Poni tutta la tua attenzione sul nervo, delicato come il filamento del loto, nel centro della tua spina dorsale. In esso sii trasformata

“Poni tutta la tua attenzione sul nervo, delicato come il
filamento del loto, nel centro della tua spina dorsale. In esso sii trasformata”.
Per questo sutra, per questa tecnica di meditazione, si devono chiudere gli occhi e si deve
visualizzare la propria spina dorsale. Sarebbe bene consultare qualche libro di fisiologia
sulla struttura del corpo, oppure andare in una facoltà di medicina o in un ospedale per
osservare la struttura del corpo. Fatto questo, chiudi gli occhi e visualizza la tua spina
dorsale: che sia diritta, eretta. Visualizzala, vedila, e proprio nel mezzo visualizza un
nervo, delicato come il filamento di un loto, che attraversa il centro della tua spina dorsale.
“In esso sii trasformata.” Se ci riesci, concentrati sulla spina dorsale, e quindi su un
filamento nel mezzo, su un nervo estremamente delicato, come un filamento di loto che
l’attraversa. Concentrati, e questa stessa concentrazione ti ributterà nel tuo centro. Come
mai? La colonna vertebrale è il fondamento della struttura di tutto il corpo. Ogni parte vi è
collegata; in realtà il tuo cervello non è altro che un polo della tua colonna vertebrale. I
fisiologi sostengono che è solo uno sviluppo della colonna vertebrale: in realtà il cervello è
una crescita della spina dorsale. La colonna vertebrale è collegata a tutto il corpo: ogni
cosa vi è connessa, per questo è chiamata “colonna vertebrale”. Lungo questa spina
dorsale esiste realmente qualcosa di filamentoso, ma la fisiologia non ci dice nulla al
riguardo, perché non è materiale. In essa, proprio nel mezzo, c’è un filo d’argento, un
nervo molto delicato. Non è un vero nervo nel senso fisiologico del termine. Non ti puoi
operare, per trovarlo; lì non lo si troverà. Ma lo si vede in meditazione profonda. Esiste, è
non-materiale:è energia, non materia. In realtà, questo filo d’argento lungo la spina dorsale
è la tua vita. Per suo tramite sei in rapporto con l’esistenza invisibile, e grazie a esso puoi
entrare in relazione anche con il visibile. Questo è il ponte tra l’invisibile e il visibile.
Attraverso questo filamento sei in rapporto con il corpo, e anche con l’anima. Inizia
visualizzando la spina dorsale; in principio ti sentirai molto strano, ma ci riuscirai, solo
come immaginazione. Poi, se perseveri, non sarà più solo un’immaginazione: la vedrai
veramente. Stavo lavorando a questa tecnica con un ricercatore. Gli diedi un’illustrazione
della struttura del corpo su cui concentrandosi così che cominciasse a sentire come la
spina dorsale potesse essere visualizzata internamente. Quindi cominciò. Dopo una
settimana ritornò e disse: “E’ molto strano… Cercavo di vedere l’illustrazione che mi hai
dato, ma molte volte l’illustrazione spariva e io vedevo una spina dorsale diversa. Non è
proprio esattamente come l’illustrazione che mi hai dato”. Perciò gli dissi: “Ora sei sulla
strada giusta. Dimenticati completamente di quell’illustrazione e continua a vedere la spina
dorsale che ti è comparsa”. L’uomo può vedere dall’interno la struttura del proprio corpo:
Non ci abbiamo mai provato perché è estremamente spaventoso e nauseante, perché
quando vedi le tue ossa, il sangue, le vene, ti spaventi. Perciò in realtà abbiamo
completamente bloccato la nostra mente dal vedere dentro di noi. Vediamo il corpo
dall’esterno come se lo stesse guardando qualcun altro. E’ come se andassi fuori da
questa stanza per vederla: allora conosci le pareti esterne. Vieni dentro e guarda la casa:
puoi osservare le pareti interne. Vedi il tuo corpo dall’esterno, come se fosse qualcun altro
a vederlo. Non hai visto il tuo corpo dall’interno. Noi ne siamo capaci, ma a causa di
questa paura è diventata una cosa strana. I testi indiani di yoga parlano di molte cose del
corpo che le ricerche scientifiche hanno trovato perfettamente giuste, e la scienza è
incapace di spiegarselo. Come potevano sapere? La chirurgia e la conoscenza di ciò che
è all’interno del corpo umano sono risultati di sviluppi molto recenti. Come potevano
sapere di tutti i nervi, di tutti i centri, di tutte le strutture interne? Sapevano persino delle
più recenti scoperte: ne hanno parlato, ci hanno lavorato sopra. Lo yoga è stato sempre
consapevole di tutte le cose fondamentali, importanti nel corpo umano. Ma quelle persone
non sezionavano i corpi, perciò come potevano sapere? In realtà esiste un altro modo di
guardare il tuo corpo: dall’interno. Se riesci e concentrarti all’interno, improvvisamente
comincerai a vedere il tuo corpo, le pareti interne del corpo. Questo va bene per coloro
che sono profondamente orientati verso il corpo. Se ti senti un materialista, se ti senti di
non essere nient’altro che un corpo, questa tecnica ti sarà molto utile. Se ti senti di essere
un corpo, se sei un seguace di Charvaka o di Marx, se credi che l’uomo non sia altro che
un corpo, questa tecnica ti sarà molto utile. Vai dunque a vedere la struttura ossea
dell’uomo. Nelle antiche scuole tantriche e logiche si usavano molte ossa. Anche oggi un
seguace del Tantra ha sempre con sé delle ossa, un teschio umano. Questo in realtà
serve per aiutare la concentrazione dell’interno. Prima il tantrika si concentrava sul
teschio, poi chiude gli occhi e cerca di visualizzare il proprio teschio. Continua a cercare di
vedere dentro di sé il teschio che è fuori, e piano piano comincia a sentirlo. La sua
consapevolezza comincia a focalizzarsi. Quel teschio esterno, la concentrazione su di
esso e la visualizzazione sono degli aiuti. Una volta che ti sei focalizzato dentro di te, puoi
spostarti dalle dita dei piedi alla testa. Puoi muoverti all’interno ed è un grande universo. Il
tuo piccolo corpo è un grande universo. Questo sutra usa la spina dorsale perché al suo
interno si trova il filamento della vita. Ecco perché si insiste sul tenere diritta la spina
dorsale: solo così è possibile percepire quel filamento. E’ molto delicato, molto sottile, è
minuscolo. E’ un flusso d’energia. Perciò, se la spina dorsale è diritta, assolutamente
diritta, puoi intravederlo. Ma le nostre spine dorsali non sono diritte. Gli hindu hanno
cercato di rendere diritta la spina dorsale di ogni bambino, fin dalla prima infanzia. Il loro
modo di sedersi, di dormire, di camminare erano basati, fondamentalmente, su una spina
dorsale diritta. Se la spina dorsale non è diritta è molto difficile vederne il centro interno. E’
delicato e, in verità, non è materiale. E’ immateriale, è una forza. Quando la spina dorsale
è assolutamente diritta, quella forza filamentosa è vista con facilità. “In esso sii
trasformata.” Una volta che riesci a sentire, a concentrarti e a renderti conto di questo
filamento, verrai colmato da una luce nuova: giungerà dalla spina dorsale stessa e si
diffonderà in tutto il tuo corpo, potrà anche andare oltre. Quando oltrepassa il corpo si
vede l’aura. Ognuno ha un’aura, ma in genere è costituita solo da ombre senza alcuna
luce, solo delle ombre scure che ti circondano. E l’aura riflette ogni tuo umore: quando sei
arrabbiato, la tua aura diventa come colma di sangue, si riempie di rosso, espressione
della rabbia. Quando sei triste, confuso, giù di morale, la tua aura è piena di filamenti
scuri, come se fossi proprio vicino alla morte, e ogni parte è morta, pensate. Quando ci si
rende conto di questo filamento nella spina dorsale, la tua aura diventa illuminata. Perciò
un Buddha, un Mahavira, un Krishna, un Cristo non vengono dipinti con l’aura solo per
decorazione, quelle aure esistono. La tua colonna vertebrale comincia a emanare luce. Ti
illumini all’interno, il tuo corpo intero diventa un corpo di luce, poi inizia a uscire all’esterno.
Perciò in realtà un Buddha o un qualunque illuminato non ha alcun bisogno di chiedere
che cosa egli sia: l’aura mostra tutto. E quando qualcuno diventa illuminato il Maestro lo
sa, perché l’aura mostra tutto. Vi racconterò una storia: Eno, un Maestro cinese, lavorava
sotto la direzione del suo Maestro. Ma quando andò da lui, il Maestro disse: “Perché sei
venuto? Non c’è alcun bisogno che tu venga da me”. Eno non riusciva a capire e pensò di
non essere ancora pronto per venire accettato, ma il Maestro intendeva qualcos’altro:
vedeva crescere l’aura di Eno. E diceva questo: “Anche se non vieni da me, la cosa
comunque capiterà inevitabilmente, presto o tardi, dovunque sarai. Ci sei già dentro,
perciò non c’è bisogno che tu venga da me”. Ma Eno disse: “Non mi rifiutare”. Così il
Maestro lo accettò e gli disse solo di andare nel retro del monastero, nella cucina. Era un
grande monastero di cinquecento monaci. Il Maestro disse a Eno: “Vai nel retro del
monastero a dare una mano in cucina, e non venire più da me. Quando sarà necessario,
verrò io da te”. A Eno non fu data alcuna meditazione, alcun testo sacro da leggere, da
studiare o su cui meditare, non gli venne insegnato nulla: fu semplicemente mandato in
cucina. L’intero monastero lavorava. C’erano pandit, studiosi, meditatori, yogin, e l’intero
monastero era in grande fervore. Ognuno lavorava e questo Eno non faceva altro che
pulire il riso e fare lavori di cucina. Passarono dodici anni. Eno non andò più dal
Monastero perché non gli era permesso. Aspettò, aspettò, aspettò… aspettò
semplicemente. Era considerato solamente un servo. Venivano studiosi, venivano
meditatori, e nessuno gli prestava mai alcuna attenzione. E nel monastero c’erano grandi
studiosi. Un giorno il Maestro dichiarò che la sua morte era vicina, e ora voleva nominare
qualcuno che prendesse il suo posto. Quindi disse: “Coloro che credono di essere
illuminati dovrebbero comporre una piccola poesia di quattro versi. E in quei quattro versi
dovreste mettere tutto ciò che avete imparato. Se io approvo una delle poesie e vedo che i
versi rivelano che l’illuminazione è accaduta, sceglierò l’autore come mio successore”. Nel
monastero viveva un grande studioso, perciò nessuno ci si provò perché tutti sapevano
che sarebbe stato lui a vincere. Conosceva approfonditamente le scritture, così compose
quattro versi. Quei quattro versi suonavano così… il loro significato era pressappoco
questo: “La mente è come uno specchio, e su di esso di raccoglie la polvere. Puliscilo
dalla polvere, e sei illuminato”. Ma persino questo grande studioso aveva paura perché il
Maestro di fatto… il Maestro sa già chi è illuminato e che non lo è. Sebbene tutto ciò che
aveva scritto era molto bello: era l’essenza stessa di tutte le scritture. “La mente è come
uno specchio, e su di esso si raccoglie la polvere. Puliscilo dalla polvere, e sei illuminato”.
Questa era l’essenza di tutti i Veda, ma lui sapeva che era tutto lì, Non sapeva null’altro,
perciò aveva paura. Non andò direttamente dal Maestro, ma di notte andò alla capanna –
alla capanna del Maestro, e scrisse i quattro versi senza firmarli – senza alcuna firma. In
questo modo, pensò se il Maestro li avesse approvati e avesse detto: “Va bene, è esatto”,
allora avrebbe detto: “Li ho scritti io”. Se avesse detto: “No! Chi ha scritto questi versi?”, se
ne sarebbe stato zitto. Ma il maestro li approvò. La mattina il Maestro disse: “Va bene!”.
Rise e disse” Va bene! L’uomo che ha scritto questo è un illuminato”. Perciò l’intero
monastero cominciò a parlare. Tutti seppero chi li aveva scritti. Ne discutevano e li
elogiavano, e i versi erano meravigliosi, veramente meravigliosi. A un certo punto alcuni
monaci andarono in cucina: bevevano tè e parlavano, e Eno li serviva. Udì dunque quanto
era accaduto. Rise non appena udì i quattro versi, perciò qualcuno gli chiese: “Perché ridi,
stupido? Non sai nulla. Hai servito per dodici anni in cucina. Perché ridi?”. Nessuno
l’aveva mai udito ridere prima dall’ora. Era considerato solamente un idiota che non
parlava neppure. Perciò lui disse: “Non posso scrivere, e non sono neppure un illuminato,
ma questi versi sono sbagliati. Perciò, se qualcuno viene con me, comporrò quattro versi.
Se qualcuno viene con me, può scriverli sul muro. Io non posso scrivere non so scrivere”.
Qualcuno lo seguì, così per scherzo. Si radunò una folla e Eno disse: “Scrivi: ‘Non c’è
mente e non c’è specchio, perciò dove può raccogliersi la polvere? Un uomo che sa
questo è illuminato’”. Ma il Maestro uscì e disse a Eno: “Hai torto”. Eno toccò i suoi piedi e
ritornò alla sua cucina. Quella notte quando tutti dormivano, il Maestro andò da Eno e
disse: “Hai ragione tu, ma non potevo dirlo davanti a quegli idioti, e sono pure degli idioti
istruiti. E se avessi detto che ti nominavo mio successore ti avrebbero ucciso. Perciò fuggi
da questo luogo! Tu sei il mio successore, ma non dirlo a nessuno. Lo sapevo fin dal
giorno in cui sei arrivato. La tua aura stava crescendo: questa è la ragione per la quale
non ti è stata data alcuna meditazione. Non ce n’era bisogno. Eri già in meditazione. E
questi dodici anni di silenzio – senza far nulla, neppure una meditazione – ti hanno
svuotato completamente dalla tua mente, e l’aura è diventata piena. Sei diventato una
luna piena. Ma fuggi di qui! Altrimenti ti uccideranno. “Sei stato qui per dodici anni, e la
luce ha continuato sempre a emanare da te, ma nessuno se ne è accorto, eppure
venivano in cucina: ognuno veniva in cucina ogni giorno, tre quattro volte. Tutti passano di
qui, questa è la ragione per cui ti ho sistemato in cucina. Ma nessuno ha riconosciuto la
tua aura, perciò fuggi da qui”. Quando il filamento della spina dorsale viene toccato, visto,
quando ne prendi coscienza, intorno a te comincia a crescere un’aura: “In esso sii
trasformata”. Sii ricolmo di quella luce e sii trasformato. Anche questa è una centratura,
una centratura nella spina dorsale. Se sei orientato verso il corpo, questa tecnica ti sarà
d’aiuto, altrimenti sarà molto difficile, soprattutto visualizzare il corpo dall’interno. Questo
sutra sarà più utile alle donne che gli uomini. Loro sono più orientate verso il corpo, vivono
più nel corpo, lo sentono maggiormente, possono visualizzarlo meglio. In ogni caso,
questa tecnica sarà molto utile a chiunque riesca a sentire il corpo, a visualizzarlo, e riesca
a chiudere gli occhi e a sentire il corpo dall’interno. Quindi visualizza la tua spina dorsale,
e poi nel centro un filo d’argento che l’attraversa. All’inizio potrà apparire come
immaginazione, ma poco a poco sentirai che l’immaginazione è scomparsa e che la tua
mente si è focalizzata sulla spina dorsale. Allora vedrai la tua stessa spina dorsale e, non
appena vedrai il centro interiore, all’improvviso sentirai dentro di te un’esplosione di luce. A
volte può accadere spontaneamente. A volte accade. Ancora, a volte accade durante un
profondo atto sessuale. Il Tantra lo sa: durante un profondo atto sessuale tutta la tua
energia si concentra vicino alla spina dorsale. Infatti, in quel caso, la spina dorsale inizia a
emettere elettricità. E a volte, anche solo toccando la spina dorsale, prenderai la scossa..
E ciò accade se l’atto sessuale è molto profondo, compiuto con molto amore e a lungo, sei
due amanti sono in un profondo amplesso, silenziosi, immobile, semplicemente ricolmi
l’uno dell’altro, se rimangono in un profondo amplesso. E’ capitato molte volte che una
stanza buia si riempia improvvisamente di luce, ed entrambi i corpi vengano circondati da
un’aura blu. Si sono verificati moltissimi casi simili. Può essere capitato persino a te, ma è
possibile che tu non ti sia accorto che in una stanza buia, in amore profondo,
all’improvviso intorno ai vostri corpi senti una luce che si diffonde e riempie l’intera stanza.
E’ capitato molte volte che improvvisamente oggetti cadano dal tavolo nella stanza, senza
alcuna causa apparente. E ora gli psicologi dicono che in un profondo atto sessuale si
libera dell’elettricità, che può avere molti effetti e influenze. E’ possibile che all’improvviso
oggetti cadano, si spostino o si rompano, e sono state persino scattate fotografie in cui la
luce è visibile. Ma quella luce è sempre concentrata intorno alla spina dorsale. Perciò, a
volte, anche in un profondo atto sessuale – e il Tantra questo lo sa bene e ci ha lavorato
sopra – puoi diventare consapevole, se riesci a guardare dentro al filamento che
attraversa il centro dalla spina dorsale. E il Tantra ha usato il sesso per questa
realizzazione, ma in questo caso l’atto sessuale deve essere totalmente diverso, la qualità
deve essere differente. Non è qualcosa che deve essere portato a compimento, non è
qualcosa da fare per scaricarsi, non è qualcosa che deve essere terminato di fretta; in
questo modo non sarà un atto del corpo, ma una profonda comunione spirituale. In realtà
attraverso due corpi avviene un profondo incontro di due interiorità, di due soggettività che
si compenetrano a vicenda. Quindi ti consiglio di provare questa tecnica quando sei in un
profondo atto sessuale. Sarà più facile. Dimenticati del sesso. Quando sei in un profondo
amplesso, rimani dentro di te. Dimentica l’altra persona. Penetra dentro di te e visualizza
la tua spina dorsale. Sarà più facile perché una quantità immensa di energia starà fluendo
vicino alla spina dorsale. E il filamento è più visibile perché sei in silenzio, e il tuo corpo è
in uno stato di riposo. L’amore è il rilassamento più profondo, ma noi lo abbiamo anche
reso una grande tensione. L’abbiamo reso un’ansia, un peso. Nel tepore dell’amore,
ricolmo, rilassato, chiudi gli occhi. Ma, in genere, gli uomini non chiudono gli occhi: sono le
donne a farlo. Ecco perché ha detto che le donne sono più orientate verso il corpo degli
uomini. In un profondo amplesso, nell’atto sessuale, le donne chiudono gli occhi. In realtà,
non riescono a fare l’amore con gli occhi aperti. Con gli occhi chiusi sentono di più il corpo
dall’interno. Chiudi gli occhi e senti il corpo. Rilassati. Concentrati sulla spina dorsale. E
questo sutra dice molto semplicemente: In esso sii trasformata”. E attraverso ciò sarai
trasformato.
Basta per oggi.

osho
il libro dei segreti





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