LA FINE DELA SOFFERENZA PSICOLOGICA


Finchè permane il senso di "qualcuno" che deve fare qualcosa è impossibile evitare inappagamento, delusione e frustrazione. Allo stesso modo finchè rimane il senso di "qualcuno" che può essere ferito ci saranno sempre paura e sofferenza psicologica. 
Quando il senso di essere un individuo scompare l'Uno può riconoscere Se stesso in tutto ciò che è. Non c'è più sofferenza psicologica per il semplice fatto che non c'è più "nessuno" che soffre. Rimangono le paure legate alla sopravvivenza istintuale dell'organismo corpo-mente, che, ad esempio, gli permettono di scappare da un elefante in carica o gli impediscono di mettere la mano sul fuoco. Ma le paure psicologiche, legate a un ego che sente di essere ferito, umiliato o offeso non possono che dissolversi. Non c'è più nessun altro che mi sta umiliando. C'è solo l'Uno che gioca ad umiliare un pensiero, l'ego, che è sempre Se Stesso. C'è demolizione di un pensiero ma non  c'è più nessuno che ne è affetto e soffre per questo. 
E’ un meraviglioso paradosso: quando realizziamo di essere “nessuno” la Totalità dell’esistenza ci inonda con la sua Bellezza, Intelligenza, Amore. Tanto più invece continuiamo a sentirci “qualcuno” che deve raggiungere un risultato, che deve acquisire, che deve rafforzare la propria identità, che deve competere e lottare, tanto più rimaniamo con un pugno di mosche e ci sentiamo piccoli, deboli, poveri e infelici. tratto da..





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