15 minuti di Ricordo di Sé


15 minuti di Ricordo di Sé


Molte persone presenti ai corsi e ai seminari mi hanno chiesto di pubblicare un approfondimento circa l’esercizio che consiste nei quindici minuti di »ricordo di sé«. Qualcuno mi ha anche chiesto cosa si intende veramente per Ricordo di Sé o Presenza.

Il principale segreto degli alchimisti (il secondo è il Cuore) consiste nel »ricordo di sé«, la PRESENZA, l’ATTENZIONE DIVISA di cui parlano anche Gurdjieff, Ouspensky, John G. Bennett ed E.J. Gold. Lo sforzo di restare presenti produce il »fuoco alchemico« – il FuocoFisso – necessario per l'Opera di risveglio dell’individuo alla sua anima.

Stiamo parlando di una “via breve”, per cui necessariamente difficile e adatta a pochi. Le pratiche che adottano concentrazione e meditazione sono più semplici, ma, da sole, non portano allo stesso risultato. Non conosco nessuno che si sia risvegliato praticando solo la meditazione. Tutto ciò che di norma si ottiene per quella via consiste in un (temporaneo) stato di quiete interiore talvolta associato a esperienze più o meno mistiche... ma i problemi della tua vita quotidiana non li risolvi.

Il »ricordo di sé« non usa mezzi termini: ti costringe a portare direttamente e forzosamente la tua autocoscienza nella quotidianità.
Non lo si può spiegare a parole: lo si intuisce direttamente facendo gli esercizi. Si tratta di essere presenti qui-e-ora almeno in corrispondenza di determinate occasioni che vengono stabilite a priori. Un uomo risvegliato è un uomo che si ricorda di sé sempre, è un uomo che è sempre presente qui-e-ora. Il »ricordo di sé« è infatti un livello di coscienza superiore che si può raggiungere solo sforzandosi di ricordarsi di sé!

Io compio un atto (cammino, mi lavo i denti, fumo una sigaretta...) e mentre lo compio sono cosciente di essere io a compierlo. Una parte dell’Attenzione è rivolta all’atto, un’altra parte è rivolta a me, al mio esserci. Questa si chiama »attenzione divisa«.

Il »ricordo di sé« è il “terribile segreto” dell'Ars Regia che tutti gli alchimisti hanno sempre cercato e quasi nessuno ha mai trovato, poiché prima dell’avvento di Gurdjieff veniva insegnato solo in scuole esoteriche alchemiche molto ben protette e praticamente inaccessibili. Lo stesso Gurdjieff è transitato per numerose prove prima di potervi accedere. È il »regime«, l'»agente universale«, il FuocoFisso a cui la materia deve essere sottoposta per ottenere una trasformazione.

Premettiamo che l'effettivo stato di »ricordo di sé« è uno stato EMOTIVO SUPERIORE, non un fenomeno intellettuale. Qui stiamo parlando dello “sforzo” di ricordarsi di sé, ossia l'unico stato attualmente possibile per il neofita: uno stato ancora principalmente mentale, in cui ci si sforza di essere presenti per ricordarsi di sé. Attraverso gli sforzi ripetuti sarà però possibile attivare il Centro Emotivo Superiore ( il Cuore ) e quindi entrare nel reale »ricordo di sé«... e questo è il nostro scopo.

L'unico modo che abbiamo per capire cosa è il »ricordo di sé« è fare degli esercizi; esso non può essere compreso attraverso una spiegazione intellettuale come un qualunque altro concetto. Attraverso il persistente sforzo teso al »ricordo di sé« si produce una trasmutazione alchemica che consente di costruire i “corpi sottili” e di trasferire in essi la nostra coscienza. Tali corpi sopravvivono alla morte del nostro corpo fisico. Stiamo quindi parlando di sopravvivenza alla morte ( corpo lunare o astrale ) e successivamente di »immortalità« ( corpo di gloria o corpo causale ).

Nel mio libro Risveglio è presente un’approfondita spiegazione del »ricordo di sé« con tutti i relativi esercizi.

L’esercizio dei 15 minuti è molto antico, apparteneva alle vecchie volpi che si annidavano nelle scuole esoteriche. Si parte dal presupposto che troppo spesso l’individuo dissipa le sue energie svolgendo più esercizi e seguendo differenti vie. Per acquisire Potere, per sviluppare FuocoFisso, non possiamo seguire al contempo più linee di lavoro. Quei 15 minuti devono diventare per noi IL Risveglio. Nel corso della giornata presto svilupperemo un forte desiderio di ricordarci di noi e ci sentiremo avviliti perché dovremo imporci di non fare nulla per svegliarci al di fuori dei nostri 15 minuti quotidiani.

Avvilimento e insoddisfazione provocati dal dover confinare entro i 15 minuti tutti gli sforzi tesi al Risveglio... dovrebbero far sorgere un senso di trepidazione e impazienza da coltivare accuratamente affinché i 15 minuti divengano ancora più potenti. L’essere obbligati a non poter fare di più, rende straordinariamente denso quel quarto d’ora. Sfruttando questi sentimenti, sorti nel corso della giornata, ci “carichiamo” ancora di più per i 15 minuti.

Costanza, regolarità, fermezza e determinazione ci rendono INESORABILI – anche se amorevoli – nei confronti della personalità terrestre, la quale deve comprendere in profondità fin dal primo giorno che non ci fermeremo MAI. In fondo le stiamo chiedendo molto poco, ma glielo chiederemo con maniacale regolarità... e questo produrrà risultati certi: il frutto dell’esperienza di coloro che nel corso della storia hanno sfidato e vinto la meccanicità.

Dopo un po’ di tempo – variabile da individuo a individuo a tal punto da rendere totalmente inutile il discuterne qui – va aggiunta alla prima una seconda “testa di ponte”. Questa volta solo 5 minuti, scelti in un momento della giornata distante dal quarto d’ora. Attraverso azioni focalizzate e mirate ci apriamo dei varchi di consapevolezza nel territorio dell’addormentamento.

Se ci limitiamo a spazi così circoscritti (15 e 5 minuti), seppur estremamente intensi, la personalità non entrerà in uno stato di allarme e ci lascerà fare tranquillamente. I nostri tentativi di Risveglio non desteranno i sospetti dello Sfidante, gli sembreranno insignificanti, ci sottovaluterà... e questo con il tempo ci consegnerà l’inevitabile vittoria. 


http://www.salvatorebrizzi.com/2011/04/15-minuti-di-ricordo-di-se.html



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