZZA" !

http://lacavernadidonfalcuccio.blogspot.it/2014/01/moksa-liberarsi-dellalieno-del-corpo-di.html
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vedi anche
http://divinetools-raja.blogspot.it/2014/05/il-corpo-del-dolore.html

mercoledì 13 gennaio 2016

L’ARMONIZZAZIONE DEI RAPPORTI DIFFICILI CON I PROGRAMMI NEURO-ACUSTICI



Esiste un programma SPECIFICO (per ora la versione originale non è tradotta, ma c’è anche su Yuotube, è riportato qua sotto).
Alcune informazioni su questo programma: è basato sulla frequenza 639 Hz, quella dei rapporti tra le persone, i rapporti armonici. Se avete delle difficoltà in famiglia, provate a lavorare con questo programma: aiuterà a capirsi meglio, a stabilire una maggiore fiducia. Questa frequenza si riferisce anche al chakra del cuore, e quindi, aiuterà a togliere i blocchi in quell’area.
Non solo: questo programma potrebbe aiutare a trovare un compagno o una compagna della vita, perché possiede anche la frequenza portante 741 Hz (sviluppo dell’intuito).

La soluzione ideale è meditare insieme (cioè, entrambe le persone che riconoscono di avere i problemi nei loro rapporti, dovrebbero lavorare con il programma, alla stessa ora). Si medita 1 volta al giorno.
Se invece, state cercando l’amore della vostra vita, lavorate 1-3 volte al giorno, quando volete, non ci sono le restrizioni riguardo agli orari. Se state andando all’appuntamento, potete lavorare prima dell’appuntamento (1ora, 1 ore e mezza), per sfruttare il picco del beneficio che apporta il programma.
Da ascoltare SOLO con le cuffie.
E non solo “ascoltare,” ma MEDITARE (fermare il dialogo interiore, concentrarsi sulla respirazione).
Si raccomanda di bere un bicchiere d’acqua prima di meditare.

C’è dell’altro? Si.

Sul forum dell’Istituto ha scritto un’ascoltatrice: ha sempre avuto un rapporto difficile e conflittuale con la madre. Non riesce a togliere i sensi di colpa nei confronti della madre (che è cardiopatica), non riesce a sistemare la sua vita sentimentale, perché ogni volta che si presenta lì occasione di andare via di casa e di mettere su famiglia, la madre è lì che s’aggrava.
La sua è una dipendenza affettiva dalla madre, aggravata dai sensi .di colpa.
Che consigli le si può dare?
- magari, prima di iniziare a lavorare sull’armonizzazione dei rapporti è meglio preparare il terreno: il programma base è quello della 

BIORISONANZA DELLE FREQUENZE DELL’ASCENSIONE http://it.advanced-mind-institute.org/…/biorisonanza-freque…. Le prime tre frequenze (174-285-396 Hz) si riferiscono al subconscio; e contribuiscono alla liberazione dalle vibrazioni della PAURA, COLPA, COMPLESSI che sono tutte radicate nel subconscio. Da ascoltare TUTTE LE MATTINE, come regola. E’ un “risvegliante” per il subconscio, aiuta a ripulirlo e a sintonizzarsi sulle frequenze giuste.
- Tramite lo stereo, si può ascoltare spesso “Il Suono OM” (l’ho tradotto, a giorni dovrebbero metterlo), che riempie di giuste vibrazioni l’ambiente a agisce sull’umore (lo dico per esperienza diretta).
- E’ bene ascoltare il programma 

“La rimozione dei danni bio-energetici”, per un lavoro approfondito sulla negatività (i danni energetico-informazionali):
http://it.advanced-mind-institute.org/…/rimozione-del-danni…, a giorni alterni.
- E c’è anche un piccolo programma su Yuotube per l’attivazione del chakra del cuorehttps://www.youtube.com/watch?v=SH3Em2njrks, dura solo 7 minuti: tagliamo un po’ di cordono psochici che si sono attaccati a questo chakra. Vi ricordo però che coloro che vogliono fare un lavro concreto a duraturo sui chakra, è ancora meglio il programma per 

la pulizia e l’attivazione dei chakra http://it.advanced-mind-institute.org/…/l_attivazione-dei-c…

Grosso modo, questo mini-programma potrebbe andare bene per tutti coloro che soffrono di dipendenza affettive, che non sanno decidersi, che si sentono in trappola...


Advanced Mind Institute Italia




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Sviluppo spirituale e disturbi neuropsichici


di Roberto Assagioli
(scritto e pubblicato nel 1933) da casa editrice astrolabio
 

RA_farverLo sviluppo spirituale dell’uomo è un’avventura lunga e ardua, un viaggio attraverso strani paesi, pieni di meraviglie, ma anche di difficoltà e di pericoli. Esso implica una radicale purificazione e trasmutazione, il risveglio di una serie di facoltà prima inattive, l’elevazione della coscienza a livelli prima non toccati, il suo espandersi lungo una nuova dimensione interna.
Non dobbiamo meravigliarci perciò che un cambiamento così grande si svolga attraverso vari stadi critici, non di rado accompagnati da disturbi neuropsichici e anche fisici (psicosomatici).
Questi disturbi, mentre possono apparire all’osservazione clinica ordinaria uguali a quelli prodotti da altre cause, in realtà hanno significato e valore del tutto diverso e devono venir curati in modo ben differente.
Attualmente poi i disturbi prodotti da cause spirituali vanno divenendo sempre più frequenti, poiché il numero di persone che, consciamente o inconsciamente, sono assillate da esigenze spirituali va divenendo sempre maggiore.
Inoltre, a causa della maggiore complessità dell’uomo moderno e particolarmente degli ostacoli creati dalla sua mente critica, lo sviluppo spirituale è divenuto un processo interiore più difficile e complicato.
Per questa ragione è opportuno dare uno sguardo generale ai disturbi nervosi e psichici che insorgono nei vari stadi dello sviluppo spirituale, e offrire qualche indicazione riguardo ai modi più adatti ed efficaci per curarli.
Nel processo di realizzazione spirituale si possono osservare 5 stadi critici:
I. Le crisi che precedono il risveglio spirituale;
II. Le crisi prodotte dal risveglio spirituale;
III. Le reazioni che seguono al risveglio spirituale
IV. Le fasi del processo di trasmutazione;
V. La "notte oscura dell’anima".

I. Crisi che precedono lo sviluppo spirituale
Per ben comprendere il significato delle singolari esperienze interiori che sogliono precedere il risveglio dell’anima, occorre ricordare alcune caratteristiche psicologiche dell’uomo ordinario.
Questi, più che vivere, si può dire che si lasci vivere.
Egli prende la vita come viene; non si pone il problema del suo significato, del suo valore, dei suoi fini. Se è volgare, si occupa solo di appagare i propri desideri personali: di procurarsi i vari godimenti dei sensi, di diventare ricco, di soddisfare la propria ambizione. Se è d’animo più elevato, subordina le proprie soddisfazioni personali all’adempimento dei doveri familiari e civili che gli sono stati inculcati, senza preoccuparsi di sapere su quali basi si fondino quei doveri, quale sia la loro vera gerarchia, ecc. Egli può anche dichiararsi ‘religioso’ e credere in Dio, ma la sua religione è esteriore e convenzionale, ed egli si sente ‘a posto’ quando ha obbedito alle prescrizioni formali della sua chiesa e partecipato ai vari riti.
Insomma l’uomo comune crede implicitamente alla realtà assoluta della vita ordinaria ed è attaccato tenacemente ai beni terreni, ai quali attribuisce un valore positivo; egli considera così, in pratica, la vita ordinaria fine a se stessa, e anche se crede a un paradiso futuro, tale sua credenza è del tutto teorica e accademica, come appare dal fatto, spesso confessato con comica ingenuità, che desidera di andarci… il più tardi possibile.
Ma può avvenire – e in realtà avviene in alcuni casi – che quest’ "uomo ordinario" venga sorpreso e turbato da un improvviso mutamento nella sua vita interiore.
Talvolta in seguito a una serie di delusioni; non di rado dopo una forte scossa morale, come la perdita di una persona cara; ma talvolta senza alcuna causa apparente, in mezzo al pieno benessere e favore della fortuna (come avvenne a Tolstoj) insorge una vaga inquietudine, un senso di insoddisfazione, di mancanza; ma non la mancanza di qualcosa di concreto, bensì di alcunché di vago, di sfuggente, che egli non sa definire.
A poco a poco si aggiunge un senso di irrealtà, di vanità della vita ordinaria: tutti gli interessi personali, che prima tanto occupavano e preoccupavano, si ‘scoloriscono’, per così dire, perdendo la loro importanza e il loro valore. Nuovi problemi si affacciano; la persona comincia a chiedersi il senso della vita, il perché di tante cose che prima accettava naturalmente: il perché della sofferenza propria e altrui; la giustificazione di tante disparità di fortuna; l’origine dell’esistenza umana; il suo fine.
Qui cominciano le incomprensioni e gli errori: molti, non comprendendo il significato di questi nuovi stati d’animo, li considerano ubbie, fantasie anormali; soffrendone (poiché sono molto penosi), li combattono in ogni modo; temendo di ‘perdere la testa’, si sforzano di riattaccarsi alla realtà ordinaria che minaccia di sfuggir loro; anzi talvolta, per reazione, vi si gettano con maggior foga, perdutamente, cercando nuove occupazioni, nuovi stimoli, nuove sensazioni. Con questi ed altri mezzi essi riescono talora a soffocare l’inquietudine, ma non possono quasi mai distruggerla completamente: essa continua a covare nel profondo dei loro essere, a minare le basi della loro esistenza ordinaria e può, anche dopo anni, prorompere di nuovo più intensa. Lo stato di agitazione diventa sempre più penoso, il vuoto interiore più intollerabile; la persona si sente annientata: tutto ciò che formava la sua vita le sembra un sogno, sparisce come una larva, mentre la nuova luce non è ancora sorta; anzi generalmente la persona ne ignora perfino l’esistenza o non crede alla possibilità di ottenerla.
Spesso a questo tormento generale si aggiunge una crisi morale più definita; la coscienza etica si risveglia e si acuisce, la persona è assalita da un grave senso di colpa, di rimorso per il male commesso, si giudica severamente ed è colta da un profondo scoraggiamento.
A questo punto sogliono presentarsi quasi sempre idee e impulsi di suicidio. Alla persona sembra che l’annientamento fisico sia la sola logica conseguenza del crollo e dei dissolvimento interiore.
Dobbiamo far notare che questo è solo uno schema generico di tali esperienze e del loro svolgimento. In realtà vi sono numerose differenze individuali: alcuni non giungono allo stadio più acuto; altri vi arrivano quasi a un tratto, senza il graduale passaggio accennato; in alcuni prevalgono la ricerca e i dubbi filosofici; in altri la crisi morale è in prima linea.
Queste manifestazioni della crisi spirituale sono simili ad alcuni dei sintomi delle malattie dette nevrastenia e psicastenia. Uno dei caratteri di questa è appunto la ‘perdita della funzione del reale’, come la chiama Pierre janet, e un altro è la ‘spersonalizzazione’. La somiglianza è accresciuta dal fatto che il travaglio della crisi produce spesso anche dei sintomi fisici, quali esaurimento, tensione nervosa, depressione, insonnia, e svariati disturbi digestivi, circolatori, ecc.

II. Crisi prodotte dal risveglio spirituale.
L’aprirsi della comunicazione fra la personalità e l’anima, i fiotti di luce, di gioia e di energia che l’accompagnano, producono spesso una mirabile liberazione. 1 conflitti interni, le sofferenze e i disturbi nervosi e fisici spariscono, spesso con una rapidità sorprendente, confermando così che quei disturbi non erano dovuti a cause materiali, ma erano la diretta conseguenza del travaglio psico-spirituale. In questi casi il risveglio spirituale costituisce una vera e propria cura.
Ma il risveglio non si svolge sempre in modo così semplice ed armonico, bensì può essere a sua volta causa di complicazioni, disturbi e squilibri. Questo avviene in coloro la cui mente non è ben salda, o nei quali le emozioni sono esuberanti e non dominate, oppure il sistema nervoso troppo sensibile e delicato, o ancora quando l’afflusso di energia spirituale è travolgente per la sua subitaneità e violenza.
Quando la mente è troppo debole e impreparata a sopportare la luce spirituale, oppure quando vi è tendenza alla presunzione e all’egocentrismo, l’evento interiore può venire male interpretato. Avviene, per così dire, una ‘confusione di piani’: la distinzione fra assoluto e relativo, fra spirito e personalità non è riconosciuta, e allora la forza spirituale può produrre un’esaltazione, una ‘gonfiatura’ dell’io personale.
Alcuni anni or sono ho avuto occasione di osservare al manicomio di Ancona un caso tipico di questo genere. Uno dei ricoverati, un simpatico vecchietto, affermava tranquillamente ma ostinatamente… di essere Dio. Intorno a questa sua convinzione egli aveva fabbricato una serie delle più fantastiche idee deliranti; di schiere celesti ai suoi comandi, di grandi cose da lui compiute, ecc. Ma, a parte questo, egli era la persona più buona, gentile e
premurosa che si possa immaginare, sempre pronta a render servizi ai medici e ai malati. La sua mente era così chiara e attenta e i suoi atti così accurati, che era stato fatto assistente del farmacista, il quale gli affidava le chiavi della farmacia e la preparazione di medicine. Questo non diede mai luogo ad alcun inconveniente, all’infuori della sparizione di un po’ di zucchero che egli sottraeva per far con esso cosa gradita ad alcuni dei ricoverati.
Dal punto di vista medico ordinario il nostro malato verrebbe considerato come un semplice caso di delirio di grandezza, una forma paranoide; ma in realtà queste non sono che etichette puramente descrittive o di classificazione clinica, e la psichiatria ordinaria nulla sa dirci di certo sulla vera natura e sulle cause di questi disturbi. Mi sembra quindi sia lecito ricercare se non vi possa essere un’interpretazione psicologica più profonda delle idee di quel malato. E’ noto come la percezione interiore della realtà dello Spirito e della sua intima compenetrazione con l’anima umana dà a colui che la prova un senso di grandezza e di allargamento interiore, la convinzione di partecipare in qualche modo alla natura divina.
Nelle tradizioni religiose e nelle dottrine spirituali d’ogni tempo se ne possono trovare numerose attestazioni e conferme, espresse non di rado in forma assai audace.
Nella Bibbia troviamo la frase esplicita e recisa: «Non sapete che siete Dei? " E sant’Agostino dice: "Quando l’anima ama qualcosa, diventa a essa simile; se ama le cose terrene, diventa terrena; ma se ama Dio (si potrebbe chiedere) diventa essa Dio?"
L’espressione più estrema della identità di natura fra lo spirito umano nella sua pura e reale essenza e lo Spirito Supremo è contenuta nell’insegnamento centrale della filosofia Vedanta: Tat twam asi (Tu sei Quello) e Aham evam param Brahman (In verità io sono il Supremo Brahman).
Comunque si voglia concepire questo rapporto fra lo spirito individuale e quello universale, sia che lo si consideri come un’identità 0 come una somiglianza, una partecipazione, una unione, bisogna riconoscere in modo ben chiaro, e tener sempre presente in teoria e in pratica, la grande differenza che esiste fra lo spirito individuale nella sua natura essenziale – quello che è stato chiamato il ‘fondo’ o il «centro o apice» dell’anima, l’Io superiore, il Sé reale – e la piccola personalità ordinaria, il piccolo io di cui siamo abitualmente consapevoli
Il non riconoscere tale distinzione porta a conseguenze assurde e Pericolose. Questo ci dà la chiave per comprendere lo squilibrio mentale del malato di cui ho fatto cenno, e altre forme meno estreme di autoesaltazione e di autogonfiatura. L’errore funesto di tutti coloro che cadono in preda a tali illusioni è quello di attribuire al proprio io personale non rigenerato le qualità e i poteri dello Spirito. In termini filosofici si tratta di una confusione fra realtà relativa e Realtà assoluta, fra il piano personale e quello metafisico. Da questa interpretazione di certe idee di grandezza si possono trarre anche utili norme curative. Essa ci mostra come il cercare di dimostrare al malato che egli ha torto, che le sue idee sono dei tutto assurde o il deriderle, non serve a nulla; anzi non fa che inasprirlo. Invece è opportuno riconoscere con lui l’elemento di vero che c’è nelle sue affermazioni e poi cercar pazientemente di fargli comprendere la distinzione suaccennata.
In altri casi l’improvvisa illuminazione interna prodotta dal risveglio dell’anima determina invece un’esaltazione emotiva, che si esprime in modo clamoroso e disordinato: con grida, pianto, canti e agitazioni motorie varie.
Coloro poi che sono di tipo attivo, dinamico, combattivo, possono venir spinti dall’eccitazione del risveglio ad assumere la parte del profeta o del riformatore, formando movimenti e sette caratterizzati da un eccessivo fanatismo e proselitismo.
In certe anime nobili, ma troppo rigide ed eccessive, la rivelazione dell’elemento trascendente e divino del proprio spirito suscita un’esigenza di adeguazione completa e immediata a quella perfezione. Ma in realtà tale adeguazione non può essere semmai che il termine di una lunga e graduale opera di trasformazione e di rigenerazione della personalità; quindi quell’esigenza non può che esser vana e provocare reazioni di depressione e di disperazione autodistruttive.
In alcune persone, a ciò predisposte, il ‘risveglio’ si accompagna con manifestazioni psichiche paranormali di vario genere. Esse hanno visioni, generalmente di esseri elevati o angelici, oppure odono delle voci, o si sentono spinte a scrivere automaticamente. Il valore dei messaggi così ricevuti è assai diverso da caso a caso; perciò occorre che essi vengano sempre esaminati e vagliati obiettivamente, senza prevenzioni, ma anche senza lasciarsi imporre dal modo con cui sono pervenuti, né dalla presunta autorità di chi asserisca esserne l’autore. t opportuno diffidare soprattutto dei messaggi che contengono ordini precisi e richiedono obbedienza cieca, e di quelli che tendono a esaltare la personalità del ricevente. 1 veri istruttori spirituali non usano mai tali metodi.
Prescindendo poi dall’autenticità e dal valore intrinseco di quei messaggi, sta il fatto che essi sono pericolosi perché possono facilmente turbare, anche in modo grave, l’equilibrio emotivo e mentale.

III. Le reazioni che seguono al risveglio spirituale.
Queste reazioni si producono generalmente dopo un certo tempo.
Come abbiamo accennato, un risveglio spirituale armonico suscita un senso di gioia, e una illuminazione della mente che fa percepire il significato e lo scopo della vita, scaccia molti dubbi, offre la soluzione di molti problemi e dà un senso di sicurezza interiore. A questo si accompagna un vivido senso dell’unità, della bellezza, della santità della vita, e dall’anima risvegliata s’effonde un’onda di amore verso le altre anime e tutte le creature.
Invero non vi è nulla di più lieto e confortante dei contatto con uno di questi ‘risvegliati’ che si trovi in un tal ‘stato di grazia’. La sua personalità di prima, coi suoi angoli acuti e coi suoi elementi sgradevoli, sembra sparita e una nuova persona, simpatica e piena di simpatia, sorride a noi e al mondo intero, tutta desiderosa di dar piacere, di rendersi utile, di condividere con gli altri le sue nuove ricchezze spirituali di cui non sa contenere in sé la sovrabbondanza.
Questo stato gioioso dura più o meno a lungo, ma è destinato a cessare. La personalità ordinaria, coi suoi elementi inferiori, era stata solo temporaneamente sopraffatta e addormentata, non uccisa o trasformata. Inoltre l’afflusso di luce e di amore spirituale è ritmico e ciclico come tutto quanto avviene nell’universo; esso quindi prima o poi diminuisce o cessa: il flusso è seguito dal riflusso.
Questa esperienza interna è penosissima, e in alcuni casi produce reazioni violente e seri disturbi. Le tendenze inferiori si risvegliano e si riaffermano con forza rinnovata; tutti gli scogli, i detriti, i rifiuti, che erano stati ricoperti dall’alta marea, ricompaiono di nuovo.
La persona, la cui coscienza morale si è fatta, in seguito al risveglio, più raffinata ed esigente, la cui sete di perfezione è divenuta più intensa, si giudica con maggior severità, si condanna con maggior rigore e può credere, erroneamente, di esser caduta più in basso di prima. A ciò può essere indotta anche dal fatto che talvolta certe tendenze e impulsi inferiori, che erano rimasti latenti nell’inconscio, vengono risvegliati e stimolati a una violenta opposizione dalle nuove alte aspirazioni spirituali, che sono per essi una sfida e una minaccia.
Talvolta la reazione va così oltre, che la persona giunge fino a negare il valore e la realtà della propria recente esperienza interiore. Dubbi e critiche sorgono nella sua mente ed essa è tentata di considerare tutto ciò che è avvenuto come un’illusione, una fantasia, una ‘montatura sentimentale’. Essa diviene amara e sarcastica; deride se stessa e gli altri e vorrebbe rinnegare i propri ideali e le proprie aspirazioni spirituali. Eppure, per quanto si sforzi di farlo, essa non può ritornare nello stato di prima: ha avuto la visione e il fascino della sua bellezza resta in lei, non può esser dimenticato. Essa non può più adattarsi a viver soltanto la piccola vita comune; una divina nostalgia la assilla e non le dà requie. Talvolta la reazione assume caratteri nettamente morbosi: insorgono accessi di disperazione e tentazioni di suicidio.
La cura di tali reazioni eccessive consiste soprattutto nell’impartire una chiara comprensione della loro natura e nell’indicare qual è il solo modo nel quale si possono superare. Si deve far capire a chi ne soffre che lo ‘stato di grazia’ non poteva durare per sempre, che la reazione era naturale e inevitabile. È come se egli avesse fatto un volo superbo fin presso alle vette illuminate dal sole, ammirando il vasto paesaggio che si stende fino all’orizzonte; ma ogni volo prima o poi deve finire: si viene riportati alla pianura, e si deve poi ascendere lentamente, passo a passo, il ripido pendio che conduce alla stabile conquista delle cime. Il riconoscimento che questa discesa o ‘caduta’ è un evento naturale, al quale tutti siamo sottoposti, conforta e solleva il pellegrino e lo incoraggia ad accingersi animosamente all’ascesa.

IV. Le fasi del processo di trasmutazione.
L’ascesa di cui abbiamo fatto cenno consiste in realtà nella trasmutazione e rigenerazione della personalità. Un procedimento lungo e complesso, che è composto di fasi di purificazione attiva per rimuovere gli ostacoli all’afflusso e all’azione delle forze spirituali; fasi di sviluppo delle facoltà interiori che erano rimaste latenti o troppo deboli; fasi nelle quali la personalità deve restare ferma e docile, lasciandosi ‘lavorare’ dallo Spirito e sopportando con coraggio e pazienza le inevitabili sofferenze. L un periodo pieno di cambiamenti, di alternative fra luce e tenebra, fra gioia e dolore.
Le energie e l’attenzione di chi vi si trova sono spesso tanto assorbite dal travaglio che gli riesce difficile far fronte alle varie esigenze della sua vita personale.
Perciò chi l’osservi superficialmente e lo giudichi dal punto di vista della normalità e dell’efficienza pratica, trova che è peggiorato e vale meno di prima. Perciò al suo travaglio interiore si aggiungono spesso giudizi incomprensivi e ingiusti da parte di persone di famiglia, di amici e anche di medici, e non gli vengono risparmiate osservazioni pungenti sui ‘bei risultati’ delle aspirazioni e degli ideali spirituali, che lo rendono debole e inefficiente nella vita pratica. Questi giudizi riescono spesso assai penosi a chi ne è oggetto, che può talvolta venirne turbato e cadere in preda ai dubbi e allo scoraggiamento.
Pure questa è una delle prove che devono essere superate. Essa insegna a vincere la sensibilità personale, ad acquistare indipendenza di giudizio e fermezza di condotta. Perciò tale prova dovrebbe venir accolta senza ribellione, anzi con serenità. D’altra parte se coloro che circondano la persona sottoposta alla prova comprendono il suo stato, possono esserle di grande aiuto ed evitarle molti contrasti e sofferenze non necessarie.
In realtà si tratta di un periodo di transizione: un uscire da un vecchio stadio senza aver raggiunto il nuovo. t una condizione simile a quella del verme che sta subendo il processo di trasformazione che lo farà diventare un’alata farfalla: esso deve passare per lo stato di crisalide, che è una condizione di disintegrazione e impotenza.
Ma all’uomo in generale non viene elargíto il privilegio che ha il verme di svolgere quella trasmutazione protetto e raccolto in un bozzolo.
Egli deve, soprattutto oggi, restare al suo posto nella vita e continuare ad assolvere quanto meglio può i propri doveri famigliari, professionali e sociali, come se non stesse avvenendo nulla in lui. L’arduo problema che deve risolvere è simile a quello degli ingegneri inglesi, che dovettero trasformare e ampliare una grande stazione ferroviaria di Londra, senza interrompere il traffico neppur per un’ora.
Non dobbiamo certo meravigliarci se un’opera così complessa e faticosa è talvolta causa di disturbi nervosi e psichici, ad esempio esaurimento nervoso, insonnia, depressione, irritabilità, irrequietezza. E questi disturbi, dato il forte influsso della psiche sul corpo, possono a foro volta facilmente produrre svariati sintomi fisici.
Nel curare tali casi occorre comprenderne la vera causa, e aiutare il malato con una sapiente e opportuna azione psicoterapica, poiché le cure fisiche e medicamentose possono aiutare ad attenuare i sintomi e i disturbi fisici, ma evidentemente non possono agire sulle cause psico-spirituali del male.
Talvolta i disturbi sono prodotti o aggravati dagli eccessivi sforzi personali che fa l’aspirante alla vita spirituale per forzare il proprio sviluppo interno, sforzi che producono una repressione anziché la trasformazione degli elementi inferiori, e una estrema intensificazione della lotta, con una corrispondente eccessiva tensione nervosa e psichica. Questi aspiranti troppo impetuosi devono rendersi conto che la parte essenziale dei lavoro di rigenerazione è fatta dallo spirito e dalle sue energie, e che quando essi hanno cercato di attirare quelle energie col loro fervore, le loro meditazioni, il loro retto atteggiamento interno, quando hanno cercato di eliminare tutto quello che può ostacolare l’azione dello spirito, devono attendere con pazienza e con fede che quell’azione si svolga spontaneamente nella loro anima.
Una difficoltà diversa in un certo senso opposta, deve essere superata nei periodi nei quali l’afflusso di forza spirituale è ampio e abbondante. Quella forza preziosa può venir facilmente sperperata in effervescenza emotiva e in attività febbrili ed eccessive. In altri casi invece essa è tenuta troppo a freno, non viene sufficientemente tradotta in vita e utilizzata, di modo che si accumula sempre più e con la sua forte tensione può produrre disturbi e logorii interiori, come una corrente elettrica troppo forte può fondere le valvole e anche produrre dei corti circuiti.
Occorre quindi apprendere a regolare opportunamente e saggiamente il flusso delle energie spirituali, evitandone la dispersione, ma usandole attivamente in nobili e feconde opere interne ed esterne.

V. La ‘notte oscura dell’anima’.
Quando il processo di trasformazione psico-spirituale raggiunge il suo stadio finale e decisivo, esso produce talvolta un’intensa sofferenza e un’oscurità interiore che è stata chiamata dai mistici cristiani ‘notte oscura dell’anima’ 1 suoi caratteri la fanno rassomigliare molto alla malattia chiamata ‘psicosi depressiva’ o melanconia. Tali caratteri sono: uno stato emotivo d’intensa depressione, che può giungere fino alla disperazione; un senso acuto della propria indegnità; una forte tendenza all’autocritica e all’autocondanna, che in alcuni casi giunge fino alla convinzione di esser perduti o dannati; un senso penoso di impotenza mentale; l’indebolimento della volontà e dell’autodominio; un disgusto e una grande difficoltà ad agire.
Alcuni di questi sintomi possono presentarsi in forma meno intensa anche negli stadi precedenti, ma allora non si tratta della vera ‘notte oscura dell’anima’.
Questa strana e terribile esperienza non è, malgrado le apparenze, uno stato patologico; essa ha cause spirituali e un grande valore spirituale (Vedi san Giovanni della Croce, La notte oscura dell’anima e E. Underhill Mysticism – New York, 1961).
A questa, che è stata anche chiamata la ‘crocefissione mistica’ o morte mistica’, segue la gloriosa resurrezione spirituale che pone fine a ogni sofferenza e a ogni disturbo, dei quali è sovrabbondante compenso, e che costituisce la pienezza della salute spirituale.
Il tema da noi scelto ci ha obbligati a occuparci quasi esclusivamente dei lati più penosi e anormali dello sviluppo interiore, ma non vorremmo certo dar l’impressione che coloro che seguono la via dell’ascesa spirituale siano colpiti da disturbi nervosi più facilmente degli uomini ordinari. L opportuno perciò mettere bene in chiaro i punti seguenti:
1) In molti casi lo sviluppo spirituale si svolge in un modo più graduale e armonico di quello che è stato descritto, di guisa che le difficoltà vengono superate e i diversi stadi passati senza reazioni nervose e fisiche.
2) 1 disturbi nervosi e mentali degli uomini e delle donne ‘ordinari’ sono spesso più gravi, più difficili a sopportare e a curare di quelli prodotti da cause spirituali. 1 disturbi degli uomini ordinari sono spesso prodotti da conflitti violenti fra le passioni, o fra gli impulsi inconsci e la personalità cosciente; o dalla ribellione contro condizioni o contro persone che sono in contrasto coi loro desideri e le loro esigenze egoistiche. Noti di rado è più difficile curarli, perché gli aspetti superiori sono troppo deboli. e vi è poco a cui fare appello per indurli a fare i sacrifici necessari e a sottomettersi alla disciplina occorrente per produrre gli assestamenti l’armonia che possono render loro la salute.
3) Le sofferenze e i disturbi di coloro che percorrono la via spirituale, per quanto possano talora essere gravi, sono in realtà solo reazioni temporanee e per così dire le scorie di un processo organico di crescita e di rigenerazione interna. Perciò essi spariscono spesso spontaneamente quando la crisi che li aveva prodotti si risolve, o cedono più facilmente a una cura adatta.
4) Le sofferenze prodotte dalle basse maree e dai riflussi dell’onda spirituale sono ampiamente compensate dalle fasi di afflusso e di elevazione, e dalla fede nel grande scopo e nell’alta mèta dell’avventura interiore.
Questa visione di gloria costituisce un , ispirazione potente, un conforto infallibile, una sorgente inesauribile di forza e di coraggio. Noi dovremmo quindi rievocare tale visione nel modo più vivido e il più spesso possibile, e uno dei più grandi benefici che possiamo arrecare a chi è tormentato da crisi e conflitti spirituali è H di a fare altrettanto.
Cerchiamo di immaginare vividamente la gloria e la beatitudine dell’anima vittoriosa e liberata che partecipa coscientemente alla saggezza, alla potenza, all’amore della Vita Divina. Immaginiamo con visione ancor più larga la gloria del Regno di Dio realizzato sulla terra, la visione di una umanità redenta, dell’intera creazione rigenerata e manifestante con gioia le perfezioni di Dio.
Sono visioni di tal genere che hanno reso capaci i grandi mistici e santi di sopportare sorridendo i loro tormenti interiori e il loro martirio fisico, che hanno fatto dire a san Francesco: "Tanto è il bene che m’aspetto che ogni pena mi è diletto!".
Ma ora dobbiamo scendere da queste altezze e ritornare un istante nella valle ove le anime sono in travaglio.
Considerando la questione dal punto di vista più strettamente medico e psicologico, occorre rendersi ben conto che – come abbiamo accennato – mentre i disturbi che accompagnano le varie crisi dello sviluppo spirituale appaiono a un primo esame molto simili, e talvolta identici, a quelli dei malati ordinari in realtà le loro cause e il loro significato sono molto differenti, anzi in un certo senso opposti; quindi la cura deve essere corrispondentemente diversa. I sintomi neuro-psichici dei malati ordinari hanno generalmente un carattere regressivo.
Quei malati non sono stati capaci di compiere i necessari assestamenti interni ed esterni che fari parte del normale sviluppo della personalità. Per esempio, essi non sono riusciti a liberarsi dall’attaccamento emotivo ai genitori e restano quindi in uno stato di dipendenza infantile da essi o da chi, anche simbolicamente, li sostituisce.
Talvolta invece la loro incapacità o cattiva volontà a far fronte alle esigenze e alle difficoltà della normale vita familiare e sociale fari sì che essi, anche senza rendersene conto, cerchino rifugio in una malattia che li sottragga a quegli obblighi. In altri casi si tratta di un trauma emotivo: per esempio una delusione o una perdita che essi non sanno accettare e a cui reagiscono con una malattia.
In tutti questi casi si tratta di un conflitto fra la personalità cosciente e gli elementi inferiori che spesso operano nell’inconscio. con la parziale vittoria di questi ultimi.
Invece i mali prodotti dal travaglio dello sviluppo spirituale hanno un carattere nettamente progressivo. Essi dipendono dallo sforzo. di crescere, da una spinta verso l’alto; essi sono il risultato di conflitti e squilibri temporanei fra la personalità cosciente e le energie spirituali che irrompono dall’alto.
Da tutto ciò risulta evidente che la cura per i due tipi di malattie deve essere molto diversa.
Per il primo gruppo il compito terapeutico consiste nell’aiutare il inalato a raggiungere il livello dell’uomo ‘normale’, eliminando le repressioni e le inibizioni, le paure e gli attaccamenti, aiutandolo a passare dal suo eccessivo egocentrismo, dalle sue false valutazioni dalle sue concezioni deformate della realtà a una visione oggettiva e razionale della vita, all’accettazione dei suoi doveri e obblighi e a un giusto apprezzamento dei diritti degli altri. Gli elementi non ben sviluppati, non coordinati e contrastanti, devono venir armonizzati e integrati in una psico-sintesi personale.
Per i malati del secondo gruppo il compito curativo è invece quello di produrre un assestamento armonico, favorendo l’assimilazione e l’integrazione delle nuove energie spirituali con gli elementi normali preesistenti, cioè di compiere una psico-sintesi trans-personale intorno a un più alto centro interno.
E’ chiaro quindi che la cura adatta per i malati del primo gruppo è insufficiente, anzi può essere anche dannosa, per un malato del secondo. Le sue difficoltà aumentano, anziché diminuire, se egli è nelle mani di un medico che non comprenda il suo travaglio, che ignori o neghi le possibilità dello sviluppo spirituale. Tale medico può svalutare o deridere le aspirazioni spirituali del malato, considerandole come vane fantasie o interpretandole in modo materialistico. Così il malato può venir da lui indotto a ritener di far bene cercando di indurire il guscio della propria personalità e rifiutandosi di dare ascolto agli insistenti appelli della sua anima. Ma questo può solo aggravare il suo stato, render più aspra la lotta, ritardare la soluzione.
Invece un medico che percorra egli pure la via spirituale, o che almeno abbia una chiara comprensione e un giusto apprezzamento della realtà e delle conquiste spirituali, può essere di grande aiuto a un malato di quel genere.
Se, come spesso è il caso, questi è ancora allo stadio dell’insoddisfazione, dell’irrequietezza e delle inconsce aspirazioni; se egli ha perduto ogni interesse per la vita ordinaria ma non ha ancora avuto un lume della Realtà Superiore; se egli cerca sollievo in direzioni sbagliate ed erra per vicoli ciechi, allora la rivelazione della vera causa del suo male e un aiuto efficace a trovare la vera soluzione possono facilitare e accelerare molto il risveglio dell’anima, che costituisce di per se stesso la parte principale della cura.
Quando una persona si trova al secondo stadio, quello nel quale si bea nella luce dello spirito e fa gioiosi voli verso le altezze super-coscienti, si può farle molto bene spiegandole la vera natura e funzione di quelle sue esperienze, preavvisandola che esse sono necessariamente temporanee e descrivendole le ulteriori vicissitudini del pellegrinaggio. Così quella persona è preparata quando sopraggiunge la reazione, e le viene in tal modo risparmiata quella parte non piccola di sofferenza, prodotta dalla sorpresa della ‘caduta’ e dai dubbi e dagli scoraggiamenti che ne conseguono.
Quando un tal preavviso non è stato dato e la cura viene iniziata durante la reazione depressiva, il malato può essere molto sollevato e aiutato dall’assicurazione, avvalorata da esempi, che si tratta di uno stato temporaneo dal quale uscirà sicuramente.
Nel quarto stadio, quello degli ‘incidenti dell’ascesa’, che è il più lungo e multiforme, l’opera di chi aiuta e corrispondentemente più complessa. 1 suoi aspetti principali sono:
1) Chiarire a colui che soffre il significato di quanto sta avvenendo in lui e indicargli il giusto atteggiamento da prendere;
2) Insegnargli come si può dominare le tendenze inferiori senza però reprimerle nell’inconscio;
3) Insegnargli, ed aiutarlo, a trasmutare e sublimare le proprie energie psichiche;
4) Aiutarlo a sostenere e far buon uso delle energie spirituali che affluiscono nella sua coscienza;
5) Guidarlo, e cooperare con lui, nel lavoro di ricostruzione della sua personalità, di psico-sintesi.
Nello stadio della ‘notte oscura dell’anima’ è assai difficile prestare aiuto, perché chi vi si trova è avvolto in una nube così densa, è tanto immerso nella sua sofferenza che la luce dello spirito non giunge alla sua coscienza. L’unico modo di dare forza e sostegno è il ripetere instancabilmente l’assicurazione che si tratta di una esperienza transitoria e non di uno stato permanente, come tende a credere chi vi si trova – ed è ciò che più gli dà disperazione. t bene inoltre assicurargli con energia che il suo tormento, per quanto terribile, ha un si grande valore spirituale e gli sarà apportatore di tanto bene che dopo arriverà a benedirlo; così egli viene aiutato a sopportarlo e ad accettarlo con calma, rassegnazione e con forte pazienza.
Riteniamo opportuno accennare che queste cure psicologiche e spirituali non escludono l’uso sussidiario di mezzi fisici, che possono alleviare i sintomi e concorrere al buon esito della cura. Tali sussidi saranno soprattutto quelli che coadiuvano all’opera sanatrice della natura, come un’alimentazione igienica, esercizi di rilasciamento, contatto con gli elementi naturali, un ritmo adatto delle varie attività fisiche e psichiche.
In alcuni casi la cura è resa più complicata dal fatto che vi è nel malato un misto di sintomi progressivi e di sintomi regressivi. Si tratta di casi di sviluppo interiore irregolare e disarmonico. Queste persone possono raggiungere alti livelli spirituali con una parte della loro personalità, ma essere d’altro lato schiave di attaccamenti infantili o sotto il dominio di ‘complessi’ inconsci. Si potrebbe anzi dire che, con un’analisi accurata, nella maggioranza di coloro che percorrono la via spirituale si trovano – come, si noti, in quasi tutti i così detti ‘normali’ – dei resti più o meno grandi di limitazioni di quel genere.
Resta però il fatto che, nella grande maggioranza dei casi, vi è una netta prevalenza o dei sintomi regressivi o di quelli progressivi.
Ma la possibilità che sintomi di entrambi i gruppi si trovino frammisti nello stesso malato deve esser sempre tenuta presente, e occorre che ogni disturbo venga accuratamente studiato e interpretato, per accertarne la vera causa e trovarne quindi la cura adatta.
Da tutto quanto abbiamo detto risulta chiaro che per curare in modo efficace e soddisfacente i disturbi nervosi e psichici che accompagnano lo sviluppo spirituale, occorre una duplice serie di conoscenze e di pratica: quella dei medico esperto di malattie nervose e di psicoterapia, e quella dei serio studioso o del pellegrino sulle vie dello Spirito.
Questa duplice competenza si trova attualmente di rado associata; ma dato il rapido crescere dei numero delle persone bisognose di simili cure, tutti coloro che siano in grado di farlo dovrebbero accingersi risolutamente a prepararsi per quell’opera di bene.
Tali cure poi sarebbero rese più facili se si potesse anche formare e assistenti opportunamente preparati, sì da saper cooperare intelligentemente.
Infine sarebbe molto utile che il pubblico in generale fosse informato dei fatti principali riguardanti le connessioni fra disturbi neuropsichici e crisi interiori, in modo che i familiari possano facilitare il compito dei malato e quello del medico, invece di complicarlo e ostacolarlo con l’ignoranza, i pregiudizi, e anche l’opposizione attiva, come purtroppo avviene assai spesso.
Quando questa triplice opera di preparazione sarà stata fatta presso i medici, le infermiere e il pubblico, una grande somma di sofferenze non necessarie verrà eliminata e molti pellegrini potranno raggiungere con meno lungo e meno aspro travaglio l’alta mèta che perseguono: l’unione con la Divina Realtà.
di Roberto Assagioli


Fonte
http://cosmosdream.it/cosmos/archives/5353
http://divinetools-raja.blogspot.it/ La Via del Ritorno... a Casa