venerdì 27 settembre 2013

INVITO AL SILENZIO

"Non sono un pensatore. Non sono un filosofo. Non sono un uomo di parole. Sebbene abbia usato le parole più di chiunque altro, nella storia dell’umanità, insisto: non sono un uomo di parole. Le mie parole sono solo segnali verso il silenzio. Vi parlo in modo tale che voi possiate imparare a non parlare. Vi parlo in modo che possiate essere in silenzio.

Il mio lavoro è estremamente contraddittorio, ma mi ha sempre divertito, mi piace, e ho trovato persone che ne hanno compresa la contraddizione intrinseca, persone che hanno gettato via le parole e hanno assorbito il contenuto reale nelle profondità del proprio essere.Le parole sono solo dei contenitori: il contenuto è il silenzio." Osho


Dalla prefazione dell'editore

Se dovessi dire in una parola chi è Osho, potrei solo dire: silenzio! Per anni ho cercato di portare alla soglia della mia coscienza la sensazione più intima che ha accompagnato la presenza di Osho nella mia vita: è stato un processo interiore che ha sempre detto qualcosa su di me, sul mio aprirmi alla vita, sulle mie limitazioni, o presunte tali, sui miei pregiudizi, poco o nulla su di lui, fino a quando non ho toccato dentro di me quello spazio interiore che tanto tangibilmente caratterizza Osho: il silenzio.

Il riconoscimento è stato immediato, indiscutibile, totale, lampante: quello era il sapore; nel mio silenzio interiore Osho si stagliava in tutta la sua magnificenza.

Pertanto, se dovessi dire in breve cosa è stato, ed è, Osho nella mia vita, direi: un trampolino di lancio verso quella dimensione cui tutti aspiriamo e che tuttavia temiamo, perché la sua presenza implica la totale assenza di ogni cosa, prima di tutto dell’io che tanto ci determina, che tanto coltiviamo, ritenendolo il nostro bene più prezioso, la nostra identità, senza la quale pare impossibile esistere.

Spesso il silenzio che noi conosciamo non è affatto silenzio. Osho dice: "Esistono due tipi di silenzio: il primo è quello che si intercala ai suoni, e che può essere disturbato da questi. Non è profondo, non è vero silenzio; è semplice assenza di suoni. Non ha alcuna qualità positiva implicita, è semplice assenza di suoni. A volte non ci sono rumori, il traffico si ferma, è scesa la notte e all’improvviso ti senti circondato dal silenzio. Di fatto non si tratta di silenzio: semplicemente ti viene a mancare il rumore abituale, e tu prendi coscienza di ciò che manca. Se guardi in profondità in questa sensazione, scoprirai che è il rumore mancante a creare questo silenzio: di per sé non ha un proprio centro. Esiste poi un altro tipo di silenzio, un silenzio reale, che non ha nulla a che vedere con la presenza o con l’assenza del suono. Il suono può continuare, il traffico può esistere, la piazza del mercato con ogni sorta di rumore può procedere indisturbata nella sua follia caotica e cacofonica, tuttavia il vero uomo di silenzio rimane silente. Il rumore viene e gli passa accanto, egli ne rimane indisturbato, nulla lo può distrarre: al suo interno rimane immacolato". Fonte




Invito al Silenzio

Invito al Silenzio
Una introduzione al mondo interiore
Osho

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