giovedì 23 febbraio 2012

TECNICA DI GUARIGIONE KAHI

KAHI
   
Passiamo ora ad illustrare una tecnica di guarigione chiamata KAHI.
Kahi, portando l’energia nel punto dello stress, tende a sciogliere i blocchi energetici, a rilassare le tensioni muscolari e a ripristinare le condizioni armoniche del corpo.
A seconda del sintomo può essere eseguita mettendo le mani a breve distanza dal corpo del soggetto, oppure a diretto contatto.
Non cercate di usare l’energia personale, non state facendo pranoterapia. Secondo il 3° principio della Filosofia Huna, l’energia universale agisce in base al pensiero e viene attirata dalla concentrazione mentale in un determinato punto. Tutto quello che dovete fare 



è concentrarvi sui punti del corpo sotto indicati, tenendoci sopra le mani. Ricordate che in Kahi è più importante quello che fate con la mente, di quello che fate con le mani. Secondo la medicina tradizionale hawaiana, sparsi lungo il corpo, si trovano dei punti di concentrazione dell’energia, che concettualmente corrispondono ai Chakra dello Yoga. Questi punti si chiamano “centri di potere”. I centri di potere sono 14 e precisamente:
1 - La sommità della testa (corona) 2 - Il centro del petto (timo)
3 - L’ombelico
4 - L’osso pubico

5/6 - I palmi delle mani
7/8 - Le piante dei piedi
9/10 - La giuntura delle spalle 11/12 - La giuntura delle anche

13 - La settima vertebra cervicale (l’osso sporgente alla base del collo)
14 - Il coccige
La tecnica si esegue mettendo le dita o il palmo di una mano su un centro di potere, e le dita o il palmo dell’altra mano sul punto da curare. Mantenendo questa posizione, iniziate a respirare lentamente e profondamente, concentrandovi sulla mano a contatto col centro di potere, mentre inspirate e sulla mano a contatto con il punto malato, mentre espirate. Ripetete per 7 / 8 respirazioni.
Non pensate di dover trasferire l’energia attraverso il respiro, questo serve solo ad aumentare la concentrazione, e neanche attraverso le mani, che servono solo a mantenere l’attenzione sui punti interessati.
Spostare continuamente la concentrazione da una mano all’altra, attira energia nel corpo e si viene a creare un flusso che scorre dal centro di potere alla zona bloccata. Se può aiutarvi immaginate un arcobaleno che collega le due mani.
Nello scegliere il centro di potere che volete usare, cercate quello più lontano dalla zona malata, ma che sia anche facile da raggiungere.
Questo perché più i due punti sono lontani, più si estende la zona del corpo attraversata dall’energia e il processo acquista efficacia; a patto però di essere in una posizione comoda, altrimenti la difficoltà di esecuzione può pregiudicare la concentrazione.
Non tentate di influenzare il risultato della guarigione con la volontà e con la vostra energia, se non volete sentirvi stanchi o raccogliere la malattia che state curando. Usate la vostra mente unicamente per mantenere la concentrazione: l’energia sa benissimo dove andare e il corpo del paziente sa benissimo come autoripararsi.
Il vostro impegno consiste solo nel concentrarvi al meglio e avere fiducia nella guarigione. Poiché in base al 2° principio della Filosofia Huna tutto è energeticamente collegato, ogni volta che lavorate per guarire un altro ricevete anche voi energia positiva.
Dopo aver respirato per 7 / 8 volte chiedete al paziente come sta. Se sta meglio il processo di guarigione è stato avviato e potete smettere. Altrimenti continuate per qualche altro ciclo di respirazione. In caso ce ne fosse bisogno, la terapia può essere ripresa ancora nei giorni seguenti.
A volte, dopo il trattamento, il dolore può apparentemente spostarsi in un altro punto. Questo segnala l’affiorare di una più profonda stratificazione del blocco energetico, che è potuta emergere grazie alla rimozione di quella più esterna. In questo caso ripetete la tecnica sul nuovo punto dolorante.
Se il sintomo dovesse persistere, anche dopo vari giorni di trattamento, probabilmente lo stress è dovuto a paura o rabbia.
Inoltre a volte la guarigione ha un effetto solo temporaneo e dopo un po’ il sintomo torna a manifestarsi.
In tutti questi casi il solo aumento dell’energia non è completamente risolutivo e sarà necessario lavorare anche con le tecniche di rielaborazione dei contenuti inconsci, che 



innescano quei particolari sintomi. Vi rimando alle tecniche di elaborazione del sogno e del Viaggio Sciamanico.
Kahi può essere fatto su sé stessi e sugli altri. 


KAHI A DISTANZA    


Kahi può essere fatto anche a distanza, poiché come abbiamo detto, non è indispensabile usare le mani, l’unica cosa che conta è la concentrazione.
La dimensione mentale non è limitata dallo spazio e dal tempo, basta pensare a qualcosa o qualcuno e il contatto è stabilito, inoltre l’energia è presente in qualsiasi punto del cosmo e può essere indirizzata in tempo reale verso qualunque obiettivo abbiate scelto.

Quindi potete fare Kahi immaginando le vostre mani sul corpo di un’altra persona, mentre eseguite effettivamente la respirazione.
Questo è particolarmente utile quando il soggetto è lontano, ma può essere fatto anche per voi e per gli altri, tutte le volte che dovete trattare una zona irraggiungibile, ad es. volete curare la vostra schiena, oppure quando il contatto è controindicato, ad es. per curare una ferita.

Quando inviate energia a distanza a qualcuno che non è al corrente del vostro intervento, scegliete un orario serale o notturno in cui presumete che il soggetto sia in casa o a riposo. Il sopraggiungere del flusso energetico è maggiormente fruito se si è rilassati, inoltre il rilassamento indotto dall’energia potrebbe risultare controproducente mentre si sta svolgendo un compito che richiede attenzione, come ad es. guidare una macchina. 




   






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