LA MORTE SUPREMA, MEDITAZIONE, FELICITA'
LA MORTE SUPREMA
“Si dovrebbe accogliere la morte con gioia... è uno dei più grandi eventi della vita. Nella vita, esistono solo tre grandi eventi: la nascita, l’amore e la morte. La nascita, per tutti voi, è già accaduta: non potete farci più nulla. L’amore è una cosa del tutto eccezionale... accade solo a pochissime persone, e non lo si può prevedere affatto. Ma la morte, accade a tutti quanti: non la si può evitare. È la sola certezza che abbiamo; quindi, accettala, gioiscine, celebrala, godila nella sua pienezza. La morte è semplice svanire nella fonte. La morte è andare nel regno di ciò che non è manifesto: è addormentarsi in Dio. Di nuovo tornerai a fiorire. Di nuovo rivedrai il sole e la luna, e di nuovo e ancora... fino a quando non diventi un Buddha, fino a quando non riuscirai a morire in piena coscienza; fino a quando non sarai in grado di rilassarti in Dio consciamente, con consapevolezza. Solo allora, non esiste ritorno: quella è una morte assoluta, è la morte suprema.”
LA MEDITAZIONE
La meditazione non è altro che l'arte di aprire gli occhi. L'arte di pulire i tuoi occhi, l'arte di eliminare la polvere che si è accumulata sullo specchio della tua consapevolezza. È naturale che la polvere si accumuli. L'uomo ha continuato a viaggiare per migliaia di vite - e la polvere si è accumulata. Noi siamo tutti viaggiatori, molta polvere si è accumulata - così tanta che lo specchio è completamente scomparso. C'è solo polvere su polvere, strati e strati di polvere, e tu non riesci a vedere lo specchio. Ma lo specchio è ancora lì - non lo si può perdere, poichè è la tua vera natura. Se si potesse perdere non sarebbe la tua natura. Non è che tu hai uno specchi, tu sei lo specchio. Il viaggiatore è lo specchio - non può perderlo, può solo dimenticarlo. Al massimo, si tratta di una dimenticanza. ...
IL DESIDERIO E LA FELICITA'
Felicità. Beatitudine. Gioia. Ecco cosa stai cercando. L'hai cercata per millenni e non l'hai ancora trovata. È il momento, il momento giusto, per ripensarci, per meditare di nuovo. Hai continuato a cercare, a sforzarti così intensamente - forse ti stai perdendo proprio a causa di questo sforzo? È forse questo cercare che ti allontana dalla felicità? Pensiemoci di nuovo, riflettiamoci sopra. Fai una piccola pausa nella tua ricerca, fai un riepilogo.... Nessuno l'ha mai trovata cercandola. C'è qualcosa di sbagliato nella ricerca stessa. Mentre cerchi, naturalmente ti dimentichi di te stesso; cominci a guardare dappertutto, in qualunque altro posto ... E la ricerca diventa sempre più disperata, poiché cerchi sempre più intensamente e non trovi nulla, sarai preso da un'ansia spasmodica: "Ce la farò, questa volta, o mi sfuggirà di nuovo?".
La felicità è la funzione della tua consapevolezza quando è risvegliata. L'infelicità è la funzione della tua consapevolezza quando è addormentata.
Forse il tentare porta persino all'infelicità. Forse tutto il rumore del mio desiderare ha tenuto lontano lo strano uccello dalle mie spalle. Ho inseguito la felicità così a lungo e così fortemente. Ho cercato nei luoghi più remoti, in lungo e in largo. Ho sempre immaginato che la felicità fosse un'isola nel fiume. Forse essa è il fiume. Pensavo che la felicità fosse il nome di una taverna in fondo alla strada. Forse essa è la strada. Credevo che la felicità fosse sempre domani, e poi domani, e poi domani, e domani ancora. Forse essa è qui. Forse essa è ora. E io ho guardato in qualsiasi altro luogo.
OSHO estratti
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