Tutto accade a chi è contento, perché la soddisfazione è tutto!


Tutto accade a chi è contento, perché la soddisfazione è tutto!
Non è un risultato, non devi far pratica per imparare ad accontentarti in modo che tutto ti accada: il divino, la beatitudine e il nirvana, no. La soddisfazione in sé è il punto.
Un essere umano contento è consapevole del fatto che la soddisfazione è tutto, tutto quanto è già accaduto. Il suo dire di sì si espande sempre di più. Il suo essere è sempre più sintonizzato con l’accettazione.
Diventa sempre più consapevole del fatto che in ogni circostanza le cose sono come dovrebbero essere.
Se sei puro, accontentarti è possibile. Significa vedere il Tutto nella sua immensa bellezza. Accontentarti ti viene naturale se osservi il mattino, quanto è bello; se osservi il pomeriggio, quanto è bello; se osservi la notte, quanto è bella. Se riesci ad osservare quel che ti circonda, costantemente, in questo flusso di meraviglia.
Ogni istante è un miracolo, ma tu sei completamente cieco. I fiori sbocciano e non li vedi mai; i bimbi ridono e non li ascolti mai; i fiumi cantano e sei sordo; le stelle danzano e sei cieco. I buddha arrivano e cercano di svegliarti, ma sei profondamente addormentato. In questo modo, non è possibile farti contento.
Accontentarsi significa essere consapevoli del fatto che tutto quel che cerchi è già qui. Se riesci a renderti appena appena conto di quel che già accade, che cosa ti puoi aspettare di più? Pretendere di più sarebbe vera e propria ingratitudine. Se riesci a vedere il tutto, semplicemente ringrazierai. Sentirai un’immensa gratitudine provenire dalle profondità del tuo essere. Ti troverai a dire: “Va tutto bene, tutto è bellissimo, tutto è santo. Sono grato perché non me lo sono guadagnato e mi è stata data la fortuna, l’opportunità di vivere, di respirare, di sentire, di vedere gli alberi fiorire e di udire gli uccelli cantare”.
Se riesci a esserne consapevole… basta solo un pò di consapevolezza e ti accorgerai che non ha nulla da cambiare, nulla da desiderare. Ti è già stato dato tutto quello di cui hai bisogno. Non riesci a rendertene conto per via delle tue lamentele, sei immerso in una nuvola di lamentele, di negatività. I tuoi occhi sono annebbiati dal fumo e non riesci a scorgere la fiamma. Dovunque tu vada, vedrai sempre il desiderio come l’orizzonte… laggiù, da qualche parte nel futuro. Sarà sempre così. E quando proietti il desiderio nel futuro, sei scontento. Ed essere scontenti è l’inferno. Quando riesci a comprendere questo, guardi la realtà non attraverso lo schermo del desiderio, ma nell’immediato, direttamente. Metti da parte il desiderio e osservi, semplicemente. Apri gli occhi e tutto appare talmente perfetto.
Io l’ho provato! Ecco perché ve lo dico. È talmente perfetto che non c’è nulla da migliorare. A quel punto, sei davvero contento. Il sole bruciante del desiderio sparisce e la brezza silenziosa della sera, l’oscurità, scendono su di te e presto di avvolgeranno, sarai avvolto nel calore della notte, nell’utero della felicità. Accontentarsi è un modo di vedere, ma accade solo quando sei innocente, leggero, senza pesi.
La gratitudine è certamente uno dei più preziosi processi alchemici. Se prende possesso di te, allora ogni tipo di nevrosi, psicosi, o qualsiasi altra psicopatologia, svanisce in modo del tutto naturale…
Per me, questa è l’unica preghiera.
Tutte le altre preghiere sono costruite dall’uomo. Questa è la sola preghiera che si manifesta in te come il profumo dai fiori: una preghiera non detta, non espressa in parole, ma vissuta. È espressa in ogni tua azione, in ogni tuo gesto.
Osho
La mente si lamenta in continuazione. Dalla culla alla tomba, è tutto un viaggio di lamentele. Ecco come ci perdiamo la grande opportunità di crescere, di amare, di esistere, di godere delle cose. Ci sarebbe talmente tanto per cui danzare, cantare, amare. Dobbiamo modificare quest’abitudine di lamentarci. Invece di lamentarvi, imparate l’arte della gratitudine. Ecco cos’è la meditazione, l’arte della gratitudine. Se vi spostate dalla lamentela alla gratitudine, dall’infelicità alla felicità, tutta la vostra visione della vita cambia, l’intera prospettiva. Improvvisamente la primavera sboccia nel vostro essere, migliaia di fiori sbocciano nella vostra coscienza e il primo fiore a sbocciare è quello dell’amore.
Chi è contento non è altro che amore. Non è neppure colui che ama, è amore e basta. Ama per l’amore in sé, perché è questo il modo in cui manifesta la propria gratitudine all’esistenza. Questa è la sua gratitudine, la sua preghiera. Ama il mondo intero e non chiede nulla in cambio. Da’ semplicemente perché ha ricevuto così tanto dall’esistenza che pensa di doverne condividere un pò.
Il miracolo sta nel fatto che più condividiamo e più ci torna indietro. Quando impari il segreto e la matematica del condividere, non puoi essere avaro: continui semplicemente a condividere sempre di più, perché più condividi e più ottieni in cambio. Condividi la tua beatitudine, condividi il tuo amore, condividi la tua comprensione. Condividi tutto ciò che possiedi, tutte le tue ricchezze interiori. È proprio questo tipo di condivisione che intendo quando dico che l’uomo felice diventa l’amore stesso.
Cambia il tuo stato mentale dall’infelicità alla felicità e osserva il miracolo: l’amore inizia a fluire dentro di te in migliaia di fiumi, in una miriade di dimensioni e di prospettive diverse. La vita diventa un tale splendore, incomprensibile all’intelletto, insondabile per la mente, un grande mistero, l’estasi suprema.
Tratto da Osho Times Ott. 2009

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