La sofferenza ....
“La sofferenza non e’, ne’ positiva, ne’ negativa: la sofferenza e’ propria della vita. E la vita e’ crescita, e ogni crescita comporta la sofferenza come uno dei suoi ingredienti essenziali”.
Tony era solito ripetere tali affermazioni, soprattutto in situazioni concrete di sofferenza, nelle quali ci vedeva lottare e spendere molte energie. In questo modo mi ha portato a sviluppare una certa tolleranza della sofferenza e delle contraddizioni della vita.
“Se mi immunizzo in tutti i modi contro la sofferenza, mi escludero’ da qualsiasi intimita’ e crescita, mi escludero’ dalla vita stessa”.
Una volta capito che non dovevo evitare la sofferenza a ogni costo, iniziai a respirare liberamente. Fui in grado di “esplorare” con facilita’ i dolori della mia vita, come la separazione dei miei genitori. Riconobbi l’energia che viene liberata quando imparo ad accettare l’inevitabile: quei fattori sui quali non ho alcun controllo. All’inizio mi esercitai con Tony, che evidenziava questa verita’ nei momenti cruciali in cui ero piu’ vulnerabile; divenuto consapevole, in seguito continuai da solo e fui condotto nelle zone congelate della mia vita, le quali ritrovarono, a poco a poco, vita e movimento.
Mi ripetevo sovente: “E’ doloroso ma posso accettarlo, e’ un atteggiamento vitale”.
“Puoi accondiscendere e non soffrire, ma essere morto. Puoi essere libero e spontaneo e soffrire, ma essere vivo”.
Ho avuto molte occasioni di trascorrere qualche momento tranquillo con Tony. Il periodo piu’ memorabile furono i due giorni che passai con lui a Sadhana, di ritorno dall’ultimo seminario che tenne a Pune. Fu una settimana prima della sua morte. Molte cose che disse allora, mi tornano alla mente ora. Le ho applicate alla mia vita travagliata negli ultimi mesi e le ho trovate molto efficaci; mi hanno dato tanta pace e felicita’.
1. Un cuore colmo di gratitudine non puo’ mai essere infelice.
2. Ogni giorno, quando ti svegli, ricorda che potresti non vedere il domani. Se farai cosi’ godrai di ogni singolo giorno.
3. Pensa alla morte e inizierai a vivere. Noi non pensiamo mai alla morte; percio’, ci attacchiamo alle cose e alle persone e finiamo per condurre una vita miserabile nel terrore di perderle.
4. Non attaccarti alle cose nella vita: godine finche’ ci sono, ma ricorda che un giorno dovrai lasciarle, non potrai portarle con te. Vale la pena essere cosi’ infelici nel tentativo di trattenerle?
5. Una cosa che mi disse quel giorno si staglia chiaramente nella mia memoria: “Se dovessi morire domani e sapessi di dover morire, la cosa che mi renderebbe molto felice sarebbe sapere di aver aiutato tante persone. La mia esistenza su questa terra e’ stata di qualche utilita’ per l’umanita’”. Quante persone possono dire lo stesso della propria vita su questa terra? Passiamo il tempo a fare cose per noi stessi, o ad aiutare gli altri?
6. Abbiamo sempre tutto cio’ che ci serve per essere felici. Ma siamo infelici, perche’ ci concentriamo su cio’ che vogliamo e non possiamo avere.
ANTHONY DE MELLO
IL CANTO DELL’USIGNOLO
a cura di
Aurel Brys e Joseph Pulickal
http://www.pomodorozen.com/zen/la-fine-della-sofferenza-anthony-de-mello/Aurel Brys e Joseph Pulickal
http://divinetools-raja.blogspot.it/ La Via del Ritorno... a Casa
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