attenzione tra le sopracciglia, lascia che la mente preceda il pensiero. Lascia che la forma si riempia con l’essenza del respiro fino alla sommità della testa e lì piova come luce.

Quando Pitagora, uno dei maggiori filosofi greci, arrivò in Egitto per entrare in una scuola,
una scuola esoterica segreta di misticismo, venne rifiutato. E Pitagora era una delle
migliori menti mai generate. Non riusciva a capire. Fece domanda diverse volte, ma gli
venne detto che, se non fosse passato attraverso un particolare addestramento di digiuno
e respirazione, non sarebbe stato ammesso alla scuola. Si dice che Pitagora abbia
risposto: “Sono venuto per la conoscenza, non per una sorta di disciplina”. Ma le autorità
della scuola dissero: “Non possiamo darti della conoscenza a mento che tu non sia
diverso. E, in realtà, non siamo affatto interessati alla conoscenza, siamo interessati
all’esperienza reale. Nessuna conoscenza è tale se non è vissuta e sperimentata. Perciò
dovrai fare quaranta giorni di digiuno respirando continuamente in un determinato modo,
con una particolare consapevolezza su particolari punti”. Non c’era altra via, perciò
Pitagora dovette sottoporsi a questo addestramento. Dopo quaranta giorni di digiuno e di
respirazione, consapevole, attento, gli fu permesso di entrare nella scuola. Si dice che
Pitagora affermò: “Non state ammettendo Pitagora. Sono un uomo diverso, sono rinato.
Avevate ragione e io avevo torto, perché prima il mio intero punto di vista era intellettuale.
Con questa purificazione il centro del mio essere è cambiato: dall’intelletto è sceso al
cuore. Ora posso sentire le cose. Prima di questo addestramento potevo capire solo con
l’intelletto, con la testa. Ora posso sentire. Ora la verità non è più un concetto per me, ,ma
vita. Non sarà una filosofia, ma piuttosto, un’esperienza, sarà esistenziale”. Qual era
l’addestramento cui si sottopose? Questa quinta tecnica è quella che fu data a Pitagora.
Venne data in Egitto, di fatto la tecnica è indiana.
La quinta tecnica di respirazione: “L’attenzione tra le sopracciglia, lascia che la mente
preceda il pensiero. Lascia che la forma si riempia con l’essenza del respiro fino alla
sommità della testa e lì piova come luce”.
Questa tecnica fu data a Pitagora, che la riportò in Grecia e, così, divenne il principio, lo
strumento che diede vita a tutto il misticismo occidentale. Pitagora è dunque il padre di
tutto il misticismo occidentale. E’ una tecnica molto profonda. Cerca di capire:
“L’attenzione tra le sopracciglia…”. La fisiologia moderna, la ricerca scientifica, afferma
che, tra le due sopracciglia, si trova una ghiandola, e che questa è la parte più misteriosa
di tutto il corpo: è detta ghiandola pineale, ed è il terzo occhio dei tibetani: shivanetra,
l’occhio di Shiva, nel Tantra. Tra i due occhi c’è un terzo occhio, che esiste ma non è
attivo. E’ lì: può funzionare in qualsiasi momento, ma non funziona spontaneamente, per
aprirlo si deve fare qualcosa. Non è cieco, è semplicemente chiuso. Questa tecnica serve
ad aprirlo. “L’attenzione tra le sopracciglia…”. Chiudi gli occhi, poi falli convergere proprio
nel mezzo delle sopracciglia, focalizzati esattamente nel mezzo degli occhi chiusi, come
se guardassi esattamente nel mezzo, con entrambi. Dagli totale attenzione. Questo è uno
dei metodi più semplici per essere attenti. Non puoi prestare attenzione a nessun’altra
parte del corpo così facilmente: questa ghiandola assorbe l’attenzione con estrema facilità.
Se le dai tutta la tua attenzione, gli occhi verranno ipnotizzati dal terzo occhio. Si fissano,
non si possono muovere. Se cerchi di essere attento a qualsiasi altra parte del corpo, è
difficile. Questo terzo occhio è un magnete naturale, attiva l’attenzione, la forza. Ecco
perché in tutto il mondo questo è uno dei metodi più usati. E’ il più semplice per addestrare
l’attenzione: non sei solo tu che cerchi di essere attento, la ghiandola stessa ti aiuta, è
magnetica, la tua attenzione viene spinta con forza verso di essa: viene assorbita. Nelle
antiche scritture tantriche si dice che l’attenzione è cibo per il terzo occhio. E’ affamato, è
stato affamato per vite e vite. Se gli presti attenzione, prende vita. Diventa vivo! Gli viene
dato nutrimento. E quando sai che l’attenzione è cibo, quando senti che la tua attenzione
viene attirata magneticamente, è attratta, trascinata dalla ghiandola stessa, l’attenzione
non sarà più una cosa difficile. Occorre solo conoscere il punto giusto; per trovarlo, devi
lasciare che gli occhi chiusi si muovano esattamente nel mezzo, tra le due sopracciglia,
finché non percepisci quel punto magnetico: allora, immediatamente gli occhi si
fisseranno; quando sarà difficile muoverli, saprai di aver colto il punto giusto. “L’attenzione
tra le sopracciglia, lascia che la mente preceda il pensiero…”. L’attenzione che ne seguirà
ti farà sperimentare per la prima volta uno strano fenomeno: percepirai i pensieri correre di
fronte a te; diventerai un testimone. Sarà come essere di fronte a uno schermo
cinematografico: i pensieri scorrono e tu sei un testimone. Quando la tua attenzione è
focalizzata nel centro del terzo occhio, diventi immediatamente il testimone dei tuoi
pensieri. Generalmente non è così: ti identifichi sempre con i tuoi pensieri. Se c’è rabbia,
diventi rabbia. Se un pensiero ti tocca, non sei testimone: diventate tutt’uno, ti identifichi
con il pensiero, e ti muovi con esso. Diventi il pensiero, ne assumi la forma. Quando c’è
sesso, diventi sesso; quando c’è rabbia, diventi rabbia; quando c’è avidità, diventi avidità.
Ti identifichi sempre con ogni pensiero che ti tocca. Non mantieni mai alcuna distanza tra
te e il pensiero. Ma focalizzati sul terzo occhio, e all’improvviso diventerai un testimone.
Tramite il terzo occhio puoi vedere i pensieri correre come nuvole nel cielo o come
persone che si muovono per la strada. Sei seduto alla finestra e guardi il cielo o le persone
per la strada: non ti identifichi. Sei in disparte, un osservatore sulla collina – diverso. Ora,
se c’è rabbia, puoi vederla come un oggetto. Ora non senti più che tu sei arrabbiato. Senti
di essere circondato dalla rabbia – una nube di rabbia è sorta intorno a te – ma tu non sei
la rabbia, e se non lo sei, la rabbia diventa impotente. Non può influenzarti; non ne vieni
intaccato. La rabbia verrà e se ne andrà, e tu rimarrai centrato in te stesso. Questa quinta
tecnica serve a trovare il testimone. “L’attenzione tra le sopracciglia, lascia che la mente
preceda il pensiero.” Ora osserva i tuoi pensieri incontrali. “Lascia che la forma si riempia
con l’essenza del respiro fino alla sommità della testa e lì piova come luce.” Quando
l’attenzione è focalizzata al centro del terzo occhio, tra le sopracciglia, accadono due cose:
la prima è che all’improvviso diventi un testimone. Può accadere in due modi: puoi
diventare un testimone e sarai centrato nel terzo occhio. Cerca di essere un testimone.
Qualsiasi cosa accada, cerca di essere un testimone. Sei ammalato, il corpo soffre e provi
dolore, sei infelice e sofferente, qualsiasi cosa: sii testimone. Qualunque cosa accada, non
identificarti con essa. Sii testimone, un osservatore. Se ci riesci, sarai focalizzato nel terzo
occhio. Oppure anche l’opposto è possibile: se sei focalizzato nel terzo occhio, diventerai
un testimone. Questi due aspetti sono parte di un unico elemento. Perciò, prima cosa:
essendo centrati nel terzo occhio accadrà il sorgere del Sé testimone, potrai incontrare i
tuoi pensieri. Questa sarà la prima cosa. E la seconda cosa sarà che potrai sentire la
vibrazione sottile e delicata del respiro, potrai percepire la forma del respiro, l’essenza
stessa del respiro. Dapprima cerca di capire che cosa si intende con “la forma”, con
“l’essenza del respiro”. Mentre respiri, non respiri solo aria. La scienza dice che respiri
solo aria – solo ossigeno, idrogeno e altri gas nella loro forma combinata di aria. Dice che
respiri aria! Ma il Tantra afferma che l’aria è solo un veicolo, non la cosa reale: di fatto tu
respiri prana, vitalità. L’aria è solo il mezzo; il prana è il contenuto. Tu respiri prana, non
solo aria. La scienza moderna non è ancora riuscita a scoprire se esista qualcosa di simile
al prana, ma alcuni ricercatori hanno sentito qualcosa di misterioso. Il respiro non è solo
aria. Ciò è stato sentito anche da molti ricercatori moderni. Un nome in particolare deve
essere menzionato: Wilhelm Reich, uno psicologo tedesco che chiamò il prana “energia
organica”. Egli dice che mentre stai respirando, l’aria è solo il contenitore ed esiste un
misterioso contenuto che può essere chiamato orgone, prana o élan vital. Ma è molto
sottile, in realtà non è materiale. L’aria è la cosa materiale – il contenitore è materiale – ma
qualcosa di sottile, di non materiale, si muove attraverso di essa. I suoi effetti possono
essere percepiti. Quando sei con una persona molto vitale, sentirai sorgere in te una certa
vitalità. Se sei con una persona molto malata, ti sentirai succhiato, come se ti venisse
sottratto qualcosa. Perché ti senti così stanco quando vai all’ospedale? Vieni succhiato da
ogni parte. L’intera atmosfera dell’ospedale è malata, lì tutti hanno bisogno di più élan
vital, di più prana. Perciò se ti trovi lì, all’improvviso il tuo prana comincia a fluire fuori di te.
Perché a volte quando sei in mezzo a una folla ti senti soffocare? Perché il tuo prana
viene succhiato. Quando sei solo sotto il cielo mattutino, sotto gli alberi, all’improvviso
senti in te una vitalità: il prana. Ogni persona ha bisogno di un certo spazio. Se quello
spazio non ti viene dato, il tuo prana viene succhiato. Wilhelm Reich fece molti
esperimenti, ma si pensò che fosse pazzo. La scienza ha le sue superstizioni ed una cosa
molto ortodossa. La scienza non può ancora ammettere che esista qualcosa oltre l’aria,
ma l’India lo ha sperimentato per secoli. Avrete sentito o avrete persino visto qualcuno
andare in samadhi immergersi nella consapevolezza cosmica, scendere in samadhi
sotterraneo, per giorni interi, senza che alcuna aria penetrasse. In Egitto, nel 1880, un
uomo entrò in un simile samadhi sotterraneo per quarant’anni. Tutti coloro che lo avevano
seppellito morirono, perché doveva uscire dal suo samadhi nel 1920, quarant’anni dopo. In
quell’anno nessuno credeva di trovarlo vivo, ma fu trovato vivo. In seguito visse altri dieci
anni. Era diventato completamente pallido, ma era vivo, e non esisteva nessuna possibilità
che l’aria penetrasse nel luogo in cui si trova. Gli venne chiesto da dottori e da altri: “Qual
è il segreto?”. Lui rispose: “Non lo sappiamo. Sappiamo solo questo, che il prana può
entrare e fluire ovunque”. L’aria non può penetrare, ma il prana può penetrare. Una volta
che sai di poter assorbire il prana direttamente,senza il contenitore, puoi entrare in
samadhi anche per secoli. Se ti focalizzi nel terzo occhio, all’improvviso potrai vedere
l’essenza stessa del respiro – non il respiro,ma l’essenza stessa del respiro, il prana,
allora sarai vicino al punto da cui avviene il salto, la trascendenza. Il sutra dice: “Lascia
che la forma si riempia con l’essenza del respiro fino alla sommità della testa… “. E
quando arriverai a sentire l’essenza del respiro, il prana, immagina semplicemente che la
tua testa sia ricolma di quell’essenza. Immagina solamente. Non occorre alcuno sforzo. Ti
spiegherò come funziona l’immaginazione. Quando sei focalizzato al centro del terzo
occhio, immagina, e la cosa accade – proprio lì per lì. Ora la tua immaginazione è solo
impotente: continui a immaginare e non accade nulla. Ma a volte,senza saperlo, anche
nella vita comune, si verificano degli eventi: stavi immaginando qualcosa a proposito di un
tuo amico e all’improvviso qualcuno bussa alla porta. Dici che è una coincidenza che
l’amico sia arrivato. A volte l’immaginazione funziona proprio come coincidenza; ma ora
cerca di ricordare ogni volta in cui accade che senti la tua immaginazione diventare realtà,
e analizza l’intera situazione; ritirati nell’interiorità e osserva. In un certo momento la tua
attenzione deve essere stata vicina al terzo occhio. Ogni volta che si verifica questa
coincidenza, non è una coincidenza: sembra tale perché non conosci la scienza segreta.
Senza saperlo, la tua mente si deve essere spostata vicino al centro del terzo occhio. Se
la tua attenzione si trova nel terzo occhio, la semplice immaginazione è sufficiente per
creare qualsiasi fenomeno. Questo sutra dice: quando sei focalizzato tra le sopracciglia e
puoi sentire l’essenza stessa del respiro, “lascia che la forma si riempia”. Ora immagina
che questa essenza stia colmando tutta la tua testa, in particolare la sommità del capo, il
shasrara, il centro energetico più alto, e non appena te lo immaginerai si riempirà. “Lì” –
alla sommità della testa – piove come luce”. Il prana piove dalla sommità della tua testa
come luce. E “accadrà” che piova luce: quella pioggia di luce ti rinfrescherà, ti farà sentire
completamente rinato, rinnovato. Questo è il significato della rinascita interiore. Perciò due
cose: primo, focalizza nel terzo occhio, l’immaginazione diventa potente, efficace. Ecco
perché si è insistito così tanto sulla purezza: prima di praticare queste tecniche, sii puro.
Per il Tantra la purezza non è un concetto morale, la purezza è importante, perché se sei
focalizzato nel terzo occhio e la tua mente è impura, la tua immaginazione può diventare
pericolosa: pericolosa per te e per gli altri. Se pensi di uccidere qualcuno, se questa idea è
nella mente, il solo immaginarlo può uccidere un uomo. Ecco perché si insiste così tanto
sull’essere puri. A Pitagora fu detto di sottoporsi a un digiuno, a una particolare
respirazione – questa respirazione – perché qui si viaggia su un terreno molto pericoloso.
Perché ovunque esiste potere esiste pericolo, e se la mente è impura, non appena avrai
potere i tuoi pensieri impuri se ne impadroniranno immediatamente. Hai immaginato molte
volte di uccidere, ma l’immaginazione non può funzionare, per fortuna. Se funzionasse, se
si attuasse immediatamente, diventerebbe pericolosa – non solo per gli altri, ma anche per
te, perché hai pensato moltissime volte di suicidarti. Se la mente è focalizzata nel terzo
occhio, il solo pensiero del suicidio diventerebbe un suicidio. Non avresti tempo per
cambiare, accadrebbe immediatamente. Forse avrai osservato qualcuno mentre veniva
ipnotizzato. Quando qualcuno è ipnotizzato, l’ipnotizzatore può dire qualsiasi cosa e
immediatamente la persona ipnotizzata la esegue. Per quando assurdo, irrazionale o
persino impossibile possa essere l’ordine, la persona ipnotizzata lo esegue. Che cosa
succede? Questa quinta tecnica è alla base di ogni ipnosi. Quando qualcuno viene
ipnotizzato, gli viene detto di concentrare lo sguardo su un punto particolare: una luce, un
punto sulla parete, o qualunque altro oggetto, oppure gli occhi dell’ipnotizzatore. Quando
focalizzi lo sguardo su un punto particolare, in tre minuti la tua attenzione interiore
comincia a fluire verso il terzo occhio e, non appena accade questo, il tuo volto comincia a
cambiare. E l’ipnotizzatore sa quando il tuo volto comincia a cambiare. Improvvisamente il
tuo viso perde ogni vitalità, diventa morto, come se fosse profondamente addormentato.
L’ipnotizzatore sa subito quando il tuo volto ha perso il suo splendore, la sua vitalità.
Significa che l’attenzione è risucchiata dal centro del terzo occhio. Il tuo viso è diventato
morto; tutta l’energia si dirige verso il centro del terzo occhio. Ora l’ipnotizzatore sa che
ogni cosa detta si realizzerà immediatamente. Se dicesse: “Ora ti stai addormentando
profondamente”, tu ti addormenteresti immediatamente. Se dicesse: “Ora stai diventando
incosciente”, tu diventeresti incosciente immediatamente. In questo stato si può fare
qualsiasi cosa. Se dicesse: “Ora sei Napoleone”, lo diventeresti. Cominceresti a
comportarti come un Napoleone, a parlare come un Napoleone. Il tuo modo di muoverti
cambierebbe, il tuo inconscio recepirebbe l’ordine e lo eseguirebbe. Se soffri di una
malattia, si può ordinare che la malattia sparisca, e scomparirebbe. Oppure si potrebbe
creare una nuova malattia. Mettendoti in mano un comune sasso preso dalla strada,
l’ipnotizzatore può dire: “Questo nella tua mano è fuoco”, e tu sentiresti un calore intenso;
ti scotteresti la mano, non solo nella mente, ma di fatto. La tua pelle si brucerebbe
veramente e proveresti una sensazione di bruciore. Che cosa succede? Non c’è alcun
fuoco. C’è solo un comunissimo sasso, freddo. Come è possibile? Come avviene questa
scottatura? Sei focalizzato nel centro del terzo occhio, la tua immaginazione riceve
suggestioni dall’ipnotizzatore ed esse diventano realtà. Se l’ipnotizzatore dicesse: “Ora sei
morto”, moriresti immediatamente. Il tuo cuore si fermerebbe. Accadrebbe che si fermi.
Questo accade a causa del terzo occhio. Nel terzo occhio immaginazione e attuazione
non sono due cose distinte: l’immaginazione è il fatto. Immagina, ed è così. Non c’è
frattura tra il sogno e la realtà. Non c’è alcuna frattura tra il sogno e la realtà! Sogna, e
diventerà reale. Ecco perché Shankara ha detto che tutto questo mondo non è altro che il
sogno del divino… il sogno del divino! E’ così perché il divino è centrato nel terzo occhio –
sempre, eternamente – perciò tutto quello che il divino sogna diventerà reale. Se anche tu
sei centrato nel terzo occhio, tutto quello che sognerai diverrà realtà. Sariputta andò dal
Buddha. Meditò profondamente e gli cominciarono ad accadere molte cose, molte visioni,
come capita a chiunque entri in meditazione profonda. Cominciò a vedere paradisi, inferni,
angeli, dei, demoni. Ed erano veri, così reali che corse dal Buddha per raccontargli che
aveva avuto questa e quest’altra visione. Ma il Buddha disse: “Non è nulla – solo sogni.
Solo sogni!”. Ma Sariputta replicò: “Sono così reali. Come posso dire che sono sogni?
Quando nella mia visione vedo un fiore, è più reale di qualsiasi fiore del mondo. C’è la
fragranza: posso toccarlo. Quando vedo te, non ti vedo così reale. Quel fiore è più reale
del tuo essere qui, proprio di fronte a me, quindi come posso distinguere ciò che è reale
da ciò che è sogno?”.Il Buddha rispose: “Ora che sei centrato nel terzo occhio, sogno e
realtà sono una cosa sola. Tutto ciò che sogni sarà reale, e anche viceversa”. Per chi è
centrato nel terzo occhio, i sogni diventeranno reali e l’intera realtà diventerà
semplicemente un sogno, perché quando il tuo sogno può diventare reale sai che non
esiste una differenza fondamentale tra sogno e realtà. Perciò quando Shankara dice che
questo intero mondo è solo maya, un sogno del divino, non è una proporzione teoretica,
non è un’affermazione filosofica, è piuttosto l’esperienza interiore di colui che è focalizzato
nel terzo occhio. Quando sei focalizzato nel terzo occhio, immagina semplicemente che
l’essenza del prana stia piovendo dalla sommità della testa, proprio come se fossi seduto
sotto un albero e stessero piovendo fiori, oppure come se fossi sotto il cielo e
improvvisamente da una nuvola cominciasse a piovere, o di mattina fossi semplicemente
seduto e il sole sorgesse e i raggi cominciassero a riversarsi su di te. E’ sufficiente
immaginare, e immediatamente quella pioggia accade: una pioggia di luce che cade sulla
sommità della tua testa. Questa pioggia ti ri-creerà, ti farà rinascere. Tu sei rinato.

OSHO il ilbro dei segreti

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