KARMA E RELAZIONI
Durante il nostro viaggio terreno incontreremo altre anime che a loro volta saranno spinte ad agire dal loro karma. Ma, come tipicamente accade, anche nelle relazioni abbiamo l’insana abitudine di aprirci all’insegnamento solo quando “tocchiamo il fondo”, magari dopo aver causato molta sofferenza a noi stessi e agli altri. Tutte le relazioni affettive sono karmiche e tutto ciò che vi ruota attorno costituisce da sempre un grande teatro karmico. Se viviamo pessime relazioni possiamo esser certi che ciò dipende dal nostro karma ma questo non ci autorizza ad alimentarlo replicando sugli altri i torti che crediamo di aver subito o, peggio ancora, evitando il moto dei sentimenti, chiudendoci nell’apatia o crogiolandoci nella superficialità.
Secondo i principi del karma tendiamo ad essere attratti da chi ci conferma l’immagine inconscia che abbiamo di noi stessi e, in ultima analisi, ad attirare (ed attivare) chi ha un karma simile e complementare al nostro. Quando concentriamo la nostra attenzione su qualcuno che ci attrae si scatenano diversi processi inconsci. Questo dipende in buona parte da ciò che sottilmente emana quella data persona poiché il suo campo energetico-emozionale esprime, tra le altre cose, le credenze che ha su se stessa e i bisogni che ha nei riguardi di una relazione. Lo scambio di informazioni sottili è ovviamente reciproco e i vari imput che noi decodificheremo (tutto si svolge a livello intuitivo) ci informeranno sul relativo grado di affinità. Potrebbe altresì capitare che gli interessi della nostra anima non coincidano perfettamente con quelli della nostra mente e che questo ci porti a vivere dei conflitti interiori in merito a una potenziale relazione.
Dentro di noi esiste un numero pressochè infinito di particelle karmiche che, giunte a maturazione, aderiranno alla nostra anima non diversamente da come la sabbia aderisce a un corpo bagnato, manifestandosi nel mondo fisico sottoforma di pensieri, atteggiamenti, azioni e circostanze; se dentro di noi è presente della gelosia latente, attireremo qualcuno che potrà attivarla, così come, se il nostro karma ci spinge verso relazioni che risvegliano la rabbia, non potremo liberarci dalle sue conseguenze fintanto che continueremo (attivamente o passivamente) a cedere al magnetismo di questa pulsione. Da una parte o dall’altra, il nostro karma provvederà a renderci consapevoli di ciò che in noi deve essere risolto, e lo farà con tutti i mezzi che avrà a disposizione. Per gli stessi motivi, guardiamoci dal demonizzare l’amico o il compagno che ci fa notare le nostre mancanze poichè a volte una critica (non gratuita) mossa da chi ci ama, per quanto possa irritarci, può farci aprire gli occhi.
Vivere un sano rapporto d’amore presuppone la maturità e la volontà di entrambi gli amanti ma anche con simili basi non si è immuni dal karma che ingarbuglia le relazioni e vincerne la forza è estremamente difficile. Allora spesso accade che, se un certo tipo di karma non si è ancora consumato, le cose si ripetano e la spinta verso certi tipi di partner si rinnovi, come può accadere che, una volta esaurita la sua forza (e imparata la lezione profonda), ci si senta liberi di esplorare in direzioni completamente differenti.
Se le nostre relazioni ci rendono infelici, analizziamole con cura, domandiamoci onestamente cosa stiamo cercando, a chi lo stiamo chiedendo e come ci poniamo, cioè cosa comunichiamo col nostro comportamento. Un atteggiamento attento e leale verso noi stessi e verso gli altri darà ottimi risultati in termini emotivi e ammorbidirà il karma relativo a queste esperienze anzichè appesantirlo. Forse il miglioramento non sarà immediato o risolutivo, ma fin da subito il nostro nuovo approccio, più saggio e distaccato, ci mostrerà le cose sotto un’altra luce, le nostre azioni saranno meno passionali, meno confuse e di coseguenza anche la nostra autostima migliorerà. Incominciamo col non permettere a nessuno di renderci la vita spiacevole, anzi, lasciamoci affascinare dalle imperfezioni altrui (come dalle nostre) matenendo però la giusta obiettività, accettandole e riconoscendole come espressione del loro karma.
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