IL SIGNORE DEL VENTO

... Mentre guarivo dalla mia terribile ferita, non avevo altro da fare che
starmene seduto su un altipiano e guardare il mio esercito che ingrassava ed
imipigriva. Un giorno, osservando all’orizzonte i contorni evanescenti di montagne
spettrali e di valli inesplorate mi chiesi come sarebbe stato essere il Dio
Sconosciuto, la forza della Vita. Come avrei potuto diventare questa essenza
perenne?
In quell’istante il vento mi giocò un brutto scherzo che mise a dura prova la
mia pazienza. Mi sollevò il lungo mantello regale e melo fece ricadere
pesantemente sulla testa. Non era certo una situazione degna di un conquistatore
del mio rango. Poi il vento sollevò una meravigliosa nube di polvere color
zafferano e ne fece, accanto a me, una colonna che toccava il cielo- E
improvvisamente, durante un mio momento di distrazione, il vento cessò
facendomi precipitare addosso tutta la polvere.
Il vento quindi attraversò fischiando una stretta gola fino a raggiungere il
fiume e gli splendidi oliveti, dove trasformò il colore delle foglie da verde
smeraldo in argento. E fece sorridere divertita una bella fanciulla, sollevandole la
gonna fino ai fianchi. Poi soffiò via il berretto dalla testa di un bambino che lo
inseguì ridendo gioiosamente. Pretesi dal vento che tornasse da me. ma esso
rise, continuando ad infuriare nella stretta gola. Più tardi, ormai blu in viso a
forza di gridare ordini, mi lasciai cadere a terra ... ed allora venne e mi soffiò in

viso, dolcemente. ‘Questa è libertà!’

Non avevo accettato nessun essere umano come mio ideale. Ma osservando
il vento, capii che esso era un magnifico ideale per me. Perché il vento non lo si
può vedere, eppure quando nella sua furia investe qualcuno. lo travolge. E per
quanto grande e potente uno sia, al vento non può dichiarare guerra. Che cosa
gli si può fare? Tagliarlo in due con una spada? Sputargli addosso? Ti
ritornerebbe lo sputo in faccia.
Come avrebbe dovuto essere un uomo, pensai, per avere una tale libertà di
movimento ed una tale forza, per non essere mai più prigioniero dei limiti della
natura umana, per essere contemporaneamente in ogni luogo e, a differenza
degli altri uomini, per non morire mai?
Il vento era per me un’essenza fondamentale perché è magico, amante
dell’avventura e dell’esplorazione; é perenne, libero nei suoi movimenti, é senza
limiti e forma. E in questo è veramente del tutto simile all’essenza divina della
Vita. Il vento non giudica gli uomini. Non li abbandona mai. Se lo chiamate, verrà
a voi..., con amore.
Così dovrebbe essere un ideale. Perciò volevo diventare il vento. Per molti,
molti anni lo contemplai. A questo obiettivo orientai tutti i miei pensieri.
Contemplai il vento e mi immedesimai nella sua sfuggevolezza, nella sua

leggerezza e nei suoi contorni indefiniti. E contemplando il mio diventare vento,
lo diventai.
LA PRIMA VOLTA accadde circa sei anni dopo che ero stato trafitto dalla
spada. Durante quel periodo, ogni sera andavo a sedermi su un altipiano,
guardavo il cielo e contemplavo il vento. E arrivò il momento in cui, con mia
grande sorpresa, mi ritrovai vento, in alto nel cielo.
In un attimo compresi che ero molto lontano dalla piccola macchia del mio
corpo là sotto sull’altipiano. Guardando dall’alto il mio corpo, provai paura, per la
prima volta dopo il mio ferimento. E questa paura mi riportò nuovamente nel mio
corpo. Aprii gli occhi e sudando caldo e freddo, mi resi conto di essere stato in un
altro luogo, al di fuori della prigione del mio corpo. Mi sentivo come in paradiso,
ero sicuro di essere diventato il vento. Mi gettai a terra e glorificai Dio - la Fonte,
la Forza, la Causa prima, il Vento. Non dimenticherò mai quello splendido
momento in cui diventai la grazia, la bellezza e la spumeggiante vita del vento.
Compresi che ciò che mi aveva permesso di diventare il mio ideale era la mia
totale determinazione e la mia capacità a trattenere sempre chiara nel pensiero la
visione di ciò che volevo diventare.
La sera successiva mi sedetti di nuovo sulla mia roccia, esuberante di gioia
contemplai il vento e diventai…. nulla. Tentai e ritentai. Sapevo che
quell’esperienza non era semplice immaginazione perché avevo veramente
guardato da un’altra prospettiva. Sapevo di essere stato nell’aria come una
colomba o un falco ed avevo visto il mio povero sé sotto di me.
Null’altro volevo. Null’altro desideravo, tranne che diventare di nuovo questa
libertà. Ma nonostante i miei sforzi e le mie fatiche (e nonostante le mie
imprecazioni), non mi mossi dal mio posto. Rimasi li dov’ero.

PASSARONO DUE ANNI, secondo il vostro calcolo del tempo, prima che
ritornassi vento. Questa volta non accadde mentre osservavo il vento, bensì
mentre mi stavo abbandonando al sonno.
Prima di coricarmi. avevo glorificato la Fonte, il sole, la luna, le stelle, la
polvere color zafferano, il dolce profumo del gelsomino - tutto ciò avevo
glorificato! Ed appena chiusi gli occhi, mi ritrovai ad essere di nuovo il vento su
nel cielo.
Col tempo perfezionai la mia capacità di lasciare il corpo. Ma fu grazie a un
preciso fatto che capii come potevo anche raggiungere altri luoghi. Un giorno
accadde che uno dei miei uomini si trovò in una situazione estremamente
pericolosa. Era caduto da cavallo ed era rimasto impigliato con un piede nella
staffa. Nel momento in cui rivolsi il mio pensiero a lui, io ero con lui, e gli liberai il
piede. Stavo sopra di lui e gli augurai ogni bene, ma egli pensò che io fossi un
sogno.
Dopo quell’episodio imparai a viaggiare nello spazio di un attimo, perché
avevo capito che ovunque fosse il pensiero, lì era anche il pensante. E come
cambiai il mio modo di conquistare? Ero un avversario tremendo perché
conoscevo i pensieri dei miei nemici e potevo batterli in astuzia! Non mi serviva
più rovesciare i regni, aspettavo che cadessero da soli. Per molti anni feci viaggi
col pensiero in altri regni e presso altri esseri Visitai civiltà nel momento del loro
sorgere e forme di vita mai viste.

Lentamente, nel corso di molti anni, quando il pensiero di diventare il mio
ideale divenne la fondamentale forza di vita nel mio corpo, la mia anima cambiò
gradualmente la programmazione nella struttura delle cellule per elevarne la
frequenza di vibrazione. Così forte era il mio desiderio! Quanto più mi identificavo
con il vento, tanto più questo stato d’animo penetrava in tutta la mia struttura
fisica, fino a farmi diventare sempre più leggero. La gente, vedendomi, diceva:
‘Che bagliore attorno al nostro maestro!” Ed era vero! Il mio corpo vibrava ad
una frequenza più alta - era passato dalla frequenza della materia a quella della
luce.

RAMTHA

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